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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primi 9 mesi 2023

    Fonte: dati Circana rielaborati da inumeridelvino.it
    Le vendite al dettaglio di vino proseguono nel rallentamento anche nel terzo trimestre 2023, che ha visto la GDO segnare un incremento di vendite del 2%, fatto di un calo dei volumi del 3% e di un aumento dei prezzi ancora sostenuto, del 5% anno su anni. Gli spunti di riflessione non sono diversi da quelli già fatti in passato: nei vini fermi i rosati crescono più di tutti (da una base molto limitata), +5% circa, quelli bianchi sono a +3% (un po’ meglio del primo semestre), mentre quelli rossi, già più deboli che in passato passano in territorio leggermente negativo. Si tratta anche di una questione di prezzo: i vini rosati e fino ad ora quelli bianchi sono stati mediamente un po’ meno cari dei rossi. Gli spumanti mantengono un trend decisamente più sostenuto (+7%) grazie ai volumi ancora leggermente in crescita, mentre per quanto riguarda l’andamento del prezzo medio siamo all’incirca sui medesimi livelli del vino fermo, 6% contro 5%. Bene, ci avviciniamo all’ultimo trimestre, che lo scorso anno era stato il 31% delle vendite di vino fermo e il 37% delle vendite di vino spumante… come dire, un trimestre che vale un quadrimestre. E ci avviciniamo purtroppo con dei dati macroeconomici piuttosto deboli (PIL invariato nel terzo trimestre, fiducia dei consumatori bassa) e probabilmente bollette un po’ più care… vedremo a inizio febbraio. Intanto facciamo una breve analisi dei dati.

    Le vendite al dettaglio di vino nel terzo trimestre sono state 713 milioni nella GDO, +2%, con un incremento dell’1% dei vini fermi, 547 milioni, e del 6.6% degli spumanti italiani, 159 milioni di euro. Lo Champagne scende del 17% ma vale solo 7 milioni. Sui 9 mesi le percentuali sono leggermente migliori: +3% per il totale (2.1 miliardi di euro), +2.3% per i vini fermi, 1636 milioni, e +6.3% per gli spumanti 435 milioni.
    I volumi sono alla base del rallentamento di cui sopra. Calano del 3% per il totale a 1.75 milioni di ettolitri, di cui 1.5 milioni di ettolitri sono vini fermi (-3.5%). Si tratta comunque di un calo in leggera moderazione, visto che i 9 mesi sono -4% per 5.3 milioni di ettolitri.
    Nei grafici allegati trovate diversi dettagli, dove si evince dove stiamo rispetto alla base del 2019: le vendite in euro sono del 13% superiori per i vini fermi (in quasi 4 anni), del 40% più alte per i vini spumanti. I volumi di vendita sono calati del 2.5% per i vini fermi e cresciuti del 26% per i vini spumanti.
    Andando più a fondo trovate una leggera ripresa per i vini a denominazione, per quanto la categoria migliore sia stata quella dei vini IGT nel corso del 2023. I vini comuni si sono stabilizzati dopo il rimbalzo del 2022. Nel segmento degli spumanti, come vedete sono sempre gli “Charmat secchi” a guidare la crescita, ormai al +50% sul 2019. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2023

    Per il quarto mese consecutivo le esportazioni di vino sono in calo, nel mese di luglio del 5%. A partire da giugno, a una moderata tendenza calante dei volumi (circa 2%) si è aggiunga la discesa del “prezzo-mix” per circa il 2-3% rispetto allo scorso anno che sta ribaltando il forte incremento visto negi ultimi 12 mesi anche legato all’inflazione. Come dicevamo nella newsletter di qualche giorno fa (a proposito, volete iscrivervi? Viene pubbicata solo una volta al mese! scrivetemi), il mercato più in difficoltà è il Nord America, con il Canada in calo del 17% e gli USA dell’8% nei primi 7 mesi dell’anno, e ben di più nel solo mese di luglio (-25% e -15% rispettivamente). Il danno è per ora limitato dato che le altre due colonne delle nostre esportazioni, Germania e Regno Unito, tengono appena sopra la parità e gli spumanti come categoria si mantengono in leggera crescita. Abbiamo davanti un mese relativamente tranquillo, agosto, prima del “trimestre” chiave di settembre-ottobre-novembre che sarà il banco di prova degli spumanti e certamente l’andamento del cambio non ci aiuterà, con l’indebolimento del dollaro rispetto ai livelli record del 2022.  Passiamo a un breve commento.

    Con 684 milioni di euro e un calo del 5.1% si chiude il mese di luglio per le esportazioni italiane. Da inizio anno il saldo è dunque negativo a -1.2% a 4.45 miliardi. Se guardiamo agli ultimi 12 mesi siamo a 7.81 miliardi di euro. In altre parole, se l’andamento corrente non si ribalta in una crescita nella parte finale dell’anno, l’obiettivo degli 8 miliardi appare fuori portata.
    Fino ad ora sono proprio gli spumanti che tengono, in crescita del 3.6% nel mese a 201 milioni e nei primi 7 mesi del 3.3% a 1.2 miliardi. Invece, i vini in bottiglia hanno subito un pesante calo in luglio, -10% circa, che ha portato il saldo da inizio anno a -3.1% per un valore di 2.97 miliardi di euro.
    Quali sono i paesi che contribuiscono a questo -5%? Beh, se moltiplichiamo il peso per il calo delle esportazioni ci sono tre chiari “responsabili”. Gli USA principalmente, in calo del 15% e con un peso del 22% sul totale, poi il Canada, in calo del 24% e con un peso del 5% sul totale e la Svizzera, in calo del 20% e con un peso del 4% sul totale esportato. I segni positivi sono pochi: Francia, Germania e Regno Unito nel mese di luglio.
    Nel segmento dei vini in bottiglia il discorso si ripete in termini di geografie, mentre per gli spumanti gioca a favore l’assenza del Canada tra i principali mercati e la spinta ancora importante di alcuni mercati come la Francia, il Regno Unito e l’Est Europa (Lettonia). Più dettagli nella tabella allegata.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Francia – esportazioni di vino – dati primo semestre 2023

    La Francia fa decisamente meglio dell’Italia in questi primi sei mesi dell’anno in termini di esportazioni di vino. I dati rilasciati qualche giorno fa da Agreste mostrano un incremento del 3%, nonostante un calo del 6.6% dei volumi, per un totale di 6039 milioni di euro. Come avete potuto leggere nell’aggiornamento di metà settembre, le esportazioni italiane sono invece rimaste sostanzialmente stabili (-0.4%) per un valore di 3767 milioni di euro. Come abbiamo già sottolineato diverse volte, a fare la differenza sono i grandi vini francesi. Lo Champagne cresce di quasi l’8% nonostante il calo dei volumi del 5%, la Borgogna non è distante, +6% per le esportazioni, -8% per i volumi. Il quadro disegna dunque un effetto “prezzo-mix” molto potente (come è sempre stato) che vale 10 punti percentuali nel totale export, da +3% del fatturato a -6.6% dei volumi. Nel primo semestre 2023 questo impatto è pari soltanto a 1 punto percentuale per il vino italiano, che oggi viene esportato a una media di 3.6 euro al litro contro i 9.3 euro per il vino francese (entrambi i dati riferiti al semestre). Se allarghiamo lo sguardo, diciamo agli ultimi 3 anni, le esportazioni annue di vino francese hanno recuperato il 40% del valore, quelle italiane il 25% e, visibile anche graficamente, il divario si allarga.

    Le esportazioni di vino francese sono cresciute del 2.9% nel primo semestre 2023 a 6039 milioni di euro. I volumi esportati sono invece calati del 6.6% a 6.5 milioni di ettolitri. Nel corso del primo semestre soltanto in maggio le esportazioni hanno subito un calo, mentre il mese di luglio è stato negativo per circa il 3%. Includendo questo dato, sui 7 mesi 2023 le esportazioni francesi sono comunque cresciute del 2.1% sul medesimo periodo del 2022.
    La reportistica francese si basa principalmente sulle aree esportative (e non sulle nazioni, i cui dati sono piuttosto difficili da interpretare). Ad ogni modo, la performance migliore è quella relativa allo Champagne, cresciuto del 7.7% a quasi 2 miliardi di euro, nonostante i volumi esportati siano calati del 5% a 563mila ettolitri.
    La Borgogna ha una performance simile, con un incremento del 5.6% delle vendite a 727 milioni e un calo dell’8% dei volumi a 291mila ettolitri.
    La zona di Bordeaux, secondo contributore dopo la Champagne, cresce del 3% a 1.2 miliardi di euro nel semestre a fronte di una perdita di volume del 7%.
    “tutto il resto” cala del 2% a 2.1 miliardi di euro, con un calo dei volumi del 6.6% e quindi un miglioramento del prezzo mix del 5%.

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    Lunelli (Ferrari)– risultati e analisi di bilancio 2022

    Lunelli ha passato la soglia di 150 milioni di fatturato nel 2022, mettendo a segno una crescita del 14%. Ciò è avvenuto sia grazie costante crescita degli spumanti Ferrari (+7%, soprattutto all’estero) ma, buona notizia, anche grazie al rinnovato vigore di Bisol dopo anni di lavoro (+26%) e agli ottimi risultati nel segmento delle bevande analcoliche (Tassoni è stata per la prima volta consolidata per tutti i 12 mesi). L’aumento dei costi (tra cui un +20% per il costo del personale dovuto al perimetro, immaginiamo) e l’assenza dei ricchi proventi finanziari registrati nel 2021 hanno determinato un utile netto inferiore a quello dello scorso anno (15 milioni contro 20). Se però “tirassimo fuori” le componenti finanziarie non operative (Lunelli investe in un portafoglio di aziende quotate), arriveremmo a un utile netto almeno corrispondente a quello del 2021. Dal punto di vista finanziario, l’indebitamento scende da 34 a 30 milioni circa, dopo aver però pagato 5 milioni di dividendi. Per quanto riguarda il 2023, il tono della relazione degli amministratori è prudente visto il contesto macroeconomico e le risultanze dei primi mesi del 2023, con un primo trimestre con fatturato in calo (non specificato quanto). Passiamo a un’analisi dei dati più approfondita.

    Ferrari ha chiuso il 2022 con un incremento delle vendite del 7% a 103 milioni, che sarebbe potuto essere più significativo se non fosse che… sono finite le bottiglie da vendere. Infatti i volumi sono cresciuti di meno del 3%, da 6.8 a 7 milioni di bottiglie. Come si dice nella relazione, il 2022 è stato l’anno di svolta nei mercati esteri con +34% di volume e +43% di fatturato, con gli USA mercato principale. In Italia sono andate bene le vendite nella ristorazione, mentre nel canale della GDO, pur mantenendo una posizione di leadership (7.1% quota di mercato), le vendite dovrebbero essere calate.
    Bisol ha chiuso il 2022 con un fatturato in crescita del 26% a circa 29 milioni di euro e ha ulteriormente migliorato l’EBITDA portandolo a 2.1 milioni di euro (1.5 nel 2021), il che ha consentito di chiudere il 2022 con un piccolo utile netto.
    Alcune delle altre divisioni del gruppo sono cresciute ancora più velocemente: per Surgiva il fatturato è cresciuto del 36%, per Tassoni +18% (ma con un contributo più importante per il periodo di consolidamento). In totale le “altre” attività chiudono a 22 milioni di fatturato per un incremento del 45%.
    Se guardiamo ai dati consolidati l’esposizione estera di Lunelli sale dal 17% al 19% delle vendite, per un valore di 30 milioni di euro.
    A livello operativo l’EBITDA è stabile a 29 milioni, dunque con una diluizione dal 22% al 19% del margine, anche se sono intervenute alcune poste straordinarie, senza le quali avrebbe raggiunto 31 milioni. Con la rivalutazione dei marchi e l’incrementato ammortamento l’utile operativo già dal 2021 rimane “più depresso” che in passato, stabile a circa 13 milioni. Abbiamo detto sopra dell’utile netto.
    Il bilancio resta molto solido. Ai 30 milioni di debito di cui sopra si contrappongono 104 milioni di euro in partecipazioni in imprese collegate, di cui 27 milioni sono in imprese perlopiù quotate in borsa. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2023

    I dati semestrali delle esportazioni di spumante restano positivi, anche se in graduale rallentamento. Come abbiamo già visto nel post precedente sul dato totale, le fonti di questo rallentamento sono chiaramente localizzate nel mercato nordamericano (qui rappresentato dagli Stati Uniti). Il Prosecco continua a guidare la categoria, anche se non la “spinge più”, a fronte di un deciso calo dei volumi esportati (-6% nel semestre) compensato da un incremento del 10% circa del prezzo medio di esportazione.
    Nel post trovate anche i dati relativi all’Asti, sempre più legato ai paesi dell’Europa dell’Est e alla Russia e degli spumanti DOP, che non mostrano segni di sviluppo. Ovviamente per gli spumanti il primo semestre è un periodo interlocutorio, nell’attesa della stagione “chiave” dell’autunno. Per darvi un’idea, il secondo semestre è il 55% delle esportazioni annue, vale a dire che vale il 20-25% in più del primo semestre. Passiamo a una breve analisi dei dati.

    Le esportazioni di spumante toccano quota 1009 milioni nel primo semestre 2023, +3.3%, nonostante un calo dei volumi esportati del 4% circa a 3 milioni di ettolitri.
    Grazie al forte incremento registrato nel secondo semestre 2022 (che sarà un problema probabilmente nei mesi a venire…), il ritmo di crescita annuo è ancora piuttosto positivo a +9% per un valore, nei 12 mesi terminati a giugno 2023, di 2200 milioni di euro.
    Guardando alle categorie, il Prosecco è ormai il 75% circa del totale. È quindi ovvio che i tassi di crescita del Prosecco siano molto vicini a quelli totali, visto che ne rappresentano la maggior parte.
    Il primo semestre 2023 si caratterizza per il forte indebolimento del mercato americano, -9% nei 6 mesi, e di un certo indebolimento del Regno Unito, -4%, che però era stato un problema già prima del 2023. Sono da notare l’andamento ancora positivo del mercato tedesco, in crescita del 9% nel semestre e di quello francese, +22%, ormai diventato il quarto mercato di esportazione per gli spumanti italiani.
    Anche per i vini spumanti, vi invito a seguire con attenzione lo sviluppo nei mercati dell’Est Europeo. La Polonia e la Lettonia compaiono ormai nella “top 10” dei mercati, oltre alla Russia che è tornata in forte crescita nonostante i problemi geopolitici.
    Nel post trovate anche i dati sull’Asti spumante, che ha registrato un buon semestre a +8% per 67 milioni (quindi meno di un decimo rispetto al Prosecco), mentre sono in calo del 7% circa gli altri spumanti DOP, che fanno obiettivamente fatica a imporsi sui mercati internazionali, vivendo più da vicino della concorrenza dei prodotti di qualità francesi. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento primo semestre 2023

    Il primo semestre ha dunque chiuso in pari: le esportazioni di vino di 3.7 miliardi sono solo qualche milione sotto l’anno scorso. Il dato si può abbastanza agevolmente spaccare in due sotto diversi aspetti. Il primo trimestre è stato “buono”, con un incremento del 3.5-4%, il secondo trimestre ha specchiato al contrario il primo, con un calo molto vicino al 4%. Se guardiamo ai mercati, troviamo la medesima divaricazione: Nord America molto male, con gli USA a -7% e il Canada a -16%, contro l’Europa che è stata leggermente positiva con qualche bagliore (Francia e Russia sono molto evidenti nella tabella). Se guardiamo infine ai prodotti, senza particolari sorprese abbiamo una leggera crescita dei vini spumanti (+3%) e un leggero calo dei vini fermi in bottiglia (-2%), anche se i dati degli spumanti sono in graduale deterioramento (-3% in giugno preso singolarmente). Sebbene i dati non siano positivi, non per questo il quadro è negativo. L’export di vino italiano viene da un “post Covid” eccellente, dove i nostri prodotti hanno guadagnato quote di mercato globalmente. Volendosi lamentare, forse si potrebbe dire che, sempre in termini relativi, la Francia ha fatto meglio di noi, ma tutti questi confronti sono sempre influenzati da dove si comincia l’analisi. Guardiamo dunque i dati insieme, ricordandovi che tra un paio di giorni ci sarà l’approfondimento sui vini spumanti.

    3767 milioni di euro e 10.39 milioni di ettolitri, -0.4% e -1.5% sono i grandi numeri dell’export italiano del primo semestre 2023.
    Per categoria i vini in bottiglia calano dell’1.9% a 2530 milioni, i vini sfusi sono stabili (+0.8%) a 227 milioni e i vini spumanti sono in crescita del 3.3% a 1009 milioni di euro.
    Per quanto riguarda i volumi, i vini fermi calano del 4% a 5.86 milioni di ettolitri, gli sfusi crescono del 9% a 2.23 milioni di ettolitri, mentre gli spumanti scendono del 4.1% a 2.29 milioni di ettolitri.
    Le tabelle che trovate nel resto del post dettagliano l’andamento per mercato delle diverse categorie e un tabellone finale dove potete vedere l’andamento per mercato degli “ultimi 12 mesi terminanti a giugno”. Da questa tabella si evince ancora di più quello che vedete nel grafico qui sopra, cioè lo “stallo” dei grandi mercati e lo sviluppo che nel complesso sta avvenendo nei mercati minori. Fuori dalla top 5 trovate subito la Francia, ormai una realtà da oltre 300 milioni annui e in crescita del 19%, il recupero della Russia che ormai sfiora 200 milioni di euro e l’interessante andamento nei paesi dell’Europa dell’Est, con la Polonia (116 milioni) per dirne una che è superiore alla Cina, sempre al centro dell’attenzione.
    Vi lascio alla consultazione dei dati.

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    Laurent Perrier – risultati e analisi di bilancio 2022

    La strategia di premiumizzazione di Laurent Perrier sta arrivando all’estremo, tanto che nel secondo semestre del 2022 (ottobre-marzo) l’azienda ha visto un calo del fatturato del 13% (ad essere onesti, dopo un +44% del periodo corrispondente precedente) e anche i margini si sono ristretti, tornando sotto il livello anche di due anni fa. Ricapitolando: l’anno è stato comunque buono ma il secondo semestre, che come sapete è spostato di 3 mesi rispetto agli altri, mostra un “riflusso” dopo l’ubriacatura dei mesi precedenti. E gli azionisti non sono stati tanto contenti. Da inizio anno le azioni sono calate del 3% circa (dato al 27 luglio), peggio delle altre aziende concorrenti, di nuovo in onestà dopo anni di grande performance. L’azienda ha spiegato nella presentazione che “I volumi in crescita molto rapida nel primo semestre ha richiesto una diminuzione nel secondo per mantenere la qualità dei vini e garantire il futuro”. Quindi il +12% a volume del primo semestre si è trasformato in -7% alla fine dell’anno, con i prodotti “high-end” che sono tornati al 44% del fatturato dopo la parentesi al 42% del 2021. In ragione d’anno con vendite quasi stabili, i margini sono ulteriormente migliorati (ma non nel secondo semestre) e il bilancio chiude a quasi 60 milioni di utile, +17%, con un ulteriore calo del debito a 175 milioni, ben sotto il valore delle scorte di quasi 600 milioni. Passiamo a una breve analisi dei dati.

    Le vendite di 302 milioni crescono del 3%, con la Francia in calo del 14% a 60, l’Europa stabile a 138 milioni e il resto del mondo in crescita a 104, +21%. I driver sono stati +9% per il prezzo-mix (come nel primo semestre), i volumi a -7.4% (+12% nel primo semestre) e l’effetto cambi che da +2% nel primo semestre scende a +1% a fine anno, quindi con un secondo semestre presumibilmente leggermente negativo.
    Il margine industriale tocca il massimo storico al 57.4% (quasi a livello delle aziende degli spiriti), nonostante l’inflazione dei costi, mentre l’EBITDA arriva a 92 milioni e l’utile operativo a 84, con una crescita del 9-10% nell’anno ma un calo del 20% circa nel secondo semestre (19% e 23% rispettivamente).
    Avendo parlato dell’utile netto sopra passiamo alla parte finanziaria, con il debito sceso da 221 a 176 milioni dopo aver pagato 12 milioni di dividendi (il doppio del 2021) e ricomprato azioni per due milioni. Nel frattempo il valore delle scorte sale da 554 a 593 milioni, nuovo massimo storico per l’azienda.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento maggio 2023

    Le esportazioni di vino riportano il secondo mese negativo da inizio anno a maggio. Si tratta di un calo limitato al 4%, ma viene in un mese importante ed è essenzialmente guidato da minori volumi, quindi non si tratta (per il momento) di un effetto di normalizzazione dei prezzi. Ne risulta un quadro stabile da inizio anno a valore (3.08 miliardi di euro, +0.4%) e negativo per l’1.6% a volume (8.4 milioni di ettolitri). Il vino fermo in bottiglia è la categoria che sta frenando l’export, con un -7% per maggio e -4.5% da inizio anno, ma anche gli spumanti hanno rallentato di molto la corsa, chiudendo maggio a +2% e il saldo da inizio anno a +5%. Dal punto di vista geografico sono gli Stati Uniti, nostro principale mercato, a segnare un calo molto importante: se volessimo fare un calcoletto, potremmo dire che senza il calo nel mercato USA (-41 milioni in maggio) il saldo del mese sarebbe stato leggermente positivo (visto che il totale cala di 32 milioni). Ma ovviamente si tratta di calcoli che lasciano un po’ il tempo che trovano. Da notare, comunque, il forte incremento delle esportazioni in Russia (raddoppio a Maggio, +74% da inizio anno), che continua a destare la mia curiosità. Passiamo a commentare qualche ulteriore dato.

    Con 717 milioni di euro le esportazioni italiane di vino calano del 4.3% in maggio, portando il saldo da inizio anno a 3.08 miliardi, +0.4%. Se guardiamo agli ultimi 12 mesi il dato è ancora positivo per il 4.7% a 7.88 miliardi di euro, ma ovviamente il traguardo degli 8 miliardi diventa meno “raggiungibile”.
    Dalla lettura dei dati emerge chiaramente la combinazione di “sgonfiamento” dei prezzi (stabili in maggio, ancora +2% da inizio anno) e il calo dei volumi (-4% in maggio, -1.6% da inizio anno). Quest’ultimo è diventato più importante nell’ambito della recente ondata inflazionistica, che è stata determinante per l’andamento nel 2022.
    Per quanto riguarda i mercati, peggiorano di molto i dati del mercato americano, che dopo il -12% di aprile chiude a -20% in maggio. Anche se sono per un -1%, maggio è il terzo mese negativo nel mercato tedesco (-2% in marzo, -5% in aprile). Sono invece in recupero i dati nel mercato inglese, cresciuto del 16% in maggio dopo due mesi a +11/12% a marzo-aprile.
    Guardando da inizio anno, gli USA e la Svizzera sono ora in calo del 2%, Germania e Regno Unito sono a +2%, il Canada perde un po’ meno di prima ed è a -19%, mentre resta in forte crescita la Francia (pur con un maggio stabile).

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