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    L’andamento degli indici Liv-ex – aggiornamento 2023/24

    Guerre, borse che non salgono più (anzi…), vendemmie abbondanti in alcune aree chiave (Borgogna) stanno contribuendo a un massiccio calo dei prezzi dei grandi vini, dopo anni crescita ininterrotta. Sapete, la sensazione di ricchezza data dai forti guadagni (anche virtuali) in borsa è un carburante potente per la spesa in beni di di lusso… e i grandi vini sono beni di lusso…
    I dati prodotti mensilmente dal Liv-Ex non lasciano spazi alle interpretazioni: i prezzi sono calati del 13-14% nel 2023 (in Euro e Sterline rispettivamente) e il calo è continuato nel 2024, -5/6% nei primi 6 mesi dell’anno. In questo contesto, non vince nessuno, ma l’Italia perde meno degli altri. Il prezzo dei nostri grandi vini è calato del 5% nel 2023 e ha tenuto nel 2024 (se espresso in euro), ponendosi quindi circa il 6% sotto il picco raggiunto verso fine 2022. In confronto, Borgogna e Champagne, ma anche il meno quotato Rodano, sono circa il 25% sotto il loro prezzo massimo. Con questo andamento l’indice Liv-Ex dei vini italiani, 436 a giugno in Euro (ossia 4.36 volte il prezzo del 2023) non è molto distante da quello del calderone dei 1000 grandi vini mondiali, che continua a scendere e ha toccato quota 458. La Borgogna, pur calando resta lontana: il suo indice è sceso di più ma resta pur sempre intorno a 800. Nel resto del post trovate tutte le tabelle con i dati storici, grafici e il prosieguo del commento.

    L’indice Liv-Ex dei 1000 grandi vini ha chiuso a giugno a un valore di 388, che tradotto in Euro al cambio medio del mese significa 458. Si tratta del punto più basso da agosto 2021 e corrisponde a un calo del 14% in sterline e del 13% in Euro per il 2023, oltre a un ulteriore correzione del 5/6% nei primi 6 mesi del 2024.
    Per quando riguarda l’andamento 2023 (tutti i dati ribasati in euro), l’indice “Italy 100” è stato il migliore, con un calo del 5%. Si confronta con un calo a doppia cifra di tutte le altre categorie: -11% per Bordeaux, -15% per la Borgogna, -18% per gli Champagne e -19% per il Rodano.
    Lo stesso vale per i primi 6 mesi di quest’anno. I vini italiani chiudono stabili contro -3% per Bordeaux, -4% per il Rodano e -5% per lo Champagne. Il caso particolare sono i vini di Borgogna, che hanno avuto un inizio di 2024 particolarmente difficile, con un ulteriore crollo dell’8%.
    Detto questo i vini di Borgogna continuano a guidare la classifica dei vini che si sono più rivalutati dal 2023 a questa parte. L’indice in Euro era a giugno 2024 a 801 (ossia il prezzo era 8 volte quello del 2023). Vengono poi gli Champagne con un indice di 643, i vini italiani a 436, poi Bordeaux a 375 e vini del resto del mondo a 358. Fanalino di coda sono i vini del Rodano, che secondo Liv-Ex si sono rivalutati soltanto di poco più di due volte (indice: 215) nel corso di questi 20 e poco più anni.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Cava – produzione e vendite, aggiornamento 2023

    La produzione e le vendite di Cava nel 2023 sono rimaste stabili poco sopra 250 milioni di bottiglie, grazie al recupero del mercato domestico che ha compensato la flessione nei mercati extraeuropei (dopo due anni eccezionali, a onor del vero), tra i quali USA, Giappone e Russia hanno rivestito un ruolo particolarmente importante in questo deterioramento. Alcuni trend che avevamo negli ultimi anni sembrano essersi interrotti. Parliamo in particolare del processo di “premiumizzazione” del prodotto, dove le categorie “riserva” e “gran riserva” regrediscono a favore dei prodotti più basici, ma anche del prodotto rosato, che non si discosta dal 10% circa del totale prodotto e venduto. Unico trend ancora in atto è quello “bio”, con questo tipo di prodotti che ormai hanno raggiunto una quota del 15% sul totale. Proseguiamo l’analisi all’interno del post con l’aiuto di diversi grafici e tabelle.

    Le vendite di Cava sono rimaste sostanzialmente stabili a 254 milioni di bottiglie nel 2023, un livello compatibile con quanto visto dal 2017 a questa parte (e con l’eccezione dell’anno Covid 2020). Di queste circa 81 milioni sono in Spagna, con un rimbalzo del 4% dopo un pessimo 2023. Come potete apprezzare dalla tabella, il consumo di Cava in Spagna è del 20% circa sotto i livelli di circa 20 anni fa (100 milioni di bottiglie).
    Il mercato europeo resta sotto le 100 milioni di bottiglie con un piccolo recupero, mentre il mercato extraeuropeo dopo due anni di forte crescita (+30% sia nel 2021 che nel 2022) cala del 5% a 73 milioni di bottiglie.
    Se guardiamo ai principali paesi esteri, la Germania resta il primo mercato con 31 milioni di bottiglie, +4%, il Belgio diventa il secondo mercato estero con 22 milioni (+5%), mentre gli USA scalano terzi con un calo del 13% per 19 milioni di bottiglie. Tra gli altri mercati esteri con le variazioni più significative, va sottolineato il calo del 13% del Giappone con 10 milioni di bottiglie e del 14% della Russia con 6.4 milioni di bottiglie. Eccezionali in senso positivo invece sono l’andamento in Brasile (da 1.9 a 3.3 milioni di bottiglie, +76% dopo diversi anni intorno a 1-1.5 milioni) e quello della Polonia, ugualmente in crescita su un livello mai toccato prima, 2.9 milioni di bottiglie, +35%
    Guardando alle tipologie di prodotto, come dicevamo, Riserva giù del 18% a 23 milioni di bottiglie, Gran Riserva -5% a 4 milioni, quindi prodotto “base” a compensare salendo leggermente a 224 milioni.
    I vini rosati sono a circa il 9% del prodotto totale, in leggero calo rispetto a 2021 e 2022, mentre i vini bio sembrano continuare a crescere, dal 13% al 15% del totale tra il 2022 e il 2023.

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    Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2023

    Cala la produzione, calano le esportazioni. Anche l’Argentina deve adattarsi al nuovo corso del commercio mondiale di vino, che nel 2023 ha visto uno stop dopo anni di crescita storicamente interrotti solo dal Covid. Nel 2023 i dati argentini sono particolarmente negativi con un calo del 19% a 627 milioni di euro e un calo del 25% dei volumi esportati, scesi sotto 2 milioni di ettolitri e da collegare anche con la vendemmia particolarmente negativa del 2023 (circa un terzo sotto la media storica). Con una svalutazione del cambio galoppante per via dell’iperinflazione che impera nel paese, in valuta locale in realtà le esportazioni sono quasi raddoppiate (da 106miliardi a 200 miliardi di peso), ma il tutto è poco rilevante. La geografica delle esportazioni argentine di vino continua a cambiare in linea con gli anni passati: la dipendenza dal mercato americano cala (27% nel 2023 contro il 29% del 2022 e il 40% e più di 10 anni fa), crescono i mercati adiacenti, come il Brasile passato in pochi anni al 13% delle esportazioni argentine e vicino a raggiungere il Regno Unito, che resta comunque la seconda destinazione. Commenti più dettagliati e tabelle all’interno del post.

    Le esportazioni argentine scendono a 627 milioni di euro nel 2023, -19% e -2% annuo sugli ultimi 5 anni, con i volumi che scendono del 25% a 1.94 milioni di ettolitri.
    Tutti i principali mercati sono in calo. Gli USA come dicevamo subiscono un calo del 36% del volume a 426mila ettolitri che determina una caduta del 26% delle esportazioni a 167 milioni di euro. Restano il primo mercato per l’Argentina ma guardando all’andamento degli ultimi anni i dati sono preoccupanti.
    Il secondo mercato è il Regno Unito, sceso dell’8% a 95 milioni a fronte di una riduzione del 6% dei volumi a 482mila ettolitri (primo mercato per volumi) e ha un andamento anche nel medio termine decisamente migliore di quello americano.
    Il Brasile dopo diversi anni di crescita si ferma. Nel 2023 le esportazioni calano del 2% a 82 mila ettolitri, anche se il ritmo dal 2018 è di una crescita a doppia cifra. In Brasile sono stati esportati 266mila ettolitri, -8%.
    Seguono poi Canada, Messico, Olanda, Francia, Cina e Peru, tutti con cali tra il 10% e il 30%. Tra questi, guardando al passato, il Messico è il mercato che ha l’andamento migliore, nonostante il -15% registrato nel 2023.
    Vi lascio alle tabelle.

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    Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2023

    Due le principali conclusioni dell’aggiornamento sul consumo di vino 2023 in Italia pubblicato da ISTAT sulla sua piattaforma: primo, il consumo di vino cala in intensità ma continua a crescere in diffusione, ossia più persone bevono (55.1% della popolazione di oltre 11 anni), ma più sporadicamente (di questo 55%, solo il 29% beve tutti i giorni, il 71% solo sporadicamente). Nella statistica di quest’anno la penetrazione del consumo di vino tra le donne non cresce, ma il secondo grafico del post vi fa vedere molto bene che storicamente sono le donne (arrivate al 45%) a far crescere il dato generale, mentre nel caso degli uomini si resta fermi intorno al 65% del totale. Rispetto alla storia, ma questo lo vedremo meglio nel secondo post dedicato all’argomento sono i consumatori tra 20 e 60 anni a far crescere il dato del consumo e, sorpresa, sono le aree del sud e delle isole quelle con i dati in crescita nel 2023, pur mantenendo un divario piuttosto marcato con le regioni del centro-nord Italia. Bene, passiamo a commentare qualche dato insieme, con tabelle e ulteriori grafici e i dati già aggiornati nella sezione Solonumeri a cui potete accedere dal menu qui sopra.

    Secondo ISTAT in Italia il 55.1% delle persone oltre 11 anni beve vino. Si tratta di un lievissimo incremento rispetto al 54.9% dello scorso anno ma una ulteriore prova che la tendenza, in termini di quanti bevono vino sul totale, continua ad aumentare negli ultimi anni.
    Il vino resta anche la bevanda preferita, visto che nel caso della birra siamo al 51% della popolazione (e leggermente in calo quest’anno), essenzialmente a causa della minore penetrazione di questa bevanda tra le donne (39% contro 45% per il vino), visto che per gli uomini il dato (64%) è molto simile al vino (65%). L’altra grande differenza è che nel caso della birra soltanto il 10% della popolazione beve tutti i giorni la birra mentre il vino resta, pur calando di anno in anno, al 29%.
    Il consumo per area geografica che trovate in grafico e tabella vi dice che al nord dopo anni di forte crescita il consumo si stabilizza tra il 57% e il 60% della popolazione, mentre l’indagine 2023 mostra un incremento del consumo al sud, dal 48% al 51% e nelle isole (47% contro 45% dell’anno scorso). In passato abbiamo messo in relazione questo divario tra nord e sud con aspetti climatici ma anche (e soprattutto dire) economici, mostrando una correlazione interessante tra reddito pro-capite regionale e consumo di vino.
    Infine, una piccola anticipazione sul prossimo post, relativo ai dati per classi di età. La penetrazione massima di consumo è nel 2023 quella da 35 a 44 anni, per la prima volta dopo anni di in cui il picco della piramide era intorno a 60 anni. Segno del cambiamento dello stile di consumo, ora più sporadico. Infatti la fascia 35-44 anni in cui la penetrazione di consumo totale è del 63% ha nel consumo abituale un dato inferiore alla metà di quello dei sessantenni. Più dettagli nel prossimo post!

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    Vinitaly 2024 – gli appuntamenti dedicati al mercato e al marketing del vino

    Come da tradizione, a qualche giorno dall’inizio della più importante fiera del vino in Italia, Vinitaly, eccomi con una lista degli eventi legati al marketing e al mercato del vino. Ho tralasciato quelli a pagamento e quelli accessibili solo con invito. Ce ne sono di meno rispetto al passato, anche perché ormai per Vinitaly le tavole rotonde sul business hanno come palcoscenico soprauttotto Wine2Wine, ma alcune sono davvero degne di nota.

    Se mi fosse sfuggito qualcosa, vi prego di segnalarmelo e sarò felicissima di aggiungerlo.

    Domenica 14 aprile

    I luoghi del Vino – eccellenza made in Italy e strategie per il turismo diffuso – Ore 16-18 – Sala Respighi – Centro Congressi Palaexpo (1° piano) – Modalità di partecipazione: Evento pubblico gratuito. Tavola rotonda sull’enoturismo organizzata da Airbnb. Partecipano Valentina Reino (Head of Public Policy for Southern Europe – Airbnb) e Roberta Gabrielli (Head of Marketing and Business Processes – Nomisma)

    In che modo l’IA sta trasformando il mondo del vino – Ore 17-18 – Sala MAINSTAGE – wine2digital – Palaexpo, ingresso A2 (piano +1) – Evento in inglese. Modalità di partecipazione: Evento gratuito con registrazione. Appuntamento con Felicity Carter, Co-Fondatrice del podcast Business of Drink per parlare non solo di ChatGPT e di altri large language model (LLM) ma anche di altri modi per usare l’intelligenza artificiale in cantina.

    Lunedì 15 aprile

    I valori del Vino: l’impatto socioeconomico della filiera italiana alla prova dei mercati e dei nuovi trend di consumo – Ore 10:30-12 – Sala Mozart – Centro Congressi Palaexpo (1° piano) – Modalità di partecipazione: Evento pubblico gratuito. L’obiettivo è esplorare il panorama attuale dell’andamento di mercato dell’industria vinicola tra sfide e opportunità, offrendo uno sguardo approfondito sulle tendenze emergenti e sulle strategie per intercettare i nuovi stili di consumo. Parteciperanno, oltre a Nomisma e Tradelab, rappresentanti istituzionali ed operatori del settore per esaminare. Il focus sarà su Stati Uniti, Regno Unito e Germania ma verrà svolta anche un’analisi dei consumi fuori casa in Italia.

    20° Tavola rotonda sul mercato del vino nella Grande Distribuzione – Ore 10:30 – 12:30 – Sala Puccini – Centro Congressi Arena (1° piano Galleria 6/7) – Modalità di partecipazione: Evento pubblico gratuito. Nel corso della tavola rotonda, organizzata da Veronafiere, verrà presentata la ricerca “Circana per Vinitaly” con i dati sul mercato del vino e degli spumanti in supermercati e discount nell’anno 2023 e nel primo trimestre del 2024 (formati, colore, prezzi, promozioni). E ancora: il mercato dei vini a marca del distributore (MDD); il mercato dei vini biologici; le classifiche dei vini più venduti; il vino italiano nella Gdo della Germania e degli USA.

    Martedì 16 aprile LEGGI TUTTO

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    Canada – consumi e mercato del vino, dati 2021/22

    Dopo qualche anno di assenza, torno in queste vacanze pasquali sui dati di consumo di vino canadesi, che sono riportati da Statistics Canada in modo molto puntuale anche se “ritardato”. Parliamo oggi infatti dei dati a giugno 2022 (per i 12 mesi precedenti). Le prospettive sembrano cambiare negli ultimi anni: se il mercato continua a crescere di anno in anno in valore (8.2 miliardi di dollari canadesi, +2%, 5.6 miliardi di euro), l’andamento dei volumi segna il passo nel 2022 (-4%, 5.16 milioni di ettolitri), con un calo marcato dei vini rossi, ma in parte anche dei vini bianchi, a vantaggio dei vini spumanti (e con una piccola crescita dei vini rosati). Ora, questa tendenza va anche a svantaggio dei prodotti locali, che ovviamente sono poco esposti alla produzione di vini spumanti (solo il 12% dei consumi), rispetto a quella dei vini bianchi (39%) e rossi (26%). Infine, dopo un temporaneo incremento durante gli anni del Covid e quelli immediatamente precedenti, la quota del vino sulla spesa totale dei canadesi in bevande alcoliche (26 miliardi di dollari canadesi) torna a scendere al 31.3%. Bene, nel resto del post trovate tabelle dettagliate degli ultimi anni e un commento completo.

    Il consumo di vino in Canada scende del 4% in volume nel 2021/22 a 516 milioni di litri, mentre cresce del 2.1% in valore a 8.19 miliardi di dollari canadesi.
    Il mercato resta fortemente orientato sui vini rossi, che rappresentano il 52% della spesa in vino, seguita dai vini bianchi al 33%, dai vini spumanti all’8% e ai vini rosati con il 4%. In volume, i vini rossi scendono al 50% dei consumi, i bianchi salgono al 38%, i vini spumanti sono il 5% e i vini rosati sono il 3%.
    Le tendenze di medio termine sono allineati a quanto dicevamo nel commento sopra. I vini rossi sono stabili in valore nel 2021/22 ma crescono ancora del 2% annuo sui 5 anni, a 4.28 miliardi di dollari, mentre in volume scendono del 6% a 2.58 milioni di ettolitri (stabili sui 5 anni).
    I vini bianchi crescono dell’1.5% nel 2021/22 a 2.7 miliardi ma rallentano rispetto ai 5 anni, ancora a +3%. In volume i consumi scendono del 3.2% a 1.97 milioni di ettolitri, ma restano a +1.4% annuo sui 5 anni.
    La crescita più forte è sui vini spumanti, che toccano quota 624 milioni di dollari, +21% nel 2021/22 e con un ritmo di crescita del 9% annuo sui 5 anni. Anche sui consumi in volume i dati sono molto positivi: +15% nel 2021/22 a 25 milioni di litri, +6% annuo dal 2016/17.
    Infine, i vini rosati crescono del 7% in valore e del 4% in volume nel 2021/22 e forti del balzo dell’anno precedente hanno dei tassi di crescita importanti sui 5 anni, +12% a valore e +9% annuo a volume.

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    Sud Africa – esportazioni di vino 2023

    Il commercio estero mondiale di vino nel 2023 è passato in negativo e i dati che commentiamo oggi per il Sudafrica (-13% per l’export in euro a 572 milioni di euro) ma anche per una serie di altre nazioni soprattutto del nuovo mondo vanno in questa direzione. Per tirare le somme è ancora presto ma credo saremo su un calo del 6-7% in euro. Quindi se questo è il parametro di riferimento, il Sud Africa fa peggio della media, e questo succede nonostante il suo principale mercato di sbocco, il Regno Unito, tiene con un calo del 4% soltanto. Il problema qui è la forte volatilità di tutti gli mercati di destinazione, dove il vino sudafricano non ha “trovato casa” come lo hanno fatto altri concorrenti. In più, il vino sudafricano resta fortemente legato al mercato degli sfusi, 148 dei 572 milioni di euro di esportazioni e con un prezzo medio tra i più bassi del mondo, nel 2023 a 164 euro per ettolitro, quindi “sfavorito” dalla chiara tendenza di premiumizzazione del mercato con volumi calanti soprattutto nella fascia dei prodotti meno pregiati. Passiamo a una breve analisi dei dati con tabelle e grafici allegati.

    Le esportazioni sudafricane di vino calano del 13% a 572 milioni di euro, di cui 399 sono di vino in bottiglia (-10%), 148 sono di vino sfuso (-22%) e i rimanenti 25 sono praticamente di vino spumante (-4%).
    Data la stabilità del Rand sudafricano nel 2023, il calo si è fatto sentire in misura corrispondente in valuta locale, -14% a 10.5 miliardi di Rand.
    In termini di volumi, siamo su un calo del 20% a 3.4 milioni di ettolitri, il livello più basso da 10 anni a questa parte.
    Guardando ai mercati, dicevamo che il Regno Unito cala solo del 4% a 130 milioni (-4% anche a volume a 931mila ettolitri). Il secondo mercato quasi non c’è più, per dire che la Germania sta calando sempre di più, soltanto 44 milioni nel 2023, -21%, con 446 mila ettolitri (-23%) e probabilmente sarà superato da qualche altra nazione nel 2024.
    Altri mercati potenzialmente importanti come gli USA vanno molto male (-30% nel 2023 a 36 milioni di euro) dopo due anni promettenti, mentre per trovare un mercato positivo bisogna scendere fino alla Namibia, vicina di casa, +18% a 36 milioni di euro, alla stabilità del Belgio (24 milioni di euro) e al buon andamento nel mercato svedese (+10%, 21 milioni di euro).
    In conclusione dei dati negativi, e lo sono ancora di più se guardate più indietro: alcune destinazioni hanno oggi esportazioni che sono la metà di quanto erano in passato.

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    Il consumo di vino in USA – aggiornamento Wine Market Council 2021-22

    Diciamolo subito: senza l’intelligenza artificiale non avrei mai trovato questo materiale del Wine Market Council.
    Il Wine Market Council dicevo appunto sviluppa statistiche sulla struttura dei consumi americani di vino. Come potete immediatamente leggere dalle statistiche soltanto un terzo degli americani consuma vino, mentre quasi il 40% non beve niente o quasi niente. Ci troviamo dunque di fronte a un mercato grande ma “diverso” da quelli vicini a noi. Innanzitutto, per gli americani il consumo “abituale” non è giornaliero. Soltanto il 7% di quel 33%, quindi il 2% degli americani beve vino giornalmente. È più da intendere come abitudine settimanale (la metà dei bevitori) o anche meno che settimanale (circa il 45%). C’è poi un tema di fasce di età, che invece accomuna credo tutti i paesi del mondo: i giovani bevono meno vino e più bevande alcoliche, forse per le abitudini della loro età (e allora si trasformerà), ma forse anche per stili di consumo diversi. Così si scopre che a fronte del 40% circa di americani 70enni o più che bevono vino, meno del 30% della fascia 21-29 anni lo fa. Il tutto nell’ambito di un consumo di vino che in % alla popolazione totale è arrivato nel 2021 al minimo degli ultimi anni (la storia arriva al 2015), con un calo sia dei consumatori abituali che di quelli sporadici (il che differisce dai nostri mercati in cui i primi scendono e gli altri salgono). Ah, ultima cosa non meno importante: le donne consumano più vino che gli uomini, non viceversa come da noi! Bene, se vi interessa l’argomento nel resto del post ci sono ulteriori dettagli, grafici e tabelle.

    Il consumo di bevande alcoliche in USA copre il 72% della popolazione oltre 21 anni, ossia 251 milioni di americani. Di questi, il 10% beve raramente, il 29% beve bevande alcoliche che non sono vino, il 15% beve vino ma non più di una volta al mese, mentre il rimanente 18% beve vino con una frequenza almeno settimanale.
    Soltanto il 2.3% della popolazione americana in età compatibile con il consumo di bevande alcoliche beve vino con una frequenza giornaliera. Giusto per confronto, se leggete i post relativi a Francia e Italia trovate questa penetrazione all’11% e al 17% rispettivamente.
    I bevitori abituali di vino (quindi “settimanali”) sono poi in proporzione all’età dal 16% della popolazione giovane al 23% della popolazione di ultra70enni. Lo stesso in realtà vale per quelli sporadici (“mensili o meno”), dal 13% dei giovani al 16% degli anziani.
    Altre considerazioni sembrano essere interessanti: gli astemi sono meno tra i giovani che tra gli anziani: 20-25% contro 37%. Come già sappiamo guardando i nostri dati, i giovani bevono “altre bevande alcoliche”: il 35% del totale contro il 14% del totale.
    Chiudo con un paio di considerazioni ulteriori altrettanto interessanti: in USA sono più le donne che gli uomini a bere vino (28% contro 38%), mentre dal punto di vista della provenienza, soltanto gli ispanici bevono meno vino (ma più altre bevande, presumibilmente birra).

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