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    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2024

    di Marco Baccaglio

    Come già sappiamo, il 2024 non è stato un anno positivo per il settore vinicolo mondiale. In questo post cerchiamo di mettere insieme volumi di produzione e valori unitari (delle esportazioni) per arrivare a una definizione del valore della produzione mondiale di vino. Nel 2024 entrambe le componenti hanno giocato a livello mondiale un ruolo negativo: volumi prodotti in discesa del 5%, valori di esportazione “puntuali” (noi qui usiamo una media triennale per smussare un po’ la volatilità) in calo del 9%.
    Come potete immediatamente vedere dal grafico qui sopra il 2024 è stato migliore per l’Italia e peggiore per la Francia, dopo un 2023 in cui i ruoli erano invertiti. La Francia resta secondo i nostri calcoli il dominatore assoluto del settore nel mondo, con un valore della produzione 2024 di 33 miliardi di euro (ai prezzi del produttore), circa il doppio dell’Italia che è intorno ai 16 miliardi. Detto questo, messi insieme Italia e Francia sono il 55-60% del valore della produzione mondiale di vino (56% nel 2024), il cui valore può essere stimato secondo questa metodologia in circa 88-89 miliardi di euro, il 6% in meno del dato 2023 di 94 miliardi (massimo storico).
    Passiamo a un’analisi più dettagliata con tutte le tabelle e i grafici.

    La nostra stima del valore della produzione mondiale di vino è determinata dalla somma puntuale dei dati delle singole nazioni, oltre a un “resto del mondo” basato sulla produzione mondiale residua e valorizzata al 30% in meno della media dei paesi rilevati (quindi intorno ai 250 euro per ettolitro).
    La tendenza generale è che i volumi produttivi calano, ma i valori della produzione continuano a salire grazie all’aumento dei prezzi (e della qualità del prodotto).
    I nostri dati indicano per la Francia nel 2024 un valore di 33 miliardi, -19% sul 2023, poi 16 miliardi per l’Italia, +21%, con entrambe le variazioni derivanti dall’oscillazione del volume prodotto. Il terzo produttore per valore sono gli USA (e non la Spagna), con circa 11 miliardi di euro (-11%), e poi viene la Spagna con 4.4 miliardi (+16%).
    I paesi ex USA del nuovo mondo, quindi Cile, Argentina, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda messi insieme rappresentano circa 10 miliardi di euro di valore, dato stabile rispetto all’evidenza del 2023, con una forte ripresa dell’Argentina e un calo marcato del Cile e della Nuova Zelanda.
    Dal punto di vista dei prezzi medi di esportazione che trovate sotto, noterete la forte volatilità del dato americano (in negativo nel 2024) e di quello Sud Africano (nel senso opposto), mentre dopo il picco eccezionale del 2023, il valore unitario delle esportazioni francesi è calato del 3%.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Belgio – importazioni di vino – aggiornamento 2024

    Nel 2024, il valore delle importazioni di vino del Belgio ha registrato una leggera flessione a 956 milioni di euro, in calo del 2% rispetto al 2023 e dell’1% rispetto alla media del periodo 2019-2024. I dati di UN Comtrade non sono sempre semplici da leggere, considerato che una parte non marginale del flusso di vino entrato in Belgio è passato dall’Olanda, che di fatto rappresenta il secondo esportatore dopo la Francia, seppur questo vino non sia prodotto localmente. L’Italia secondo questa fonte ha avuto un anno negativo, avendo registrato un calo del 14% a 107 milioni, che comunque la pone subito dietro l’Olanda. Passiamo a un breve commento dei dati.

    Le importazioni di vino in Belgio sono calate del 2% a 956 milioni di euro. Di questi, 611 milioni si riferiscono a vino fermo in bottiglia, -2% nel 2024, con la Francia a -3% per 326 milioni e l’Italia a -9% e 76 milioni. Ci sono poi circa 62 milioni di euro di vino sfuso, in calo però del 7%, dove la Francia è il principale operatore e, molto importanti, 282 milioni di vini spumanti, questi stabili rispetto al 2023 e rispetto alla media storica, dove dietro la Francia c’è la Spagna e non l’Italia.
    La Francia resta dunque il principale fornitore anche se in calo del -3% sul 2023 e -1% sulla media quinquennale,  per 522 milioni di euro, di cui 326 sono vino fermo in bottiglia e 170 sono spumanti (entrambe le categorie a -3%). Ad ogni modo la Francia si mantiene intorno al 55% del mercato vinicolo del vicino Belgio (essendo che non c’è una produzione rilevante in loco, almeno per ora).
    I Paesi Bassi sono in forte crescita, con un +21% rispetto al 2023 e +17% sulla media quinquennale. Il valore di 108 milioni di euro è triplicato nel giro di 10 anni. Come abbiamo detto, questo paese sta diventando sempre più rilevante come piattaforma logistica e di riesportazione di prodotti provenienti da altri paesi.
    L’Italia ha avuto un anno cattivo, anche se i numeri sono stati molto ballerini negli ultimi anni. Il calo del 14% del 2024 va letto anche con un occhio ai tre anni eccezionalmente positivi segnati dall’export italiano nel 2021-23. Il nostro problema in Belgio è lo scarso successo del nostro spumante, sopravanzato anche dal prodotto spagnolo (54 milioni di euro rispetto ai 30 dell’Italia).
    Concludiamo con il dato spagnolo, in crescita del 3% a 93 milioni di euro, di cui una parte molto significativa è relativa allo spumante (54 milioni come sottolineato poco sopra).

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    Svezia – importazioni di vino 2024

    Il mercato del vino svedese (che corrisponde alle importazioni) si mantiene su livelli all’incirca stabili in valore, con un costante declino dei volumi negli ultimi anni post covid. Nel 2024 sono stati importati vini per 758 milioni di euro, +2% sul 2023, ma come vedete dalla tabella e nei grafici (nel post) siamo tra i 730 e i 780 milioni dal 2020 a questa parte. Un andamento invece differente è quello dei volumi, che sono in costante calo negli ultimi anni: nel 2024 sono stati importati 1.9 milioni di ettolitri di vino, -3% sul 2023 con una tendenza a perdere circa il 2% annuo dal 2019 a questa parte. L’eccezione alla regola sono i vini spumanti, che crescono sia in valore che in volume (tra il 3% e il 5% annuo a seconda del dato che volete consultare, mediamente dal 2019 a questa parte) e che ovviamente vedono la Francia come leader indiscusso del mercato ma anche la Spagna sopravanzare l’Italia da ormai diversi anni a questa parte.
    Fatta questa breve premessa, l’analisi prosegue con dati e grafici de dettaglio, ricordandovi che i dati in formato testo sono disponibili nella sezione Solonumeri.

    La Svezia ha importato vini per 758 milioni di euro nel 2024, +1.6% su 2023 e +1.9% annuo sul 2019. Volendo neutralizzare l’effetto del cambio e riportare i dati in corone svedesi parleremmo di +1.1% e +3.5% rispettivamente. Nel 2025 è probabile che il cambio “lavori” in senso contrario, visto che la corona si sta rivalutando sull’euro (come ha già marginalmente fatto nel 2024).
    La Francia domina con il 32% del mercato, 244 milioni di euro e +3%. L’Italia perde terreno, con un calo del 4% nel 2024 per un valore di 166 milioni di euro e una quota di mercato del 22%. Noterete dalla tabella che la Danimarca sta diventando un “canale” di importazione di vino per la Svezia, cosa che riduce la nostra comprensione dell’origine del vino.
    In termini di volumi, le importazioni sono calate del 3% a 1.899 milioni di ettolitri. Di cui 0.9 milioni sono di vino fermo in bottiglia (+1%), 0.7 milioni sono di vino fermo sfuso (-9%) e 0.3 milioni sono di vino spumante (+3%).
    Le importazioni di vino fermo in bottiglia sono rimaste stabili a 431 milioni, con la Francia in calo dell’1% a 120 milioni e l’Italia in crescita del 2% a 110 milioni. Per il vino sfuso, le importazioni sono state 157 milioni, +2% (nonostante i calo dei volumi), con la Francia a 47 milioni (+21%) e l’Italia a 23 milioni (-23%).
    Per gli spumanti i dati sono positivi: +4% nel 2023 a 169 milioni, con la Francia a 78 milioni (+1.5%), la Spagna a 43 milioni (+10%) e l’Italia a 33 milioni (-5%).

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    Corea – importazioni di vino – aggiornamento 2024

    Le importazioni di vino in Corea subiscono un ulteriore calo del 9% nel 2024, da 468 a 427 milioni di euro. Il grafico degli ultimi anni è pericolosamente simile a quello delle importazioni cinesi di vino traslato indietro di 5-6 anni e i due paesi non sono distanti né geograficamente né per abitudini storiche. La Corea è però un mercato più ricco. Importa vino a 8 euro al litro, contro i 5 della Cina e ha un PIL pro-capite quasi triplo. In questo senso possiamo immaginare che l’andamento (e il potenziale) siano diversi. Un dato che mette qualche dubbio è quello dei volumi, che sono rapidamente saliti da 0.4 milioni di ettolitri nel 2019 a 0.7-0.8 nel biennio 2021-22, il che lascerebbe intendere che ci possa essere stato un eccesso di spedizioni da smaltire, che ha riportato il volume importato a 0.5 milioni di ettolitri nel 2024. Tutto questo per dire che l’impressione tra il calo cinese e quello coreano sono diverse e probabilmente i “fondamentali” del mercato coreano sono più solidi di quelli cinesi.
    Il mercato è ovviamente dominato dalla Francia (38% del totale) e fortemente orientato verso i vini spumanti (20% del totale, con la Francia a rappresentare quasi l’80% della categoria). Maggiori dettagli con grafici e tabelle nel resto del post.

    Le importazioni di vino in Corea del Sud calano del 9% nel 2024 a 427 milioni di euro, che diventa un -5% se consideriamo la svalutazione della valuta locale del 4% (già era successo nel 2023).
    Di questi, 324 milioni sono di vino fermo in bottiglia, -8% nel 2024. La categoria è dominata dalla Francia (93 milioni, -15%), seguita a sorpresa dagli USA (65 milioni, -7%) e poi viene l’Italia con 48 milioni di euro e un calo del 9%.
    La categoria degli spumanti subisce un calo più marcato, -13% a 85 milioni di euro, ma il grafico allegato vi mostra “da dove veniamo”, ossia il fortissimo incremento degli ultimi anni. La Francia ha il 78% delle importazioni, con 66 milioni e un calo del 15%, mentre lo spumante italiano è a 9 milioni di euro e un calo del 12%.
    Mettendo tutto insieme, la Francia continua a dominare con 162 milioni di euro ma un calo del 14%, con 86mila ettolitri di spedizioni. Gli USA sono secondi nel mercato come da qualche anno a questa parte con 71 milioni di euro, -6%, mentre l’Italia è il terzo esportatore con 57 milioni e un calo vicino al 10%.
    Se guardiamo la graduatoria dei volumi, a guidare sono i cileni con 106mila ettolitri, seguiti da Spagna e Francia con 90 e 86mila ettolitri. L’Italia è il quarto esportatore per volumi con 78mila ettolitri.

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    Brasile – importazioni di vino 2024

    Il mercato del vino brasiliano sta diventando sempre più interessante. D’altronde, con oltre 200 milioni di abitanti e una crescita annua del PIL di oltre il 2%, non c’è da stupirsi che il mercato del vino possa essere rilevante e in crescita. Nel 2024 le importazioni del Brasile sono cresciute dell’11% e hanno toccato quota 500 milioni, con un volume di 1.6 milioni di ettolitri, anch’esso in leggero progresso. Se guardiamo agli ultimi 5 anni, le importazioni (a cui si aggiunge una produzione locale di circa 3 milioni di ettolitri) crescono dell’8-9% a valore e del 4% a volume. Il dato 2024 è quindi piuttosto incoraggiante, anche considerando che viene nonostante una svalutazione di quasi il 10% del Real, e quindi i brasiliani in realtà hanno speso il 20% in più del 2023 (e sono cresciuti a un ritmo del 15% annuo in Real dal 2019 a questa parte). Resta un mercato con un valore al litro piuttosto contenuto (3.15 euro), dominato dai cileni (circa il 40% del valore e quasi il 50% del volume).

    Nel 2024, le importazioni di vino in Brasile sono cresciute dell’11% a 503 milioni di euro rispetto al 2023 (453). Questo incremento è sostanzialmente allineato all’aumento del 8.6% annuo a valore che osserviamo rispetto al 2019. Di questi, circa 460 sono di vino in bottiglia, e 40 sono di vino spumante (+7% nel 2024).
    La leadership tra i paesi esportatori resta quella dei paesi limitrofi, Cile soprattutto ma poi anche Argentina e Uruguay, che mantengono una quota del 60% circa dell’import annuo di vino brasiliano.
    Tra i principali paesi esportatori, il Cile in particolare continua a dominare con 196 milioni di euro nel 2024, in crescita del 17%.
    Anche l’Argentina mostra una crescita notevole, +12% rispetto al 2023, raggiungendo 94 milioni di euro.
    Il Portogallo, per assonanza culturale e linguistica, è il terzo importatore di vino nel paese con 77 milioni di euro e un incremento del 10% circa.
    La Francia e l’Italia hanno quote decisamente minori, anche in conseguenza di un mercato che (inspiegabilmente a mio parere) sta soltanto ora cominciando a muoversi nella direzione dei vini spumanti (soltanto 40 milioni sui 503 di import totale). Anche la crescita del 2024, +6% a 51 milioni per la Francia e +10% a 41 milioni per l’Italia sono inferiori ai leader del mercato. La Spagna, invece, registra una diminuzione del 13%, passando da 34 milioni di euro nel 2023 a 30 milioni di euro nel 2024.
    I volumi di 1.6 milioni di ettolitri sono in crescita del 2% nel 2024 e del 4% mediamente dal 2019 a questa parte. Di questi, 0.73 milioni sono dal Cile (+17%), 275mila sono dal Portogallo (-25%), 273 mila dall’Argentina (+5%) e 109mila dall’Italia (+10%).

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    Sula Vineyards – presentazione e risultati 2023

    Curiosando qua e là durante le vacanze di Natale sono incappato in questa azienda indiana che produce vino che si è quotata un paio di anni fa: Sula Vineyards. Prima di entrare nei dettagli bisogna fare una premessa corposa sull’India, perché è una nazione fuori dal nostro contesto. Potrei partire parlandovi della dinamica e dimensione demografica, 1% di crescita della popolazione annua circa (ma oltre il 2% quella della popolazione urbana) per 1.5 miliardi di persone – ossia una nuova Lombardia ogni anno -; potrei menzionarvi un mercato delle bevande alcoliche da 1.2 miliardi di casse dove il vino contribuisce soltanto 4 milioni; infine, devo spiegarvi come “danno i numeri” gli indiani, visto che usano una unità di misura “INR crore” – che usiamo in tutti i grafici – che significa “10 milioni di Rupie”. Quindi quando leggete vendite di 609 INR Crore, state leggendo 609 decine di milioni di Rupie, ossia 6,090 milioni di Rupie, che sono poi 6.09 miliardi di Rupie che diviso il cambio con l’euro di circa 90 fanno circa 68 milioni di euro.
    Se vi interessa l’articolo continua…

    Fatte queste premesse, passiamo a Sula, che produce 1.1 milioni di casse di vino che… considerando le 4 che fa tutto il mercato sono tante. Essenzialmente Sula probabilmente rappresenta il 25-30% del mercato totale e, si legge nel bilancio, oltre il 60% del vino prodotto localmente.
    A differenza di quanto succede dalle nostre parti, il vino è in forte crescita e di moda, in un mercato dominato dagli spiriti e dalla birra. Sula non vende solo vino (“own brands”) ma fa anche “wine tourism”, per circa il 10% del fatturato. La quota di vini che loro chiamano “Elite&Premium” è in costante crescita, dal 68% al 75% del fatturato in qualche anno.
    L’azienda si è quotata alla borsa locale un paio di anni fa e ha un valore in borsa di circa 335 milioni di euro; considerando il debito di circa 25 milioni di euro, si arriva a 360 milioni di valore d’impresa. Confrontati con i 20 milioni di EBITDA che ha realizzato nel 2023 (marzo 2024), margine del 30%, tratta a 18 volte l’EBITDA, ossia un multiplo ormai sconosciuto dalle nostre parti. Come mai? L’azienda cresce, ha margini alti… è in India.

    Venendo ai numeri, come vedete le dimensioni sono piuttosto modeste rispetto alla dimensione potenzialmente gigantesca del mercato, dicevamo circa 13 milioni di bottiglie, con un buon valore per bottiglia (4.5 euro) escludendo la parte del turismo, che danno un fatturato di circa 60 milioni di euro. Il fatturato diventa poi 67 includendo proprio la parte turismo, dove comunque non scherzano con oltre 100 camere, 435mila visitatori nelle cantine e 172mila degustazioni.
    I margini sono eccellenti, frutto anche di una buona integrazione nella parte agricola (1120 ettari, probabilmente a coprire tra la metà e i due terzi della produzione di vino), oltre che della domanda in crescita che porta a dei buoni prezzi di vendita. Quindi il margine sulla produzione viaggia intorno al 70%, l’EBITDA al 30% e l’utile operativo al 20%. Utile netto 2023 di 93 INR Crore, che sono poi 10 milioni di euro, pari al 15% del fatturato.
    Per concludere, struttura finanziaria ribilanciata dopo la quotazione in borsa, con un debito che sta intorno a 1.2 volte l’EBITDA.

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    Norvegia – importazioni di vino 2024

    Il mercato del vino norvegese è calato del 5% nel 2024 a 461 milioni di euro, pur mostrando un recupero dei volumi importati, cresciuti del 7% a 979mila ettolitri. Come vedete dal grafico si tratta del primo “passo falso” di un paese che è sempre cresciuto, anche nell’anno orribile del 2020. L’aspetto più importante di questo post però non sono tanto i numeri assoluti o la posizione dell’Italia sulla Francia, ma un dato nascosto, che va ricavato e che mostra il calo continuo della quota di mercato del prodotto italiano in Norvegia – passato dal 36% al 25% – , con una forbice praticamente perfetta rispetto alla Francia, che dal 29% del 2015 è cresciuta fino al 38% del 2024.
    Anche nel 2024 l’Italia ha perso terreno, con un calo dell’8% delle spedizioni in Norvegia a fronte del -5% del mercato, pur mantenendo la leadership dei volumi, che peraltro sono stati in crescita del 10%.
    Ulteriori approfondimenti nel resto del post.

    Le importazioni di vino in Norvegia sono calate del 5% nel 2024 a 461 milioni di euro, con una riduzione abbastanza omogenea tra le categorie: -4% per i vini fermi in bottiglia a 291 milioni di euro, -6% per i vini sfusi a 89 milioni e -7% per i vini spumanti a 81 milioni di euro.
    Nel 2024 la valuta norvegese è stata praticamente invariata contro l’euro, il che significa che il calo in valuta locale è stato del 4% a 5.3 miliardi di corone norvegesi.
    La Francia ha una leadership crescente nel mercato, superando il 38% del totale, 177 milioni di euro, con un calo del 4%, guidato soprattutto dai vini spumanti, -6%, dove la quota di mercato supera il 60%.
    Per l’Italia un altro anno di riduzione, -8% a 115 milioni di euro e una quota di mercato scesa dal 26% al 25%. I vini fermi in bottiglia sono scesi del 9% a 74 milioni, nei vini sfusi rimaniamo davanti a tutti con 23 milioni (-4%), mentre gli spumanti per quanto poco rappresentati scendono dell’8% a 18 milioni di euro.
    I vini tedeschi sono i terzi per importazione nel mercato con 41 milioni di euro e un dato stabile, ma comunque sul livello massimo mai raggiunto, mentre la Spagna subisce un calo del 5% a 35 milioni di euro (di cui soltanto 5 sono relativi a vini spumanti).
    La presenza di vini del nuovo mondo resta molto limitata nel mercato norvegese, con gli USA stabili a 23 milioni di euro, il Cile a 10 milioni di euro e l’Australia in calo dell’11% a 9 milioni.

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    Purcari Wines – analisi di bilancio 2023

    Introduciamo oggi una nuova azienda vinicola quotata nel raggio di azione del blog. Si tratta di Purcari Wines, attiva in Est Europa con base principale in Romania, quotata nel mercato locale da qualche anno, con un fatturato atteso di circa 400 milioni di RON locali (80 milioni di euro) e un utile netto di 60 (12 milioni di euro). La sua valutazione borsistica è oggi intorno ai 600 milioni di RON (120 milioni di euro), che corrispondono a circa 10 volte gli utili attesi 2024 e 5.5 volte l’EBITDA.
    La ragione per analizzarla è che è un’azienda in forte crescita (fenomeno raro nel settore del vino…), che cercherà nei prossimi anni di uscire dai suoi confini (attualmente circa il 70% delle vendite è concentrato in Romania e Moldavia) per aggredire i mercati internazionali. L’ambizione di crescita è stata delineata lo scorso ottobre in un evento dedicato agli investitori in cui sono stati dai gli obiettivi al 2027, dopo che l’azienda ha dismesso una linea di attività non vinicola che rappresentava l’8% delle vendite e il 4% degli utili: vendite in crescita a circa 600 milioni di RON (quindi il 50% in più in 3 anni), utile netto previsto raddoppiare a 120 milioni di RON con un EBITDA di 210-230 milioni di RON dai 100 attesi nel 2024.
    Bene, passiamo a una breve analisi dei dati con grafici e tabella riassuntiva.

    Le vendite di Purcari Wines sono cresciute del 22% nel 2023 e in media del 16% dal 2019 al 2023. La Romania è stata la principale area di crescita, con un incremento annuo del 24% dal 2019 che l’ha portata a rappresentare quasi il 60% del fatturato totale e a costruire una quota di mercato del 13%. La Moldavia è il secondo mercato, con un peso del 16% del totale.
    Purcari lavora con 4 marchi. Purcari, che rappresenta il 56% delle vendite, Bostavan e Crama Ceptura il 15% circa ciascuno, Divin Baldar al 10%, oltre a un piccolo marchio Angel’s Estate che copre il 3%.
    L’azienda ha nel corso degli anni sacrificato i margini industriali per crescere. Si vede bene dalla tabella come il margine è calato dal 50% circa del 2019 al 42% del 2023. A livello di EBITDA e utile operativo è successo più o meno lo stesso, con l’EBITDA passato dal 33% al 27% e l’utile operativo dal 27% al 20%. Vero è che la crescita delle vendite è stata importante e dunque in valore assoluto l’EBITDA è passato da 65 a 100 milioni di RON tra il 2019 e il 2023, l’utile operativo da 55 a 74 e l’utile netto da 43 a 60.
    A livello finanziario il commento principale riguarda l’esplosione del capitale circolante, passato da meno di 100 milioni prima del Covid ai 260 milioni attuali, che ha assorbito la generazione di cassa. A fine 2023, Purcari Wines aveva un debito netto di circa 140 milioni, corrispondenti a 1.4 volte l’EBITDA.
    Le previsioni per il 2024 sono per una crescita delle vendite del 5-10% (15-20% per la divisione vino, cui si deve dedurre l’interruzione dell’attività non più critica) e un margine netto del 14-16%.

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