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    Lanson BCC – dati di bilancio 2023

    Apriamo all’analisi dei bilanci delle aziende della Champagne 2023 con Lanson. È stato un anno “a due facce”, con un primo semestre segnato dalla spinta dei volumi e un secondo semestre in chiaro arretramento. Ne risulta comunque un anno buono per la gestione operativa di Lanson, in crescita del 5% circa nonostante un calo del fatturato del 6% a 272 milioni di euro. La strategia di innalzamento qualitativo tramite maggiore invecchiamento dei prodotti si fa sentire su diversi indicatori di bilancio. Il magazzino cresce del 9%, ma si porta dietro anche un maggiore debito per finanziarlo, passato a circa 502 milioni di euro, +7%. Questo incremento (che continuerà), insieme ai tassi di interesse in crescita hanno avuto un impatto piuttosto importante sugli oneri finanziari e quindi a fine anno l’utile netto è in realtà sceso. Le attese sul futuro non sono rosee a quanto pare, in quanto gli amministratori precisano che “i risultati dell’esercizio 2023 non riflettono ancora completamente gli effetti dell’inflazione del prezzo dell’uva sul costo delle vendite, né del finanziamento della maturazione dei vini in cantina.” Passiamo all’analisi di principali dati di bilancio nel resto del post, corredato di tabelle e grafici.

    Le vendite calano del 6% a 272 milioni di euro. Il dettaglio geografico indica un forte calo nei mercati extraeuropei, con un dimezzamento delle vendite americane dopo il boom del 2021-22, tornate a 9 milioni di euro, e del 30% di quelle asiatiche, passate da 17 a 12 milioni, ugualmente dopo dati eccezionali del 2022. In Francia il fatturato cala del 6% a 126 milioni di euro. Unica regione positiva è il resto d’Europa che con un incremento del 5% tocca il suo record storico a 123 milioni di euro di fatturato.
    I margini sono in decisa espansione, soprattutto se si esclude dal 2022 diversi fattori straordinari positivi. Con un margine operativo passato dal 17% al 22% (da 50 a 59 milioni di euro), probabilmente questo sarà un anno da ricordare per Lanson, anche leggendo le parole caute sul 2024. Comunque, il miglioramento è legato al miglioramento del mix di prodotto e all’incremento generalizzato dei prezzi di vendita che più che compensano l’incremento del costo del personale e degli altri costi.
    A livello di utile netto abbiamo detto esserci stato un calo, per colpa degli oneri finanziari, passati da 5 a 10 milioni di euro e ovviamente dall’assenza di oltre 5 milioni di proventi straordinari che avevano sostenuto il 2022. L’utile netto quindi cala da 39 a 37 milioni di euro.
    Il debito finanziario netto consolidato è di 502 milioni di euro rispetto ai 467 di fine 2022. Per 434 milioni riguarda i crediti di maturazione dello stock di Champagne che rappresenta in volume quasi 4.1 anni di vendite (566 milioni di euro di valore rispetto ai 519 di fine 2022). Nel corso del 2023 l’azienda ha mantenuto un livello abbastanza alto di investimenti rispetto al passato (13 milioni di euro) e ha pagato agli azionisti quasi 9 milioni tra dividendi e riacquisto azioni (contro 17 del 2022).

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    Francia – esportazioni di vino 2023

    Il 2023 è stato difficile per il vino francese nel mondo, con un andamento leggermente più negativo di quello del vino italiano (-3% contro il nostro -1%) ma soprattutto con una dinamica di graduale indebolimento nella seconda parte dell’anno continuata in gennaio 2024, quando le esportazioni sono calate di nuovo del 10%. La differenza l’hanno fatta essenzialmente i volumi (-9% contro il nostro -2%) e probabilmente il tutto va associato alla pessima vendemmia 2022 dei francesi, cui seguirà peraltro nel 2024 l’impatto della nostra scarsissima annata 2023. Ad ogni modo, le esportazioni francesi sono state 11.9 miliardi di euro per un volume esportato di 12.6 milioni di ettolitri che determinano un prezzo medio di esportazione di 944 euro per ettolitro, +7%. Questo è il secondo aspetto da sottolineare: la Francia continua a crescere in termini di prezzo, quando invece l’Italia ha negli ultimi anni sfruttato maggiormente la leva dei volumi. Andiamo nei dettagli nel resto del post.

    Le esportazioni di vino della Francia calano del 2.9% a 11.93 miliardi di euro nel 2023 ma restano largamente positive se guardiamo a un periodo più ampio (+5% annuo 2018-23).
    I volumi esportati sono in netto calo, -9% a 12.64 milioni di ettolitri nel 2023 e -2% annuo dal 2018. Il tutto viene compensato come dicevamo sopra con il forte incremento del mix esportato, anche determinato dall’eccellente andamento di Champagne e Borgogna, salito del 7% nel 2023, in linea con la media degli ultimi anni.
    Lo Champagne è stato quasi stabile in valore a 4.2 miliardi di euro di esportazioni ma ha subito un calo dell’11% dopo i dati record del 2022, raggiungendo il ragguardevole livello di 3398 euro per ettolitro esportato (+12%), ossia 34 euro al litro.
    Sono stabili anche i dati della Borgogna a 1.45 miliardi di euro, anche qui con un calo dei volumi del 7% a 580mila ettolitri e un incremento del prezzo mix del 7% a 2496 euro per ettolitro.
    A determinare il calo delle esportazioni sono stati dunque Bordeaux, -6% a 2.23 miliardi di euro (con volume a -12%) e le altre aree della Francia, che tutte insieme fanno 4.06 miliardi di euro con un calo del 5%, anche in questo caso fatto di -9% per volumi e +5% di prezzo-mix.
    Il confronto con l’Italia è in uno dei grafici allegati al post. In questi mesi l’Italia sta andando meglio della Francia ma se guardiamo ai dati degli ultimi anni dovremmo chiamarlo “recupero” nel senso che soprattutto nell’era post Covid 2021-22 la Francia aveva avuto un andamento molto migliore del nostro.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento febbraio 2024

    Dopo il calo del 2023, le esportazioni italiane di vino stanno registrando una buona ripresa nei primi due mesi dell’anno. Dopo il +13% di gennaio, su una base un po’ più difficile anche febbraio è stato positivo, +6% per un saldo del valore delle esportazioni a +10% nel bimestre, ossia 1.15 miliardi di euro. Oltre alla base di partenza, che peraltro diventerà ancora più facile nei mesi centrali del 2024, un paio di annotazioni vanno fatte. Primo, le esportazioni stanno crescendo soprattutto grazie al volume, cresciuto dell’8% a 3.2 milioni di ettolitri: come sappiamo l’annata 2023 è stata scarsa e questo a un certo punto diventerà un freno. Secondo, pur essendo il periodo breve e i dati ancora volatili, i dati del Regno Unito, +20%, sono eccezionalmente positivi e probabilmente non sostenibili, compensati parzialmente dal calo delle esportazioni di spumante nel mercato americano (-6%), che andrà valutato nel corso dei prossimi mesi. Fatte queste puntualizzazioni possiamo passare a un’analisi più dettagliata nel resto del post, dove trovate come al solito diverse tabelle.

    610 milioni di euro di esportazioni e 1.7 milioni di ettolitri sono i dati di febbraio, +6% per entrambe le misure. Il totale diventa 1150 milioni di euro, +10%, con un prezzo medio di esportazione a +1% e un volume a +8%.
    Crescono i prodotti a maggior valore aggiunto, ossia i vini in bottiglia, +10% nel bimestre, e spumanti, +12%, ma in entrambi i casi con un prezzo mix in calo del 2% rispetto all’anno scorso, mentre la parte residuale, principalmente vini sfusi sono stabili in valore con un incremento del 4% del prezzo medio.
    I principali mercati del nostro vino sono tutti in recupero salvo che per la Svizzera (-3% da inizio anno). Il mercato americano cresce del 6%, la Germania del 3%, del Regno Unito abbiamo detto sopra, il Canada del 13% e, al di fuori dei primi 10, anche la Cina sembra dare segnali di risveglio (+60% a gennaio e +30% a febbraio).
    Nello specifico, il mercato americano è andato molto meglio nei vini fermi (+12%), che nei vini spumanti (-6%), il mercato inglese bene in entrambi (+15% e +27%), mentre per la Germania sono i vini spumanti (+11%) a determinare la leggera crescita.
    Se ci spostiamo sui dati relativi agli ultimi 12 mesi, che sono essenzialmente stabili, gli spazi di recupero sono chiari: gli USA sono ancora a -6%, Svizzera e Canada a -2% e -4%, Svezia e Giappone a -7% e -6% rispettivamente. Invece andrà valutata la sostenibilità della crescita del Regno Unito, +9%, e della Francia, +7%, trainata dalla crescita dei nostri spumanti.

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    Importazioni di vino in Italia – aggiornamento 2023

    Con I dati di UN Comtrade diamo uno sguardo alle importazioni italiane di vino nel 2023. Come sanno gli esperti l’Italia negli ultimi anni importa prodotto sfuso dalla Spagna e storicamente i suoi abitanti (noi) sono dei bevitori incalliti di Champagne, anche di quello buono a guardare le statistiche del consorzio francese. Tornando ai nostri numeri, le importazioni hanno vissuto un vero e proprio boom dal 2021, che è continuato anche nel 2023, con un’importazione di 574 milioni di euro, +12% sul 2022, a fronte di un calo dei volumi del 6% a 2.1 milioni di ettolitri.
    Va detto che questi due numeri sono completamente disconnessi, perché la Francia come vedrete dalla torta interna, fa il 75% del valore importato mentre rappresenta soltanto il 13% del volume. La ragione principale di questo forte incremento visto negli ultimi anni è proprio lo Champagne, le cui importazioni sono più che raddoppiate nel 2023 rispetto al periodo pre-Covid (circa 350 milioni di euro contro circa 170 nel triennio 2017-19). Questo fattore da solo rappresenta circa il 75% dell’incremento delle nostre importazioni di vino. È pur vero che l’altro 25% non si riferisce al vino sfuso (su questo aspetto siamo sempre più indipendenti) ma a vino in bottiglia, principalmente proveniente ancora una volta dalla Francia.
    Ultima annotazione: sembra che lo scambio di vino tra Italia e Francia stia crescendo vorticosamente negli ultimi anni, visto che anche lo spumante italiano sta esplodendo. Ultimissima considerazione: per la prima volta negli ultimi 20 anni credo, la bilancia commerciale del vino italiano peggiora, da 7354 milioni di euro del 2022 a 7198 milioni di euro nel 2023.
    Bene, per ulteriori dettagli, tabelle e grafici, vi invito a proseguire nella lettura.

    Le importazioni di vino in Italia hanno toccato il loro record storico a 574 milioni di euro nel 2023, con un incremento del 12% sul 2022 e un +10% annuo dal 2018 a questa parte.
    Di questi, 360 milioni sono riferiti a vino spumante, +15% nel 2023 e +14% annuo dal 2018 (e all’interno di questo numero 349 milioni di euro sono riferiti alla Francia, quindi la quasi totalità), circa 70 milioni di euro sono di vino sfuso (-17% nel 2023 rispetto al 2022) e 143 milioni sono di vino in bottiglia, +26% nel 2023 e +13% annuo.
    Come dicevamo sopra la Francia rappresenta la maggioranza (75%) con 429 milioni di euro e un incremento del 16%, seguita dalla Spagna con 95 milioni, +8% e dal Portogallo, 10 milioni di euro e -18%, ma dopo essere cresciuto molto nel 2022.
    In termini di volume, le importazioni sono state pari a 2.1 milioni di ettolitri. -6% sul 2022 e invariato rispetto al 2018. La provenienza principale è la Spagna, con 1.66 milioni di ettolitri (stabile), poi la Francia con 266mila ettolitri (-3%).

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento gennaio 2024

    Gennaio è stato un mese positivo per le esportazioni di vino, come potete vedere qui sopra dopo una serie di mesi negativi, interrotti soltanto dalla parentesi di ottobre. Nel dettaglio con 539 milioni e un incremento del 14%, l’andamento annuo si muove verso la stabilità (-0.4% per gli amanti dei numeri precisi). All’origine di questo miglioramento, come si vede distintamente dal grafico, è la leggera ripresa del mercato americano (per i vini fermi), che sia in ottobre (+19%) che in gennaio (+14%) ha avuto un andamento molto superiore alla media. Non sono però nemmeno da sottovalutare i dati positivi registrati dalla Svizzera (+9%) e soprattutto dal Canada, che da qualche mese sembra essersi rimesso in carreggiata. Sono infine positivi i dati sugli spumanti, sempre trainati dal Prosecco (+17% sul mese e +6% sugli ultimi 12 mesi). Un’ultima annotazione: il principale fattore di crescita è stato il volume esportato. Dato la scarsa vendemmia e le previsioni mondiali pessimistiche sull’evoluzione dei consumi, penso che la lettura eccessivamente positiva di questi dati possa essere fuorviante. Passiamo a un’analisi più dettagliata con ulteriori grafici e le tabelle riassuntive.

    Il valore totale dell’export è di 539 milioni di euro, con un incremento del +14% rispetto al mese precedente. Il vino imbottigliato e i vini spumanti sono cresciuti entrambi tra il 14% e il 15%, mentre gli altri vini sono rimasti stabili. Il valore dell’export su base annua è ora stabile a 7.84 miliardi di euro, di cui 5.14 miliardi per il vino imbottigliato (-2%) e 2.23 miliardi per gli spumanti (+3%).
    Il recupero delle esportazioni di gennaio è essenzialmente legato ai volumi, 1.5 milioni di ettolitri, con un aumento dell’+11%. Il vino imbottigliato sale a 847 mila ettolitri (+15%), gli spumanti a 331 mila ettolitri (+17%). Il vino sfuso/altro è l’unico a registrare una diminuzione del volume esportato (-1%). Su base annua i volumi sono a 21.6 milioni di ettolitri, ossia -1% sull’anno precedente.
    L’andamento per paese è buono in gennaio con l’eccezione della Svezia. Noterei soltanto il rallentamento della Francia e del Belgio, oltre al dato straordinariamente positivo della Russia, quasi raddoppiata, che rappresenta da sola circa il 15% dell’incremento delle esportazioni di gennaio.
    Nel segmento degli spumanti, restano negativi i dati degli USA (-3% nel mese e -7% sui 12 mesi), mentre riprende vigore l’export verso il Regno Unito, che comunque va ricordato è uno dei paesi in cui negli ultimi anni i nostri prodotti non si sono sviluppati ulteriormente.

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    Germania – esportazioni di vino 2023

    Le esportazioni tedesche di vino sono in costante calo in volume da ormai diversi anni. Il grafico qui sopra mostra chiaramente questo trend: si è passati da 4 milioni di ettolitri di 10 anni fa agli attuali 3.3 milioni. Il calo non si riflette però nel valore delle esportazioni che si mantiene a cavallo del miliardo di euro. Qualcuno potrebbe ovviamente obiettare che c’è l’inflazione e che il vino italiano e francese sono ben oltre il livello di 10 anni fa. Vero. Anche vero però che il vino tedesco, salvo alcune nicchie di altissima qualità, non è un protagonista nel settore. Tornando ai nostri dati 2023 proposti da UN Comtrade, possiamo concludere che il 2023 è stato un buon anno per le esportazioni tedesche, rimaste stabili rispetto al buon livello del 2022 quando praticamente tutti gli altri paesi hanno visto un calo delle loro esportazioni. I Paesi Bassi sono il primo destinatario del vino tedesco, anche se come sapete questo paese è un grande centro di smistamento con i suoi porti, per cui è certo che gli olandesi non si bevono 800mila ettolitri di vino germanico! Bene, se siete interessati l’analisi prosegue nel post con tabelle e grafici completi.

    La Germania ha esportato vino per 1075 milioni di euro nel 2023, con un incremento dell’1% sul 2022 e un progresso annuo simile negli ultimi 5 anni. Va dato atto che sebbene questi dati non siano eclatanti, l’andamento delle esportazioni mostra una volatilità molto limitata. Di questi, 846 milioni sono relativi a vino in bottiglia, 140 milioni sono spumanti (+2% sia sul 2022 che annuo dal 2018, quindi con una crescita leggermente più sostenuta), 89 milioni sono gli altri prodotti (principalmente vini sfusi).
    Volumi: in calo come dicevamo. 3.3 milioni di ettolitri nel 2023, -6% sul 2022, e -2% annuo dal 2018 a questa parte. Il picco di esportazioni fu nel 2011 con 4.1 milioni di ettolitri.
    I mercati di esportazione sono principalmente anglosassoni e paesi limitrofi. Come scrivevo sopra l’Olanda assorbe 187 milioni e 800mila ettolitri, presumibilmente rispediti per la maggior parte in altri paesi (gli olandesi bevono 3.6 milioni di ettolitri di vino in tutto…), entrambi in forte recupero sul 2022, +19% e +6% rispettivamente.
    Vanno poi notati i cali riportati nel mercato inglese e americano (per quanto non sappiamo quando del vino olandese poi finisca qui…), -7% e -19% rispettivamente, ma anche la battuta d’arresto della Polonia (-4% dopo anni di crescita), dove invece è improbabile la mediazione olandese. Allo stesso modo, è leggermente negativo il dato della Svizzera (-4% ma positivo sui 5 anni) e più marcatamente quello belga (-12%).
    Nuovo osservato speciale per il vino tedesco: la Republica Ceca, dove le esportazioni crescono ininterrottamente da diversi anni.
    Buona consultazione!

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    Canada – consumi e mercato del vino, dati 2021/22

    Dopo qualche anno di assenza, torno in queste vacanze pasquali sui dati di consumo di vino canadesi, che sono riportati da Statistics Canada in modo molto puntuale anche se “ritardato”. Parliamo oggi infatti dei dati a giugno 2022 (per i 12 mesi precedenti). Le prospettive sembrano cambiare negli ultimi anni: se il mercato continua a crescere di anno in anno in valore (8.2 miliardi di dollari canadesi, +2%, 5.6 miliardi di euro), l’andamento dei volumi segna il passo nel 2022 (-4%, 5.16 milioni di ettolitri), con un calo marcato dei vini rossi, ma in parte anche dei vini bianchi, a vantaggio dei vini spumanti (e con una piccola crescita dei vini rosati). Ora, questa tendenza va anche a svantaggio dei prodotti locali, che ovviamente sono poco esposti alla produzione di vini spumanti (solo il 12% dei consumi), rispetto a quella dei vini bianchi (39%) e rossi (26%). Infine, dopo un temporaneo incremento durante gli anni del Covid e quelli immediatamente precedenti, la quota del vino sulla spesa totale dei canadesi in bevande alcoliche (26 miliardi di dollari canadesi) torna a scendere al 31.3%. Bene, nel resto del post trovate tabelle dettagliate degli ultimi anni e un commento completo.

    Il consumo di vino in Canada scende del 4% in volume nel 2021/22 a 516 milioni di litri, mentre cresce del 2.1% in valore a 8.19 miliardi di dollari canadesi.
    Il mercato resta fortemente orientato sui vini rossi, che rappresentano il 52% della spesa in vino, seguita dai vini bianchi al 33%, dai vini spumanti all’8% e ai vini rosati con il 4%. In volume, i vini rossi scendono al 50% dei consumi, i bianchi salgono al 38%, i vini spumanti sono il 5% e i vini rosati sono il 3%.
    Le tendenze di medio termine sono allineati a quanto dicevamo nel commento sopra. I vini rossi sono stabili in valore nel 2021/22 ma crescono ancora del 2% annuo sui 5 anni, a 4.28 miliardi di dollari, mentre in volume scendono del 6% a 2.58 milioni di ettolitri (stabili sui 5 anni).
    I vini bianchi crescono dell’1.5% nel 2021/22 a 2.7 miliardi ma rallentano rispetto ai 5 anni, ancora a +3%. In volume i consumi scendono del 3.2% a 1.97 milioni di ettolitri, ma restano a +1.4% annuo sui 5 anni.
    La crescita più forte è sui vini spumanti, che toccano quota 624 milioni di dollari, +21% nel 2021/22 e con un ritmo di crescita del 9% annuo sui 5 anni. Anche sui consumi in volume i dati sono molto positivi: +15% nel 2021/22 a 25 milioni di litri, +6% annuo dal 2016/17.
    Infine, i vini rosati crescono del 7% in valore e del 4% in volume nel 2021/22 e forti del balzo dell’anno precedente hanno dei tassi di crescita importanti sui 5 anni, +12% a valore e +9% annuo a volume.

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    Regno Unito – importazioni di vino 2023

    Il Regno Unito ha quasi mantenuto invariate le importazioni di vino nel 2023, sui livelli record raggiunti lo scorso anno. Stiamo parlando di circa 4.7 miliardi di euro di importazioni (i dati in volume sono solo parziali nel database UN Comtrade, per cui non ne parliamo), -2% sul 2022 ma ben sopra gli anni precedenti (+5% crescita annua dal 2018 a questa parte). Se la Francia mantiene una leadership assoluta con il 38% delle importazioni di vino (e un valore stabile rispetto all’anno scorso), anche l’Italia ha un buon anno: con un incremento del 3% circa raggiunge una quota del 23% del mercato inglese. Sono invece in difficoltà le importazioni dei vini dal nuovo mondo, salvo che per la Nuova Zelanda: Australia, Cile, USA, Sud Africa e Argentina sono tutti in calo di oltre il 10% secondo il database americano. Bene, passiamo a un breve commento e ai grafici. Vi segnalo che i dati sono anche disponibili sulla piattaforma Solonumeri.

    Il Regno Unito ha importato vini per 4.7 miliardi di euro, -2%, che corrispondono a 4.06 miliardi di sterline, stabile rispetto al 2022 e con un bel balzo rispetto a quanto si osservava prima del Covid (circa 3.4-3.5 miliardi di sterline).
    I grandi numeri dicono 1.76 miliardi di euro per la Francia, +1% ma +9% annuo dal 2018, 1.08 miliardi di euro Italia, +3% e +6% annuo dal 2018, 410 milioni di euro Spagna +6% nel 2023 e +8% dal 2018 a questa parte. Viene poi la Nuova Zelanda con poco più di 300 milioni di euro, livello già toccato qualche anno fa.
    Dal punto di vista delle principali categorie, le importazioni di vini fermi in bottiglia vedono bel 2023 un calo del 2% allineato al totale, 2.9 miliardi di euro, con un incremento del 2% della Francia e dell’1% dell’Italia a 1.1 miliardi e 514 milioni rispettivamente.
    Nel segmento dei vini sfusi il calo è marcato nel 2023, -11% a 593 milioni di euro, con Australia e USA entrambe giù di oltre il 20%.
    Gli spumanti sono invece ancora in crescita, +3% a 1.22 miliardi di euro. Nel 2023 gli spumanti francesi sono stabili a 623 milioni di euro, mentre quelli italiani sono in crescita del 5% a 525 milioni. Non vi confondete: anche se il 2023 è stato meglio per l’Italia, la dinamica degli ultimi anni è stata molto più favorevole per i francesi, tanto che oggi i due paesi sono separati da circa 100 milioni, mentre nel 2018 le importazioni inglesi erano uguali per Italia e Francia.
    Buona consultazione!

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