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    Il valore della produzione di vino in Italia – dati ISTAT 2023 per regione

    I dati sulla produzione di vino 2023 sappiamo essere stati molto negativi. Con questa premessa possiamo affrontare l’analisi di oggi, che si riferisca al valore in milioni di euro a prezzi correnti di produzione (quindi con dentro l’inflazione, elevate nel 2022, ma riferito alla materia prima) della produzione di vino stimata da ISTAT sulla base di una serie di parametri (tra cui ovviamente la produzione, ma anche i prezzi, i risultati delle aziende e via dicendo).
    Principali risultati. Il 2023 è stato un anno estremamente negativo dopo un 2022 eccezionalmente positivo. Per riassumere la storia di questi dati che trovate nella tabella è utile guardare il grafico di apertura, dove notate il grande balzo del valore nel 2022, da 4.2 a 4.8 miliardi, seguito dal crollo a 4 miliardi di euro del 2023, che è il dato censito da ISTAT più recente. Quindi -18% nel 2023 sul 2023, ma anche -4% rispetto al 2021 e in linea con il dato dei 5 anni precedenti. Si tratta di un segnale ovviamente non positivo ma da considerare nell’ambito di una vendemmia negativa, come dicevamo. Tra le aree, in termini relativi il Nord Est continua a guadagnare peso, mentre nel complesso la viticoltura sta perdendo rilevanza sul totale del valore delle coltivazioni agricole, all’11% nel 2023, ma, al di là dell’eccezionalità del 2023, in declino da ormai qualche anno.
    Passiamo a un’analisi più dettagliata con ulteriori grafici e tutte le tabelle.

    Il valore aggiunto della produzione vinicola è stato di 4 miliardi di euro nel 2023, di cui ben 1.6 miliardi nel Nord-Est (-10%), 1.15 miliardi nel Sud e Isole (-24%) e circa 0.6 miliardi ciascuno nel Nord Ovest e in Centro.
    A livello regionale il Veneto domina con 900 milioni e un calo (-10%) inferiore alla media. Il Veneto è il 23% della produzione di vino a valore e (sorpresa) il 25% a volume, indicando un valore medio leggermente inferiore alla media.
    La seconda regione è la Puglia con 500 milioni e un calo del 30% (!), rappresenta il 13% del valore prodotto (16% del volume). Vengono poi Piemonte e Toscana con il 10% circa ciascuno (ma solo il 4-5% del volume, a dimostrare il loro maggior valore “unitario”) per un valore leggermente inferiore a 400 milioni di euro.
    Tra le regioni in cui ISTAT certifica un incremento del valore della produzione vinicola spiccano la Lombardia e il Trentino Alto Adige al Nord, +6% e +2% circa, mentre l’andamento più negativo è sulla costa adriatica (Abruzzo e Marche), ma anche in Campania.
    Da ultimo l’andamento del valore aggiunto della viticoltura che aveva raggiunto un massimo del 16% nel 2018, per poi cominciare un percorso di calo fino all’11% del 2023. L’andamento è negativo in tutte le macroaree del paese, anche se nel Nord Est l’azione del Prosecco ha di molto mitigato l’entità del calo.

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    Il valore dei vigneti in Francia – aggiornamento 2023

    Fonte: rapporto annuale Safer
    Il valore dei vigneti è sempre un argomento molto consultato sul blog. Dopo qualche anno di assenza torniamo a guardare l’andamento del valore dei vigneti in Francia, sulla base del rapporto Safer che si riferisce al 2023. La principale conclusione del rapporto è molto allineata a quello che abbiamo detto nei post sul valore dei vigneti italiani, e nel rapporto è molto ben rappresentata: da qualche anno il valore dei vigneti “in euro costanti”, ossia deflazionato non sta più crescendo, anzi sta diminuendo. Lo potete vedere molto bene nel grafico che ho preso dal rapporto e incollato all’interno del post. Nel caso dell’Italia, i vigneti hanno storicamente mantenuto il valore in euro costanti fino al 2021 per poi subire il colpo dell’inflazione, in Francia le cose sono andate molto meglio nel passato, ma già da prima del Covid la direzione è mutata.
    Ad ogni modo, nel 2023 un ettaro di vigna AOC in Francia valeva 153mila euro, +1.5%, oppure 82mila euro se lasciamo fuori la Champagne, +0.7%. I vigneti per il Cognac perdono il 6% del valore (crisi dei consumi in Cina e USA) a 57mila euro, gli “altri vigneti” valgono 15mila euro, -2% sul 2022. Il confronto con l’Italia è difficile, dato che noi riportiamo il valore per regione, con una media di 58mila euro, +1.0%. Se la guardiamo sul lungo termine, diciamo dal 2000 a oggi, i vigneti italiani sono cresciuti del 2% all’anno, i vigneti AOC francesi del 4% (3% se escludiamo la Champagne), gli “altri” +1%. Potremmo concludere che siamo allineati, forse un po’ meglio la Francia.
    Bene, passiamo a commentare qualche dato insieme, con grafici e tabelle.

    L’andamento più positivo del valore dei vigneti in Francia è certamente quello della Borgogna, +8% annuo tra il 2020 e il 2023 per arrivare a 238mila euro per ettaro, per quanto ancora lontanissimo dal valore di quasi 1.1 milioni a ettaro della Champagne, dove però il valore ha subito un calo nell’anno del Covid.
    Nel lungo termine (solo per le vigne AOC), tra il 2000 e il 2023 sono Borgogna e Champagne con una crescita annua del 4.3% le regioni con l’andamento più positivo, mentre Bordeaux e valle della Loira sono intorno al 2.5% e il sud della Francia è intorno al 2% annuo. L’andamento meno positivo è quello dell’est della Francia, quindi Alsazia, dove la crescita è dell’1% annuo.
    Qui sotto trovate il grafico che vi dicevo sopra, ossia l’andamento del valore dei vigneti “a euro costanti”, che vi dice che il vigneto francese AOC ha “battuto” l’inflazione, mentre lo stesso non si può dire per la linea verde, che è quella del vigneto non AOC…

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    Le superfici vitate bio nel mondo – dati 2022 FiBL & IFOAM

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    È tempo di aggiornare i dati sulla viticoltura biologica nel mondo, che secondo il rapporto FiBL & IFOAM ha raggiunto i 562mila ettari nel 2021 (+10%, ivi comprese le aree in conversione), con una decisa accelerazione rispetto al 2021, quando invece si era registrato un dato stabile. Considerando il graduale calo della superficie vitata mondiale, il rapporto tra superficie bio e superficie totale sale all’8.3% dal 7.5% dell’anno precedente.
    La seconda notizia che traiamo dal rapporto è che per la prima volta la superficie bio francese supera quella spagnola (157mila ettari contro 150mila) e diventa la prima nazione del mondo in questa categoria.
    L’Italia nel rapporto viene accreditata di 128mila ettari. Dai dati del SINAB che analizziamo ogni anno sappiamo che questo dato è in realtà riferito al 2021 e non al 2022, anche se si tratta di una grandezza piuttosto accurata, visto che nel 2022 erano cresciuti soltanto marginalmente a 135mila ettari (e a 135mila erano rimasti anche per l’anno successivo).
    Passiamo a una breve analisi dei dati, con la tabella riassuntiva (anche nella sezione Solonumeri) e i grafici.

    La superficie bio mondiale nel 2022 è cresciuta del 10% circa a 562mila ettari secondo il rapporto pubblicato da FiBL & IFOAM.
    La nazione con la maggior superficie bio è diventata la Francia con 157mila ettari, corrispondenti al 21% della superficie totale (136mila ettari e 18% nel rapporto del 2021).
    La Spagna è passata al secondo posto con 150mila ettari e il16% del totale, quando nel 2021 era a 142mila ettari e il 15% del totale.
    La terza grande nazione è l’Italia, con 127mila ettari e una quota del 18% sul totale (103mila e 15% nel rapporto 2021). Nella classifica vengono poi Cina e USA. Il dato americano è piuttosto strano, essendo passato da 27mila a 17mila ettari nel giro di un anno…
    Se ci concentriamo soltanto sull’area convertita e escludiamo quelle in conversione la classifica cambia in modo piuttosto radicale (vedere grafico annesso), in quanto la Spagna torna davanti con 113mila ettari, l’Italia diventa seconda con 104mila e la Francia diventa terza con 90mila ettari.
    I dati sulle vigne in conversione sono piuttosto incompleti. Se guardiamo il potenziale, la Francia ha 67mila ettari in conversione contro il 26mila della Spagna e il 24mila dell’Italia.
    In termini di penetrazione sul totale della superficie vitata, se escludiamo Belgio e Polonia che per valori assoluti non fanno testo, dobbiamo segnalare che è l’Austria la nazione con la superficie bio più significativa in termini relativi (21%) davanti alla Francia e alla Svizzera.
    Vi lascio alla tabella e ai grafici.

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    Argentina – produzione di vino 2024

    Dopo la disastrosa vendemmia del 2023, il vino argentino ha segnato una parziale ripresa quest’anno, con una produzione risalita a 10.9 milioni di ettolitri, +23%. Siamo comunque circa il 10% sotto la media degli ultimi 10 anni, ma dobbiamo anche confrontarci con il fatto che la rilevanza del paese nel mondo del vino è calata nel tempo, dopo il successo del Malbec di 15-20 anni fa. Le esportazioni medi di vino negli ultimi 10 anni dell’Argentina sono state di circa 2.8 milioni di ettolitri, quelle dei 10 anni precedenti erano di 4.5 milioni di ettolitri. Il primo semestre del 2024 ha poi visto una ulteriore piccola sforbiciata alle esportazioni.
    Tornando ai dati produttivi, curiosamente sono i vini rossi a uscire meglio dal fosso del 2023, con un rimbalzo della produzione molto più marcato che per i vini bianchi, probabilmente anche originato dal fatto che l’area della La Rioja molto importante per la produzione del Torrontes ha avuto un recupero meno marcato. E questo non aiuta, visto le tendenze in atto nel mercato mondiale del vino, in lenta virata verso i vini bianchi e spumanti.
    Passiamo a un’analisi più dettagliata con tabelle e grafici.

    La produzione 2024 di vino risale a 10.9 milioni di ettolitri, in crescita del 23% sul 2023.
    Di questo 3.1 milioni di ettolitri sono di vino bianco, +7% sull’anno scorso ma ben il 25% sotto la media storica, mentre i vini rossi sono 7.4 milioni di ettolitri, +32% e soltanto il 7% sotto la media storica. La produzione di vino rosato resta marginale, 363mila ettolitri anche se si nota uno sviluppo importante (+24% sopra la media storica).
    L’Argentina produce poi anche 3.4 milioni di ettolitri di mosto e una quantità irrilevante di succhi d’uva (1400 ettolitri), che non includiamo nelle nostre tabelle. Per quanto riguarda il mosto, la produzione è rimbalzata del 75% ed è del 13% sotto la media decennale.
    Passando alle zone produttive, Mendoza ha nel 2024 la porzione più alta di sempre della produzione, 8.8 milioni di ettolitri, quasi allineata alla media decennale (-4%) e a rappresentare l’81% del totale. San Juan è la seconda regione con 1.4 milioni di ettolitri.
    Ultimo cenno ai vitigni, di cui trovate una torta qui sotto. Il Malbec resta il vitigno con la maggiore produzione, il 21% del totale, seguito dal “Cereza” (una cosa simile al Gewurztraminer e al Pinot Grigio), poi dalla Bonarda con il 9%.

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    La produzione di vino nel mondo 2024 – prima stima OIV

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    La produzione mondiale di vino 2024 scende tra l’1% e il 4% secondo i dati pubblicati da OIV a un livello di 227-235 milioni di ettolitri. Se i dati saranno confermati (mi pare non ci possano essere grandi sorprese a questo punto), si tratterebbe dell’annata meno produttiva probabilmente di sempre, o almeno dal 2001 a questa parte, ossia la serie di dati che ho a disposizione. Sulla media degli ultimi 10 anni significa l’11% in meno. I paesi che più contribuiscono a questo calo sono certamente la Francia, l’Italia e, in misura leggermente minore l’Italia, tutti tra il 10% e il 15% sotto la media storica, mentre nell’emisfero sud vanno segnalati i dati molto negativi del Cile e dell’Australia.
    Non è tutto negativo: visto l’andamento discendente dei consumi di vino una produzione di vino gradualmente calante dovrebbe consentire di mantenere l’equilibrio del mercato, soprattutto nella fascia dei vini di più bassa qualità. Purtroppo i dati di OIV sul consumo di vino sono aggiornati soltanto nella sessione di Aprile, dobbiamo quindi aspettare. Per ora occupiamoci dei dati che abbiamo a disposizione, con tabelle e grafici nel resto del post.

    OIV stima una produzione di vino 2024 tra 227 e 235 milioni di ettolitri (abbreviato a 231 nei nostri grafici), con un calo dell’1-4% sul 2023, già sotto media. La media produzione degli ultimi 10 anni (2024 compreso) è stata di circa 260 milioni di ettolitri e siamo quindi l’11% sotto.
    L’Europa a 27 ha prodotto second OIV 139 milioni di ettolitri, in calo del 3% e del 12% sotto la media storica. Spiccano i dati di Francia e Italia. In Francia la vendemmia è prevista a 37 milioni di ettolitri, il 23% in meno del 2023 e il 15% sotto la media.
    Per l’Italia OIV usa i dati previsti da Assoenologi che a sua volta fa riferimento alle dichiarazioni di produzione raccolte da Agea (ma dichiareranno tutti tutto? ISTAT ha delle stime molto più elevate…). Per l’Italia si prevedono 41 milioni di ettolitri, +7% sul 2023 ma il 14% sotto media. Un po’ meglio in Spagna dove i 33.6 milioni di ettolitri previsti sono il 18% sopra il terribile 2023 e il 10% sotto la media storica.
    Il resto del mondo vede gli USA in leggero calo ma in linea con la media storica e dei dati piuttosto negativi per tutto l’emisfero australe, dove i dati sono invece molto più “stabili”, avendo vendemmiato durante la nostra primavera. Il resto del mondo è a -1% sul 2023 e il 10% sotto la media storica. Sono molto negativi i dati dell’Australia a 10 milioni di ettolitri per il secondo anno del 16% sotto la media storica, mentre il Cile scende a 9.3 milioni di ettolitri, -15% e il 19% sotto la media storica.
    Vi lascio alle tabelle mentre vi ricordo che i dati finali del 2024 sono previsti ad aprile 2025.

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    Cile – produzione di vino 2024

    La produzione di vino in Cile è stata in fortissimo calo negli ultimi due anni. Nel 2023 e nel 2024 si sono prodotti rispettivamente 11.0 e 9.3 milioni di ettolitri di vino. Il dato del 2024 è particolarmente negativo, circa il 19% sotto la media storica. Pur restando focalizzato su vini di qualità (86% della produzione totale), il Cile paga l’esposizione ai vini rossi (65% del totale, pur in graduale calo negli anni), il cui consumo è meno brillante dei bianchi, e all’interno della categoria dei rossi, il peso importante dell’accoppiata Cabernet Sauvignon e Merlot (circa il 66% della produzione di vini rossi di qualità), diventata forse un po’ meno di moda rispetto al passato e come dicevamo in passato estremamente competitiva.
    Anche nelle categoria dei bianchi, il Cile manca di una varietà “propria”, basando il suo sviluppo sull’accoppiata Sauvignon Blanc – Chardonnay, dove i Neozelandesi nel primo caso e gli americani/australiani nel secondo caso hanno una potenza di fuoco ben diversa.
    Del resto le conseguenze le vediamo nelle difficoltà di Concha y Toro, alle prese con dolorose ristrutturazioni, e dal calo delle esportazioni di vino, scese dai picchi di 8 milioni di ettolitri annui al livello attuale di poco più di 6 milioni di ettolitri.
    Bene, proseguiamo l’analisi con grafici e tabelle nel resto del post.

    La produzione 2024 di 9.3 milioni di ettolitri è suddivisa in 8.0 milioni di ettolitri di vini DOC, 1.2 milioni di vini non DOC e 0.1 milioni di vini da tavola, con una penetrazione della categoria DOC dell’86%.
    La vendemmia è dunque largamente inferiore alla media decennale del Cile, pari a 9.6 milioni di ettolitri di vino DOC e 11.4 milioni di ettolitri di vino totale, e rispettivamente di -16% e -19%.
    Se restringiamo il confronto sulla categoria dei DOC, la produzione dei vini rossi è di 5.2 milioni di ettolitri, quella dei vini bianchi di 2.8 milioni di ettolitri. Rispetto al passato il destino si divarica. Nella categoria dei vini rossi al produzione è circa il 20% sotto la media decennale, in quella dei vini bianchi siamo sotto dell’8%, pur mostrando entrambe le categorie un calo tra il 2023 e il 2024 del 13% circa.
    Passando ai vitigni, la maggior produzione resta quella di Cabernet Sauvignon, 2.6 milioni di ettolitri e il 17% sotto la media storica, mentre gli 1.4 milioni di ettolitri del Sauvignon Blanc sono solo il 2% sotto media pur calando dell’8% sul 2023. Il terzo prodotto in termini di peso è il Merlot, 0.9 milioni di ettolitri (-10% anno su anno) e il 23% sotto la media storica, mentre arriva al medesimo livello di circa 0.9 milioni di ettolitri la produzione di Chardonnay, in linea con la media storica.

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    Australia – produzione di vino 2024

    Per il secondo anno consecutivo la produzione di vino in Australia non supera 10 milioni di ettolitri, e il dato 2024 dovrebbe proprio porsi su questo livello, ossia il 18% meno della media decennale, anche se il 5% in più dell’anno scorso. La notizia vera all’interno di questa serie di dati non è però questa. Per la prima volta, infatti, la produzione di vino bianchi supera quella dei vini rossi (leggermente), e la produzione di Chardonnay supera quella dello Shiraz. Verrebbe da dire: segno dei tempi. Si beve sempre meno vino, quindi bisogna produrne di meno, si beve (in conseguenza delle nuove abitudini alimentari) sempre meno vino rosso e sempre più vino bianco. E l’Australia si “adegua” per ribilanciare una struttura produttiva fortemente danneggiata dai dazi cinesi, che però proprio dal secondo trimestre 2024 sono stati rimossi. I dati delle esportazioni hanno immediatamente mostrato un forte miglioramento (+0.2 milioni di ettolitri spediti nel solo secondo trimestre). Ora concentriamoci però sui dati produttivi. Nel post trovate ulteriori grafici e la tabella con tutti i numeri.

    La produzione di uva 2024 dell’Australia è stata di 1.4 milioni di tonnellate di uva (-18% rispetto alla media decennale), di cui 722mila bianche (-11%) e 702mila rosse (-24%), per un equivalente prodotto di vino di circa 9.9-10 milioni di ettolitri, ossia il 5% in più dell’anno scorso ma il 18% in meno del dato storico (lo potete notare molto bene dal grafico).
    Tra i vini bianchi spicca la crescita dello Chardonnay, +27% sul 2023 e soltanto il 7% sotto il dato storico a 333mila tonnellate di uva, mentre è stabile la produzione di Sauvignon Blanc, 89mila tonnellate (-6% sullo storico). Cresce sul 2023 anche il Pinot Grigio, +23% a 71mila tonnellate, il 3% sotto i dato storico.
    Nel segmento dei vini rossi per la prima volta lo Shiraz scende sotto le 300mila tonnellate di uva, con un calo del 16% sul 2023 e del 31% sotto la media storica. Resta depressa anche la produzione di Cabernet Sauvignon, anche se stabile sul 2023 al -36% sulla media storica. Idem per il Merlot, mentre sono positivi (anche se poco rilevanti) i dati del Pinot Nero.
    Chiudiamo con i prezzi delle uve e quindi le “vendite all’origine” del sistema vinicolo australiano. I prezzi sono calati del 2% e quindi con produzione +5% e prezzi -2% il valore della produzione si attesta a +3% per circa 1 miliardo di dollari australiani. Per intenderci siamo il 15% circa sotto il livello del 2019 in termini nominali. Quindi se ci mettete anche l’inflazione (che non è stata poca nel periodo…) il calo in termini reali viaggia facilmente nell’ordine del 25-30%. Vediamo se la riapertura cinese e la produzione più limitata e meglio orientata contribuiranno alla ripresa dei prezzi.

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    Francia – produzione di vino – dati finali 2023 e stima 2024

    Dopo due anni di produzione sopra media che hanno anche contribuito a raffreddare l’ondata inflazionistica sui prezzi dei grandi vini, la produzione di vino francese è destinata a tornare sotto i 40 milioni di ettolitri nel 2024, precisamente 39.3 milioni di ettolitri. Questo dicono le previsioni di Agreste appena aggiornate. Per coloro che si pregiano dei primati di produzione quantitativa si può dire che la leadership francese sugli ettolitri prodotti è durata soltanto un anno, il 2023 e che nel 2024 l’Italia è destinata a riprendersi il primato. Va sempre ricordato che il valore per ettolitro del vino francese è all’esportazione circa 940 per ettolitro nel 2023, contro 362 di quello italiano, quindi un rapporto 2.6 a 1. Diciamo che c’è chi conta e c’è chi pesa…
    Tornando ai nostri numeri di oggi, il calo della produzione è del 18% sul dato finale 2023 e dell’11% sotto la media degli ultimi 5 anni. Guardando i dati più in dettaglio bisogna sottolineare che una parte importante di questo calo riguarda il vino destinato alla distillazione di Cognac e simili, calato dal record storico di 12.7 milioni di ettolitri a 8.4 milioni di ettolitri (-8% sulla media storica). Oltretutto il rallentamento corrisponde anche al calo temporaneo della domanda di tali prodotti in Cina e USA. Se togliessimo questa parte e ci occupassimo soltanto del vino “da bere”, potremmo dunque dire che la Francia ha prodotto 31 milioni di ettolitri di vino, -12% sul 2023 corrispondente (35.2) e -9% sulla media storica (34).
    Ultima annotazione: la produzione di vino in Borgogna è tornata nel 2024 nella norma dopo il record assoluto del 2023, il che potrebbe essere un segnale moderatamente positivo per i prezzi di quei vini.
    Passiamo a una breve analisi dei dati con grafici e tutte le tabelle allegate.

    Il dato finale 2023 della produzione di vino in Francia è di 47.9 milioni di ettolitri, +4% sul 2022, spinto proprio dai vini atti a distillazione. È stata comunque una vendemmia molto ricca, caratterizzata soprattutto dal record produttivo della Borgogna (2.8 milioni di ettolitri) che è stato la chiave per la correzione dei prezzi dopo una corsa incredibile.
    Il 2024 si prevede un anno invece largamente sotto la media, particolarmente per la zona di Bordeaux, per la prima volta sotto i 4 milioni di ettolitri (anche grazie agli espianti), -16% sugli ultimi 5 anni, la Chartentes a 8.7 milioni di ettolitri (quasi tutti destinati alla distillazione), e il Sud-Est della Francia che è previsto produrre solo 4.4 milioni di ettolitri, il 14% sotto la media dei 5 anni. La Borgogna torna a 2.1 milioni, il 5% sotto la media, mentre per la Champagne siamo sui 2.7 milioni di ettolitri, meno 16% sul 2023 ma comunque sopra la media dei 5 anni, caratterizzata da una vendemmia particolarmente povera nel 2021.
    Vi lascio ai dati e alle tabelle.

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