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    I consumi di vino nel mondo – aggiornamento 2022 OIV

    OIV ha aggiornato I dati sui consumi di vino, aggiungendo la colonna del 2022 alla sua tabella e, come al solito, facendo un po’ di modifiche ai dati del passato. Per chi decidesse di andare alla fonte, state attenti perché i dati pubblicati nel comunicato del 20 aprile non sono coerenti con quelli che OIV carica sul suo potente (ma forse non aggiornato) database.
    I consumi 2022 sono stimati sostanzialmente uguali al 2021, 232 contro 234 milioni di ettolitri, ma comunque stabilmente sotto il livello pre-Covid, che abbiamo calcolato essere circa 242 milioni di ettolitri (2015-19 media). La sorpresa, per certi versi, è che il calo di consumi di vino è ulteriormente calato in Cina, dove OIV stima 8.8 milioni di ettolitri, -16% sul 2021, certamente ancora causato dal problema Covid. Il problema ora è capire la giusta dimensione di questo mercato perché il calo era già evidente prima del Covid. È accelerato con il Covid perché il vino è una bevanda “fuori casa” per i cinesi, ma certamente il livello attuale è metà di quello “degli anni buoni”, mettendo in luce un problema strutturale. Altrimenti, Francia e USA tornano praticamente al livello pre-Covid come consumo, l’Italia cala ma resta sopra e si conferma il terzo mercato mondiale per consumi.
    All’interno del post (e su Solonumeri), tutti i dati.

    Il consumo mondiale di vino secondo OIV è diminuito da 237 milioni di ettolitri nel 2019 a 232 nel 2022, a sua volta in leggero calo rispetto a 234 m/hl nel 2021. Il paese con il consumo di vino più alto (e in crescita) Stati Uniti con 34 (+0.9 sul 2021, -0.2m/hl sul 2019), seguiti dalla Francia con 25.3 (circa mezzo milione di ettolitri in più sia sul 2019 che sul 2021) dall’Italia con 24.2, che invece è vista in calo di oltre 1 milione di ettolitri rispetto al 2021.
    Tra i dati curiosi del post, vale certamente la pena di notare l’incremento di consumo in Russia, +8% sul 2019 nel 2022 a 10.8 milioni di ettolitri e in progresso anche sul 2021, nonostante la guerra (e quindi la dimostrazione che questi embargo almeno per il vino non stanno funzionando molto).
    Trovate poi la tabella con i consumi pro-capite, prodotta da noi mischiando i consumi totali con la popolazione dei vari paesi. Il Portogallo ha il consumo di vino pro capite più alto con 58 litri (bisognerebbe capire l’impatto del turismo…), seguito dall’Italia con 39.1 litri e dalla Francia con 37.2 litri. Il paese con il consumo di vino pro capite più basso è la Cina con 0.6 litri per persona. La media mondiale è circa di 3 litri di vino pro-capite.

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento 2022

    Approfondimento annuale sulle esportazioni italiane di vino per tipologia e in base all’origine delle aziende esportatrici. Beh, dietro un 2022 apparentemente molto positivo si nascondono alcune tendenze interessanti, tra cui forse la principale è che nel segmento dei vini in bottiglia è stato un anno di forte crescita per i vini da tavola (+34%) e IGT (+8%), mentre i vini DOP sono rimasti stabili, pur rappresentando oltre la metà del totale. Nel poco dettaglio fornito dalle tabelle esportative si può comunque rintracciare l’ottimo anno per i vini piemontesi rossi e un calo importante dei vini DOP bianchi (-10%) un po’ difficile da spiegare date le ultime tendenze. Ad ogni modo, se invece ci spostiamo sulla seconda statistica che affrontiamo nel post, ossia le esportazioni per origine regionale delle aziende (stavolta applicata al totale esportato), troviamo Veneto e Friuli-Venezia-Giulia di nuovo in cima alla classifica, grazie al Prosecco, insieme alla Sicilia che negli ultimi anni sta crescendo ben oltre la media. Passiamo all’analisi dei dati, che trovate anche caricati nella sezione Solonumeri.

    Nell’analisi dell’export regionale (per origine aziendale) che si applica al totale esportato di 7.9 miliardi di euro e limitandoci alle grandi regioni italiane, troviamo il Friuli-Venezia-Giulia in crescita del 40% a 200 milioni di euro, la Sicilia a +21% 170 milioni di euro il Veneto a +13% per la bellezza di 2.8 miliardi di euro. In “uscita” dal Covid, quindi contro il 2019, oltre alle regioni di cui abbiamo detto emerge anche l’Emilia Romagna (+39% contro il +22% generale) e probabilmente si potrebbe parlare della Toscana (+25%). Se confrontato con il totale, il Veneto rappresenta il 36% dell’export italiano, seguito dal Piemonte e dalla Toscana con il 16% ciascuno.
    L’altra statistica va invece nel dettaglio dei 5.25 miliardi di euro di export di vino fermo in bottiglia, concentrandosi sull’origine del vino di alcune regioni e tipologie. Dunque le DOC sono 2.7 miliardi di euro e sono stabili, i vini IGT sono 1.4 miliardi di euro e +8%, i varietali come sempre non contano niente mentre i vini comuni sono saliti da 759 milioni a 1 miliardo di euro, quindi +34%.
    Scavando nei dati emerge l’ottima prestazione dei vini rossi piemontesi (+13% a 384 milioni) e dei bianchi del Trentino (+16% a 272 milioni). Si nota uno spostamento nei vini bianchi dalla categoria DOP alla categoria IGT (-10% contro +19%), mentre l’andamento dei vini rossi, meno marcato è più coerente tra le categorie.
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    Importazioni di vino in Italia – aggiornamento 2022

    Le importazioni di vino in Italia sono cresciute quasi del 20% nel 2022 al livello record di 513 milioni di euro. Tale incremento va però contestualizzato correttamente: primo, a fronte di tale incremento i dati di UN Comtrade registrano un calo di quasi il 30% dei volumi (2.2 milioni di ettolitri) rispetto a un anomalo dato del 2021. Si tratta quindi di un incremento determinato unicamente dalla dinamica dei prezzi. Secondo, il commercio mondiale di vino ha comunque avuto un “super-anno” nel 2022 in termini di crescita, tanto che le nostre esportazioni sono cresciute del 10% circa. Mettendo import e export insieme si determina la bilancia commerciale, che migliora ulteriormente passando da 6.7 a quasi 7.4 miliardi di euro, dato che questi 83 milioni di euro di importazioni aggiuntive sono stati spazzati via dagli oltre 700 milioni di euro di maggiori esportazioni. La geografia delle nostre importazioni di vino è molto chiara da diversi anni ormai: si importa Champagne (con una crescita incredibile negli ultimi 2 anni, manco avessimo tutte ‘ste cose da festeggiare) e vino in bottiglia dalla Francia, e questo da più del 70% del totale, poi vino sfuso dalla Spagna altro 15-20% circa del totale, e poco più. Bene, passiamo a un commento dei dati.

    Le importazioni di vino in Italia nel 2022 sono state 513 milioni di euro, di cui 313 milioni di euro di vini spumanti (+36%), 101 milioni di vino fermo in bottiglia (+9%) e 86 milioni di euro di vino sfuso (il totale non torna essendoci alcuni altri prodotti marginali come mosti e via dicendo).
    In termini di volumi dopo il forte incremento del 2021 (oltre 3 milioni di ettolitri) la situazioni torna “quasi normale” con 2.2 milioni di ettolitri, di cui 1.73 milioni di vini sfusi, 187 mila ettolitri di vini in bottiglia e 120mila ettolitri di vini spumanti.
    Ovviamente è la Francia a guidare la classifica in valore, date le importazioni di 303 milioni di vini spumanti (+50%, incredibile, ossia +80% rispetto al 2019) e 54 milioni di euro di vini in bottiglia. Dopo i 368 milioni di euro francesi (+44%, da arrotondare con sfusi e altro) ci sono gli 88 milioni della Spagna, -8%, poi il Portogallo, con 12 milioni di euro e +46% e la Germania con 10 milioni, -57% ma dopo un fortissimo 2021.
    Come vedete tutti numeri molto volatili… vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    La produzione di vino in Italia nel 2022 – dati definitivi ISTAT

    ISTAT ha prodotti i dati definitivi sulla produzione di vino italiana nel 2022, che differiscono in modo piuttosto significativo (5 m/hl) dal primo lancio. Come vedete dal grafico sopra la differenza rispetto al post pubblicato con i dati preliminari si concentra nel segmento dei vini bianchi, che con 31m/hl prodotti restano stabili rispetto alla produzione totale, e alla produzione di vini DOC, per cui vale la medesima conclusione.
    Vale la pena di sottolineare che ho chiesto conto a ISTAT di questa revisione e del fatto che i nuovi dati siano molto differenti dalle previsioni Assoenologi (non ho ancora vista niente pubblicato da MIPAAF): la risposta dell’ente è stata la seguente: “I dati diffusi a marzo, definitivi 2022, vengono raccolti attraverso la rilevazione “Stima delle superfici e produzioni delle coltivazioni agrarie, floricole e delle piante intere da vaso” che viene eseguita dall’Istat attraverso la collaborazione delle Regioni e delle Province autonome (Assessorati Agricoltura e Uffici di statistica) che trasmettono mensilmente, in forma di previsione di semina, previsione, dato provvisorio e definitivo secondo la coltura di riferimento, e a livello provinciale, le informazioni. Considerata la peculiarità della rilevazione (che viene svolta in ottemperanza al Regolamento n. 543/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009, relativo alle statistiche sui prodotti vegetali e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 837/90 e (CEE) n. 959/93), per l’esecuzione delle rilevazioni in oggetto, gli Uffici di statistica delle regioni si avvalgono della collaborazione di esperti di settore al fine di garantire una migliore qualità delle informazioni raccolte. Non conosco le fonti e modalità di rilevazione degli altri enti ma credo che come l’ISTAT possiamo vantare dell’ufficialità delle nostre informazioni. Nel caso specifico le posso motivare l’aumento del dato di produzione del vino, rispetto al nostro stesso dato provvisorio, con la dichiarazione di alcune regione che, pur tenendosi prudenti nel dichiarare il dato, hanno poi con il definitivo indicato un aumento della produzione.”
    Passiamo a un commento dei dati ricordandovi che maggiori dettagli sono disponibili nella sezione Solonumeri del blog.

    Con 54m/hl di produzione di vino in Italia, la vendemmia 2022 è di ben il 14% sopra la media decennale di 47m/hl. Con 31.2m/hl, sono i vini bianchi ad avere una produzione più significativa, toccando il 58% del totale, 20% sopra la media storica (influenzata dai vini spumanti), mentre per i vini rossi si tratta di una vendemmia del 7% sopra il livello storico.
    Dal punto di vista delle tipologie, la maggiore revisione ha riguardato i vini DOC, che hanno chiuso a 24.5m/hl, quindi il 25% sopra la media storica.
    Se guardiamo alle aree geografiche, il gap importante sulla produzione media si registra al sud, con 22.9 milioni di ettolitri al 21% sopra la media storica, mentre al Nord 25.3 m/hl e al centro (5.9) siamo rispettivamente il 10% e il 6% sopra la media decennale.
    Dal punto di vista delle regioni, sono stati rivisti in modo importante i dati di Sicilia (da 4.9 a 5.9m/hl) e Veneto (da 9.6 a 11.9m/hl) in particolare. Le conclusioni si quali regioni restano molto sopra la media non cambiano di molto: alla Puglia (+40%), Marche (+53%), Friuli (+35%) tra quelle con i dati rilevanti si aggiunge il Veneto (+20%), che tra l’altro resta la regione con la maggior produzione (secondo i dati preliminari nel 2022 sarebbe stata la Puglia).
    Sono invece inferiori alle medie storiche i dati di produzione in Umbria, Basilicata e Calabria.
    Buona consultazione. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento gennaio 2023

    Buongiorno, oggi per chi ha voglia di leggere un po’ ho deciso di far commentare qualche tabella delle esportazioni italiane di gennaio a ChatGPT, giusto per farvi vedere quale tipo di risultato si può ottenere (in questo caso si tratta di ChatGPT montato sul motore Bing, che funziona in Italia). È un puro esercizio di “test” per capire dove stiamo andando a finire. Tornando a noi (e qui vi assicuro che sono io a scrivere!), le esportazioni di gennaio sono veramente poco significative per entità dei numeri nel contesto dell’anno, e in questo caso anche per quello che ci dicono i dati, ossia un valore stabile a 475 milioni di euro e di un calo del 4% del volume esportato, il che significa un incremento del prezzo medio di esportazione del 4.4% a 3.51 euro al litro. Stabili gli USA, cresce la Germania, giù Regno Unito (terzo mese consecutivo) e Canada (quarto mese consecutivo). Bene, ci sono tante tabelle, ma se siete curiosi di leggere che cosa vi avrebbe scritto ChatGPT (e non Marco Baccaglio), proseguite nella lettura!

    Eccoci. Questo di seguito in italico è quello che ha scritto la modalità creativa di Microsoft Bing sottoponendogli le tabelle del post… (a proposito, ho impiegato più tempo che scrivere il commento io stesso, giusto per la cronaca)
    Le esportazioni di vino italiano hanno mantenuto il valore record raggiunto nel 2021, con 7,875 miliardi di euro nei 12 mesi precedenti e una crescita dell’8,9% rispetto al 2022. La tipologia di vino più esportata è quella imbottigliata, con una quota del 66,7% sul totale e una crescita del 5,9% nei 12 mesi precedenti. Tuttavia, questa tipologia ha registrato una lieve flessione a gennaio 2023 (-2,1%) rispetto a gennaio 2022. La tipologia di vino che ha mostrato la maggiore crescita è quella degli spumanti, con un aumento del 17% nei 12 mesi precedenti e del 2,9% a gennaio 2023. Questa tipologia ha beneficiato soprattutto del successo del Prosecco sui mercati internazionali. La tipologia di vino che ha mostrato la minore crescita è quella dei frizzanti, con un calo dell’1,9% nei 12 mesi precedenti e una crescita appena dell’1,2% a gennaio 2023. Questa tipologia ha sofferto la concorrenza degli spumanti e dei vini fermi. Il prezzo medio delle esportazioni di vino italiano è aumentato del 10,9% nei 12 mesi precedenti e del 4,4% a gennaio 2023, segnando un valore di 3,51 euro al litro. Questo dato riflette la domanda di vini di qualità da parte dei consumatori stranieri.

    Gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del vino italiano, con una quota del 25,3% sul totale e una crescita dell’1,9% a gennaio 2023 e del 7,6% nei 12 mesi precedenti. La Germania è il secondo mercato di destinazione del vino italiano, con una quota del 17,3% sul totale e una forte crescita del 15,4% a gennaio 2023 e del 5,1% nei 12 mesi precedenti. Il Regno Unito è il terzo mercato di destinazione del vino italiano, con una quota dell’8,6% sul totale, ma ha subito una forte contrazione del 19% a gennaio 2023 e una modesta crescita del 4,6% nei 12 mesi precedenti. Il Canada e il Giappone sono i mercati che hanno registrato le maggiori perdite a gennaio 2023, con cali rispettivamente del 27,8% e del 33,4%, ma hanno comunque mostrato una crescita positiva nei 12 mesi precedenti (+7,4% e +23,6%). La Francia è il mercato che ha registrato la maggiore crescita a gennaio 2023, con un aumento del 34,7%, seguito dalla Russia con un +17,2%. Anche nei 12 mesi precedenti questi due mercati hanno mostrato una forte dinamica positiva (+27,9% e +14,8%).

    Le esportazioni di vino italiano in bottiglia hanno subito una lieve flessione a gennaio 2023 (-2,1%) rispetto a gennaio 2022, ma hanno registrato una crescita del 5,9% nei 12 mesi precedenti, confermando il valore record raggiunto nel 2021. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del vino italiano in bottiglia, con una quota del 25,2% sul totale e una leggera diminuzione dell’2% a gennaio 2023 e una crescita del 6,8% nei 12 mesi precedenti. La Germania è il secondo mercato di destinazione del vino italiano in bottiglia, con una quota del 18,9% sul totale e una forte crescita del 7,6% a gennaio 2023 e del 2,5% nei 12 mesi precedenti. Il Regno Unito è il terzo mercato di destinazione del vino italiano in bottiglia, con una quota del 6,6% sul totale, ma ha subito una leggera contrazione del 2,9% a gennaio 2023 e una crescita appena dello 0,5% nei 12 mesi precedenti. Il Canada e il Giappone sono i mercati che hanno registrato le maggiori perdite a gennaio 2023, con cali rispettivamente del 29,1% e del 33,7%, ma hanno comunque mostrato una crescita positiva nei 12 mesi precedenti (+5,5% e +24,5%). La Francia è il mercato che ha registrato la maggiore crescita a gennaio 2023, con un aumento del 47,4%, seguito dalla Belgio con un +6,1%. Anche nei 12 mesi precedenti questi due mercati hanno mostrato una forte dinamica positiva (+24,7% e +9,1%).

    Le esportazioni di vino spumante italiano hanno registrato una crescita del 2,9% a gennaio 2023 rispetto a gennaio 2022, e una crescita del 17% nei 12 mesi precedenti, confermando il trend positivo iniziato nel 2021 dopo il calo del 2020. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del vino spumante italiano, con una quota del 29,5% sul totale e una crescita del 12,5% a gennaio 2023 e del 13,9% nei 12 mesi precedenti. Il Regno Unito è il secondo mercato di destinazione del vino spumante italiano, con una quota del 14,5% sul totale, ma ha subito una forte contrazione del 33,2% a gennaio 2023 e una crescita modesta del 9,6% nei 12 mesi precedenti. La Germania è il terzo mercato di destinazione del vino spumante italiano, con una quota dell’8,4% sul totale e una forte crescita del 44,1% a gennaio 2023 e dell’8% nei 12 mesi precedenti. La Francia e la Lettonia sono i mercati che hanno registrato le maggiori crescite a gennaio 2023, con aumenti rispettivamente del 33,3% e del 91%, seguiti dalla Russia con un +13,4%. Anche nei 12 mesi precedenti questi tre mercati hanno mostrato una forte dinamica positiva (+26,9%, +101,1% e +27,1%). Il Canada e la Svezia sono i mercati che hanno registrato le maggiori perdite a gennaio 2023, con cali rispettivamente del 10,7% e del 10,9%, ma hanno comunque mostrato una crescita positiva nei 12 mesi precedenti (+17,9% e +2,7%). LEGGI TUTTO

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    Vendite di vino per denominazione nella GDO Italiana – aggiornamento 2022

    Il Chianti resta il vino più venduto in Italia nella grande distribuzione anche nella nuova configurazione della ricerca (che ora include anche l’ecommerce), redatta da Circana, nuova veste della vecchia IRI. Il confronto con i dati del passato è diventato molto difficile ma ho lo stesso cercato di costruire un trend storico fatto delle variazioni percentuali delle vendite in euro, mentre invece per i volumi, il “salto” di un anno nel 2021 rende impossibile ricongiungere le serie. È questo il problema di queste statistiche “pubblicitarie” redatte in occasione del Vinitaly, nelle quali si fanno vedere i dati di breve termine senza occuparsi delle prospettive storiche. Ad ogni modo, i numeri che vedete oggi vi fanno rendere molto bene conto del trend di crescita dei vini bianchi (a proposito, ho escluso il Prosecco che da quest’anno viene incluso nella classifica), esemplificata dal grande successo del Vermentino, ma anche dal rimbalzo di un vino come il Muller Thurgau. Seconda considerazione: sono un po’ meno lanciati i vini rossi pugliesi, capaci comunque di una crescita a doppia cifra negli ultimi 5 anni, al pari del Vermentino. Vermentino che resta il prodotto fermo tra questi più venduti con il prezzo di vendita più elevato. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Come abbiamo già discusso qualche settimana fa le vendite di vino al dettaglio sono calate del 2% nel 2022. Con questo “spartiacque” possiamo quindi fare qualche calcolo su chi è andato meglio o peggio in Italia. E il risultato è che ci sono pochi che sono andati molto bene, e tanti sono andati leggermente peggio.
    Vale il leggermente peggio per il Chianti, che con 95 milioni di vendite resta in cima alla classifica, redatta includendo anche l’ecommere, ma cala del 3.6%. E’ vero per il Lambrusco che per la seconda volta in tantissimi anni non è più il numero 2 della classifica ma il numero 3, con un calo del 4% a 60 milioni di euro. Ma lo stesso vale per Barbera, Primitivo (dopo la grande corsa degli ultimi anni), Nero d’Avola, Bonarda, Sangiovese.
    Nel 2022 salgono soltanto il Vermentino, +10%a 69 milioni e il Muller Thurgau, +6% a 51 milioni di euro.
    Vi propongo poi la solita matrice volumi prezzi, dove potete vedere il posizionamento dei prodotti, con il Vermentino in cima a quella dei prezzi e il Chianti con il Lambrusco a quella dei volumi, mentre si nota come il Primitivo si stia caratterizzando sempre di più per essere l’alternativa al Chianti nella sua fascia di prezzo.
    Vi lascio alle tabelle e al grafico animato.


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    Il valore dei vigneti in Italia per regione e provincia – dati CREA, aggiornamento 2021

    Aggiorniamo oggi i dati pubblicati da CREA sul valore dei vigneti, che potete trovare nell’apposita pagina del sito e ampiamente dettagliati nelle pagine Solonumeri del sito. Nel 2021 il valore di un ettaro di vigna mediamente in Italia è stato pari a 54700 euro, in crescita dell’1.6% rispetto al 2020. Se allarghiamo l’orizzonte a 5 anni, la crescita annua è stata dell’1% su un periodo di 5 anni e, molto simile anche sui 10 anni. Ora, il tema più scottante è l’arrivo dell’inflazione, per cui sarà da vedere che cosa succede. Per esempio, già a dicembre 2021 l’inflazione è stata mediamente del 4% circa rispetto a dicembre 2020 e quindi, confrontato con il +1.6% del valore dei vigneti, si potrebbe dire che il valore reale è calato. Ancora più critico sarà il 2022, quando come ben sapete l’inflazione è stata (dicembre su dicembre di nuovo) dell’11%. Il grafico che vedete in apertura potrebbe dunque mostare la linea chiara del valore “deflazionato” scendere più marcatamente, a segnalare una perdita “reale” del valore dei vigneti. Ma questo lo vedremo il prossimo anno. Per ora, stando alle tabelle pubblicate da Istat, nel 2021 la maggior crescita di valore dei vigneti si è registrata in Trentino Alto Adige (+5%), Puglia e Friuli Venezia Giulia (+3%), mentre sono scese dell’1% circa in Campania. A livello provinciale, salta all’occhio il +10% attribuito a Firenze, il 6% di Reggio Emilia e il +5% segnato a Trento, Bolzano, Taranto e Brindisi. Passiamo all’analisi e alle tabelle complete che trovate nel resto del post.

    Il valore dei vigneti in Italia di 54700 euro per ettaro è la media tra i 13mila euro della Sardegna e i 267mila euro del Trentino Alto Adige. Se invece guardiamo alle crescite nel medio termine, quindi a 5-10 anni la Puglia con +2/3% annuo e il Piemonte con il 2% circa annuo sembrano essere le regioni con l’andamento più positivo, oltre a notare un’accelerazione delle valutazioni in Toscana.
    In ambito provinciale, Bolzano svetta con 417mila euro per ettaro, seguito da Trento con 190mila, entrambi tra l’altro con una crescita del 5% sullo scorso anno. Poi ci sono le aree chiave del Prosecco e dell’Amarone, Treviso 190mila euro (+2%) e Verona 151mila e poi Cuneo (dunque Langhe) a 142mila euro (+2%). Sappiamo bene che sono valori di riferimento medio e che la realtà è un po’ diversa, con valori anche largamente superiori a questi livelli. Vengono poi Brescia (124mila, +3%) quindi Franciacorta e Siena (104mila, stabile) quindi Montalcino.
    Sulle crescite di medio termine ci sono alcune “sorprese” con Firenze a +5% annuo, Asti a +2.7%, Taranto, Livorno, Udine, Foggia e Vercelli tra +2% e +2.5%, poi poco sotto il +2% Aosta, Cuneo, Trento, Brescia, Novara. Il fatto che Biella sia poco distante nei numeri lascia intendere una rivalutazione dell’area del nord Piemonte.
    Sono invece negativi in ottica quinquennale i dati di Pavia, Rimini, Benevento e Vicenza.
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    Produzione, superfici e valore della produzione delle DOC italiane 2017-19 – elaborazione dati ISMEA

    Trovate all’interno del post le tabelle relative agli ettari rivendicati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e valore della produzione (ai prezzi di base) delle DOC più rilevanti in Italia, on aggiornamento al 2019. I dati sono ricavati dalle pubblicazioni ISMEA. Si riferiscono agli anni 2016-2019 per le seguenti DOC (relativamente ai dati degli ettolitri certicati: Prosecco, Delle Venezie, Montepulciano d’Abruzzo, Chianti, Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Sicilia, Asti, Soave, Trentino, Chianti Classico, Alto Adige, Piemonte, Valpolicella Ripasso, Bardolino, Primitivo di Manduria, Barbera d’Asti, Valpolicella, Verdicchio dei Castelli di Iesi, Bonarda dell’Oltrepo Pavese, Trebbiano d’Abruzzo, Valdadige, Lugana, Franciacorta, Langhe, Garda, Amarone della Valpolicella, Friuli Venezia Giulia, Romagna, Pignoletto, Vermentino di Sardegna, Castelli Romani, Modena, Asolo Prosecco, Bianco di Custoza, Barolo, Cortese di Gavi, Oltrepo’ Pavese, Orvieto, Barbera d’Alba, Salice Salentino, Gutturnio, Cannonau di Sardegna, Friuli Grave, Venezia, Reggiano, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Trento, Marsala, Morellino di Scansano, Colli Piacentini, Friuli Colli Orientali, Cerasuolo d’Abruzzo, Brunello di Montalcino, Collio Goriziano, Vino Nobile di Montepulciano, Frascati, Rosso Piceno, Colli Albani, Roero, Bolgheri, Maremma Toscana, Sannio, Falanghina del Sannio, Dolcetto di Alba, Vermentino di Gallura, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Marino, Lambrusco di Sorbara, Monferrato, Vernaccia di San Giminiano, Teroldego Rotaliano, Ortrugo dei Colli Piacentini, Barbera del Monferrato, Vallagarina, Rosso di Montalcino, Cirò, Barbaresco, Greco di Tufo, Etna, Lago di Caldaro, Falerio, Est! Est! Est! di Montefiascone, Friuli Isonzo, Castel del Monte, Brachetto d’Acqui, Nebbiolo di Alba, Colli Euganei, Riviera del Garda Classico, Aglianico del Vulture, Montefalco, Irpinia, Dogliani, Friuli Aquileia, Rosso di Montepulciano, Offida, Carignano del Sulcis, Sangue di Giuda, Fiano di Avellino, Colli Berici, Verdicchio di Matelica, Abruzzo, Riviera Ligure di Ponente, Valtellina superiore, Monica di Sardegna, Lacrima di Morro, Brindisi, Lambrusco Mantovano, Dolcetto di Ovada, Alcamo, Alghero, Colli di Scaiano e di Canossa, Rosso Conero, Bianchello del Metauro, Lison Pramaggiore, Colli di Luni, Breganze.Vista la laboriosità dell’elaborazione dei dati e la lunghezza delle tabelle sono stati fatti i seguenti “tagli” sulla base della media 2017-19: ettolitri certificati: 10,000; superficie vitata (ha): 500; valore della produzione: EUR5,000,000.Per ottenere i dati in formato Excel contattatemi oppure consultate la sezione Solonumeri del blog, dove i dati sono disponibili in formato Google Sheets.Tabelle allegate nel resto del post Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO