Masi ha chiuso il primo semestre 2024 con risultati deludenti. Le vendite sono calate del 9%, i margini sono scesi al punto più basso dall’anno del Covid (6% a livello operativo), ma soprattutto si ritrova con un debito di 34 milioni di euro a fine semestre, in crescita importante rispetto ai 21 di un anno fa, in seguito all’incremento delle scorte e agli investimenti, ma anche aggiungerei io al fatto che negli ultimi 12 mesi l’azienda non ha di fatto prodotto utili (0.02 milioni di euro nel primo semestre e una perdita di 1.1 milioni nel secondo semestre dell’anno 2023, con una generazione di cassa di soli 4 milioni). Nel frattempo, Red Circle di Renzo Rosso ha rivenduto le quote agli azionisti di maggioranza (la famiglia Boscaini) e l’azienda ha deciso di semplificare i processi di governance, iniziando anche il percorso per diventare società benefit. L’uscita dal semestre sembra essere in miglioramento: gli ordini sono in ripresa e il secondo semestre potrebbe essere meglio (già il secondo trimestre è stato meglio del primo). L’andamento borsistico non è stato positivo nel 2024, con il titolo partito a 5 euro ora intorno a 4.2 euro, quindi -16%, per un valore di mercato di 135 milioni. Con una quota di “flottante” dell’8% soltanto sarebbe necessario prendere una decisione: o stare con una quota degli azionisti di minoranza più elevata oppure togliere l’azione dal mercato. Vedremo, per ora occupiamoci dei numeri.
- Le vendite sono calate del 9% a 30 milioni, di cui 9.4 in Italia, -3%, 9.7 in Europa, -13%, 10.1 in America a -5% e 1 milione nel resto del mondo. Nel semestre calano soprattutto le vendite dei top wines, scesi del 21% a 7.4 milioni di euro, contro il -5% e -3% segnato dai premium wines (leggi Campofiorin) e dai classical wines rispettivamente.
- I margini sono in calo soprattutto per il peso dei costi fissi su un fatturato in calo, dato che il margine lordo resta sopra il 63%. Il margine EBITDA cala dal 17% al 12%, l’utile operativo scende da 3.4 a 1.7 milioni per un margine del 5.6% contro il 10.2% di un anno fa. Grazie a un buon contributo degli utili su cambi, il bilancio chiude in pareggio.
- Dal punto di vista finanziario, come dicevamo il debito sale a 34 milioni di euro. Masi ha investito 6 milioni di euro nel semestre (quindi molto) e ha avuto un incremento di 16 milioni di euro del capitale circolante, per aumentare le scorte di Amarone. Va anche detto che 4 milioni di euro di debiti sono rispuntati perché non è stata rinnovata una operazione di cessione di crediti pro-soluto. Non ha pagato dividendi agli azionisti.
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