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    I vini del Grande Vulcano laziale

    I Vini del Grande Vulcano laziale è il titolo della manifestazione organizzata per il prossimo 22 marzo dalla Fisar Roma e Castelli Romani e che avrà luogo a Frascati. Obiettivo dell’evento è valorizzare e promuovere il vino del territorio a partire dal suo prodotto per antonomasia, il Frascati che, nella versione superiore, è una delle tre Docg della Regione Lazio. Un evento importante per un territorio conosciuto, storicamente, più per la capacità di produzione che per i suoi aspetti qualitativi e che invece ha in sé aspetti di caratterizzazione produttiva non facilmente riscontrabili su altri territori della nostra penisola.Ne è segno l’alta adesione da parte delle cantine che caratterizzano il territorio di Frascati e Castelli Romani: oltre 40 le realtà che esporranno nei banchi d’assaggio i propri vini e che caratterizzeranno la manifestazione a testimonianza di una presenza produttiva che negli ultimi dieci anni ha fatto della vinificazione di qualità un emblema di questo territorio che ha nelle sue caratteristiche geologiche un aspetto estremamente rilevante dal punto di vista della coltivazione vitivinicola. In un territorio nazionale, l’Italia, che ha una biodiversità se non unica al mondo almeno unica a livello europeo, una diversità di vitigni che non ha concorrenti nell’intero pianeta, la viticoltura di questa zona si fonda su un processo geologico che ne caratterizza le basi.
    L’area dei Castelli Romani e del Lazio più in generale si caratterizza perché testimonianza e frutto di una attività vulcanica primordiale che ne ha condizionato la realtà territoriale. I vitigni dell’aerale di Frascati e dei Castelli Romani si radicano nei resti di eruzioni vulcaniche di grande potenza e rilevanza capaci di rivoltare e portare in superficie le presenze minerali e molecolari presenti nel nocciolo del nostro pianeta.
    Sulle “caldare” di questo Grande Vulcano posano le radici dei vitigni del Lazio e in particolare di Frascati e dei Colli Romani. All’attività geologica della Terra primordiale, ma anche a quella attuale, dobbiamo la fertilità del nostro pianeta e, in parte concorrente, alla vita. La capacità del genere umano di affinare la cultura del fare, in questo caso del vinificare, non sarebbe in grado di sostituirsi a questa ancestrale realtà che è il nostro territorio.
    È con queste premesse, questa volontà di far conoscere, che nasce I vini del Grande Vulcano laziale, perché si possano apprezzare al meglio i prodtti, conoscendone le premesse.
    Ad aiutare a comprendere questa realtà la Masterclass del sommelier Francesco Radiciotti che vi accompagnerà alla scoperta del Luna Mater di Fontana Candida. Il “Luna Mater” è un vino simbolo del recupero della grande tradizione vitivinicola del Frascati. Dalla selezione dei vigneti, tutti con un’età media di oltre cinquant’anni, alla vendemmia, rigorosamente manuale e cadenzata nel tempo in base al perfetto grado di maturazione di ogni vitigno. La masterclass ci proporrà una verticale di questo prodotto proponendo le vendemmie 2021, 2019, 2017, 2015, 2012, 2008 a dimostrazione che il Frascati Superiore Docg non è esclusivamente un vino da “pronta beva”, ma è capace di affinare nel tempo e di reinventarsi con il passare degli anni.
    I Vini del Grande Vulcano Laziale, sabato 22 marzo, Mura del Valadier, Frascati
    H 14.00 presentazione alla stampa
    (ingresso gratuito alla manifestazione previa registrazione a prenotazioni@fisar-roma.it specificando la testata)
    h.15-22 apertura banchi d’assaggio
    h 15.00-17.00 Masterclass Luna Mater
    (ingresso gratuito alla stampa previa indicazione in fase di accredito e fino esaurimento posti)
    Per maggiori informazioni www.fisar-roma.it LEGGI TUTTO

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    Tenuta Carretta presenta la sua interpretazione del Nizza Docg con due nuove etichette

    Tenuta Carretta, storica cantina di Piobesi d’Alba, amplia il proprio percorso di valorizzazione delle grandi denominazioni piemontesi con un progetto dedicato al Nizza DOCG. L’azienda rafforza la visione della famiglia Miroglio di investire nei territori più vocati della regione, grazie agli storici vigneti di proprietà nelle Langhe, Roero, Alta Langa e, dal 2012, anche nel Nizza, portando il know-how di Tenuta Carretta nella denominazione che rappresenta l’apice qualitativo del vitigno barbera. Un lungo percorso di ricerca, condotto con un approccio consapevole e sartoriale, ha portato alla nascita di due nuove etichette: il Nizza Docg Bricco Manera 2021, che esprime l’anima più fresca e immediata della denominazione, e il Nizza Docg Riserva Mora di Sassi 2020, che ne valorizza profondità e longevità.“Per Tenuta Carretta, entrare nella denominazione Nizza Docg ha significato affrontare un lungo percorso di approfondimento per comprendere al meglio le potenzialità di ciascun vigneto.” spiega Paolo Scaiola, Direttore Tecnico e winemaker di Tenuta Carretta. “Abbiamo dedicato anni alla conoscenza di questo territorio, individuando tra i 40 ettari di proprietà le parcelle più vocate, per un totale di 7 ettari. Lo step successivo è stato definire uno stile che rispettasse sia la tipicità della denominazione, sia l’identità della nostra cantina. Il Nizza è una denominazione che sta guadagnando sempre più stima e valore e siamo orgogliosi di poter contribuire alla sua crescita con due vini che ne esprimono diverse sfumature di eccellenza.”
    La denominazione Nizza
    La storia del Nizza Docg affonda le sue radici in un percorso di ricerca e selezione iniziato nel 2002, con la nascita della sottozona “Nizza” all’interno della denominazione Barbera d’Asti Superiore Docg, con il preciso obiettivo di mettere in risalto il carattere più profondo e autentico del vitigno coltivato in un’area più ristretta. Nel 2014 il passo decisivo con la nascita della denominazione di origine Nizza Docg, correlata da un disciplinare che ne tutela l’identità e ne sottolinea la forte vocazione territoriale, restringendo il suo areale di produzione a soli 18 comuni rispetto ai 169 previsti dalla Barbera d’Asti e introducendo un basso limite di resa per ettaro.
    “Il Nizza è la più alta espressione della barbera, un vino che nasce da un percorso di valorizzazione lungo e ponderato – spiega Paolo Scaiola – e che si fonda su un territorio fortemente identitario. Da disciplinare di produzione, i vigneti devono trovarsi in situazioni collinari, con esposizioni esclusivamente da sud-ovest e sud-est. Le rese per ettaro sono basse, con un limite massimo di 70 quintali per ettaro, aspetto fondamentale per la barbera in quanto è un vitigno naturalmente molto produttivo, richiedendo importanti diradamenti e molte attenzioni in vigna per esprimere il meglio di sé”.
    Nizza Bricco Manera 2021
    Le annate 2020 e 2021 sono state entrambe caratterizzate da temperature elevate, in un periodo in cui l’evidenza del cambiamento climatico ha iniziato a imporsi con forza. “L’annata 2021 è stata una delle più calde degli ultimi 60 anni. Un gennaio molto piovoso ha permesso alle piante di non soffrire di grande stress ma aprile ha visto una gelata molto importante e repentina – in gergo chiamata “gelata nera” – che ha parzialmente colpito sia i fondovalle che le parti più alte delle colline, causando la perdita del 10% dei primi germogli.” racconta Scaiola. L’estate è stata particolarmente calda, soprattutto tra luglio e agosto, ma le notti fresche hanno contribuito a mantenere un buon equilibrio nella fase vegeto-produttiva. Nonostante le riserve idriche accumulate con le piogge primaverili, il deficit idrico complessivo è stato del 50% in più rispetto alla media, causando un leggero stress idrico alle piante, mitigato però dalla presenza di tufo, capace di trattenere e rilasciare l’acqua con gradualità. Nonostante l’anticipo della vendemmia, iniziata una settimana prima rispetto al consueto, la 2021 è considerata comunque un’annata di ottima qualità, riuscendo a mantenere le note di pienezza e freschezza.
    Le uve del Nizza Bricco Manera provengono da vigneti con esposizione sud-est, con la presenza di tufo in profondità, che consente alle radici di svilupparsi con maggiore facilità, dando origine ad un vino più accessibile e immediato. La vendemmia è svolta manualmente nella seconda decade di settembre. La vinificazione prevede una macerazione di due settimane a temperatura controllata (20-25°C), seguita da un affinamento di almeno sei mesi in tonneaux di rovere francese, per un totale di 18 mesi prima della commercializzazione. Nel bicchiere si presenta con un colore rosso rubino, con riflessi violacei. Il naso è caratterizzato da sentori freschi di ciliegia, vaniglia e spezie dolci, mentre in bocca si distingue per la sua cremosità e per un perfetto equilibrio tra struttura e bevibilità.
    Nizza Bricco Manera 2021, con una produzione di circa 13.000 bottiglie, è disponibile a partire dalla primavera 2025.

    Nizza Riserva Mora di Sassi 2020
    L’annata 2020 si è distinta per abbondanti nevicate invernali, che hanno garantito una buona riserva idrica e apportato dolcezza ai vini. L’inverno, mite e piovoso, è stato seguito da una primavera con precipitazioni moderate, soprattutto concentrate nel mese di maggio, e da un’estate molto calda ma non troppo siccitosa. A settembre, il progressivo abbassamento delle temperature ha segnato il passaggio a un clima autunnale ideale, con giornate luminose e pomeriggi freschi, favorendo un’escursione termica ottimale per lo sviluppo aromatico.
    La vendemmia è risultata di grandissima qualità, grazie a un andamento climatico favorevole e alla qualità delle uve portate in cantina, con un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità. La dolcezza portata dalle riserve idriche accumulate con le nevicate invernali ha reso eventuali lunghi affinamenti superflui, preservando la freschezza tipica della Barbera e dando origine a vini che coniugano austerità e sapori di grande fascino a un facile approccio.
    Il vigneto Mora di Sassi si trova in territorio di Nizza Monferrato, in una delle zone più vocate della denominazione. Esposto a sud-ovest, a un’altitudine compresa tra i 150 e i 350 metri sul livello del mare, si contraddistingue per il suolo di tessitura sabbiosa, con depositi marini molto grossolani, e per l’alta concentrazione di tufo superficiale che rende il suolo difficile da penetrare dalle radici, inducendo uno stress naturale nella vite che porta a una maggiore concentrazione nel frutto. Naturalmente vocato alla produzione di un Nizza Riserva, questo vigneto richiede cure accorte, come un più spinto diradamento della produzione.
    La vinificazione prevede una macerazione che può raggiungere anche le quattro settimane, con una parte svolta direttamente in tonneaux, seguita da un affinamento di 12 mesi in barriques di rovere francese. Dopo due anni di affinamento in bottiglia, per un totale di 30 mesi minimo dalla vendemmia, il Nizza Riserva Mora di Sassi 2020 sarà disponibile sul mercato in autunno, con una tiratura limitata di sole 3.000 bottiglie.
    Nel calice, il vino si distingue per un colore più intenso, con sfumature porpora. Al naso esprime una grande ampiezza aromatica, con spezie, cacao e frutta nera, mentre al palato è succoso e persistente, caratterizzato da note di prugna, da una struttura importante e da una lunga persistenza. LEGGI TUTTO

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    Maso Martis: 2mila mq di vigneto per sperimentare l’agroecologia

    Ha preso il via a inizio 2025 la nuova sperimentazione di viticoltura rigenerativa di Maso Martis: la maison spumantistica trentina, certificata biologica dal 2013, ha infatti deciso di fare un passo ancora più in là e di intraprendere un percorso di agroecologia. Un nuovo approccio di coltivazione rigenerativa e biologica che pone al centro la salute della pianta, del suolo e dell’ecosistema, nell’ottica di una sostenibilità a lungo termine anche attraverso il riciclo a favore di un’economia circolare e di una rete di collaborazione tra aziende locali.
    Attualmente, il test si sta svolgendo su 8 filiari di Chardonnay e Pinot Meunier: sono circa 2.000 mq di vigneto destinati a questa sperimentazione, guidata da Maddalena Stelzer, che dirige l’azienda con la sorella maggiore Alessandra. Un nuovo approccio rigenerativo che riutilizza anche alcuni scarti alimentari per produrre preparati e trattamenti da utilizzare nei terreni e sul fogliame. Valorizzare lo scarto come risorsa, anziché rifiuto, è uno dei principi agroecologici alla base di queste innovative tecniche centrate sulla relazione mutualistica tra microbiologia e vite.
    Con la consulenza tecnica di Mattia Brignoli di Fattoria Radis (Val Rendena), Maso Martis sta collaudando un progetto triennale con l’obiettivo, nel 2027, di ridurre del 50% i trattamenti fitosanitari consentiti dalle pratiche dell’agricoltura biologica.
    Certificata ICEA dal 2013, la cantina Maso Martis ha sempre fatto della sostenibilità e della cura della terra una priorità: «Con la viticultura rigenerativa, alla quale mi sono avvicinata recentemente dopo aver frequentato un corso di Eitfood Education – spiega Maddalena Stelzer – vogliamo integrare la microbiologia benefica nella nostra coltivazione e, attraverso analisi del terreno, delle acque e della linfa fogliare durante il ciclo vegetativo, creare un ecosistema il più naturale possibile utilizzando per il trattamento del vigneto alcuni preparati biologici naturali che vanno a riattivare il microbiota suolo/pianta e integrare la pianta aiutando il suo sistema immunitario a contrastare malattie fungine o altre patologie a cui la vite è soggetta».
    L’obiettivo che Maso Martis si è prefissato è ambizioso: creare un agrosistema più resiliente e ridurre del 50% gli interventi fitosanitari andando a ottimizzare risorse economiche (con un risparmio di circa 15.000 euro all’anno sull’acquisto di prodotti e trattamenti) ma anche incentivare un virtuoso sistema di economia circolare e zero waste sul territorio. LEGGI TUTTO

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    Viticoltura circolare: Maso Martis ridisegna il futuro del biologico

    All’inizio del 2025, Maso Martis ha dato il via a una nuova sperimentazione di viticoltura rigenerativa, segnando un ulteriore passo avanti nella sua filosofia produttiva orientata alla sostenibilità. La storica maison trentina, certificata biologica dal 2013, ha deciso di integrare i principi dell’agroecologia, ponendo al centro la salute del suolo, delle piante e dell’intero ecosistema. Un approccio che non solo migliora la resilienza della vigna, ma favorisce anche il riciclo e l’economia circolare, rafforzando la collaborazione con le aziende locali.

    Attualmente, la sperimentazione interessa otto filiari di chardonnay e pinot meunier, per un totale di circa 2.000 mq di vigneto. Il progetto, guidato da Maddalena Stelzer insieme alla sorella Alessandra, introduce tecniche innovative che prevedono l’utilizzo di scarti alimentari per la produzione di trattamenti biologici destinati al terreno e al fogliame. Un metodo che valorizza il rifiuto trasformandolo in risorsa, favorendo la simbiosi tra la microbiologia del suolo e la vite.

    preparazione idrolizzato di pesce

    Con il supporto tecnico di Mattia Brignoli di Fattoria Radis (Val Rendena), Maso Martis ha avviato un programma triennale con l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso di trattamenti fitosanitari consentiti nell’agricoltura biologica entro il 2027.

    Cover crops in 2000 mq di vigneto e ammendante microbico con lettiera di bosco sale marino integrale e amido

    “Mi sono avvicinata alla viticoltura rigenerativa dopo aver seguito un corso di Eitfood Education – spiega Maddalena Stelzer – e oggi vogliamo integrare la microbiologia benefica nei nostri vigneti. Attraverso analisi approfondite del suolo, delle acque e della linfa fogliare, puntiamo a creare un ecosistema il più naturale possibile, utilizzando preparati biologici che attivano il microbiota e rafforzano il sistema immunitario della vite contro malattie fungine e altre patologie.”

    Cover crops in 2000 mq di vigneto e ammendante microbico con lettiera di bosco sale marino integrale e amido

    Oltre a migliorare la salute della vigna, il progetto punta a una gestione più efficiente delle risorse, con un risparmio stimato di circa 15.000 euro annui sui prodotti fitosanitari.

    Cover crops in 2000 mq di vigneto e ammendante microbico con lettiera di bosco sale marino integrale e amido

    Uno degli aspetti più innovativi della sperimentazione è l’impiego di idrolizzati di pesce come integratori per la vite, una tecnica ispirata ad antiche pratiche agricole dell’Impero Egizio e Romano. “Lo zucchero estrae i liquidi dagli scarti di pesce, avviando un processo di fermentazione di 6-8 mesi che trasforma questi materiali in un composto ricco di nutrienti essenziali – spiega Mattia Brignoli –. Gli elementi rilasciati, come azoto, fosforo, potassio e calcio, stimolano la crescita della vite e rafforzano il suo metabolismo.”

    Cover crops in 2000 mq di vigneto e ammendante microbico con lettiera di bosco sale marino integrale e amido

    A febbraio sono stati eseguiti i primi interventi di agroecologia, con ulteriori applicazioni previste nei mesi primaverili ed estivi. Tra le tecniche adottate, la semina di cover crops e l’uso di ammendanti microbici a base di lettiera di bosco, sale marino integrale e amido. “La microbiologia del suolo è responsabile del 90% della mineralizzazione, un processo essenziale per la nutrizione delle piante e l’ottimizzazione della fotosintesi”, aggiunge Brignoli.

    Isola di fertilità_ compost

    Questa nuova direzione riflette lo spirito pionieristico di Maso Martis, ereditato dal fondatore Antonio Stelzer, che ha sempre creduto in una viticoltura rispettosa dell’ambiente. “Nostro padre ci ha insegnato a prenderci cura dei vigneti come della nostra casa – racconta Maddalena Stelzer –. La sua visione biologica è alla base del nostro lavoro e oggi vogliamo proseguire su questa strada, innovando e sperimentando nuove tecniche sostenibili.”

    Di fronte alle sfide del cambiamento climatico, Maso Martis conferma il proprio impegno nella viticoltura biologica e nella ricerca di metodi naturali per preservare la biodiversità. “Ogni bottiglia deve raccontare la storia dell’annata e del terroir – conclude Alessandra Stelzer –. Per questo la nostra sperimentazione coinvolge non solo la vigna, ma anche il lavoro di squadra tra viticoltori ed enologi: un progetto collettivo che guarda al futuro con consapevolezza e responsabilità.”

    A Proposito di Maso Martis

    Fondata nel 1990 da Antonio Stelzer e Roberta Giuriali, Maso Martis è oggi una delle realtà più premiate della spumantistica nazionale. Situata a Martignano, ai piedi del Monte Calisio, la cantina si distingue per la produzione di spumanti Metodo Classico, realizzati esclusivamente con uve provenienti dai 12 ettari di vigneto di proprietà, condotti secondo i principi dell’agricoltura biologica.

    Fin dall’inizio, l’azienda ha scelto di dedicarsi quasi esclusivamente alla spumantizzazione con Metodo Classico, in un’epoca in cui questa tipologia non aveva ancora raggiunto il prestigio che oggi vanta sotto il marchio Trentodoc. Oggi, la produzione si attesta intorno alle 120mila bottiglie all’anno, con il 95% della distribuzione concentrata in Italia e una presenza consolidata anche nei mercati esteri, tra cui Europa, Giappone e Stati Uniti.

    Alla guida dell’azienda, Antonio Stelzer e Roberta Giuriali sono oggi affiancati dalle figlie Alessandra e Maddalena, che contribuiscono con nuova energia e prospettive all’evoluzione della cantina. L’attenzione alla qualità inizia in vigna, dove ogni intervento è mirato a rispettare le peculiarità del territorio e dell’annata. Il terreno montano, coltivato fin dalla fine dell’Ottocento, beneficia di un’ottima esposizione e della costante ventilazione alpina, elementi che contribuiscono alla creazione di spumanti di grande finezza ed eleganza.

    Il lavoro quotidiano è supportato da un team di esperti: Daniele Tomasi e Daniel Fedrizzi seguono la vigna, mentre in cantina operano Matteo Ferrari ed Edoardo Tamanini, garantendo che ogni bottiglia esprima al meglio il carattere del terroir.

    ph Alice Russolo LEGGI TUTTO

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    XV ed. della manifestazione “DiVin Nosiola, quando il vino si fa Santo” che celebra la Nosiola

    Tutto pronto per DiVinNosiola, l’evento che celebra la Valle dei Laghi attraverso la sua storia, i suoi sapori e il suo fiore all’occhiello: la Nosiola, unico vitigno autoctono del Trentino a bacca bianca. Ad attendere i visitatori un ricco programma tra cultura, degustazioni guidate, trekking nella natura e, per la prima volta, un inedito tour in trenino tra le cantine: per scoprire l’unicità del Vino Santo Trentino DOC, presidio Slow Food e del Vino Nosiola.L’aria si riempie della dolcezza dell’uva passita, che regala un assaggio degli inebrianti sapori di questo territorio, e che è presto seguita dalle note aromatiche del Vino Santo, indiscusso protagonista dell’evento celebrativo dei gioielli enogastronomici della Valle dei Laghi. DiVinNosiola torna ricco di novità con la sua quindicesima edizione, dal 12 al 26 aprile: un’occasione unica per immergersi in un’antica tradizione viticola-enologica fatta di gesti pazienti e saperi tramandati, dove ogni bottiglia racchiude il respiro della terra e il tempo lento della trasformazione.
    Incantevole territorio adagiato tra il Lago di Garda e Trento, a nord della zona di Sarche, antico alveo del fiume Adige ed oggi oasi naturale dove il turchese dei laghi abbraccia il verde dei rigogliosi frutteti e vigneti, la Valle dei Laghi fa da suggestivo sfondo ad un evento dedicato alla sua identità così intimamente legata alla produzione di due tipologie di vinificazione della Nosiola, unico vitigno storico-autoctono del Trentino a frutto bianco. Si tratta del fresco e delicato Vino Nosiola, con un aroma elegantemente fruttato che ricorda le nocciole appena colte, e del pregiato Vino Santo Trentino DOC, presidio Slow Food, che si distingue per eleganza e complessità aromatica con le sue raffinate dolci note di miele, albicocca e spezie. Autentico vino da meditazione, quest’ultimo è conosciuto anche come il “passito dei passiti”, grazie al suo lungo e meticoloso processo di produzione. Le uve Nosiola vengono lasciate ad appassire naturalmente per mesi sui graticci, chiamati aréle in dialetto locale, accarezzate dal costante soffio del vento che scende dalle Dolomiti del Brenta e dall’“Ora del Garda”, la brezza gentile che dal Lago di Garda attraversa la Valle dei Laghi. A renderlo unico è lo sviluppo all’interno dei grappoli di muffe nobili, che favoriscono una straordinaria concentrazione zuccherina, donando al vino un sapore inconfondibile.
    Questo patrimonio culturale è mantenuto vivo con determinazione dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC che riunisce sei aziende agricole, ognuna delle quali lo interpreta con uno stile unico ed inconfondibile. Tanti gli appuntamenti per riscoprirlo, a cominciare dall’imperdibile Rito della spremitura, previsto per sabato 12 aprile, un evento collettivo che da tempo immemore riunisce la comunità durante la Settimana Santa per il simbolico passaggio dall’appassimento alla vinificazione. E ancora, per conoscere a fondo il Vino Santo ed il Vino Nosiola, imperdibili le degustazioni guidate come “Gustodivino” e la masterclass “Passione Passito”, entrambe con la partecipazione del celebre sommelier Giuseppe Carrus di Gambero Rosso. Il ricco programma prevede inoltre: un nuovo itinerario in carrozza a bordo del Nosiola Express, il Trenino del Vino Santo con inedite visite alle cantine in compagnia dei vignaioli, impreziosite dalle prelibatezze preparate dagli chef dell’Alleanza Slow Food; momenti dedicati ad arte, spettacolo e musica, e piacevoli escursioni enoturistiche, tra cui esclusivo trekking dedicato alla biodiversità con attività di foraging, per scoprire gli angoli più suggestivi del territorio tra castelli, laghi, prati e vigneti.
    IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO
    DEGUSTAZIONI
    Dal Rito della Spremitura alla tavola: degustazioni che raccontano una storia di eccellenza.
    Ad inaugurare questa quindicesima edizione sarà proprio il Rito della Spremitura, che avrà luogo presso l’Azienda Agricola F.lli Pisoni di Pergolese, sabato 12 aprile, in collaborazione con la Confraternita della Vite e del Vino. Una straordinaria occasione d’incontro che racconta di tradizioni collettive e sapori condivisi che permette di assistere al rituale passaggio dall’appassimento alla vinificazione del Vino Santo, frutto di lavoro, tempo e dedizione, nonché prezioso simbolo del territorio.
    Giovedì 17, presso il Palazzo Roccabruna di Trento, si terrà la Masterclass “Dalla Nosiola al Vino Santo”, con Aurora Endrici, esperta in comunicazione del vino. L’Enoteca provinciale del Trentino ospiterà i partecipanti perché possano scoprire le numerose declinazioni del vitigno bianco della Nosiola e del Vino Santo Trentino DOC. Tre annate di Vino Santo e tre Nosiola saranno abbinate, durante la degustazione, a prodotti tipici Trentini, per assaporare appieno questo territorio.
    Giovedì 24, presso l’Azienda agricola Giovanni Poli di S.Massenza, in compagnia del sommelier Giuseppe Carrus di Gambero Rosso e vicecuratore della guida Vini d’Italia, si terranno la Masterclass “Passione Passito”, un affascinante percorso tra storia, profumi e sapori del Vino Santo Trentino, nel quale degustare sei annate storiche di questa prelibatezza -una per ogni cantina che lo produce-; e “Gustodivino”, un viaggio enogastronomico d’autore tra i vini Nosiola, Vino Santo e cucina trentina interpretata creativamente dallo chef Walter Miori. In un’atmosfera informale ed amichevole, aperta sia agli estimatori che ai curiosi, i vignaioli proporranno un’esperienza del gusto inedita, raccontando la versatilità dell’autoctona Nosiola.
    ESPERIENZE
    Ogni sorso un’esperienza: ecco quali vivere per l’occasione.
    Quest’anno, un’entusiasmante novità per scoprire i segreti della produzione vinicola: il 21 e il 26 aprile, il Nosiola Express – Il trenino del VinoSanto porterà gli ospiti in un evocativo e suggestivo viaggio in quattro tappe per sei cantine dove conoscere i protagonisti dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino, le loro realtà ed i loro vini, sempre accompagnati da piatti della tradizione trentina preparati dai cuochi dell’Alleanza Slow Food. Il percorso ad anello, con partenza e ritorno a Sarche, permetterà di assaporare delizie locali ma anche di ammirare bellezze storiche come Castel Toblino e Castel Madruzzo, alcuni piccoli borghi, i laghi di Toblino e S. Massenza ed i coltivi della Nosiola, accompagnati da un’esperta guida del territorio.
    Due sono poi le iniziative in cartellone per L’arte in Vigna, un’esperienza di interpretazione del vino dagli echi classici attraverso teatro, musica.. e danza. Sabato 12, presso l’Azienda agricola F.lli Pisoni di Pergolese, al termine del Rito della Spremitura, la travolgente energia del Duo di Fisarmoniche Tonelli che animerà il pubblico nell’evento intitolato “Il vino e la musica” con ritmi e melodie dal sapore antico, uno spettacolo tra le vigne capace di evocare emozioni e stimolare tutti i sensi; per finire con un brindisi di Nosiola, in abbinamento ad un piatto della tradizione.Venerdì 25, invece, presso l’Azienda Agricola Francesco Poli di Santa Massenza, la Compagnia SupernovaK sarà protagonista di “Il vino e il teatro” con “La bottiglia in campo”, degustazione sceneggiata di una bottiglia di vino nel suo vigneto. Una dilettevole escursione tra le vigne con degustazione sensoriale accompagnata dagli attori della compagnia, che delizieranno con racconti ricchi di curiosità e metafore.
    ESCURSIONI
    Il vino a passo lento: tutte le escursioni in programma.
    Ricco è il programma di Cammini diVini, escursioni enoturistiche che esploreranno i suggestivi angoli della Valle dei Laghi per scoprire borghi, castelli, laghi e attraversare i vigneti per conoscere e toccare con mano le uve caratteristiche della zona. Ogni passo sarà arricchito da curiosità enogastronomiche locali, visite a cantine vinicole e degustazioni immerse in un paesaggio mozzafiato.
    Sabato 12 aprile il Cammino tra coltivi e chiesette, trekking guidato che parte da Ponte Oliveti e arriva a Pergolese, percorre un sentiero tra i coltivi della Nosiola fino a raggiungere la Chiesetta dei Santi Mauro Grato e Giocondo. Raggiunto Calavino ed esplorate le vigne, ci si addentrerà nel bosco fino alla Chiesetta di San Siro, che sarà possibile visitare e dove ci fermeremo a pranzare al sacco. Proseguiamo poi percorrendo un tratto della strada romana e raggiungere la Cantina F.lli Pisoni.. Segue il Rito della Spremitura e lo spettacolo musicale.
    Domenica 13, invece, si terrà Trekcooking lungo la Strada Romana, un light trekking con partenza dalla Cantina Pedrotti, immerso tra muretti a secco, per scoprire, in compagnia di un botanico, la biodiversità locale e raccogliere le erbe spontanee della zona. Tornati in cantina, un cuoco dell’Alleanza Slow Food propone un cooking show per imparare ad utilizzarle; si potranno, così, gustare tutte le specialità, accompagnate da Vino Nosiola e Vino Santo!
    Il cammino dell’acqua, venerdì 25, partirà dalla Centrale Idroelettrica di S. Massenza, borgo gioiello della Valle dei Laghi noto per i suoi distillati. Il suggestivo itinerario lungo il lago che si immette nel sentiero della Roggia di Calavino racconta il legame indissolubile tra il paese e la sua acqua, e non manca di un tratto tra i vigneti della Nosiola. Arrivati alla Cantina, si assisterà allo spettacolo “La bottiglia in campo” dove degustare la Nosiola e il Vino Santo.
    INFO
    Email: info@vinosantotrentino.it
    Web: www.vinosantotrentino.it LEGGI TUTTO

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    Il Barolo dell’Ottimismo: un nuovo capitolo della collezione Renaissance

    Fontanafredda presenta la quarta edizione del progetto “Renaissance, Parole illustri per una nuova umanità”, iniziato nel 2022 in occasione del 30° anniversario del Barolo Serralunga d’Alba, la prima menzione comunale al mondo di un Barolo. Il vino icona di Fontanafredda – storico produttore di Barolo e dei grandi vini delle Langhe con 120 ettari di vigneti certificati biologici che circondano il primo Villaggio Narrante d’Italia – è diventato così uno strumento per interpretare un nuovo Rinascimento: il Rinascimento Verde. Con la collaborazione di grandi scrittori contemporanei e rinomati illustratori italiani, questo Barolo viene raccontato attraverso tre forme d’arte: l’arte di fare il vino, l’arte di scrivere e quella di raffigurare. Dieci anni per esplorare i valori e i sentimenti che nella storia dell’umanità hanno ispirato le grandi rinascite della nostra civiltà. Una vera e propria collezione iniziata dalla Speranza, un desiderio che parte da noi stessi e ci porta ad avere Fiducia, sentimento che genera Coraggio che fa prevalere l’Ottimismo, protagonista dell’annata 2021. L’ottimismo, parole illustri per una nuova umanità
    La quarta edizione di Renaissance si arricchisce della prefazione di Oscar Farinetti, della monografia dal titolo “Libero Tutti” della scrittrice Chiara Gamberale e dell’opera visiva dell’illustratore Riccardo Guasco. Autrice di successo, Gamberale ha esordito nel 1999 con Una vita sottile – premio Opera Prima Orient-Express – i suoi romanzi, tradotti in 14 paesi, hanno conquistato le classifiche in Spagna e America Latina. Riccardo Guasco, illustratore e pittore piemontese, ha collaborato con testate internazionali come The New Yorker, Los Angeles Magazine e Vogue. Vincitore di premi prestigiosi, tra cui Premio ILLUSTRI 2019, categoria “Lavoro personale” e Society of Illustrators New York 58th, categoria “Pubblicità”, ha interpretato il tema dell’Ottimismo con l’opera “L’ottimismo, una forza interiore”. L’illustrazione, attraverso il simbolo della maschera, rappresenta la metafora della doppia visione del mondo, dove convivono ottimismo e malinconia, felicità e tristezza, con immagini che evocano allegria e spensieratezza ma che possono nascondere dietro il sorriso dolore e sofferenza. Un’incalzante rappresentazione del racconto di Chiara Gamberale, in cui possiamo immedesimarci nella storia del protagonista in una doppia narrazione dei fatti: “Siamo tutti “Libero”, il nostro futuro ci sorride, sta a noi non farlo smettere. Tutti possiamo andare incontro a quello che crediamo di meritare. Basta decidere come raccontare e come immaginare, scegliendo di stare dalla parte dell’ottimismo”.
    «Il vero ottimista non ignora le difficoltà, ma ne prende coscienza e cerca di risolverle con pensieri, parole e azioni» spiega Oscar Farinetti. «Essere ottimisti, dunque, non è solo un sentimento, ma è un modo di essere che si traduce in azioni concrete per affrontare i problemi con spirito di comunità. Dobbiamo smettere di lamentarci e agire per risolvere le sfide del mondo moderno, come la crisi climatica. Nel nostro piccolo, nel 2024, abbiamo creato Bosco Vigna, piantando oltre 170 piante all’interno delle nostre vigne, per promuovere la biodiversità nei nostri vigneti e ridurre l’impatto della monocultura intensiva. Non ci fermiamo qui: nel 2025 pianteremo oltre 50 nuove grandi piante e continueremo a espandere il nostro impegno. Vogliamo ripristinare e migliorare la biodiversità di tutto il nostro sistema, con nuove aree verdi di piante alberate e siepi di varie specie nel Villaggio Narrante, oltre al ripristino di aree umide per ricreare un ecosistema ideale per anfibi, piante acquatiche e piante arboree».
    Rigenerazione culturale e ambientale, quella che propone Fontanafredda, che dal 2020 con il Rinascimento Verde ha ridisegnato i paradigmi del passato adattandoli all’oggi per anticipare il futuro. Una visione dove il rispetto per la terra non conta nulla se non diventa anche rispetto per le persone. Dunque, dopo la certificazione Biologica, la certificazione Equalitas con il primo Bilancio di Sostenibilità del 2020, la conversione a packaging più sostenibili, un uso consapevole dell’energia e dell’acqua, ci si è accorti che servivano nuovi sentimenti.
    Slide Presentazione Barolo Renaissance 2025
    Barolo Renaissance 2021
    Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2021 è l’espressione di un’annata complessa, segnata da sfide climatiche ma capace di regalare grandi soddisfazioni. Nonostante le oscillazioni climatiche estreme – tra gelate tardive, temporali, grandinate estive e siccità – il risultato è sorprendente in termini di qualità delle uve, con grappoli sani e maturi e una dotazione polifenolica ideale per vini longevi ed equilibrati. Dopo un affinamento di circa 30 mesi in botte di rovere e ulteriori 6-8 mesi in cemento, nasce un Barolo dal carattere luminoso, espressione di ottimismo e resilienza di fronte alle avversità. Il colore rosso granato brillante introduce un bouquet fresco di agrumi e piccoli frutti rossi, mentre al palato si distingue per armonia, freschezza e un finale sapido e persistente. Un vino capace di esprimere fin da subito le sue qualità, offrendo un’immediata bevibilità, ma con un potenziale di evoluzione straordinario, in grado di durare nel tempo fino a 25-30 anni. Il tappo SÜBR di Vinventions, il primo micro-naturale al mondo privo di poliuretano e senza difetti olfattivi, garantisce la conservazione della freschezza del vino e un ottimale affinamento in cantina grazie a un ingresso di ossigeno controllato. Il Barolo Renaissance 2021 è da oggi disponibile nel formato standard e in un’edizione speciale da 1,5 litri.
    Circolo dei Lettori di Torino e Ristorante Del Cambio
    La presentazione della quarta edizione di Renaissance, Parole illustri per una nuova umanità si è svolta a Torino al Circolo dei Lettori e, successivamente, al ristorante Del Cambio – massimo rappresentante dell’eleganza e della raffinatezza sabauda – con la degustazione in anteprima dell’annata 2021 del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba. Per l’occasione, Fontanafredda e Del Cambio hanno presentato “Abbiamo rifatto l’Italia”, un viaggio nella storia per ritrovare la rinascita del presente. Due secoli dopo, Vittorio Emanuele II incontra Camillo Benso di Cavour in un percorso di degustazione che celebra il legame tra due icone del Risorgimento italiano. Nel 1858, il primo Re d’Italia fondava Fontanafredda, destinata a diventare una delle più importanti realtà vitivinicole delle Langhe. L’anno successivo, nel 1859, Cavour pronunciava la celebre frase “Abbiamo fatto la storia e adesso andiamo a mangiare”, proprio dirigendosi a Del Cambio, il ristorante che ancora oggi incarna lo spirito della tradizione gastronomica piemontese. A guidare la degustazione Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano e Brand Ambassador di Vinventions. L’esperienza ha preso il via con l’assaggio in anteprima esclusiva dell’Alta Langa DOCG Vigna Gatinera 120 mesi, per poi proseguire con una verticale di Barolo del Comune di Serralunga d’Alba Renaissance con le annate 2020 Coraggio, 2019 Fiducia e 2018 Speranza (Top 100 Wine Spectator 2022), fino all’assaggio in anteprima esclusiva dell’annata 2021 dedicata all’Ottimismo. A chiudere l’esperienza, il Moscato d’Asti DOCG Moncucco 2023. Ad accompagnare i vini, un menu studiato dallo chef Matteo Baronetto: Cubo di carne cruda e asparagi, Agnolotti alla piemontese e il Gianduiotto Del Cambio, omaggio alla dolce tradizione torinese. LEGGI TUTTO

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    Cavazza porta le vecchie annate a ProWein 2025: un viaggio nel tempo attraverso i vini dei Colli Berici

    Cavazza si prepara a stupire il pubblico internazionale di ProWein 2025, la prestigiosa fiera del vino in programma a Düsseldorf dal 16 al 18 marzo, con un’inedita selezione di vecchie annate.Per la prima volta l’azienda di Montebello Vicentino, che sarà presente alla Hall 16 stand F33, porterà in degustazione un listino interamente dedicato a vini d’archivio, testimoniando il valore e la longevità delle produzioni dei Colli Berici.
    Dopo un lungo e meticoloso lavoro di archiviazione Cavazza è oggi in grado di offrire ai professionisti del settore e agli appassionati un viaggio nel tempo, attraverso etichette che raccontano l’evoluzione e il potenziale dell’invecchiamento. L’obiettivo è dimostrare come le particolari condizioni pedoclimatiche della zona e la filosofia produttiva della cantina possano esaltare struttura, complessità ed eleganza nel corso degli anni.
    “Crediamo che l’invecchiamento sia una chiave di lettura fondamentale per comprendere la vera essenza del nostro territorio”, spiega Stefano Cavazza, alla guida dell’azienda insieme ai cugini Andrea, Mattia ed Elisa, quarta generazione della famiglia. “Questa selezione esclusiva ci permette di condividere la nostra storia e la nostra visione con il pubblico internazionale, offrendo vini che sfidano il tempo e rivelano tutta la loro espressività.”
    Tra le annate d’eccezione protagoniste a Düsseldorf, spiccano il Cabernet Cicogna 2013, il Merlot Cicogna 2015 e il Merlot Cicogna 2017, etichette che incarnano l’ambizione del progetto di invecchiamento e l’identità autentica dei Colli Berici.
    Oltre alle vecchie annate, Cavazza proporrà anche una selezione di vini più giovani, sia della zona dei Colli Berici che del territorio vulcanico di Gambellara, per offrire una panoramica completa della sua produzione.
    L’appuntamento con Cavazza a ProWein 2025 sarà un’opportunità unica per scoprire il fascino dell’invecchiamento e apprezzare la qualità senza tempo dei vini firmati Cavazza.
    Cavazza
    L’azienda agricola Cavazza nasce nel 1928 a Montebello Vicentino. Da allora è stato uno dei più importanti interpreti della Garganega coltivata nella zona del Gambellara Classico DOC, una piccola denominazione che sorge su un vulcano spento, di antica origine, che ancora oggi conferisce un particolare carattere ai vini che vi si producono. Negli anni ’80 la famiglia decide di puntare su un altro territorio, quello dei Colli Berici, di origine marina e adatto alla produzione di vini rossi identitari sia da uve autoctone come il Tai Rosso che internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Adoggi si contano 130 ettari vitati nelle due denominazioni per una produzione di 600.000 bottiglie. L’azienda è certificata SQNPI, ed è molto focalizzata sulla preservazione della biodiversità e sull’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili.
    Per maggiori informazioni: www.cavazzawine.com LEGGI TUTTO

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    “Miglior Sommelier della Liguria Junior”: vincono Anna della Casagrande e Gabriele Alfano

    Si è tenuta oggi, martedì 4 marzo 2025, all’Istituto Alberghiero Marco Polo di Genova la II edizione del concorso regionale “Il Miglior Sommelier della Liguria Junior”, organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier della Liguria con il patrocinio del Comune di Genova e il supporto di Camera di Commercio di Genova.Per quanto riguarda le sezioni quinte, a vincere il titolo di “Miglior Sommelier della Liguria junior” è Anna della Casagrande, 18 anni proveniente da Camogli, studentessa dell’Istituto Marco Polo di Camogli. Seconda classificata Asia Leonardini, 20 anni, di Rapallo, dell’Istituto Marco Polo di Camogli; terzo classificato Pietro d’Anna, genovese di 19 anni, dell’Istituto Bergese.
    Per le sezioni terze e quarte, primo classificato il genovese Gabriele Alfano, di 17 anni, studente dell’Istituto Marco Polo di Genova; secondo il sanremese Luca Notari, 17 anni, dell’Istituto Ruffini Aicardi di Arma di Taggia; terza classificata la chiavarese Giada Albicocco, di 16 anni e frequentante l’Accademia Turismo.
    Al primo classificato di ogni categoria (terze-quarte e quinte) è stato conferito il titolo di “Sommelier della Liguria Junior”, attestato da un diploma di merito nonché una borsa di studio, consistente nell’iscrizione gratuita ai tre livelli del Corso Qualificazione Sommelier Ais. Al secondo classificato di ogni categoria è stato consegnato un diploma di merito e l’iscrizione gratuita al primo e secondo livello del Corso di Qualificazione Sommelier Ais. I terzi classificati di ogni categoria hanno ricevuto, oltre al diploma di merito, l’iscrizione gratuita al primo livello del Corso di Qualificazione Sommelier AIS. A tutti gli altri studenti e studentesse partecipanti di entrambe le categorie, Ais Liguria ha donato attrezzature del sommelier e testi sul mondo del vino.
    Il concorso ha visto la partecipazione di 30 studenti e studentesse appartenenti alle classi terze, quarte e quinte degli istituti liguri: IPSSEOA M. Polo (GE), IPSSEOA N. Bergese (GE), Accademia Turismo Lavagna (GE), IISS B. Marsano, sez. Calvari (GE), ISS Migliorini-Da Vinci di Finale ligure (SV), IS Giancardi Galilei Aicardi, Alassio (SV), ISS Ruffini-Aicardi di Arma di Taggia (IM) e IPSSEOA G. Casini (SP).
    I partecipanti hanno affrontato una prima prova scritta, sulle conoscenze nell’ambito delle tecniche di servizio del sommelier (servizio delle acque, presa della comanda di un vino, presentazione e servizio di un vino), in Enografia Ligure (i “terroir” liguri, le DOC e le IGT, i vitigni più diffusi), nell’analisi sensoriale del vino con metodologia e terminologia AIS e in cenni di abbinamento piatti della tradizione ligure con i vini regionali.
    A seguire, si è svolta la prova pratica finale, con il riconoscimento delle attrezzature del sommelier e dei bicchieri, la presa della comanda di un vino in base a una portata ordinata dal cliente, la mise en place al vassoio dei calici al tavolo del cliente, il servizio del vino al calice e la presentazione orale delle caratteristiche dello stesso. Gli studenti e le studentesse delle classi quinte si occuperanno poi di effettuare il servizio del vino con stappatura di una bottiglia sul guéridon di servizio e, a seguire, dell’analisi sensoriale del vino con commento orale. I partecipanti minorenni non hanno affrontato la prova di degustazione dei vini.
    La giuria che ha eletto i “Miglior Sommelier della Liguria Junior” era composta dal presidente di Ais Liguria Marco Rezzano, da Davide Sacchi, referente didattica Ais Liguria, da Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia, da Giovanni Losio, responsabile di sala della Trattoria Bruxaboschi e da Olguta Donici, sommelier professionista del ristorante San Giorgio.
    Info: https://www.aisliguria.it/ LEGGI TUTTO