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    Germania, Canada, Regno Unito e Italia: il Soave ai nastri di partenza

    Gli attuali trend di mercato richiedono vini freschi, sapidi e dal moderato contenuto alcolico? Il Soave risponde e lo fa attraverso un fitto calendario di attività promozionali che vedranno nei prossimi mesi la denominazione veronese protagonista di azioni promozionali in Canada, Germania, Regno Unito e Italia.In collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada per il 2025 verranno attivate una serie di attività finalizzate all’incremento delle vendite, al miglioramento della notorietà del brand, all’inserimento di nuove referenze per quanto concerne il Monopolio del Quebec – SAQ (Societé des Alchools du Québec); per quanto concerne invece l’importazione privata si andrà a lavorare per spingere ulteriormente la presenza del Soave nella ristorazione e nell’hotellerie.
    Il Consorzio del Soave è impegnato con misure promozionali sul mercato canadese dal 2020, anno in cui sono state avviate attività di formazione per il mondo della sommelierie. Nei prossimi dodici mesi, forti delle competenze diffuse tra gli operatori in oltre quattro anni di attività con più di 500 sommelier e addetti alle vendite formati, si andrà così a lavorare su azioni a respiro più commerciale, volte a favorire la presenza del Soave nei wine shop e nelle carte vini dei ristoranti.
    La Germania si conferma un mercato chiave per il Soave nel 2025, con la partecipazione al Prowein di Dusseldorf a marzo. Questa fiera rappresenta una vetrina strategica per il vino Soave, un’occasione unica per presentare le diverse interpretazioni del bianco veronese e per incontrare operatori del settore provenienti da tutto il mondo.
    Mineralità, freschezza, sapidità e longevità sono gli elementi distintivi del Soave (Hall 15 stand C67) che il mercato tedesco dimostra da sempre di apprezzare.Quest’anno poi verrà data particolare enfasi alle potenzialità evolutive del Soave con una speciale masterclass dal titolo “Soave: the evolution from freshness to longevity”, organizzata in collaborazione con ICE e rivolta a operatori di settore e sommelier. Presso lo stand del Consorzio, inoltre, è prevista la visita di una selezione di sommelier tedeschi interessati a conoscere le diverse interpretazioni del Soave. L’obiettivo è di rafforzare la conoscenza del vino Soave nel mercato tedesco, sottolineando la sua unicità e la sua capacità di evolvere nel tempo. Di freschezza e longevità si tonerà nuovamente a parlare con una serie di masterclass coordinate dalla rivista Vinum, rivolte sempre alla ristorazione e agli operatori tedeschi.
    Nel Regno Unito in collaborazione con la Master of Wine Sarah Abbott prosegue l’attività di promozione della denominazione del Soave, forte di quanto portato a termine lo scorso anno. L’azione è supportata dal crescente interesse che questo vino bianco veronese sta suscitando tra i consumatori britannici, particolarmente attratti da vini bianchi in grado di evolvere nel tempo.  A giugno, inoltre, si terrà un incoming sulle colline del Soave che vedrà la partecipazione di una selezionata rosa di giornalisti, wine educator e operatori impegnati sulla piazza di Londra.
    Accanto alle piazze estere il mercato italiano conferma la sua primaria importanza.A tale riguardo Vinitaly ad aprile, rappresenta una tappa fondamentale. Qui il Consorzio (Pad 5 G6) tornerà a parlare di paesaggio e di GIAHS (Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale) con degustazioni mirate, volte a raccontare quanto un paesaggio possa influire sulla percezione di un vino.
    Strategica sarà poi la partnership con AIS, con l’organizzazione di diverse masterclass rivolte a sommelier e aspiranti sommelier interessati ad approfondire la conoscenza del Soave, della sua naturale freschezza e della sua predisposizione all’invecchiamento.
    «Abbiamo di fronte mesi di intensa attività – commenta Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio del Soave -. Abbiamo definito una strategia promozionale mirata, con un focus sui mercati esteri di Canada, Germania e Regno Unito, e una forte attenzione al mercato domestico e all’Italia. Il nostro obiettivo è di valorizzare il Soave, un vino unico per la sua freschezza, mineralità e longevità, e di promuoverlo a livello internazionale. Siamo convinti che il Soave abbia un grande potenziale di crescita soprattutto oggi che i consumatori sembrano prediligere vini freschi, sapidi e con un moderato contenuto alcolico». LEGGI TUTTO

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    Mille e Una Notte 2021 Special Edition per la serie Netflix Il Gattopardo

    Donnafugata annuncia la collaborazione con Netflix in occasione dell’uscita della serie Il Gattopardo che sarà rilasciata in tutti i paesi in cui il servizio è disponibile in 6 episodi il prossimo 5 marzo 2025. Una sinergia che dà vita all’esclusiva Mille e una Notte 2021 Special Edition.La serie Netflix Il Gattopardo è ispirata al capolavoro di Tomasi di Lampedusa, in cui Donnafugata è il nome dei possedimenti del protagonista. Non poteva quindi che essere Donnafugata il vino voluto da Netflix per rendere omaggio a questo racconto ambientato nel cuore della Sicilia occidentale, nelle “terre del Gattopardo”, proprio là dove sono i vigneti dell’azienda siciliana. Qui nascono piccole produzioni di pregio, quali Mille e una Notte, Tancredi, Angheli e Sedàra, vini che rendono omaggio ad un grande classico della letteratura italiana. Un ulteriore e importante traguardo nel dialogo tra vino e patrimonio culturale.
    Mille e Una Notte nasce dal sogno di Giacomo e Gabriella Rallo, fondatori di Donnafugata: inizia così la storia di un grande rosso che ridefinisce la percezione del vino siciliano a livello internazionale, incarnando l’approccio artigianale dell’azienda, che oggi simboleggia la sicilianità elegante che si ritrova nella serie Netflix Il Gattopardo. Come avviene nella trama della serie, ogni bottiglia racchiude un racconto che attraversa i paesaggi della Sicilia in un’atmosfera senza tempo, trasformando ogni sorso in un viaggio fra le radici più profonde dell’isola.
    “Questa sinergia è motivo di grande orgoglio per noi”, afferma José Rallo di Donnafugata. “Con Mille e Una Notte 2021 Special Edition vogliamo raccontare il cuore e l’anima della Sicilia, proprio come fa Netflix con la serie Il Gattopardo. La prova che il vino è un vero veicolo di cultura.”. Continua José Rallo: “Attraverso questa speciale partnership, Donnafugata intende rafforzare il proprio ruolo di azienda ambasciatrice del Made in Italy”.
    “L’annata 2021 di Mille e Una Notte si distingue per un’eleganza straordinaria – dichiara Antonio Rallo di Donnafugata-. Le condizioni favorevoli dell’annata, la cura che noi tutti investiamo nel lavoro in campo e nei meticolosi processi di vinificazione e affinamento, rendono Mille e una Notte Special Edition 2021 il vino perfetto per raccontare la Sicilia al mondo”.
    Fin dal principio, Donnafugata ha legato la sua identità aziendale all’arte. La Sicilia, con i colori del paesaggio mediterraneo, suggerisce una costante ricerca di bellezza in luoghi dove la storia e la letteratura si intrecciano in modo indissolubile. L’etichetta storica di Mille e una Notte si arricchisce di eleganti dettagli barocchi, per omaggiare una storia senza tempo che ha influenzato la cultura italiana e internazionale. la prova che questa partnership rafforza il dialogo tra arte e vino. Con la sua essenza unica, Mille e Una Notte 2021 Special Edition è un vino adatto al collezionista più raffinato e al giovane wine lover alla ricerca di un’autentica esperienza di gusto.
    Mille e Una Notte 2021 Special Edition non è solo un vino: è una dichiarazione d’amore per la Sicilia, capace di unire la narrazione visiva di Netflix con l’artigianalità e l’innovazione di Donnafugata. LEGGI TUTTO

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    Luce, il vino icona di Tenuta Luce compie 30 anni

    Tenuta Luce presenta Luce 2022, la vendemmia che segna un importante traguardo storico: il 30° anniversario dalla prima vendemmia prodotta, la 1993. Un percorso che, fin dall’origine, ha unito tradizione e innovazione, dando vita a un vino che, vendemmia dopo vendemmia, ha saputo divenire icona nel mondo.“Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino” racconta Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi, che continua “È un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione, che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico. Ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. Luce ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro: è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture.”
    Per celebrare i 30 anni di Luce è stata coinvolta la Casa d’Aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto nel mondo e anche per tracciarne la storia evolutiva di ogni singola vendemmia. Per tale progetto, Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, ha assaggiato tutt’e 30 le vendemmie con Lamberto Frescobaldi e l’enologo Alessandro Marini aiutando nella stesura di The Anthology, un testo unico che racconta, attraverso le note di degustazione di ogni singola vendemmia (1993-2022), la storia di Luce e il suo percorso dall’origine a oggi.
    “Nel settembre 2024 sono stato entusiasta di partecipare su invito alla degustazione verticale della trentesima vendemmia di Luce, il vino icona di Tenuta Luce a Montalcino, in Toscana” racconta Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, che continua, “La degustazione ha compreso 30 vendemmie di Luce, da quella inaugurale del 1993 all’ultima del 2022. Come compagno di questa esperienza, ho avuto l’onore di avere il Marchese Lamberto Frescobaldi. La degustazione verticale è stata un’opportunità affascinante per studiare l’evoluzione dei vini della Tenuta sia negli stili enologici sia nella complessità aggiuntiva dell’affinamento in bottiglia. L’evento ha avuto inizio con un campione di vasca dell’annata 2022, un inizio promettente: questo vino, già emozionante e armonico, preannuncia un futuro estremamente brillante. La degustazione ha messo in evidenza molte annate straordinarie, dimostrando l’alta qualità e la freschezza di tutte le annate di Luce, oltre alla loro indubbia capacità di evolvere e affinarsi in bottiglia.”
    Alla base della filosofia produttiva di Luce c’è fin dal principio, l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve da cui è ottenuto: il risultato di un perfetto equilibrio tra vitigno e territorio. Ogni intervento dell’uomo avviene da sempre in forma minimale e non invasiva, con il principale obiettivo di proteggere questa armonia.
    Luce fu dunque concepito fin dalla prima vendemmia come l’armonico punto d’incontro tra l’eleganza e la struttura del Sangiovese, vitigno autoctono, con la rotondità e la pienezza del Merlot.
    Ne è conferma la trentesima vendemmia, Luce 2022: un vino che, grazie alla sua struttura e complessità, è adatto per un lungo affinamento in bottiglia, evolvendo ulteriormente con il trascorrere degli anni. Rappresenta l’essenza di ciò che Tenuta Luce ha sempre voluto offrire ai propri estimatori: un vino che racconta la passione per la terra e per il vino, la voglia di innovare e il rispetto per il territorio.
    LUCE 2022
    La stagione climatica 2022 è iniziata con un inverno rigido e secco. In seguito, il ciclo della vite è stato accompagnato da una primavera con poche piogge e da un rapido innalzamento delle temperature diurne a partire dal mese di maggio. Queste condizioni hanno favorito un’ottima fioritura tra la fine di maggio e l’inizio di giugno per entrambe le varietà. Durante l’estate il clima è rimasto caldo e secco, le piante in queste condizioni sono riuscite ad autoregolarsi al meglio, arrivando in ottime condizioni vegetative alla fase di invaiatura avvenuta agli inizi di agosto. Il 28 di luglio ed il 15 agosto si sono registrate due piogge molto importanti di 30mm ciascuna che hanno portato sollievo alle piante e avviato la fase di maturazione delle uve.
    La vendemmia è iniziata il 28 agosto, con grappoli piccoli in ottimo stato sanitario. La raccolta è stata leggermente anticipata, per preservare al massimo la freschezza delle uve e conservare il potenziale aromatico. Settembre è stato perfetto, le temperature si sono abbassate a partire dalla metà del mese, permettendo di avere delle belle escursioni termiche tra giorno e notte, ottime al completamento della maturazione del sangiovese.
    Luce 2022 si presenta di un colore rosso rubino brillante. Al naso esprime fresche sensazioni di frutti rossi, come ribes e melograno circondati da aromi delicati floreali. Al palato, l’ingresso è avvolgente, continua in un sorso fresco e vibrante che, accompagnato da tannini dolci, introduce un finale sapido di grande lunghezza.
    Tenuta Luce
    Sulle alte colline toscane di Montalcino sorgono i vigneti di Luce, immersi nella natura. A est, le antiche mura di Montalcino, paese legato alla civiltà etrusca, si ergono ancora maestose. Più a sud, l’antico vulcano Monte Amiata domina il paesaggio medievale della Val d’Orcia. La macchia mediterranea, un ecosistema di querce, pini e altre piante, con cespugli di ginepro, circonda Tenuta Luce, proteggendo le viti. Le fresche brezze provenienti dal Mar Tirreno, anche nelle ore più calde dell’estate, circondano i filari favorendo il raggiungimento, al momento della vendemmia, del giusto apporto di acidità delle uve. Boschi fitti, intensa luce solare e uve fresche e sane, sono indissolubilmente legati all’uvaggio di Luce, proprio come voluto dai fondatori. I ricchi tannini e la consistenza succosa del Merlot sono mitigati dalla tensione, dalla finezza e dalla luminosità del Sangiovese. Ciliegie, violette, scorze d’arancia, cioccolato, liquirizia: tutto sboccia vividamente dalla luce calda, dall’argilla umida e dallo scisto sassoso, con sorprendente chiarezza. I vigneti di Luce, situati nella parte più alta della Tenuta, sono esposti a sud-est e sud-ovest per catturare la mite luce del sole pomeridiano, beneficiando delle notti fresche.
    La luce brillante, l’aria fresca e ventilata favorita dalla particolare esposizione, unitamente alla varietà dei suoli e delle altitudini, fanno di Tenuta Luce un luogo d’elezione, dove l’equilibrio di tutti questi elementi viene custodito con profondo rispetto. Un rispetto che continua fino in cantina, dove ogni passaggio viene svolto con la massima cura, per la valorizzazione di quella preziosa armonia raggiunta in vigna tra Sangiovese e Merlot.
    Da questa filosofia e da questo terroir irripetibile nasce Luce, che con l’annata 2022 celebra 30 vendemmie. Un vino solare di grande equilibro e di eccezionale freschezza, che esprime con eleganza tutto il suo carattere mediterraneo.
    www.tenutaluce.com LEGGI TUTTO

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    Completato lo studio di zonazione dei vigneti di Tenuta di Artimino

    Il percorso di valorizzazione della Tenuta di Artimino ha preso avvio nel 2022 con l’importante studio di zonazione dell’intera tenuta viticola, un progetto strategico che ha visto la collaborazione del dott. Luca Toninato e dell’esperto di zonazioni Stefano Pinzauti, precursore della materia in Italia. Questo studio rappresenta il primo tassello di un ambizioso piano di sviluppo che punta alla crescita internazionale dei vini della Tenuta e alla valorizzazione dell’intero ecosistema agricolo, che si estende su oltre 700 ettari tra vigneti, oliveti, boschi e terreni coltivati.Parallelamente alla zonazione, la Tenuta ha avviato un percorso di certificazione della sostenibilità: dopo aver ottenuto la certificazione di processo SQNPI per la produzione viticola e olivicola, è ormai in fase conclusiva il processo di certificazione EQUALITAS, a conferma dell’impegno della famiglia Olmo per una gestione agricola responsabile e innovativa.
    La Tenuta di Artimino, con la sua storica Villa Medicea del 1596, rappresenta un patrimonio unico nel panorama vitivinicolo toscano. Oggi, sotto la guida della terza generazione della famiglia Olmo, si apre un nuovo capitolo, improntato su innovazione, sostenibilità e qualità. Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo hanno scelto di investire su un progetto strutturato, avvalendosi di esperti di fama internazionale come il Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, responsabile della ricerca vitivinicola, Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale e Presidente di Assoenologi, e Vincenzo Ercolino, manager con una consolidata esperienza nel mondo del vino.
    “Sono orgoglioso di far parte di questa squadra” ha dichiarato Riccardo Cotarella “la Tenuta di Artimino rappresenta un patrimonio straordinario, dove la storia del vino affonda le radici in epoca etrusca e si intreccia con la visione illuminata della famiglia Medici. La famiglia Olmo ha saputo raccogliere questa eredità con rispetto e lungimiranza, coniugando tradizione e innovazione attraverso una viticoltura responsabile e sostenibile”.
    Le prove di vinificazione effe uate, per tre anni di fila, dal team di Riccardo Cotarella hanno consen to di accoppiare i da rileva dalle indagini pedologiche con i risulta in can na così da determinare una vera e propria mappa delle potenzialità delle vigne di Armino.
    Un progetto innovativo per esaltare il terroir
    Lo studio di zonazione, durato quasi due anni, è stato condotto con metodologie avanzate, tra cui analisi tradizionali e strumenti satellitari di ultima generazione. Questo lavoro ha permesso di approfondire la conoscenza delle caratteristiche pedoclimatiche della Tenuta di Artimino, situata all’interno del Barco Reale, l’antica riserva di caccia dei Medici. Ne è emersa una grande ricchezza di suoli e microclimi, con una straordinaria biodiversità che comprende oltre 26 varietà di vitigni. Anche il comparto olivicolo è stato oggetto di analisi e valorizzazione, con l’obiettivo di sviluppare una nuova linea di oli di altissima qualità fortemente legati alla tradizione agricola della Tenuta.
    Su queste basi è nato “CENTO OLIVI” l’Olio Extravergine di Oliva IGP che riprende la passione e la conoscenza della contessa Carolina Sommaruga Maraini, che nel 1911, quando era proprietaria di Artimino, riconobbe il valore delle 318 piante di olivo, varietà Mignola, disposte nella Tenuta tra la località Poggilarca e il borgo di Poggio alla Malva. Oggi come allora, le olive di queste maestose piante centenarie danno vita a un olio straordinario caratterizzato dalla raccolta manuale e dalla spremitura a freddo per preservare la qualità eccezionale del prodotto. Al naso porta i profumi della campagna di Artimino, si distingue per i suoi intensi sentori erbacei e le note di carciofo mentre al palato offre un equilibrio armonico tra amaro e piccante, con un finale elegante e persistente.
    “Vogliamo che Artimino cresca insieme al suo territorio” afferma Annabella Pascale “abbiamo un grande passato alle spalle e guardiamo al futuro con ambizione. Nella tarda primavera presenteremo la nostra nuova linea premium di vini monovarietali e al prossimo Vinitaly Riccardo Cotarella svelerà alcune delle nuove etichette in anteprima.”

    La ricerca in ambito agrario e vitivinicolo continuerà a essere un punto cardine della strategia della Tenuta, supportata anche dagli studi della Fondazione Giuseppe Olmo, nata a fine 2024 e dedicata alla memoria del grande campione di ciclismo e imprenditore Giuseppe Olmo, che acquistò la tenuta nel 1980. Con 78 ettari vitati, la Tenuta di Artimino rappresenta una realtà di primo piano nelle denominazioni DOCG Carmignano e DOC Chianti Montalbano. I vitigni storici della Tenuta includono il Sangiovese, presente fin dal XVII secolo come attestano fonti storiche medicee, il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon (noto come “uva francesca”, introdotta in Toscana da Caterina de’ Medici).
    Recentemente, la ricerca ha portato alla riscoperta di vitigni rari come il Petit Manseng, che, grazie all’intuizione di Riccardo Cotarella, è stato inserito nel blend del nuovo Artumes 2023, un bianco a base di Trebbiano, caratterizzato da una freschezza e complessità aromatica senza precedenti. Molti altri i vitigni di origine francese presen ad Armino tra cui lo Chardonnay ed il Sauvignon per i bianchi ed il Pe t Verdot ed il raro Carmenere per i rossi.
    “Questo progetto nasce dalla volontà di elevare l’intera Tenuta” conclude Annabella Pascale “abbiamo già rinnovato e riposizionato la nostra hotellerie di alto profilo, affidandone la gestione al gruppo Meliá. Ora lavoriamo per far emergere tutta la ricchezza di questa terra straordinaria.” LEGGI TUTTO

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    Vincitori dei Blues & Wine Awards 2024

    Vincono la grande Musica ed il migliore Vino, ma vince fortemente anche la “Bellezza” che ci parla di appuntamenti ammalianti nelle due giornate del Festival e dai diversi appuntamenti.Il Gala del Vino e della Musica, vissuto al Castello Ducale Colonna di Joppolo (vicino ad Agrigento) sabato 22 Febbraio, qualcosa che si ricorderà per tanto tempo e che fa vivere il Blues & Wine come appuntamento più elegante ed importante in tutto il Centro Sud ed in tantissimi Paesi europei.
    Per il Vino vincono rispettivamente i XVIII Blues & Wine Awards:
    Selezione Spumanti
    1° Class. MILAZZO VINI – V38AG Metodo Classico 2021 (Inzolia e Chardonnay) – Campobello di Licata (Agrigento – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 192,30* – 2° Class. Punti 184,50 – Fascia finale 5B (da 5BWS)
    (*Sconta 7 punti di penalizzazione per mancanza della disponibilità delle bottiglie per la finale degli Awards e per avere dovuto condurre altra etichetta – seppure ottima come il “Nature” di Milazzo – con diverso uvaggio)
    Selezione Bianchi
    1° Class. TENUTE PRINCIPI DI SPADAFORA – PRINCIPE G 2021 (Grillo) – Camporeale (Palermo – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 184,52 – 2° Class. Punti 174,59* – Fascia finale 5B
    Selezione Rossi
    1° Class. MORGANTE VINI – DON ANTONIO 2020 (Nero d’Avola) – Grotte (Agrigento – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 198,57 – 2° Class. Punti 196,17 – Fascia finale 5BWS
    Selezione da Dessert
    1° Class. FEUDO DISISA – KRYSOS 2023 (Grillo) – Monreale (Palermo – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 187,20 – 2° Class. Punti 186,35 – Fascia Finale 5B
    Il famoso V38AG abbassa le 5BWS per 7 punti di penalità ma consegue lo stesso le 5B con stessa bottiglia di eccellenza di gamma come il “Nature”.
    Da notare come i due rossi, per la prima volta nella storia degli Awards ottengono entrambe le 5BWS, nonostante vincitore sia il Nero d’Avola “Don Antonio” Riserva di Morgante.
    Vini veramente apprezzati e di pregio, che si sono confrontati con altrettanti elevati sfidanti, come lo Spumante Gran Cuvèe Marianna di Arunda Vivaldi ; il bianco di Tenute Lombardo con il suo “Unanime”; il “Rancia” Chianti Classico Riserva di Cantine Felsina per i rossi, ed il sempre apprezzatissimo “Maeli Moscato Spumante Fiori d’Arancio” dei Colli Euganei, per i vini da dessert.
    Splendidi i connubi con i piatti proposti dagli Chef del Castello Ducale ed apprezzatissimi i partecipanti a questo appuntamento mondano, arricchito ulteriormente da tanta Musica live, proposta da amici di Joe Castellano come : Joe Gagliardo (piano), la vocalist Flora Faja, il celebrato bassista Riccardo Lo Bue ed talentuoso batterista Fabrizio Francoforte.
    Viene premiato con il BOP stavolta non la Musica, ma l’Olio d’eccellenza. L’Azienda Francesco Di Mino di Grotte (AG), infatti stavolta si staglia al primo posto delle 3 eccellenze olivicole proposte, come Serrone di Racalmuto (AG) e Principe di Aragona, dell’omonima cittadina in provincia di Agrigento.
    Premiata come ospite d’onore una assai commossa Melanie Burke, figlia del grandissimo Re del Soul Solomon Burke (compositore di brani leggendari come “Everybody needs somebody to love” e tanti altri) e che tanti anni fa in tanti momenti in Italia, si affiancava all’altra grande Band di Joe Castellano. Un momento veramente speciale per onorare due grandi amici che per un soffio a fine 2010, non videro consegnare la prestigiosa targa dei “Blues & Wine Awards”, oggi finalmente consegnata. Inoltrato, sempre per la Musica, il Premio ai F.lli La Bionda, grandissimi esponenti della Disco Music italiana ed internazionale.
    Ma anche grandi altri Awards nella serata, come quella di “Cantina Blues & Wine dell’Anno” assegnata alla Cantina “Tenute Lombardo” di Serradifalco (CL). Incetta di targhe per Milazzo Vini, che si vedono titolari anche del miglior Enologo Blues & Wine 2024 – per il Dott. Giuseppe Notarbartolo – e delle targhe delle “Bollicine Blues & Wine d’Eccellenza”, unitamente agli alto atesini amici di Arunda Vivaldi.
    Award per “Giornalismo e Comunicazione” per il talentuoso giornalista de “L’Espresso” Alan David Scifo, mentre diversi sono gli assegnatari per le etichette “Eleganza del Vino” e “Topazia e Duca Enrico”. Rispettivamente tra esse annotiamo : Planeta, Carlo Hauner, Alessandro di Camporeale, Principe di Corleone, Ca’Avignone, Maeli, Castellucci Miano, Tenute Gigliotto ed Enza La Fauci.
    Premio Blues & Wine Award per “Food & Restaurant” per il re del catering in Sicilia, quale è l’amico Pietro La Torre di Canicattì, mentre il Castello Ducale Colonna di Joppolo – ospitante l’evento di Gala – vede imporsi per la targa “Best Blues & Wine Hotel and Resort of the year”, assai gradita da tutti i commensali.
    Ma il premio più importante stavolta va allo stesso Joe Castellano ed al neonato libro “Per una vera Storia del Nero d’Avola” dell’Editore Sime Books. Un’opera attesissima e narrata con dovizia dallo stesso autore, che rivoluzione totalmente e finalmente fissa una vera scientifica origine su questo vitigno, dopo che da sempre e tutt’oggi tutto è stato affidato da tramandate e totalmente errate notizie, che non hanno mai fatto considerare ciò che invece era già stato perfettamente individuato dai maggiori studiosi della vite circa 150 anni prima.
    Si trattava di due diversi vitigni. Uno il Calabrese Comune (che veniva da un padre chiamato Mantonico Bianco di Calabria) ed uno il Calabrese Nero di Avola (detto anche Nero d’Avola) che veniva invece dal Sangiovese.
    Ma intorno al 1983, per una sorta di precipitosa ed errata comunicazione, si stabili di cancellare il nome di “Calabrese” (ancora oggi esistente) e di indicare come Calabrese Comune, ciò che invece di Avola non era assolutamente …..
    “Un’edizione fantastica che chiude la XXII Edizione del Blues & Wine – ci dice il creatore del Festival, Joe Castellano. Eleganza, grandissima Cultura e appuntamenti speciali anche già per il Symposio di qualità che ospita le Osterie di qualità nella prima serata. Il più grande Wine Music Festival del mondo ha consacrato ulteriormente i suoi 22 anni di eventi incredibili.
    Adesso toccherà a chi di competenza rivoluzionare a poco a poco la VERA STORIA DEL NERO D’AVOLA, visto che quanto si trova in libri, web e comunicazione, a tutt’oggi …. è solo frutto in gran parte di gigantesche fake news..
    Auspichiamo che il coraggio della verità governi una volta tanto le risultanze scientifiche del vino … Diversamente sarebbe orribile ….
    Un grazie speciale a tutti gli Amici del Festival ed un plauso speciale una volta tanto a me stesso… Non è stato facile per mille motivi, creare un libro cosi importante ed organizzare un’edizione degli Awards che ha veramente stregato tutti ! …
    Pochi giorni e si dovrà ripartire con i grandi eventi estivi della nostra XXIII Edizione … e diverse idee sono già sulla rampa di lancio per delle cose assolutamente di qualità.
    Il lavoro sarà sempre enorme …. Ma anche la soddisfazione in questo caso è stata veramente importante. La nostra Rubrica TV “Viaggiando nel Vino” ne darà ampi riflessi e curiosità …
    Un sentito grazie a Fondazione Sciascia di Racalmuto ed un grazie ai Comuni di Racalmuto e Joppolo, che hanno patrocinato moralmente gli eventi.
    Siamo stati fortunati ad essere stati totalmente ignorati da “Agrigento Capitale della Cultura 2025” … Il caso ha voluto in questo caso darci un importante aiuto, senza assolutamente volerlo…. Grazie a Tutti.”
    Per info, contatti e prenotazioni : acjoecastellano@gmail.com – 392.2590022
    www.bluesandwine.com LEGGI TUTTO

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    Nasce Collio Evolution, il nuovo appuntamento dedicato ai vini del Collio

    Il Collio si appresta a vivere un momento storico. Dopo un 2024 segnato dalle celebrazioni per i 60 anni del Consorzio, il 26 e 27 ottobre debutta ufficialmente Collio Evolution, il primo evento interamente dedicato alla Denominazione. Un appuntamento destinato a diventare un riferimento annuale, mettendo sotto i riflettori un vino diverso a ogni edizione e inaugurando una nuova fase per il territorio e le sue eccellenze enologiche.

    Protagonista di questa prima edizione sarà il Friulano, vitigno simbolo della regione, al centro di un percorso sensoriale che intreccia tradizione e innovazione. Il cuore dell’evento sarà una degustazione tecnica riservata alla stampa, un’opportunità unica per esplorare le molteplici sfumature di questo vino attraverso il tema “Passato, Presente e Futuro del Friulano”. Accanto a questa esperienza, i produttori del territorio guideranno un walk-around tasting, offrendo un confronto diretto con chi custodisce e tramanda la tradizione vitivinicola del Collio. Un’occasione per scoprire il loro lavoro quotidiano e la passione che anima la produzione del Friulano e degli altri vini della Denominazione.

    Collio Evolution prevede anche un momento pensato per gli appassionati: sabato 25 ottobre andrà in scena “Enjoy Collio Experience”, un’esperienza immersiva che permetterà ai wine lovers di esplorare il territorio e i suoi vini da una prospettiva privilegiata.

    “Dopo sessant’anni di storia, è il momento di evolvere e dare alla Denominazione un evento tutto suo” – afferma Lavinia Zamaro, Direttrice del Consorzio. “Abbiamo scelto di partire dal Friulano, poiché incarna il legame autentico tra tutte le aziende del nostro territorio”, aggiunge il Presidente David Buzzinelli.

    Nel corso di Collio Evolution si svolgerà anche la diciottesima edizione del Premio Collio, istituito in onore del Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, primo Presidente del Consorzio. Un riconoscimento che valorizza i contributi più significativi nel campo della viticoltura, dell’enologia e della promozione territoriale.

    Il 2025 si preannuncia un anno denso di iniziative per il Consorzio, con appuntamenti chiave come una giornata di degustazione dedicata ai vini del Collio per gli operatori di settore a Londra a marzo, in collaborazione con la UK Sommelier Association, la partecipazione a Vinitaly con un esclusivo aperitivo nel cuore di Verona, il Collio Day e molte altre iniziative.

    Collio Evolution non è solo un evento, ma un nuovo capitolo per la Denominazione: un segno distintivo della sua identità e del suo futuro, capace di unire i suoi vini unici alla straordinaria bellezza del territorio. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato. LEGGI TUTTO

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    Tenuta Mazzolino alla Slow Wine Fair “il Pinot nero lo portiamo noi!!

    La Slow Wine Fair di Bologna è – per Tenuta Mazzolino- un po’ come una seconda casa. “Siamo qui dalla prima edizione e ogni anno torniamo con lo stesso entusiasmo”, racconta Francesca Seralvo, dal 2015 alla guida della Tenuta. Organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, la fiera è il punto d’incontro perfetto per chi crede in un’enologia sostenibile e consapevole. “Non potevamo certo mancare!”, continua Francesca. “Da anni lavoriamo nel pieno rispetto della natura, dei suoi ritmi e delle sue risorse. La filosofia di Slow Wine è la nostra, quindi è il posto giusto per far degustare i nostri vini e confrontarci con un pubblico curioso, aperto e senza pregiudizi.”E quale modo migliore per farlo se non portando in scena il proprio cavallo di battaglia: il Pinot Nero? Un vino capace di raccontare la storia e l’identità di Tenuta Mazzolino. Ma non è tutto! La cantina porterà in degustazione una selezione dei suoi migliori vini
    Oltre al Noir – un Pinot nero autorevole, ma mai austero – che è la storia della tenuta, sarà possibile degustare anche il Blanc, 100% Chardonnay, dal profilo elegante, morbido e che ha anche ricevuto il premio Slow Wine per la sua luminosità eccezionale, trama cristallina, un uso del legno magistrale e bocca sussurrata, tanto da essere annoverabile tra i più grandi bianchi italiani. All’assaggio anche il Terrazze e il Terrazze Alte fratelli minore del Noir, profondi e dinamici, il secondo – nome omen – ottenuto vinificando separatamente uve provenienti dalla parte alta delle vigne del Terrazze. E lo Spumante Rosé è il Cruasè, che porta nel nome la sua essenza, la crasi tra Cru e Rosé. Per gli amanti dei bianchi oltre al Blanc sarà possibile degustare il Blanc de Blancs uno spumante 100% Chardonnay, intenso, ricco e molto fresco, profuma di frutta gialla, fiori, agrumi e pan brioche e approfondire anche la conoscenza del Camarà, il vino che finisce in 10 minuti, come amano definirlo: 100% Chardonnay, un bianco fresco, elegante e armonico, morbido e sapido.
    La Slow Wine Fair è un’occasione unica per conoscere quasi tutta la gamma di Tenuta Mazzolino. Insomma, se siete curiosi di assaporare vini autentici, scoprire storie di passione e sostenibilità, e fare due chiacchiere con chi il vino lo produce e lo vive ogni giorno, il team di Tenuta Mazzolino vi aspetta a Bologna dal 25 al 27 febbraio (Pad 20, C2, desk 399.
    Per chi non sarà a Bologna, Tenuta Mazzolino ha un calendario ricco di appuntamenti: il 3 marzo farà tappa a Como, per poi spostarsi dall’altra parte del mondo, con un tour in Australia che toccherà Sydney, Melbourne e Brisbane dal 17 al 24 marzo. Rientrata in Italia, la cantina dell’Oltrepò sarà protagonista al Vinitaly, dal 6 al 9 aprile. A maggio si attraversa l’Atlantico: dal 18 al 25 la destinazione è negli Stati Uniti, con tappe a Durham e Raleigh, in North Carolina. Successivamente, dal 26 al 29 maggio, sarà la volta di Montréal, in Canada. Il viaggio proseguirà poi di nuovo negli USA, con due appuntamenti a giugno: dal 10 al 13 a Detroit, in Michigan, e dal 16 al 20 a Pittsburgh, in Pennsylvania.
    Un’agenda full che conferma l’impegno di Tenuta Mazzolino nel portare in tour l’eccellenza dell’Oltrepò Pavese sulle principali scene internazionali. LEGGI TUTTO

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    Il Consorzio Asti DOCG lancia la sua prima app per smartphone

    Favorire i processi di digitalizzazione per semplificare e gestire in modo efficace la comunicazione con tutti gli attori della filiera. È l’obiettivo dell’app per smartphone lanciata dal Consorzio Asti Docg, uno strumento – realizzato in collaborazione con Credemtel (società tecnologica del Gruppo Credem) e la sua Partecipata Mynet Srl-Società Benefit  –  dedicato ai soci per restare aggiornati su tutte le attività dell’ente consortile e al tempo stesso avere a disposizione uno spazio virtuale per la gestione dei documenti.
    “Siamo il primo consorzio in Italia a mettere a disposizione dei propri associati un’applicazione intuitiva e funzionale per facilitare le comunicazioni interne, informare in tempo reale in merito alle nostre iniziative promozionali e contemporaneamente garantire una gestione sempre più efficiente di tutta la modulistica –  commenta Giacomo Pondini, direttore del Consorzio Asti Docg-. Con questo strumento siamo inoltre in grado di limitare l’invio delle mail e ridurre lo spreco di carta in ottica di una gestione sempre più sostenibile anche della nostra organizzazione consortile”. 
    “Dotarsi di un’applicazione ad hoc per i soci è un passo fondamentale che ci permette di coinvolgere in tempo reale e attivamente tutta la nostra filiera, a partire dagli attori della produzione viticola e vitivinicola fino alle case spumantiere, le aziende vinificatrici e le cantine cooperative – afferma Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg -. È proprio la filiera che rappresenta al meglio le istanze del nostro territorio, per questo ci è sembrato non solo importante ma anche opportuno costruire un canale di comunicazione sempre più diretto e al passo coi tempi”. 
    L’applicazione si compone di due moduli: Bacheca e Armadietto. Con il primo sarà possibile per i soci ricevere le principali notizie interne inerenti il Consorzio fino alle comunicazioni relative alle iniziative e gli eventi promozionali in programma. Il secondo modulo faciliterà la consultazione, la condivisione e l’archiviazione dei documenti, permettendo inoltre anche la compilazione della modulistica interna direttamente dalla app. LEGGI TUTTO