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    Brasile – importazioni di vino 2019

    Nonostante i problemi economici strutturali e la costante svalutazione della moneta degli ultimi anni, il Brasile è un paese promettente per il consumo di vino. Anche nel 2019, le importazioni sono cresciute a doppia cifra in termini di volumi e, se tradotte in Real, del 7% in valore. Il mercato vale circa 330 milioni di euro e 1.3 milioni di ettolitri, che si combinano ai circa 3 prodotti localmente (secondo le statistiche OIV). La combinazione di vicinanza geografica e regole doganali lo rendono un mercato dominato dai cileni e dagli argentini, seguiti dal Portogallo, di cui un tempo il Brasile fu colonia e che ne ha adottato la lingua. Italia e Francia sono sullo stesso livello, nello specifico del 2019 la Francia ha fatto meglio (come in tanti altri mercati), ma se si allarga lo sguardo su periodi più lunghi il nostro prodotto ha avuto uno sviluppo più sostenuto. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le importazioni di vino in Brasile nel 2019 toccano quota 332 milioni di euro, con un incremento del 4.4% sul 2018 e del 6% annuo sugli ultimi 5 anni. Se tradotti in valuta locale, la crescita diventa del 7% nel 2019 e addirittura del 14% annuo sugli ultimi 5 anni, a causa della forte svalutazione del Real negli ultimi anni.
    I volumi hanno una dinamica ancora più sostenuta: nel 2019 sono stati importati 1.33 milioni di ettolitri, +14%, mentre sugli ultimi 5 anni il ritmo è dell’11% annuo.
    La leadership del mercato è saldamente nelle mani dei cileni, che esportano in Brasile 663mila ettolitri di vino nel 2019 (massimo storico, +29%) per un valore di 131 milioni di euro, in crescita del 6% sul 2018 e del 9% annuo dal 2014 a questa parte. Sono molto positivi anche i dati dell’Argentina (+8%), su valori del tutto diversi (51 milioni di euro per 173mila ettolitri), mentre il Portogallo è cresciuto soltanto del 2% nel 2019 (47 milioni, 183mila ettolitri) dopo un notevole balzo negli ultimi anni.
    Venendo alla performance dell’Italia, come vedete siamo sullo stesso livello dei francesi, 34 milioni, con un volume quasi doppio (121mila ettolitri contro 69mila). Come dicevamo sopra, l’andamento sui 5 anni è migliore (+5% contro -1%) e questo è incoraggiante: quando i valori sono così piccoli i dati di breve termine possono essere molto volatili. Paghiamo lo sviluppo molto limitato dei nostri spumanti, che vengono esportati solo per 4 milioni di euro, contro i 12 milioni di euro della Francia, in un mercato che comunque non sembra essere particolarmente portato per questo tipo di prodotto.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Australia – esportazioni di vino 2019

    L’export di vino australiano si sta sempre più legando alla Cina. Anche nel 2019, secondo i dati pubblicati da UN Comtrade, a fronte di un valore totale delle esportazioni in crescita del 2%, la Cina ha segnato una crescita del 12% e ha quindi incrementato il suo peso dal 35% al 39% del totale commercio estero del paese (che poi diventano il 43% se mettiamo dentro anche Hong Kong). Questo resta l’unico spunto veramente positivo del commercio estero vinicolo australiano, per il resto caratterizzato da una sfilza di segni meno negli altri mercati importanti come USA, Regno Unito e Canada. La crisi del COVID potrebbe addirittura salvare il vino australiano più di quanto non succederà ai nostri prodotti. Dopotutto la Cina è entrata prima ed uscita prima dalla crisi, apparentemente (ripeto apparentemente) con un prezzo in termini di vite ed economia inferiore al nostro. Resterà da vedere come cambieranno gli equilibri mondiali dopo questa crisi. Se cioè la Cina riuscirà a mantenere il passo del passato in termini di crescita economica. Per adesso concentriamoci su questi 3 miliardi di dollari australiani e 7.5 milioni di ettolitri che l’Australia ha esportato nel 2019.

    Le esportazioni australiane sono cresciute del 2% nel 2019 a 2.96 miliardi di dollari australiani, nonostante un calo dei volumi dell’8% a 7.5 milioni di ettolitri (proprio dovuto a un crollo di volumi presumibilmente a basso costo spediti in Cina), dopo due anni di “super export” a 8.1 milioni.
    Se tradotte in euro, le esportazioni sono invece stabili a 1.83 miliardi di euro, data la leggera svalutazione del dollaro australiano contro l’euro (e ancora di più contro il dollaro americano: se tradotte in dollari americani saremmo a -5% per 2054 milioni di dollari).
    La Cina è chiaramente il punto di forza degli australiani. Anche nel 2019 le esportazioni sono cresciute, +12% a 1.14 miliardi di dollari. Meno bene è andata a Hong Kong, dove però la situazione è stata radicalmente diversa nel 2019, visti i disordini. In questa “città stato” le esportazioni sono invece calate del 2% a 126 milioni. Messi insieme, questi due mercati sono ormai il 43% dell’export australiano. Un punto di forza o di debolezza? Un punto di forza, tutto sommato secondo me, viste le dinamiche di forte crescita strutturale della Cina. Se volessimo vedere i punti di debolezza dovremmo ovviamente considerare la concentrazione nel singolo mercato e le potenziali variazioni dello scenario regolamentare locali, da non trascurare.
    Negli altri mercati importanti come vedete le cose non vanno bene: in USA -2% a 435 milioni dopo una serie di anni in costante calo, nel Regno Unito le esportazioni ritracciano a 370 milioni, -9%, dopo un buon 2018, e anche in Canada succede la stessa cosa: buon 2018 e cattivo 2019 (-11% a 185 milioni).
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    Santa Margherita – risultati e dati di bilancio 2019

    Il 2019 è stato ha visto un cambio di leadership in Santa Margherita con l’avvicendamento dell’amministratore delegato (Beniamino Garofalo ha preso il posto di Ettore Nicoletto). I dati di bilancio mostrano un progresso rispetto al 2018 soprattutto per quanto riguarda il fatturato, cresciuto del 7%, ma i margini non sono migliorati e a livello di […] LEGGI TUTTO

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    Cava – produzione e vendite, aggiornamento 2019

    Il bilancio 2019 dello spumante Cava è leggermente positivo, con un livello di esportazioni stabile e un apparente recupero del mercato spagnolo. Lo chiamo apparente perchè il consorzio Cava considera il mercato spagnolo come la differenza tra quanto viene prodotto e quanto viene esportato, e dunque non è assolutamente detto che il Cava “spagnolo” se […] LEGGI TUTTO

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    Constellation Brands – risultati primo trimestre 2020

    Constellation Brands è una delle prime aziende che pubblica i risultati trimestrali in piena crisi COVID, essendo il suo primo trimestre un Marzo-Aprile-Maggio. Avendo il baricentro americano, ha poco più di due mesi immersi nel lockdown. I dati sono meno peggio di quello che ci si potesse immaginare, soprattutto dal punto di vista dei margini. […] LEGGI TUTTO

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    Frescobaldi – risultati e dati di bilancio 2019

    Sotto alcuni punti di vista il 2019 è stato il miglior anno di sempre per Frescobaldi: fatturato sopra 120 milioni, incidenza delle materie prime al minimo di sempre, posizione finanziaria netta quasi neutra. È stato un anno senza scossoni, di consolidamento degli investimenti e delle acquisizioni degli ultimi anni (oltre 100 milioni dal 2014 al […] LEGGI TUTTO