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    Passeggiata esplorativa dal Vigne Museum all’Abbazia di Rosazzo

    L’Associazione culturale Vigne Museum e l’azienda vitivinicola Livio Felluga presentano l’iniziativa  Passeggiata esplorativa dal Vigne Museum all’Abbazia di Rosazzo. Un appuntamento suggestivo tra cultura, arte, vino e paesaggio parte dell’evento: MetodoContemporaneo. Itinerari diffusi tra arti, vino e paesaggio. L’appuntamento si inserisce all’interno della prima edizione di Doors of CHANGE – Attraverso il patrimonio, aprirsi al futuro, promossa dalla Fondazione CHANGES.MetodoContemporaneo è il primo osservatorio permanente in Italia che documenta e racconta il dialogo tra arti contemporanee e paesaggio vitivinicolo. Una mappa condivisa, dinamica e interattiva dei casi più significativi d’interazione tra arte, territori del vino e comunità.
    Uniti da una profonda storia comune caratterizzata dall’amore per le colline friulane, dall’attenzione all’ambiente e alla natura, saldate da legami familiari e custodi di tradizioni protese al futuro l’Associazione Vigne Museum e l’azienda Livio Felluga collaborano in questa occasione per offrire al pubblico un’esperienza culturale e degustativa circondata dalla natura e dal paesaggio vitivinicolo.
    Il 18 ottobre dalle ore 15:00, gli ospiti parteciperanno ad una passeggiata esperienziale alla scoperta di Rosazzo, nel cuore dei Colli Orientali del Friuli. Dal Vigne Museum, ubicato sulla sommità della collina abbracciata dai vigneti storici della Livio Felluga, attraverseranno la tenuta per arrivare nella millenaria Abbazia di Rosazzo.
    Il Vigne Museum è il progetto artistico-architettonico realizzato nel 2014 dall’architetto Yona Friedman con la collaborazione dell’artista Jean-Baptiste Decavèle per celebrare i 100 anni di Livio Felluga. Primo progetto architettonico permanente realizzato da Yona Friedman in Italia, Vigne Museum è un museo a cielo aperto dedicato al paesaggio e alla vite, incarna i valori della cultura rurale ed è simbolo della collaborazione tra uomo e natura nel suo massimo rispetto.
    Il Vigne Museum è un bene collettivo per il Friuli Venezia Giulia che l’omonima Associazione, fondata su desiderio della famiglia Livio Felluga, vuole restituire alla collettività in forma di esperienze, incontri e approfondimenti. In questo contesto, il pubblico sarà invitato a vistare il Museo e ad ascoltare la storia dell’incontro di due grandi visionari e innovatori: Yona Friedman e Livio Felluga.
    L’itinerario proseguirà all’interno dell’Abbazia le cui origini risalgono all’XI secolo, oltre 1000 anni di cultura religiosa con passaggi di ordini Agostiniani, Benedettini e Domenicani fino ad entrare sotto l’Arcivescovado di Udine. Un luogo storico che ha rappresentato in passato e rappresenta ancora oggi, grazie alla sua posizione geografica, il punto di connessione fra Occidente e Oriente.
    Il percorso coinvolgerà: il Belvedere, l’itinerario delle Rose, passando dal chiostro e dalla chiesa per arrivare all’affascinate cantina storica in cui i monaci benedettini custodivano le otri di vino e olio e che ora ospita alcune riserve Livio Felluga.
    La passeggiata si chiuderà nelle aree recentemente restaurate dedicate alla produzione e alla degustazione del vino di Livio Felluga dove verrà offerto un brindisi con “Abbazia di Rosazzo”, uno dei rinomati bianchi prodotti dall’azienda, simbolo del territorio e degli storici vigneti abbaziali.
    Questo vino rappresenta la più elevata espressione di questo territorio, rende omaggio alla tradizione vitivinicola millenaria dell’abbazia e dei suoi vigneti e incarna l’amore di Livio Felluga per Rosazzo.
    MetodoContemporaneao è la prima ricerca scientifica italiana dedicata al dialogo tra arti visive e mondo della produzione vitivinicola, frutto del progetto NUPART. Per un nuovo paesaggio culturale: l’integrazione tra arti contemporanee e vitivinicoltura in una prospettiva di audience development, promosso dall’Università degli Studi di Verona e da BAM! Strategie Culturali, e vincitore del bando europeo PNRR CHANGES – CREST 2 / Spoke 9 – Cultural Resources for Sustainable Tourism.
    Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti.
    In caso di pioggia il percorso esplorativo inizierà dall’Abbazia di Rosazzo.

    Scheda iniziativa
    Passeggiata esplorativa dal Vigne Museum all’Abbazia di Rosazzo 
    A cura di
    Vigne Museum Associazione Culturale e azienda Livio Felluga

    Abbazia di Rosazzo
    Piazza Abbazia 5, Località Rosazzo, Manzano (UD)
    Sabato 18 ottobre, ore 15:00

    Programma:
    Ore 15:00 — Ritrovo in Abbazia di Rosazzo
    Ore 15:30 — Visita guidata al Vigne Museum
    Ore 16:30 — Visita guidata all’Abbazia di Rosazzo
    Ore 17:00 — La Livio Felluga apre le porte della cantina storica
    Ore 17:30 — Brindisi e saluti

    Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti.
    In caso di pioggia il percorso esplorativo inizierà dall’Abbazia di Rosazzo.

    Informazioni e adesioni:
    Associazione Vigne Museum
    info@vignemusuem.com LEGGI TUTTO

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    Michele Chiarlo: Barolo 2021 da collezione, ma niente cru nel 2024

    La vendemmia 2021, per la famiglia Chiarlo, sarà ricordata come una delle grandi annate per eccellenza, contraddistinta da condizioni climatiche ideali e di una conseguente qualità straordinaria dei Barolo. Nel pieno della vendemmia corrente, Stefano Chiarlo, enologo e vineyard manager alla guida della cantina di famiglia con il fratello Alberto, ripercorre i momenti salienti dell’annata 2021 e dei relativi Barolo, anticipando sfide e le scelte che hanno portato l’azienda a decisioni importanti sul futuro dell’annata 2024, a garanzia della qualitàL’annata dei Barolo 2021 – la Grande Annata per eccellenza
    “Definirei il 2021 la Grande Annata per eccellenza; ha rari tratti che mi ricordano il 1990 e il 2001”, racconta Stefano Chiarlo. “Settembre e inizio ottobre sono stati mesi chiave, segnati da giornate asciutte e luminose, con notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, condizioni ideali per una maturazione lenta e graduale dei tannini e dei polifenoli. Una combinazione che ha permesso al nebbiolo di svilupparsi con grande complessità, profondità e tannini setosi, pilastro fondamentale per trasformarsi in Barolo di eccezionale carattere e perfetti per il lungo invecchiamento. I caratteri dei cru di provenienza sono netti e precisi già ora, a differenza di altre grandi annate per cui occorreva attendere più a lungo per avere un’espressività così lampante.”
    Secondo Stefano Chiarlo, l’esperienza trentennale e la sensibilità maturata in vigneto ha avuto un ruolo determinante. La gestione dei diradamenti, la tempistica della vendemmia e la cura parcella per parcella hanno contribuito a trasformare un’annata già perfetta in un capolavoro di equilibrio. “Le fotografie che ho scattato in vendemmia sembravano dipinti: dimensione e colore degli acini, cambio di colore delle foglie… un perfetto equilibrio che in natura è, per definizione, irrealizzabile.”
    I Barolo 2021 si stanno già esprimendo con intensità e armonia, confermando la continuità della cantina nelle annate di eccellenza. “È la terza annata consecutiva a cinque stelle: dopo la 2019, più speziata e austera, e la 2020, con bouquet ricchi e tannini morbidi e rotondi, la 2021 è la più completa. I vini hanno bouquet espressivi e variegati già nella fase giovanile del vino, mentre al gusto risultano profondi, ricchi, con trama di tannini fitti e setosi. È un’annata che si può apprezzare già dopo pochi anni e che riserverà grandi emozioni in futuro.” racconta Stefano Chiarlo.
    Uno sguardo alle annate successive e la difficile scelta del 2024
    Gli anni successivi hanno riservato sfide differenti. “La 2022 è stata un’annata più asciutta e scarsa in quantità: i Baroli sono pronti all’olfatto, ma meno complessi al gusto, setosi e meno longevi rispetto all’annata precedente.” racconta Stefano. “La 2023, invece, è stata equilibrata: l’esperienza in vigneto e le grandi vigne hanno fatto la differenza. La 2024, contraddistinta da clima più piovoso e fresco, ha richiesto operazioni di diradamento più frequenti e tempistiche di raccolta molto precise: il risultato sono vini eleganti, freschi e floreali, ma meno complessi e con tannini fini.”
    In questo contesto, l’azienda ha preso una decisione importante: “Per l’annata 2024 non imbottiglieremo i Barolo da cru. Verranno inseriti interamente nella cuvée del nostro Barolo Tortoniano, che sarà un barolo di gran classe anche in questo millesimo. È una scelta difficile, a tratti anche dolorosa, ma risponde al nostro metodo e alla nostra filosofia: fare operazioni in vigneto e vinificazioni separate di ogni parcella, valutare con degustazioni alla cieca e, se il carattere dell’annata non ci convince del tutto, preferiamo non uscire con i cru.” spiega Chiarlo. “Negli ultimi trent’anni abbiamo adottato questo metodo in cinque annate (1992, 1994, 2002, 2008 e 2014). Non è solo una scelta enologica, significa anche avere rispetto per il territorio, per le MGA, e soprattutto responsabilità verso il consumatore. Vogliamo mantenere una linea coerente nel tempo, tutelando lo stile Chiarlo che non segue mode, ma identifica un’eleganza riconoscibile e un carattere distintivo, permettendo a chi degusta di trovare sempre nel bicchiere ciò che si aspetta: vini di grande eleganza e carattere, con la riconoscibilità della varietà e del terroir di provenienza e, soprattutto, piacevolezza nella beva.” LEGGI TUTTO

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    Adamantis 2022: ecco la terza annata del superwhite di Cantina Valle Isarco

    Arriva sugli scaffali la nuova annata di Adamantis, la cuvée di punta di Cantina Valle Isarco. La 2022 è la terza annata del super white prodotto in sole 2mila bottiglie e rilasciato dopo tre anni di affinamento, di cui 18 mesi in barrique. Adamantis rappresenta il progetto più ambizioso e prezioso della più piccola e più giovane cooperativa altoatesina guidata dal direttore generale Armin Gratl, che dichiara: «All’inizio è stato molto difficile, se con uno Chardonnay in barrique ti puoi ispirare alla Borgogna e con un Pinot Nero trarre spunto da diversi modelli consolidati, per fare una cuvée della Valle Isarco non avevamo alcun riferimento. Per questo abbiamo fatto molti esperimenti finché nel 2020 siamo riusciti a mettere a punto il blend giusto, in grado di dare il vino che immaginavamo: un bianco importante, strutturato e complesso che fosse testimonial autentico del nostro territorio».Adamantis, infatti, è una cuvée composta per il 50% da Sylvaner, il 20% da Grüner Veltliner e altrettanto da Pinot Grigio, e da un 10% di Kerner, quattro varietà emblematiche della viticoltura della valle, capaci di grande finezza e sapidità. «Abbiamo selezionato le parcelle migliori con una zonazione accurata – spiega Gratl -–. Raccogliamo le uve in cassette da 12 kg e, per l’affinamento, usiamo circa il 50% di barrique nuove e il resto di secondo e terzo passaggio e il blend finale viene affinato selezionando i fusti migliori. Vogliamo garantire una stilistica costante perché il consumatore che ordina una bottiglia importante deve sapere cosa aspettarsi».
    Adamantis 2022 è frutto di un’annata calda che si riflette nel calice: spiccano, maggiormente rispetto alle due annate precedenti, le note di frutti tropicali e pesca, pepe bianco, incenso e una chiusura delicatamente agrumata. Al sorso, è complesso e rotondo, con aromi di frutta matura, spezie e una sapidità caratteristica della valle, che conduce a un finale lungo ed elegante.
    Un vino dalla personalità unica, che rende Adamantis uno dei fiori all’occhiello della produzione altoatesina e il portabandiera della Valle Isarco, una tra le aree più vocate d’Europa per la viticoltura di montagna: i vigneti possono arrivare fino a mille metri di quota, con pendenze che toccano il 60%, terrazzati per il 90% e lavorati quasi interamente a mano. Insomma, «una viticoltura eroica portata avanti con passione dai nostri soci, che possiedono in media un ettaro scarso a testa. Per questo Adamantis rappresenta al meglio il valore del nostro territorio: selezione estrema, precisione in vigna e continuità stilistica».
    Se Adamantis è l’alfiere di Cantina Valle Isarco, non sono da meno anche gli altri vini prodotti dalla cooperativa fondata nel 1961: il Grüner Veltliner 2023 è stato appena inserito al 30mo posto nella classifica “Best Buys 2025” della rivista americana Wine Enthusiast, dedicata ai vini sotto i 20 dollari con punteggio superiore a 90, mentre il Kerner della linea Aristos ha ottenuto i Tre Bicchieri dalla guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, i 5 Grappoli di Bibenda e il Faccino di Doctor Wine assegnato dalla Guida essenziale ai Vini d’Italia. Conferma del grande lavoro qualitativo che guida la filosofia della cantina e dei suoi 135 soci che coltivano 150 ettari distribuiti in 11 Comuni tra Bolzano (Bolzano) e Bressanone (Bolzano), producendo ogni anno 950mila bottiglie per un totale di 32 etichette, di cui il 95% bianchi. Il fatturato si attesta a 7,8 milioni di euro, con l’85 % del canale Horeca in Italia e il 15% all’estero.
    >A PROPOSITO DI CANTINA SOCIALE VALLE ISARCO
    Fondata nel 1961 da 24 famiglie, Cantina Valle Isarco è la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige, oggi i soci sono 135 che coltivano 150 ettari di vigneti in 11 Comuni, da Bolzano fino a sud di Bressanone (Varna, Bressanone, Funes/Tiso, Velturno, Chiusa, Laion, Castelrotto, Villandro, Barbiano, Fié e Renon).
    Ogni anno vengono prodotte 950mila bottiglie che rappresentano 14 varietà (10 bianche, 4 rosse), per un totale di 31 etichette dove la punta di diamante è rappresentata dalla selezione Aristos, dalla cuvée Adamantis e dalle edizioni limitate Sabiona di Kerner e Sylvaner, appena 3mila bottiglie all’anno per vitigno. Il 98% della produzione di Cantina Valle Isarco è dedicata ai vini bianchi, dove primeggia il Kerner affiancato da Sylvaner, Grüner Veltliner, Gewürztraminer e Müller Thurgau.
    Il fatturato è di 7,8 milioni di euro, conquistato nel canale Ho.re.ca per l’85% in Italia (di cui la metà in Alto Adige) e per il 15% all’estero. A guidare Cantina Valle Isarco ci sono il presidente, in carica dal 2010, Peter Baumgartner, e il direttore generale Armin Gratl, che ricopre questo ruolo dal 2013. Negli ultimi 5 anni la cantina ha investito oltre 2 milioni di euro per migliorare la propria struttura e le proprie tecnologie. LEGGI TUTTO

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    Dosio firma l’autunno delle Langhe

    L’autunno è la stagione più affascinante per scoprire e vivere le Langhe. Colline ricoperte di vigneti a perdita d’occhio, borghi, castelli d’origine medioevale, eccellenze gastronomiche rendono questo territorio unico nel panorama vitivinicolo italiano e mondiale. È in questo scenario che, dal 1974, DOSIO, storica cantina di La Morra, produce vini rossi e bianchi dalla forte impronta territoriale. Dal 2023, sotto la guida di Chiara Lanci – figlia dell’Ing. Gianfranco Lanci che nel 2010 ha rilevato l’azienda dal signor Beppe Dosio – DOSIO ha intrapreso un nuovo percorso, aprendo le porte all’hospitality con l’inaugurazione dell’Agri-Wine resort Antica Dimora Dosio, un luogo esclusivo dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio racconta il legame profondo tra vino, natura e ospitalità.Per accompagnare i profumi e i sapori di stagione, l’enologo Andrea Autino pone l’accento su tre referenze simboliche della filosofia DOSIO: il Langhe D.O.C. Nebbiolo, il Barolo D.O.C.G. del Comune di La Morra e il bianco Langhe D.O.C. Riesling. Vini versatili e territoriali,  che si abbinano perfettamente a piatti tipici della tradizione piemontese:  tajarin al ragù, plin, risotti ai funghi, selvaggina, formaggi stagionati, vitello tonnato, e naturalmente il grande protagonista dell’autunno: il tartufo bianco.
    Il Langhe D.O.C Nebbiolo: il Nebbiolo nella sua espressione più giovane e immediata. Vinificato solo in acciaio per esaltare la purezza del frutto, si caratterizza per note di ciliegia, spezie leggere e una trama tannica sottile. Il sorso è fresco, equilibrato e di grande bevibilità, che esprime l’essenza più autentica del Nebbiolo di alta collina.
    Il Barolo D.O.C.G del Comune di La Morra rappresenta il legame con il territorio comunale di La Morra e diventa la referenza primaria per accedere al mondo barolista di Dosio. Un vino che esprime l’eleganza tipica del territorio: suoli marnosi e altitudini elevate donano finezza aromatica, verticalità e freschezza. Affinato 18 mesi in botti grandi, si presenta di colore rosso granata, con note di rosa, spezie e sottobosco su un finale lungo e armonioso.
    Non solo rossi nella produzione di DOSIO, il Langhe D.O.C. Riesling è il bianco outsider della cantina di La Morra. Coltivato a 500 metri s.l.m. sulla collina Serradenari, il punto più alto della denominazione Barolo, esprime una spiccata personalità: profumi agrumati, fiori bianchi, sapidità e tensione minerale. Un Riesling che interpreta la Langa in chiave originale, con verticalità, freschezza e potenziale evolutivo.
    La cantina DOSIO si sviluppa su un’ampia struttura, circondata da un vigneto a corpo unico, e situata sul punto più alto della denominazione Barolo, a 500 metri s.l.m., sulla collina Serradenari, nello storico borgo di La Morra. La vista abbraccia l’arco alpino fino alla vetta del Monviso, regalando un contesto di rara bellezza. Al centro della filosofia aziendale, il terroir e la valorizzazione dei vini da singolo vigneto, insieme alla costante attenzione alla qualità, al rispetto delle tradizioni e della terra. Il parco vigneti spazia dal comune di La Morra, con il cru Serradenari, a quello di Barolo, con il cru Fossati, fino al comune di Serralunga d’Alba, con il cru Meriame – quest’ultimo vigneto è il primo dell’azienda in regime biologico.
    Sala degustazione
    Per vivere un’esperienza immersiva nelle Langhe, DOSIO propone anche la possibilità di soggiornare tra le vigne, nell’Agri-Wine resort Antica Dimora Dosio. Situata accanto alle cantine di proprietà, l’antica casa colonica di fine Ottocento è stata oggetto di un attento intervento di restauro conservativo, che ne ha valorizzato l’identità storica. La struttura ospita cinque camere e due suite, dotate di tutti i comfort più esclusivi. Ogni ambiente è ispirato a un elemento naturale e personalizzato con arredi e tessuti coordinati. Ogni camera inoltre dispone di camino e affaccia sui vigneti di proprietà, con una suggestiva vista panoramica sulle Alpi per un soggiorno all’insegna del relax e della bellezza del paesaggio.
    Soggiornare da Dosio significa anche vivere appieno le proposte di degustazione e di attività sul territorio come i bike tour, i pic nic nei vigneti CRU e perchè no anche la caccia al tartufo, il re della stagione langarola.
    www.dosiovigneti.com | www.dimoradosio.com LEGGI TUTTO

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    Vigne, mare e memoria: il viaggio di Tullum

    Nell’antica Roma la vita era un equilibrio continuo tra negotium e otium: da un lato il vortice delle faccende pubbliche, dei commerci, delle guerre e della politica; dall’altro il bisogno di ritirarsi in luoghi appartati, dove il tempo poteva scorrere più lento, tra il mare e i vigneti. Proprio lungo queste coste d’Abruzzo, a Tollo, i nobili romani avevano costruito ville marittime che univano il piacere della contemplazione alla concretezza del lavoro agricolo. Non erano semplici residenze di villeggiatura, ma autentiche aziende ante litteram, con spazi dedicati alla produzione del vino e dell’olio.

    Oggi, tra quelle stesse colline con lo sguardo rivolto all’Adriatico, sorge la sede di Feudo Antico: un’azienda che non solo custodisce i reperti di quella villa rustica romana, ma ne raccoglie l’eredità culturale trasformandola in progetto vivo, nel cuore della DOCG Tullum. Un filo che attraversa i secoli lega così il vino di oggi al senso più autentico dell’otium romano: un tempo ritrovato, fatto di natura, bellezza e sapienza agricola.

    Una DOCG che parla la lingua del territorio

    Il nome Tullum compare ufficialmente nel mondo del vino nel 2008, quando nasce una delle più piccole Dop d’Italia. Undici anni dopo, il 4 luglio 2019, arriva la consacrazione della DOCG: il livello più alto nella gerarchia delle denominazioni italiane. Non è soltanto un riconoscimento formale, ma una testimonianza concreta della qualità e della vocazione vitivinicola delle terre tollesi, dove storia, tradizione e ricerca convivono da secoli.

    La continuità è la vera forza di questo territorio. Dai Longobardi ai Normanni, fino al Regno di Napoli, le dominazioni che si sono succedute hanno rispettato, e in molti casi consolidato, la specificità agricola di Tollo. Anche le ferite della Seconda Guerra Mondiale non hanno fermato i coltivatori: il paese fu distrutto insieme ai vigneti, ma la ripresa della viticoltura segnò un vero rinascimento, evitando un fenomeno migratorio di massa che avrebbe svuotato la comunità.

    Tra Adriatico e Maiella: un mosaico di vigne

    Il territorio di Tollo è un piccolo tesoro sospeso tra mare e montagna. A 150 metri sul livello del mare, le colline si aprono verso l’Adriatico e, alle spalle, incontrano la Maiella e il Gran Sasso. Questo dialogo tra vento marino e altitudine crea escursioni termiche favorevoli e una varietà di suoli che rendono il paesaggio straordinariamente vocato alla viticoltura.

    Per valorizzare queste caratteristiche, Feudo Antico ha avviato un progetto di zonazione guidato dal professor Attilio Scienza. Lo studio ha permesso di leggere ogni singolo versante come un micro-terroir, riconoscendo le peculiarità di suolo, esposizione e microclima. Il risultato è la DOCG Tullum così come la conosciamo oggi, con quattro tipologie principali e un’attenzione particolare alle varietà autoctone come Montepulciano, Pecorino e Passerina, in grado di esprimere pienamente le sfumature del territorio.

    Il Consorzio e le cantine della DOCG

    Il Consorzio Tullum raccoglie tre realtà complementari, ciascuna con una propria storia e vocazione, unite dall’obiettivo di valorizzare il territorio e le sue produzioni: Feudo Antico, Vigneti Radica e la Cooperativa Agricola Coltivatori Diretti Tollo (CCDD).

    Daniele Ferrante – enologo Feudo Antico

    Feudo Antico è un incubatore di archeo-enologia, è il primo esempio in Italia di museo archeologico dentro una cantina. La sede, inaugurata nel 2021, ospita i reperti della villa romana di San Pietro e il primo vigneto impiantato esattamente dove duemila anni fa sorgeva la grande azienda agricola romana. Su 30 ettari di vigneti, l’azienda produce circa 150.000 bottiglie. Qui la sostenibilità non è una parola di tendenza, ma una regola di vita: rese basse, coltivazioni rispettose e vinificazioni che privilegiano la spontaneità del processo naturale.

    Le etichette raccontano l’identità di Tollo in chiave contemporanea: dai bianchi Tullum Pecorino DOCG e Passerina DOCG, ai rossi Tullum Rosso DOCG, Rosso Riserva DOCG e Rosso Inanfora DOCG Biologico, fino alla linea a fermentazione spontanea che comprende un Pecorino Biologico Tullum DOCG, un Rosato Biologico Terre di Chieti IGP e un Rosso Biologico Tullum DOCG. A completare il mosaico, lo Spumante Brut Metodo Classico Tullum DOP, simbolo della vocazione di Feudo Antico per l’eleganza e la finezza.

    Ma forse il progetto più emblematico della filosofia aziendale è quello nato dall’incontro con lo chef tristellato Niko Romito: il Pecorino Terre Aquilane IGP Casadonna. Alla ricerca di un terreno che potesse amplificare la purezza del vitigno, Feudo Antico è salita fino a Castel di Sangro, dove Romito ha costruito il suo centro di ricerca e formazione. A oltre 800 metri d’altitudine, tra boschi e silenzi montani, il Pecorino cresce in un ambiente estremo, capace di regalare vini di straordinaria tensione minerale, freschezza agrumata e vibrante verticalità. È un vino che parla la lingua della montagna, ma conserva l’anima mediterranea delle origini: un incontro tra misura, profondità e essenzialità, come la cucina dello chef che lo ha ispirato.

    Giacomo Radica – enologo Vigneti Radica

    Vigneti Radica racconta tre generazioni di viticoltori. Il simbolo della famiglia Radica è un toro, in dialetto “li Ture”. Non un emblema di forza cieca, ma di energia paziente, radicata nella terra. Tre generazioni – dal nonno Rocco al padre Antonio fino a Giacomo, che oggi guida l’azienda – hanno trasformato questa energia in un progetto coerente, che unisce vigne e paesaggio in un equilibrio fatto di gesti e tempi misurati.

    I vigneti, trent’ettari distribuiti tra Tollo, Ari, Fara Filiorum Petri e Ortona, disegnano un percorso che parte dalla montagna e arriva al mare. Tutto è condotto in biologico, ma senza slogan: è un modo di lavorare che asseconda la fertilità naturale dei terreni e rispetta la vitalità del suolo. Anche la cantina riflette questo equilibrio, costruita con materiali locali – legno, pietra, luce – e pensata per respirare insieme al paesaggio.

    I vini nascono da uve raccolte a mano di Montepulciano, Pecorino e Passerina, e restituiscono un’identità coerente con la DOCG Tullum: vini di precisione, ma non di maniera.

    La Cooperativa Agricola Coltivatori Diretti Tollo, fondata nel 1962, è oggi una realtà solida con circa 300 soci e oltre 700 ettari di vigneto. La cooperativa mantiene viva la tradizione contadina del territorio, producendo grandi volumi di uve rosse e bianche tipiche – Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cococciola – ma sempre con l’attenzione alla qualità richiesta dal disciplinare DOCG.

    I vini degustati

    Feudo Antico Passerina Tullum DOCG 2023Un bianco essenziale e luminoso, in cui la morbidezza si intreccia con una freschezza salina che dona scatto e ritmo. Il finale ammandorlato ne definisce la firma delicata e precisa.

    Vigneti Radica Passerina Tullum DOCG 2023Un sorso agile e minerale, vibrante di agrumi e di erbe. Energico, limpido, immediato: racconta la vitalità della costa abruzzese in chiave nitida e contemporanea.

    Feudo Antico Pecorino Tullum Biologico Fermentazione Spontanea 2024Un vino di straordinaria personalità. La fermentazione spontanea ne amplifica la complessità: materia e tensione convivono in un equilibrio raro, tra morbidezza iniziale e una scia sapida e precisa che chiude lunga e profonda. Un grande bianco italiano, capace di evolvere e di toccare corde sottili.

    Vigneti Radica Pecorino Tullum DOCG 2022Deciso, verticale, immediato. La freschezza agrumata domina un sorso netto, teso, che lascia la bocca pulita e la mente vigile. È il Pecorino nella sua veste più diretta e schietta.

    Feudo Antico “InAnfora” Pecorino Tullum DOCG Biologico 2022Un bianco che sfida le regole, unisce struttura e delicatezza, luce e profondità. La trama è ampia, quasi materica, ma sempre sorretta da una vitalità che lo rende sorprendentemente dinamico. Il suo equilibrio tra frutto sale e terra lo colloca tra i vini da ricordare.

    Feudo Antico “InAnfora” Rosso Tullum DOCG Biologico 2022Un Montepulciano di rara eleganza. La maturazione in anfora scolpisce un sorso vivo, sincero, di frutto puro e tannini finissimi. Fresco, profondo, con una persistenza che conquista senza bisogno di potenza. È un rosso che parla con voce propria: pulita, armonica, essenziale.

    Vigneti Radica Rosso Tullum DOCG 2020Materico e vigoroso, con un cuore fruttato che si apre lentamente. La struttura è piena, compatta, sostenuta da una freschezza che gli dona equilibrio e una lunga chiusura speziata.

    Feudo Antico Rosso Tullum DOCG 2020Armonico e immediato, gioca tra dolcezza di frutto e morbidezza dei tannini. Un rosso di grande bevibilità, che racconta la misura e l’eleganza della denominazione.

    Feudo Antico Rosso Riserva Tullum DOCG 2019Profondo, ampio, meditativo. La trama tannica è finissima, la materia è generosa ma sempre composta. Un rosso che unisce intensità e grazia, restando nel segno della finezza.

    Radici e orizzonti

    Se nell’epoca romana l’otium era rifugio e ricerca di bellezza tra mare e vigne, oggi la DOCG Tullum raccoglie quell’eredità trasformandola in un progetto di comunità. Ogni filare racconta la resilienza di una terra che ha saputo rinascere più volte, trovando nella vite il suo respiro più autentico. Non si tratta solo di vino, ma di identità: di un luogo che continua a vivere nella memoria dei suoi abitanti e che, attraverso il lavoro dei vignaioli, offre al mondo il dono di un paesaggio tradotto in calice.

    Il Tullum è così: un vino che non si limita a celebrare la qualità, ma che custodisce la storia di un popolo e la restituisce in forma liquida, capace di unire cultura, natura e passione. Un vino che guarda avanti con la consapevolezza di chi ha radici antiche e solide, profonde come quelle vigne che, da secoli, disegnano le colline tra l’Adriatico e la Maiella. LEGGI TUTTO

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    Roeno: Martina Centa si aggiudica il Premio Giovane Produttore del Gambero Rosso

    Martina Centa di Roeno ottiene il Premio Giovane Produttore assegnato dal Gambero Rosso. La cerimonia di consegna si è svolta mercoledì 1° ottobre alla Banca di Asti durante l’anteprima della Guida Vini d’Italia 2026 e ha visto protagonista la terza generazione dell’azienda vitivinicola di Brentino Belluno (Verona).
    “Poter rappresentare Roeno con un riconoscimento così importante – dichiara Martina Centa, brand manager dell’azienda – mi riempie d’orgoglio. Il premio attesta l’impegno e la passione messe in campo dalla mia famiglia e da tutto il nostro team nel valorizzare il potenziale enoico della Terradeiforti in Valdadige. Un traguardo importante che si unisce alla soddisfazione di aver visto insignito dei Tre Bicchieri il Rivoli Pinot Grigio 2023, un vino in cui crediamo moltissimo”.
    Classe 1996, Martina Centa cresce all’interno dell’azienda di famiglia, vivendo e respirando la passione per la viticoltura. Laureata in commercio estero e Food&Wine Marketing, ricopre il ruolo di brand manager in Roeno e si occupa dello sviluppo dell’offerta enoturistica ed esperienziale della realtà veronese in Terradeiforti. Da maggio 2023, con il ruolo di consigliere, Martina Centa fa parte del direttivo di AGIVI, che riunisce i giovani imprenditori vinicoli italiani, appartenenti all’Unione Italiana Vini (UIV). LEGGI TUTTO

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    Bersano apre le porte di Cascina Badarina a Serralunga d’Alba

    Situata in una delle zone più elevate e panoramiche delle Langhe, Badarina si distingue per posizione e personalità. Qui prende forma il Barolo Badarina di Bersano, vino emblema della cantina, capace di raccontare al tempo stesso la forza della tradizione e lo sguardo verso il futuro. Grazie al legame storico con la cascina – acquistata nel 1968 e registrata da Bersano come marchio già prima della nascita dell’MGA – la cantina beneficia della deroga che le permette di vinificare a Nizza Monferrato, mantenendo al tempo stesso la piena appartenenza a Serralunga d’Alba.L’acquisto della Cascina Badarina da parte di Arturo Bersano, tra i pionieri del Barolo e della Langa, fu all’epoca una scelta coraggiosa e lungimirante: puntare su un bricco alto, poco sotto i 500 metri, quando quelle altitudini erano considerate marginali. Con il tempo, questo cru si è affermato tra i più apprezzati, grazie ai vigneti, rivolti a sud-est, che godono di esposizione ottimale e offrono una delle interpretazioni più nitide del Barolo.
    “Per la mia famiglia, Badarina non è mai stata solo una cascina, ha sempre avuto un significato speciale. Era una delle cascine preferite da mio nonno: amava recarsi lassù, fermarsi tra i filari e guardare la collina come chi trova in essa pace e ispirazione. Ho condiviso con lui molti momenti lì, che hanno nutrito il mio legame con questa terra e con la sua memoria. Ogni anno, durante la vendemmia, la Badarina si veste di poesia. I filari si animano, le cassette della raccolta manuale punteggiano i vigneti di rosso e l’aria si riempie di energia e attesa. È una scena che racconta non solo un lavoro, ma una tradizione, una continuità di gesti tramandati che trasformano uve in emozioni.” racconta Federico Orione, quinta generazione di Bersano.
    Il Barolo Badarina di Bersano
    Da Cascina Badarina nascono due etichette di riferimento: il Barolo Badarina e il Barolo Badarina Riserva. Entrambi sono frutto di una viticoltura rigorosa e di una vinificazione attenta, che parte dalla raccolta manuale in piccole cassette. In cantina, ogni grappolo viene controllato uno per uno grazie a sistemi di selezione ottica e meccanica di ultima generazione, con il tapis roulant per la cernita manuale e il sistema Pellenc per l’eliminazione delle parti non perfette, così da lavorare solo con acini integri e di altissima qualità.
    La fermentazione in acciaio a temperatura controllata prevede macerazioni prolungate sulle bucce e rimontaggi frequenti, per estrarre colore, tannini e complessità aromatica in modo equilibrato. Dopo la fermentazione alcolica, i vini restano a contatto con le fecce fini per favorire la malolattica e arricchirsi di struttura e rotondità. Il Barolo Badarina affina per un minimo di 48 mesi in botti grandi, tonneaux e barriques, seguito da un periodo in bottiglia, mentre il Barolo Badarina Riserva per almeno 60 mesi in legno, a cui seguono almeno 12 in bottiglia. Tempi lunghi e pazienti che permettono di esprimere al massimo la potenza del terroir di Serralunga e la sua eleganza, restituendo vini di grande longevità, complessità e riconoscibilità.
    “I Barolo Badarina di Bersano sono vini concepiti per la longevità, che sanno attraversare il tempo senza perdere freschezza, affinandosi in profondità e complessità. È la nostra idea di Barolo: un grande rosso capace di coniugare eleganza estrema, qualità assoluta e un’identità riconoscibile ed equilibrata, un vino contemporaneo, che unisce potenza e finezza mantenendo sempre bevibilità. Da oltre cinquant’anni, questo Barolo rappresenta per noi una delle etichette bandiera che hanno contribuito a costruire l’identità e la reputazione di Bersano in Italia come all’estero, collocandosi al vertice del nostro portafoglio prodotti, tra i vini più importanti e rappresentativi.” spiega Federica Massimelli, amministratore delegato, alla guida di Bersano.
    Il Barolo Badarina trova oggi la sua massima domanda in Italia, cuore naturale del mercato di Bersano, e nei principali Paesi europei come Germania e Svizzera, grazie anche alla sua versatilità negli abbinamenti gastronomici. Negli ultimi anni si è consolidata anche la presenza in mercati extraeuropei, con Stati Uniti e Canada in primo piano, e un interesse crescente in Asia – in particolare in Cina, Corea e Giappone – dove è apprezzato come cru di forte personalità e autenticità.
    Dal punto di vista organolettico, il Barolo Badarina si presenta di un rosso intenso con riflessi granati. Al naso è ampio, avvolgente e complesso: le note di frutti rossi maturi e mora si intrecciano con accenti speziati e balsamici, che con l’affinamento evolvono verso toni di sottobosco, liquirizia e tabacco. In bocca è strutturato, armonico e persistente, sostenuto da tannini fitti ma eleganti, integrati da una viva freschezza che ne garantisce equilibrio e longevità.
    Badarina: un luogo di vino, cultura e incontro
    Per Bersano l’enoturismo è parte integrante dell’identità aziendale. Da oltre sessant’anni i musei di Nizza Monferrato custodiscono la memoria rurale e vitivinicola piemontese, con collezioni che raccontano la vita contadina, gli strumenti e le arti che hanno plasmato il vino come lo si conosce oggi.
    Fino ad oggi Cascina Badarina è stata una tenuta privata; con l’apertura al pubblico nell’autunno 2025, parte di questo patrimonio viene portata nel cuore del Barolo, offrendo esperienze che combinano degustazioni, momenti conviviali e scoperta culturale.
    È un passo importante per Bersano che, dopo decenni di presenza consolidata nel Monferrato, porta ora la propria ospitalità nei vigneti storici delle Langhe. “Vogliamo che Badarina diventi molto più di una destinazione enoturistica: sarà una finestra viva sul nostro museo, un luogo dove l’ospite potrà non solo degustare un grande cru nel suo luogo d’origine, ma anche conoscere, emozionarsi e sentirsi parte di una storia che attraversa le generazioni. L’enoturismo è un’estensione naturale della nostra missione: custodire la tradizione, renderla accessibile e trasformarla in un’esperienza autentica e memorabile per chi ci visita.” spiega Federico Orione.
    A partire da settembre sarà possibile visitare Badarina per una degustazione, fermarsi per un tagliere e assaporare con calma la bellezza del luogo, immersi tra i vigneti e la luce delle Langhe. Le degustazioni sono disponibili anche senza prenotazione e offrono la possibilità di scegliere tra selezioni di Barolo, Nizza e Metodo Classico, vini alla carta o acquisti diretti. La cascina è inoltre disponibile per eventi privati, pensata per chi desidera un luogo speciale per un’occasione da ricordare. La Cascina Badarina è aperta dal martedì al sabato, dalle 11:00 alle 17:00.
    Per maggiori informazioni o prenotazioni scrivere a badarina@bersano.it LEGGI TUTTO

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    AIS Veneto celebra i sessant’anni di AIS Italia a Bolle Inconfondibili

    Un’intera giornata per approfondire una categoria sempre più riconosciuta e apprezzata per la sua autenticità: i vini rifermentati in bottiglia saranno i protagonisti di Bolle Inconfondibi. Col Fondo, Sui Lieviti, Ancestrali e Metodo Classico: L’altra faccia dello spumante, l’evento di Associazione Italiana Sommelier – AIS Veneto in programma domenica 12 ottobre nelle sale del polo museale di Santa Caterina di Treviso. Dai col fondo trevigiani ai Metodo Classico, passando per espressioni ancestrali e artigianali, ogni calice darà la possibilità ai visitatori di vivere un’esperienza unica, raccontando identità e territori differenti.Oltre 70 aziende dal Veneto e da altre regioni italiane, con più di 200 etichette in degustazione al banco d’assaggio, offriranno una panoramica completa sulla tipologia a partire dalle ore 10.30. Tre masterclass di approfondimento completeranno il programma: la prima, alle 13.00, sarà dedicata ai vini sui lieviti delle Colline del Conegliano-Valdobbiadene; la seconda si terrà alle 15.00 e approfondirà il Serprino, produzione tipica dei Colli Euganei; l’ultimo tasting, Il Col Fondo interpreta vitigni e territori, è in programma alle 17.00 ed esplorerà longevità, evoluzione e filosofie produttive dei rifermentati in bottiglia. Bolle Inconfondibili chiude idealmente il trittico degli eventi di AIS Veneto dedicato ai vini tipici dell’areale trevigiano: il 2023 aveva ospitato infatti la manifestazione dedicata al Raboso, mentre l’edizione 2024 ha avuto come protagonisti i vini da Incrocio Manzoni.
    Oltre al banco d’assaggio e alle masterclass tematiche, Bolle Inconfondibili ospiterà anche i festeggiamenti di AIS Veneto per i sessant’anni dell’Associazione Italiana Sommelier, nata a Milano nel 1965. Le celebrazioni per l’importante anniversario rappresentano un momento di sintesi tra memoria e prospettiva, istituzionalità e familiarità, musica e parola.
    “AIS è oggi un punto di riferimento ampiamente riconosciuto a livello nazionale – dichiara Gianpaolo Breda, Presidente di AIS Veneto – ma il suo radicamento territoriale, in regioni come il Veneto, ne rappresenta la forza culturale più autentica. La celebrazione sarà quindi anche un’occasione per valorizzare il contributo delle persone che, con dedizione e visione, hanno collaborato alla crescita dell’Associazione in Veneto, rendendola una comunità solida e autorevole nel panorama enologico italiano”.
    L’appuntamento si aprirà alle 10.30 con Memorie in partitura assieme al quartetto d’archi EveQuartett, ponte ideale tra memoria, presente e futuro. A seguire, il Presidente di AIS Veneto Gianpaolo Breda introdurrà la cerimonia ufficiale, che ripercorrerà tappe, volti e visioni che hanno segnato la storia dell’Associazione.
    Un tributo speciale, condotto dalla presentatrice Chiara Perale, renderà omaggio a figure che hanno lasciato un segno profondo nella storia di AIS Veneto: da Dino Marchi a Marco Aldegheri, da Graziano Simonella a Eddy Furlan, da Dino Boscarato fino a tutti i presidenti che hanno guidato l’Associazione nel tempo. Ognuno di loro rappresenta i valori che da sempre animano la filosofia AIS: autorevolezza, valorizzazione dell’enogastronomia, dedizione alla formazione e radicamento nel territorio. L’evento si concluderà con le premiazioni alla fedeltà associativa.
    Il costo del biglietto d’ingresso a Bolle Inconfondibili è di 15 euro, per i soci AIS in regola con la quota d’iscrizione è gratuito. Per maggiori informazioni visitare il sito www.aisveneto.it/eventi/prossimi. LEGGI TUTTO