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Franciacorta: ci sono novità

Un territorio ad alta vocazione spumantistica, come può essere la Franciacorta, diviene davvero realtà compiuta a livello qualitativo, e pertanto tra i punti di riferimento a livello internazionale per tipologia, quando durante le degustazioni non sono più solo i nomi dei “soliti noti” a stupire, ma sono proprie le cantine meno blasonate o poco conosciute a presentare referenze di livello davvero sorprendente. È il caso di due aziende in particolare per le quali ho perso letteralmente la testa e devo dire che non mi succedeva da tanto, sto parlando di Corte Aura e Terre D’Aenòr. Come prima cosa collochiamo nel territorio franciacortino le due cantine: Corte Aura si trova a Adro mentre Terre D’Aenòr a Provaglio d’Iseo. Prima di addentrarci nel dettaglio delle due aziende giova ricordare l’antica vocazione spumantistica della Franciacorta. Infatti, una delle prime pubblicazioni al mondo sulle tecniche di preparazione dei vini a fermentazione naturale in bottiglia e sulla loro azione sul corpo umano dal titolo “Libellus de vino mordaci” è del 1570 e si deve al medico bresciano Girolamo Conforti.  

Questo medico, i cui studi precedettero le intuizioni dell’illustre abate Dom Perignon, mise in rilievo la notevole diffusione e il largo consumo che i vini con le bollicine avevano in quell’epoca, definendoli “mordaci”, cioè briosi e spumeggianti. Invece, da dove derivi il nome Franciacorta è ancora un mistero. l’ipotesi più accreditata è quella che lega il territorio alla presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero in Franciacorta da Cluny nel XI secolo. Monasteri molto potenti che, grazie alla bonifica e coltivazione dei vasti appezzamenti che amministravano in questi territori, riuscirono attorno al 1100 ad ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio. Erano quindi delle Francae Curtes, cioè delle corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque il toponimo “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277. 

Federico Fossati

Dopo questa breve ma necessaria divagazione storica, che meglio contestualizza vocazione e territorio della Franciacorta, ritorniamo alle nostre cantine.

Corte Aura nasce nel 2009 per volontà di Federico Fossati, il quale grazie all’incontro con Pierangelo Bonomi, tecnico con una lunga esperienza nel campo della spumantizzazione di alta qualità, realizza il suo sogno di produrre vino in Franciacorta. Corte Aura si dedica esclusivamente alla produzione di Franciacorta longevi e di grande espressione: per questo prevede per le proprie cuvée soste sui lieviti non inferiori ai 36 mesi, fino a superare i 50 mesi, scegliendo di millesimare alcune cuvée solo nelle migliori annate. Il simbolo di Corte Aura è la tartaruga proprio a voler ricordare la lentezza dei lunghi affinamenti, per Federico Fossati e Pierangelo Bonomi la fretta e a giovarne è ovviamente la qualità complessiva dei loro vini.

I vini degustati

Corte Aura Franciacorta Brut

È lo spumante d’ingresso di Corte Aura, da uve 90% chardonnay e 10% pinot nero. I vini base vengono vinificati separatamente ed in seguito assemblati per creare la cuvée. Affinamento in bottiglia sui lieviti per un periodo di circa 30 mesi in cantine a temperatura costante di 12-15 °C. Affilato ed elegante, se il buongiorno si vede dal mattino…

Corte Aura Franciacorta Rosè

Da uve 90% chardonnay e 10% pinot nero. I vini base vengono vinificati separatamente ed in seguito assemblati per creare la cuvée. Affinamento in bottiglia sui lieviti per un periodo di circa 36 mesi in cantine a temperatura costante di 12-15 °C. è ancora l’eleganza complessiva a sorprendere, accompagnata dalla nitidezza del frutto.

Corte Aura Franciacorta Blau Blanc de Noir 2016

Nato da poco, è il primo esperimento sul pinot nero in purezza della cantina. Vinificato in acciaio, sosta sui lieviti per oltre 60 mesi. Spumante di notevole complessità e personalità, tuttavia il sorso è leggiadro e il finale di grande persistenza, Franciacorta regale.

Corte Aura Franciacorta dosaggio zero “Raramè” 2012

Un blend di chardonnay (60%) e pinot nero (40%) che vuole essere una vera e propria “rarità”: solo 5850 bottiglie numerate, in commercio a partire dalla tarda primavera. Un’annata complessa come la 2012, considerata minore per i vini fermi ma, come spesso accade, ottima – se non grande per il Metodo Classico, oltre 90 mesi di permanenza sui lieviti in bottiglia sdraiata, a una temperatura compresa tra 12-15° C, quindi ulteriori 24 mesi “in punta”, con l’obiettivo di perfezionarne l’evoluzione. È uno spumante che definirei aureo, tra i Franciacorta più buoni mai assaggiati negli anni, notevole eleganza complessiva, cangiante, incisivo e profondo.

Eleonora Bianchi

Terre D’Aenòr, nasce nel 2018 per volontà̀ della famiglia Bianchi, in particolare di Eleonora Bianchi la giovanissima proprietaria che ha saputo coniugare con il suo progetto qualità e creatività. I 46 ettari di vigneto, interamente di proprietà, abbracciano sette comuni e sono articolati in 33 appezzamenti distinti, una scelta ponderata che permette di dedicare a ciascuna pianta un’attenzione su misura, valorizzando al meglio le specificità pedoclimatiche di ogni singola zona per garantire la crescita ottimale delle viti. La selezione varietale è rappresentata dalle uve di chardonnay, pinot nero, pinot bianco, merlot e cabernet sauvignon. Attualmente la cantina ha nel suo portfolio per gli spumanti il Brut, l’Extra Brut Millesimato, il Rosè Extra Brut Millesimato, il Pas Dosè Millesimato, il Satèn e il Demi-sec.  Affiancati da un bianco fermo “È Norì” da uve chardonnay e da “Spadone”, un rosso di taglio bordolese.

La storia di Terre D’Aenòr è indissolubilmente legata alla storia di vita di scelte coraggiose che Eleonora Bianchi ha sostenuto e merita di essere raccontata direttamente dalle sue parole: “Il mio percorso è insolito e mai avrei pensato che avrei lavorato nel mondo del vino. Ho sempre sognato di diventare avvocato, giurisprudenza mi è piaciuta tantissimo. Mi sono laureata a Brescia ad aprile 2020 e avevo già pronta una lista di alcuni grandi studi milanesi dove avrei mandato il curriculum. Poi, ecco che accade una “magia” che rimescola le carte in tavola. Premessa: mio padre, imprenditore del settore oleodinamico, dal 2003 ha iniziato a investire nell’acquisto di vigneti in Franciacorta e, per anni, ha sempre venduto l’uva. Verso la fine del mio percorso di laurea, viene però a maturazione quello che è sempre stato un grande sogno di famiglia: realizzare una nostra cantina in Franciacorta. Davvero entusiasmante! Giorno dopo giorno è come se fossi stata conquistata da questo progetto nascente, che si è progressivamente sostituito nella mia mente alle aule di Tribunale.

All’inizio non è stato facile, mi sarebbe piaciuto fare entrambe le cose. Infatti, avevo iniziato la pratica forense part-time, metà giornata nello studio legale e metà con il team marketing con il quale stavamo studiando i primi aspetti della nuova cantina, come per esempio il nome o la grafica delle etichette, ma poi ho compreso che mi trovavo di fronte a un bivio e dopo aver riflettuto a lungo ho capito che questa sfida imprenditoriale mi appassionava davvero tanto. E così, eccomi qui!”   “Questo cambiamento di rotta non è stato facile ma fin da subito ho percepito un profondo senso di appartenenza a una passione familiare per questo mondo. Abitava inoltre in me il desiderio di dare vita a qualcosa di tangibile e profondamente mio, qualcosa che potesse incarnare l’essenza stessa del mio territorio e che potesse coniugare a 360 gradi le mie svariate passioni e attitudini.”  Il prossimo capitolo della storia aziendale si aprirà con l’inaugurazione, prevista per il 2025, della nuova cantina nel comune di Provaglio D’Iseo e con l’uscita sul mercato delle prime riserve targate Terre D’Aenòr.

I vini degustati

L’azienda è biologica sin dalla prima vendemmia. La conversione dei vigneti è iniziata nel 2014 per arrivare poi alla certificazione dalla vendemmia 2018.

Particolare  e molto d’effetto anche il packaging che vuole rappresenta un punto di incontro tra il mondo del vino e quello dell’arte e della moda, trae infatti ispirazione dalle correnti artistiche che hanno segnato l’avanguardia e l’arte moderna della metà del Novecento, con un particolare tributo alle opere dell’artista Dadamaino, pseudonimo di Edoarda Emilia Maino che contribuì attivamente ai movimenti dell’avanguardia artistica milanese degli anni cinquanta con le sue ricerche geometrico-percettive.

Terre d’Aenòr Franciacorta Brut

Da uve 90% chardonnay e 10% pinot nero, permane sui lieviti almeno 22 mesi. Un Franciacorta che a definirlo entry level si commette peccato, setoso e leggiadro nel sorso.

Terre d’Aenòr Franciacorta Rosé Extra Brut Millesimato 2020

Da uve 80% pinot nero e 20% chardonnay, permane sui lieviti per più di 30 mesi. Sale subito in cattedra per eleganza complessiva, cangiante nel bicchiere, davvero una gran bella prova.

Terre d’Aenòr Franciacorta Demi Sec

Da uve 90% chardonnay e 10% pinot nero, permane sui lieviti per più di 30 mesi, con un residuo zuccherino di 40 g/L. Un Demi sec di altissimo livello con una nota sapida davvero intrigante. Dovremmo avere tutti sulla nostra tavola un vino così, vuoi per un aperitivo insolito: un finger food a base di sushi oppure di foie gras, oppure per un fine pasto in abbinamento con i lievitati della tradizione ovvero panettone e pandoro.

Bene Eleonora, adesso aspettiamo con ansia le riserve.


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/


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