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    L’andamento degli indici Liv-ex – aggiornamento 2019/20

    I prezzi dei grandi vini del mondo sono andati via via indebolendosi nel corso del 2019. La tendenza è stata poi accentuata durante i primi mesi del 2020, anche in relazione alla grande crisi che stiamo vivendo. Questo ci dicono i dati raccolti sul blog Liv-Ex: a fronte di un incremento dei prezzi in Euro del 5% circa negli ultimi 5-6 anni per l’indice generale dei 1000 vini più trattati (Liv-Ex 1000), nel 2019 l’andamento è stato soltanto marginalmente positivo (+1.5%) e da gennaio a luglio siamo giù del 7%. In questo contesto, il vino italiano si è comportato meglio di tutti gli altri come potete ben vedere nel grafico qui sopra e approfondire nel resto del post, anche se bisogna sottolineare che si tratta di un recupero del terreno perso rispetto agli altri grandi vini (Borgogna e Champagne in particolare), durante il periodo tra il 2016 e il 2018. Passiamo a qualche dato.

    Come vedete dalle tabelle di dati, l’andamento in euro e in sterline è piuttosto difforme, con una differenza di 6 punti percentuali in meglio per l’euro (rivalutazione della sterlina) nel 2019 e di 6 punti in peggio nel 2020 fino a luglio (svalutazione della sterlina fino al livello di fine 2018). Proseguiamo l’analisi con i dati tradotti in euro.
    Ad ogni modo, l’indice generale nel 2019 è salito dell’1.5%, con tutte le categorie in positivo salvo la Borgogna che ha perso il 3%, dopo la crescita esponenziale degli ultimi anni. L’andamento più positivo è quello dei vini italiani (le prime 100 referenze), +11%, seguito dagli Champagne (+8%).
    Il trend si è invertito nel 2020, in realtà già da gennaio, quindi prima dell’esplosione della crisi del COVID. L’indice generale ha perso il 7% sino a luglio, con un minimo a marzo a -8%: si tratta di un andamento molto meno volatile di quello che abbiamo visto nei mercati finanziari, probabilmente legato alla minore liquidità degli investimenti in vino. Curiosamente nei primi 7 mesi del 2020 l’andamento meno negativo è dello Champagne, -3%. I vini italiani sono ancora una volta meglio della media, con un calo del 4% fino a luglio, mentre sono giù del 7-8% sia i vini di Bordeaux che quelli di Borgogna.
    Se i vini italiani vanno bene, bisogna dire che si tratta di un “recupero”. Su queste pagine abbiamo commentato negli scorsi anni l’andamento positivo ma chiaramente inferiore a quello di altri vini (Borgogna e Champagne su tutti) negli ultimi 4-5 anni. Quando leggete questi indici, fate attenzione al valore assoluto. Si tratta di un indice “base 2003”. A luglio 2020, i grandi vini di Borgogna valevano “589” in euro, quindi quasi 6 volte quanto valevano nel 2003. Gli Champagne sono a “409”, quindi quattro volte tanto. I 100 vini italiani sono a 336, quindi 3.3 volte tanto… una ottima rivalutazione, ma ancora lontana dai migliori e ancora sotto la media (389 per l’indice dei 1000 vini).
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Naked Wines – risultati 2019/20

    In questo inizio di weekend estivo parliamo di Naked Wines, che risorge dalle ceneri di Majestic Wine. Come forse ricorderete lo scorso anno abbiamo commentato il progetto di disfarsi della catena di negozi fisici per concentrarsi sull’ecommerce attraverso l’originale business model di Naked Wines, una specie di negozio online con abbonamento (20 sterline al mese) e con un assortimento quasi completamente alternativo acquistato nel 2015. Nella nuova configurazione Naked Wines ha un fatturato di circa 200 milioni di sterline (erano quasi 500 prima), un utile operativo in pareggio (prima ne guadagnava 15-20 all’anno) ma ha una posizione finanziaria molto migliorata (55 milioni di cassa) e cresce del 15% all’anno. Hanno fatto bene o male? Mah, a guardare l’andamento di borsa si direbbe di no. Ma ovviamente l’avvento del COVID ha cambiato completamente le carte in tavola. Naked Wines vince (crescita accelerata, costi unitari in calo per l’effetto scala), se fosse rimasta con i negozi fisici sarebbe stato un vero disastro. Secondo i dati presentati, nel mercato americano la quota online delle vendite al dettaglio di vino è cresciuta dal 5% pre-crisi al 20% del totale a metà Aprile.  Commentiamo brevemente i numeri.

    Le vendite 2019 (chiusura Marzo 2020) crescono del 14% a 203 milioni di sterline. A trainare la crescita è il mercato americano, +20% a 91 milioni (anche grazie al cambio), mentre il Regno Unito fa +11% (80 milioni) e l’Australia +3%. I clienti pre-esistenti hanno contribuito con 174 milioni di euro di vendite, quelli acquisiti nell’anno (a caro prezzo) 29 milioni di sterline.
    Va però detto che questo investimento nei nuovi clienti (che costa circa 10 milioni di sterline per fatturarne 29) ha un piano di rientro ben preciso sulla base degli acquisiti che questi clienti faranno negli anni futuri.
    A livello operativo le cose sono ovviamente cambiate in peggio, visto che pur in declino l’attività “fisica” generava margini positivi. L’attività è fondamentalmente in pareggio (1 milione di sterline in perdita, 3 milioni lo scorso anno). C’è un ulteriore aggiustamento che Naked Wine fa, togliendo il costo di acquisizione dei nuovi clienti: in questa ulteriore configurazione l’utile operativo sale a 10 milioni di sterline, il 5% dei 200 milioni di fatturato (o forse sarebbe meglio calcolarlo sul fatturato soltanto dei vecchi clienti? Ossia 174 milioni).
    La vendita dei negozi fisici ha consentito di cancellare il debito. Naked Wines ha oggi 55 milioni di sterline in cassa, contro 15 milioni di debito dello scorso anno.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Regno Unito – importazioni di vino 2019

    I dati 2019 delle importazioni inglesi di vino ci rivelano una triste verità: le difficoltà del prodotto italiano sono solo nostre, perché i francesi hanno avuto un anno eccellente e il mercato in sé per sé è cresciuto del 7% in euro (un filo meno in valuta locale per il rafforzamento dell’1% circa della sterlina). […] LEGGI TUTTO

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    Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2018

    Gli scambi internazionali di spumante sono cresciuti anche nel 2018, seguendo la traiettoria degli anni scorsi: secondo la nostra rielaborazione dei dati UN Comtrade (per tappare i buchi) gli scambi sono cresciuti del 6% in valore a 6.22 miliardi di euro (+11% in dollari a 7.35 miliardi tenendo in considerazione la svalutazione della moneta). Sebbene […] LEGGI TUTTO