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    Nel segno del tempo: Aquileia e i vini che raccontano la storia

    Pochi vini al mondo possono vantare un legame tanto profondo con la storia quanto quelli della DOC Friuli Aquileia. In nessun altro luogo la viticoltura affonda le radici nel cuore di una civiltà millenaria come quella dell’antica Aquileia, snodo commerciale dell’Impero romano, crocevia di culture e custode di saperi. Qui, il vino non è solo prodotto agricolo, ma simbolo di continuità: testimone silenzioso di epoche lontane, oggi capace di raccontare con autenticità l’identità di un territorio che si rinnova senza perdere sé stesso.

    Nel 2025, l’appuntamento con Esplorâ — giunto alla quarta edizione — diventa l’occasione per svelare la vitalità contemporanea di questa denominazione. La Selezione dei vini, giunta alla 62ª edizione, premia le etichette più rappresentative e introduce il nuovo Sigillo d’Argento, riconoscendo la costante crescita qualitativa delle aziende. Ma Esplorâ è soprattutto un invito a guardare da vicino un mosaico fatto di vigne, paesaggi, storie e persone. Un’esperienza che, come la città da cui prende nome, coniuga passato e futuro in un racconto che non smette di sorprendere.

    Una storia millenaria tra viti e pietre

    Aquileia fu fondata nel 181 a.C. come colonia romana e divenne ben presto uno dei centri nevralgici dell’Impero. Crocevia di traffici tra Adriatico, Alpi e Danubio, la città vide nella vite una delle colture simbolo della sua prosperità. A testimoniarlo sono le numerose raffigurazioni musive e i reperti archeologici che collegano la viticoltura all’economia, alla religione e alla vita quotidiana di Aquileia romana.

    La Basilica di Aquileia

    È un’eredità tangibile, che non si è mai spezzata. La presenza continua della vite sul territorio — dalle bonifiche medievali alle sistemazioni ottocentesche — racconta una cultura agricola che ha saputo attraversare i secoli. E oggi, in un contesto di rinnovata attenzione al paesaggio e alla qualità, diventa valore fondante della DOC Friuli Aquileia.

    Roberto Marcolini (Presidente Consorzio Friuli Aquleia) con Giovanni Donda

    I vitigni: autoctoni e internazionali in dialogo

    Il patrimonio ampelografico della denominazione si fonda su un equilibrio tra vitigni storici e varietà introdotte nel Novecento. Accanto ai classici friulano, refosco dal peduncolo rosso, verduzzo friulano e malvasia istriana, si distinguono interpretazioni raffinate di merlot, cabernet franc, sauvignon blanc, chardonnay e pinot grigio. Una compresenza che non è contraddizione, ma cifra stilistica: la DOC Friuli Aquileia rivendica con naturalezza la propria vocazione internazionale, alimentata da secoli di scambi, ma sempre ancorata a un’identità chiara.

    Gli stili produttivi si muovono nel segno dell’equilibrio: vini freschi, nitidi, con una lettura moderna della maturità del frutto, capaci di raccontare la varietà dei suoli e la cura dei vignaioli.

    Terre antiche, clima gentile

    La DOC Aquileia si estende tra il corso dell’Isonzo e quello del Tagliamento, in una pianura disegnata dal tempo e dal lavoro dell’uomo, dove le bonifiche romane e moderne hanno restituito spazio alla vite. I terreni affondano le loro origini in millenni di depositi alluvionali, alternando strati sabbiosi, argillosi e marno-arenacei: una ricchezza geologica che si manifesta anche all’interno dello stesso appezzamento, dando vita a un mosaico di suoli dalle caratteristiche uniche.

    Il clima è mite, dolce per buona parte dell’anno, e sostenuto da una costante ventilazione. Le brezze che risalgono dalla Laguna di Grado portano umidità moderata e un benefico influsso marino, contribuendo a estati calde ma mai torride. Le primavere piovose e l’escursione termica tra giorno e notte favoriscono una maturazione lenta e completa delle uve, intensificando il profilo aromatico nei bianchi e l’equilibrio tra tannini e freschezza nei rossi.

    È questo connubio – tra luce, acqua, vento e terra – a rendere la DOC Friuli Aquileia un luogo naturalmente predisposto alla coltivazione della vite, come già intuivano i Romani. E come confermano oggi i vini che da qui continuano a nascere, espressioni sincere di una terra generosa.

    I riconoscimenti 2025 e il racconto corale di un territorio

    Nel cuore di Esplorâ 2025, la 62ª Selezione dei Vini DOC Friuli Aquileia diventa il momento in cui il territorio si fa voce, memoria e slancio. Otto etichette hanno ottenuto il Sigillo d’Oro, simbolo di un’espressione enologica che, tra coerenza e ricerca, racconta l’identità di una denominazione viva:

    Friulano DOC Friuli Aquileia 2024 – Ca’ Bolani

    Bianco Tamanis DOC Friuli Aquileia 2022 – Ca’ Bolani

    Malvasia DOC Friuli Aquileia 2023 – Mulino delle Tolle

    Traminer Aromatico DOC Friuli Aquileia 2024 – Valpanera

    Merlot DOC Friuli Aquileia 2023 – Cantine Rigonat

    Refosco dal Peduncolo Rosso DOC Friuli Aquileia 2022 – Mulino delle Tolle

    Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva “Campo della Stafula” DOC Friuli Aquileia 2021 – Vini Brojli

    Rosso Tamanis DOC Friuli Aquileia 2020 – Ca’ Bolani

    Tra le novità di quest’anno, il Sigillo d’Argento si affianca ai riconoscimenti principali per valorizzare quelle etichette che, con costanza e passione, hanno compiuto un salto qualitativo notevole. Un segno di attenzione verso chi costruisce ogni giorno il carattere contemporaneo della denominazione, vendemmia dopo vendemmia.

    A Ca’ Bolani va anche il Premio Marco Gottardo, riconoscimento speciale dedicato allo storico viticoltore della DOC, scomparso prematuramente. Un premio che va oltre i numeri, parlando di visione, coerenza e legame profondo con la terra.

    Ed è proprio da questo intreccio di storie, persone e vini che nasce lo spirito di Esplorâ 2025. Un invito rivolto alla stampa internazionale – quest’anno con focus su Austria e Germania – a lasciarsi condurre in un racconto fatto di paesaggi e saperi, di accoglienza e autenticità. Dalle vigne ai nuovi wine bar consorziati, dalla laguna di Grado alla Basilica di Aquileia, fino a Palmanova: un viaggio che apre il territorio al mondo, mostrando con orgoglio ogni sua tessera, nella bellezza di un mosaico che continua a prendere forma.

    Come amavano dire gli antichi romani,“Ubi vinum, ibi patria” — dove c’è il vino, lì c’è la patria.

    Un motto che risuona perfettamente nel cuore della DOC Friuli Aquileia, dove ogni bottiglia è un frammento di storia e un legame indissolubile con la propria terra.

    la foto di copertina è di Isabella Bernardin LEGGI TUTTO

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    Bollicine con vista: nei Colli Berici la bella stagione riparte dalla terrazza di Cà Rovere

    Fondata negli anni ’80 da Bruno Biasin tra le colline di Alonte, in provincia di Vicenza, Cà Rovere è stata la prima cantina a produrre spumanti Metodo Classico nei Colli Berici, diventando oggi una realtà di riferimento. Oggi alla guida c’è la terza generazione della famiglia, che racconta il territorio attraverso bollicine eleganti e piene di personalità, nate dalla Garganega autoctona e dallo Chardonnay.Con circa 35.000 bottiglie prodotte ogni anno e sette spumanti metodo classico in gamma – tra cui spiccano il Brut Blanc de Blanc, il Brut Nature e il Rosé – Cà Rovere continua a distinguersi per uno stile fresco, preciso e sempre più attento alla sostenibilità. Al centro del progetto, la volontà di coniugare avanguardia e radici, valorizzando il sapere familiare con una gestione consapevole delle viti, dei vini e del paesaggio che li circonda.
    Un luogo dove il lavoro in vigna si intreccia all’accoglienza, tra esperienze da vivere e il piacere di sentirsi a casa con un calice in mano. Esperienze che si svolgono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, palcoscenico naturale da maggio a settembre di una stagione ricca di appuntamenti enogastronomici, culturali e conviviali.
    EVENTI IN TERRAZZA: LA BELLEZZA DEL VINO, TRA CIELO E VIGNE
    Da maggio a settembre, le serate si accendono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, un luogo sospeso tra cielo e vigneti dove il vino incontra il piacere di stare insieme, in un’atmosfera rilassata e vibrante. Ogni appuntamento è un invito a vivere il gusto con leggerezza, tra tramonti spettacolari, musica, sapori autentici e buona compagnia. Tutti i mercoledì e venerdì, dal 16 maggio al 19 settembre, torna Il Classico in Terrazza, evento giunto alla quarta edizione dopo il successo degli anni precedenti. La terrazza si apre alle degustazioni libere: bollicine di casa, cicchetti, taglieri con formaggi e salumi locali.
    Non c’è un menu fisso né un prezzo prestabilito: si sceglie, si assaggia, si condivide. È l’occasione perfetta per lasciarsi guidare dal momento e godersi il vino nel suo habitat più naturale. Novità del 2025 è l’AperiYoga: da giugno a settembre, ogni primo giovedì del mese una lezione al tramonto con Roberta di Beyond Asana, seguita da un calice di spumante Brut, un calice di Sisto Bianco e una degustazione di prodotti del territorio sulla terrazza (€35). Un’esperienza di benessere a tutto tondo, dove corpo, mente e gusto trovano il loro equilibrio perfetto.

    Il calendario si arricchisce poi di eventi speciali, pensati per chi ama unire esperienze diverse in un’unica serata. Il 28 maggio arriva Afro Sunset: un aperitivo al tramonto con il DJ set di Alberto Pinato, sonorità afro, vibrazioni estive con degustazioni libere di cicchetti e spumanti, senza menu fisso né prezzo prestabilito. Un modo frizzante per dare il benvenuto alla bella stagione. Il 18 giugno, spazio ai sapori emiliani con l’Aperitivo Gnocco, in collaborazione con il food truck “Gnock & Roll”: gnocchi fritti gourmet e tortellini modenesi abbinati a due calici a scelta (€35). Il 23 luglio la terrazza diventa un palcoscenico sotto le stelle con la Sparkling Voice Dinner: una cena completa accompagnata da DJ set, bollicine e microfoni aperti per chi ha voglia di mettersi in gioco e cantare con gli amici (€35). Ogni tavolo può diventare il centro della scena.
    Tutte le info e le prenotazioni sono disponibili su https://www.carovere.it/pages/eventi. In caso di maltempo, gli eventi si svolgono nella sala degustazione interna, ad eccezione dell’AperiYoga, che verrà posticipato.
    LA NUOVA GENERAZIONE BIASIN: INNOVAZIONE E IDENTITÀ
    Oggi Cà Rovere è guidata dalla terza generazione della famiglia Biasin: Matteo, Marco e Marcella, che hanno rilanciato l’identità della cantina puntando su sostenibilità, qualità e accoglienza. Matteo ha introdotto la viticoltura ragionata, riducendo l’impatto ambientale senza rinunciare all’eccellenza. Marco ha arricchito la produzione con metodi di affinamento innovativi, come l’utilizzo delle botti Clayver, che valorizzano i profumi del vino. Marcella ha dato nuova linfa all’immagine del brand, curando comunicazione, eventi e relazioni con il pubblico. Con 30 ettari coltivati e una visione condivisa, Cà Rovere rappresenta oggi un modello virtuoso di azienda agricola a conduzione familiare, radicata nel territorio ma proiettata verso il futuro. LEGGI TUTTO

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    Cantina Valtidone torna al Teatro La Fenice per ricevere una Medaglia d’Oro

    Alla 64° edizione del Concorso Enologico nazionale dei vini DOCG, DOC e IGT di Pramaggiore (Venezia), Cantina Valtidone conquista la Medaglia d’Oro. Il gutturnio, vino tipico piacentino, è stato premiato al Concorso di Pramaggiore, il più antico d’Italia a livello enologico. Questo Concorso è organizzato e svolto nell’ambito della Mostra Nazionale Vini Pramaggiore che quest’anno è giunta alla 79ma edizione.
    Il tre di giugno Cantina Valtidone riceverà la Medaglia d’Oro per Julius Gutturnio Superiore DOC alla cerimonia di premiazione che si terrà nella prestigiosissima sede del Teatro La Fenice di Venezia. Il Concorso di Pramaggiore si avvale di apposite commissioni, che utilizzano il sistema di valutazione “Union Internationale des Oenologues”, e che sono costituite ciascuna da cinque Enologi dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani.
    Le commissioni hanno premiato con Medaglia d’Oro “Julius” Gutturnio Superiore DOC, vino fermo ottenuto da uve selezionate di Barbera e Croatina (localmente detta Bonarda), innovativo nel rispetto della migliore tradizione, che, dopo un breve passaggio in legno di rovere per conferirgli armonia e complessità, affina in bottiglia. Dal colore rosso vivido, con un profumo di frutta matura, leggermente speziato offre un sapore pieno, caldo con un elegante finale di confettura.
    “Il Concorso di Pramaggiore riconosce da anni la qualità dei vini di Cantina Valtidone. Siamo felici che sia stato premiato il vino che rappresenta la nostra provincia: il gutturnio” dichiara il Presidente Gianpaolo Fornasari aggiungendo “Vogliamo condividere anche questo premio con tutti coloro che si prodigano per garantire a Cantina Valtidone questi ottimi risultati: i nostri soci conferitori e i nostri tecnici e cantinieri che, con grande passione e competenza, riescono a valorizzare sempre più il potenziale delle uve della vallata.” LEGGI TUTTO

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    Fonzone partecipa a VinoVip al Forte 2025

    Quest’anno la manifestazione si terrà domenica 8 e lunedì 9 giugno a Forte dei Marmi, all’interno di Villa Bertelli e del suo giardino, cuore del ricco programma che alterna momenti divulgativi, tasting tematici e occasioni di incontro tra operatori, giornalisti e winelover.
    Fra gli appuntamenti principali, Fonzone prenderà parte alla degustazione “Fine Wines Bianchi Italiani”, condotta da Aldo Fiordelli, Senior Editor di James Suckling, in programma domenica 8 giugno dalle 16.30 alle 19.30. Durante questa sessione, Fonzone  presenterà le referenze Elle Effe Ci Greco di Tufo DOCG Riserva 2020 e Sequoia Fiano Riserva 2020.
    “Elle Effe Ci e Sequoia rappresentano due interpretazioni diverse ma complementari del nostro territorio. Metterli in degustazione insieme è un invito a scoprire le mille sfumature che la nostra terra può offrire” – dichiara Silvia Campagnuolo Fonzone, Responsabile Comunicazione e volto della nuova generazione dell’azienda di famiglia – “VinoVip è un’occasione unica di incontro e di confronto con chi, come noi, crede nell’eccellenza e nella sostenibilità. Siamo quindi molto felici di poter raccontare la nostra storia e quella della nostra Irpinia all’interno di questa splendida cornice.”
    L’evento prosegue lunedì 9 Giugno con il Grand Tasting di VinoVip, dove Fonzone sarà presente con un’ ulteriore selezione dei suoi vini più rappresentativi:
    Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva 2022
    Oikos Greco di Tufo DOCG Riserva 2022
    Le Mattina Irpinia Falanghina DOC 2022
    Legare Taurasi DOCG Riserva 2019
    Per maggiori informazioni sulla manifestazione: www.civiltadelbere.com/vinovip LEGGI TUTTO

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    Cantina Kurtatsch: l’identità di un territorio, la forza di una comunità

    Nel 2025 Cantina Kurtatsch celebra i 125 anni dalla sua fondazione. Un traguardo importante, che testimonia la continuità di un progetto cooperativo nato nel 1900 e diventato oggi un punto di riferimento per la viticoltura di montagna in Alto Adige. Forte di una storia condivisa, di una visione concreta e del motto Viribus Unitis – con le forze unite – la cantina continua a evolversi, con uno sguardo saldo sul territorio e un impegno collettivo che coinvolge 190 famiglie socie.

    Penon-Kofl

    Un secolo e un quarto di sfide e scelte condivise

    La storia di Cantina Kurtatsch è fatta di passaggi difficili, cambi di paradigma e tappe fondamentali. “I primi decenni furono segnati da difficoltà enormi – racconta Andreas Kofler, presidente della cantina – tra guerra, fillossera e crisi economiche. Ma la svolta arrivò nel secondo dopoguerra, quando si decise di abbandonare l’approccio produttivista per costruire un’identità fondata sulla qualità e sulla conoscenza del territorio.”

    Simbolo concreto di questo cambio di rotta fu il Cabernet Sauvignon Riserva Freienfeld, presentato con il millesimo 1988: un vino che ancora oggi rappresenta l’ambizione della cantina. A quel momento seguirono investimenti importanti, una riconversione dei vigneti e una crescente attenzione al rapporto tra varietà, suolo, altitudine e microclima. Oggi come allora, è la forza della cooperazione a rendere possibile tutto questo.

    Glen

    Negli ultimi vent’anni Cantina Kurtatsch ha rinnovato la propria immagine, ampliato la sede con un’architettura ispirata ai materiali locali, e consolidato il suo modello di sviluppo fondato sulla partecipazione, sulla responsabilità condivisa e su un forte senso di appartenenza.

    Graun

    Altitudini, parcelle, comunità: il valore del dettaglio

    Con una superficie frammentata in piccoli appezzamenti – in media un ettaro per socio – distribuiti tra i 220 e i 900 metri di altitudine, la cantina può contare su una straordinaria varietà di condizioni pedoclimatiche. “Ogni vigneto ha le sue caratteristiche, ogni vino è il risultato di un equilibrio unico – spiega Kofler – e questa ricchezza richiede un impegno costante da parte dei soci, che conoscono il proprio terreno palmo a palmo.”

    È proprio questa relazione profonda con le vigne a rendere possibile una viticoltura di precisione, in grado di valorizzare al meglio le zone più vocate. Non a caso, Cantina Kurtatsch è oggi la realtà altoatesina con il maggior numero di etichette riconosciute come Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), tra cui spiccano nomi come Graun, Penon, Glen, Mazon e Brenntal. Una leadership che conferma la centralità del legame tra vitigno, territorio e identità.

    Penon-Hofstatt

    Coerenza, innovazione e rispetto

    Tra il 2014 e il 2020, la cantina ha condiviso con i propri soci una Carta della Sostenibilità che ha definito linee guida comuni su ambiente, lavoro e responsabilità. “Il nostro approccio è quello della coerenza – afferma Kofler –: agiamo con piccoli passi, tutti condivisi, ma sempre nella stessa direzione. Non cerchiamo slogan, ma risultati concreti.”

    Brenntal

    Oggi la cooperativa accoglie al suo interno viticoltura biologica, biodinamica e integrata (secondo il protocollo SQNPI), con l’obiettivo, dal 2026, di una certificazione integrata al 100%. Nel frattempo, sono state avviate numerose azioni: dall’installazione di impianti fotovoltaici alla riduzione degli imballaggi, fino alla scelta di bottiglie alleggerite per abbattere l’impronta di carbonio.

    Un esempio emblematico è la rinnovata linea Selection, che si presenta con una veste grafica essenziale e moderna, una bottiglia più leggera (395 g) e un packaging composto per il 75% da materiale riciclato. Un cambiamento estetico che riflette un’evoluzione sostanziale e che, nel linguaggio visivo, unisce simboli alpini e mediterranei per raccontare l’identità del territorio.

    Un modello cooperativo che guarda lontano

    Nel mondo del vino, la forma cooperativa richiede visione, ascolto e tempo. A Kurtatsch questo modello è diventato un motore di sviluppo culturale oltre che economico, capace di coinvolgere nuove generazioni e restituire valore al paesaggio, alla comunità e alla storia locale. Il 125° anniversario non è solo un traguardo, ma un’occasione per rinnovare l’impegno a costruire il futuro, rimanendo fedeli alla nostra identità collettiva, viribus unitis. LEGGI TUTTO

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    Vignamaggio presenta l’annata 2021 del Chianti Classico DOCG Terre di Prenzano

    Vignamaggio, storica tenuta situata tra Greve e Panzano in Chianti, presenta l’annata 2021 del Chianti Classico DOCG Terre di Prenzano, ottenuto da sole uve Sangiovese coltivate nelle microzone di Prenzano – Petriolo e Orto – Poggio Asciutto. Il vino nasce all’interno di una delle aziende agricole più antiche d’Italia, con oltre sei secoli di storia e un approccio policolturale che integra produzione vitivinicola, paesaggio e ospitalità. Terre di Prenzano è il Chianti Classico d’Annata secondo Vignamaggio: una lettura essenziale, nitida e profondamente territoriale del Chianti Classico.Annata 2021
    “L’estate 2021 è stata calda e siccitosa, ma le piogge delle settimane prima della vendemmia hanno letteralmente rinvigorito le piante, fermando i fenomeni di stress idrico,” racconta Francesco Naldi, Responsabile Agricoltura di Vignamaggio.
    “A primavera c’era stata una gelata che aveva ridotto le produzioni, migliorando però la qualità del prodotto finale. Le uve sono arrivate a perfetta maturazione. Nel complesso, un’ottima annata con punte di eccellenza.”
    I vigneti: Prenzano – Petriolo, Orto – Poggio Asciutto
    Il nome del vino, Terre di Prenzano, richiama proprio il territorio da cui provengono la maggior parte delle sue uve: la zona di Prenzano – Petriolo, collocata nella parte più alta dell’azienda, tra i 340 e i 400 metri di altitudine. Qui, su versanti esposti a sud-ovest e suoli tendenzialmente sciolti con buona presenza di scheletro, derivati dall’arenaria del Macigno, il Sangiovese assume un profilo equilibrato, con struttura media e un’espressività fruttata marcata.
    Le parcelle di Orto – Poggio Asciutto, esposte a est sono invece soggette a condizioni più fresche e ventilate, specie nelle annate siccitose. I suoli sono variegati, appartenenti al complesso caotico delle argille scagliose e completano il quadro con una componente di finezza, verticalità e tensione, contribuendo all’armonia complessiva del vino.
    Vinificazione e Affinamento
    La vinificazione avviene in acciaio, con fermentazione e macerazione sulle bucce per circa 10 giorni, durante i quali si effettuano rimontaggi e délestage per favorire un’estrazione equilibrata. Dopo la svinatura, il vino completa la fermentazione malolattica e affina in botti di rovere da 20 a 40 ettolitri, dove riposa per 12-14 mesi. Seguono almeno 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. La produzione è di circa 130.000 bottiglie.
    Note di degustazione
    Il vino si presenta di un colore rosso rubino intenso. Al naso spiccano i profumi varietali del Sangiovese – ciliegia e altri piccoli frutti rossi – accompagnati da una leggera nota boisé, discreta e integrata. In bocca è morbido, avvolgente, con tannini setosi e un finale armonico e persistente. Un Chianti Classico sincero, pensato per accompagnare con naturalezza la tavola quotidiana, ma capace anche di sorprendere per la sua autenticità.
    www.vignamaggio.com LEGGI TUTTO

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    Vino, arte e cioccolato: Roeno gioca su gusto e bellezza per un turismo multisensoriale

    Roeno, azienda vitivinicola di Brentino Belluno (Verona), arricchisce l’offerta enoturistica con Vino & Cioccolato e Il vino è arte, due nuove esperienze pensate per coinvolgere gli ospiti in un contesto che fonde eleganza, gusto e creatività.
    La prima proposta è un percorso multisensoriale che nasce dalla collaborazione con la cioccolateria artigianale Exquisita di Rovereto (Trento) e abbina tre vini della cantina ad altrettanti cioccolatini dipinti a mano, ottenuti da fave di cacao provenienti dai migliori terroir del mondo. La degustazione si apre con il Roeno Trentodoc che accompagna il cioccolato salato, quello speziato invece esalta le note floreali e fruttate del Repanda Solaris, per poi concludere con Cristina – Vendemmia Tardiva, un vino dolce che si sposa perfettamente al cioccolato piccante.
    L’esperienza Il vino è arte invita gli ospiti a immergersi nella bellezza della Terradeiforti. Su una tela bianca i partecipanti potranno tradurre in immagini le emozioni e le impressioni suscitate dalle referenze in degustazione: i protagonisti saranno il Trentodoc, il Mattj Pinot Grigio Macerato e l’Enantio Red Point. L’attività è aperta a tutti, non richiede alcuna competenza artistica e verrà presentata durante il Trentodoc Festival 2025, in programma dal 26 al 28 settembre.
    Roeno offre anche un ampio ventaglio di esperienze pensate per raccontare il territorio e i suoi vini, disponibili tutto l’anno. Dalla passeggiata tra i filari ultracentenari di Enantio con visita in bottaia, parte del percorso Terradeiforti, alla proposta Le Firme che racconta le etichette più rappresentative dell’azienda. Non mancano esplorazioni enoiche dedicate agli amanti del Riesling, alla linea Le Selezioni e alla realtà altoatesina Von Blumen & Flowers.
    Infine, Roeno è il luogo ideale per attività di team building: il Blind Tasting mette alla prova i sensi dei partecipanti in un contesto giocoso e coinvolgente; con Crea il tuo vino, invece, i gruppi potranno realizzare una cuvée personalizzata. Per le aziende dislocate su più sedi, la cantina ha pensato alla formula Digital Wine Tasting, degustazioni da remoto guidate da un esperto degustatore.
    Tutte le attività sono disponibili solo su prenotazione, per informazioni è possibile consultare il sito www.cantinaroeno.com LEGGI TUTTO

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    Vistorta apre le sue porte per Cantine Aperte 2025

    Sabato 24 e domenica 25 maggio 2024, la tenuta Vistorta di Sacile (PN) apre le sue porte per l’atteso appuntamento di Cantine Aperte, evento organizzato dal Movimento Turismo del Vino FVG che ogni anno attira wine lovers e visitatori, desiderosi di esplorare le radici del territorio attraverso visite guidate e degustazioni. Il fine settimana sarà così un’occasione unica per scoprire l’anima vinicola di Vistorta, immersa in un contesto naturalistico e architettonico d’eccellenza.Il programma si snoda per l’intero weekend, dalle 10.00 alle 18.00, con degustazioni dei vini prodotti dall’azienda, passeggiate guidate nel suggestivo parco ottocentesco con partenze ogni ora, e laboratori dedicati alla coltivazione delle orchidee, che si terranno sabato alle 15.00 e domenica alle 10.00.
    Ma il momento clou sarà l’Aperitivo in Cantina, in programma sabato 24 maggio dalle 19.00 alle 21.00, un’esperienza da non perdere per chi vuole vivere la tenuta in un’atmosfera più intima e conviviale. Gli ospiti potranno gustare una raffinata selezione di etichette Vistorta accompagnata da proposte gastronomiche del territorio, pensate per esaltare il legame tra il vino e il suo territorio.
    Tra i vini più rappresentativi di Vistorta spicca il Merlot Vistorta, fiore all’occhiello della produzione, un rosso elegante e longevo che incarna l’anima del territorio friulano e gli studi di Brandino Brandolini d’Adda e dell’enologo Alec Ongaro su questo vitigno. Accanto a lui, il binomio Bianca e Brando, due vini da monovitigno (rispettivamente 100% friulano e 100% merlot) che vengono prodotti con tecniche tradizionali come la prolungata macerazione sulle bucce, le follature manuali, le fermentazioni spontanee in botti aperte.
    Cantine Aperte a Vistorta offre l’occasione di entrare in quello che è uno dei luoghi più suggestivi del Friuli Venezia Giulia. Nel cuore del borgo di Vistorta, a Sacile (PN), sorge la storica villa in stile neoclassico completata nel 1872, circondata da un parco di sette ettari progettato negli anni Sessanta dal celebre paesaggista inglese Russell Page. Appartenente alla famiglia Brandolini d’Adda fin dal 1780, la tenuta è un esempio virtuoso di viticoltura biologica e cura del paesaggio. Il parco, popolato da alberi monumentali e attraversato da eleganti specchi d’acqua, fa parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani. Un luogo dove il fascino della storia, la quiete della natura e la tradizione agricola convivono in perfetto equilibrio, rendendolo una vera perla del territorio.
    Info e prenotazione obbligatoria a vistorta@vistorta.it e 0434 71135 LEGGI TUTTO