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    I vini di Iolei: il volto contemporaneo del Nepente

    Per Iolei tutto ebbe inizio in un autunno, tra i cortili di Cortes Apertas, la manifestazione che annualmente vede i borghi della Barbagia aprire le antiche dimore come scrigni di memoria. Proprio in questo contesto la famiglia Puddu presentò per la prima volta il proprio vino, duecento bottiglie in tutto. Andarono via in un attimo. Qualcuno chiese perfino di tenere le bottiglie vuote, attratto dalle etichette disegnate da Sara Bachmann e dal racconto che sembrava già scritto nel vetro.

    Era un segno, o forse un inizio naturale per un progetto destinato a crescere in maniera genuina.Tutto nasce da Oliena, terra di pietra e vento, dove le viti si aggrappano ai monti e il vino prende il nome di Nepente: una parola che viene dal mito, la bevanda che Elena di Troia offriva per scacciare i dolori.D’Annunzio la scelse per raccontare il Cannonau di queste terre, incantato da un sorso “capace di cancellare ogni tristezza”.

    In questo paesaggio sospeso tra mito e realtà nasce Iolei: una storia familiare e insieme collettiva, legata alla terra e al desiderio di farne parlare il vino.Un “Io” e un “Lei”, come amano dire Antonio e Simona Puddu: l’Io è la mano che lavora, il Lei è la vite, il vino, la Sardegna.

    Nel cuore della Barbagia, Iolei è oggi una delle voci più autentiche della nuova Sardegna del vino.

    Antonio Puddu, enologo di Oliena, ha trasformato un’eredità domestica in progetto professionale, unendo l’esperienza maturata tra San Michele all’Adige e Torino con il rispetto per la terra di casa.Quando nel 2015 nacque il primo Cannonau di Sardegna DOC Iolei, non era solo un debutto: era un modo per restituire al Nepente di Oliena la sua identità più vera, quella di un vino che appartiene al territorio prima che al mercato.

    Accanto a lui, ogni membro della famiglia dà voce a un aspetto del progetto.Salvatore, il padre, è la memoria contadina, custode della vigna e della gestualità antica.Chiara porta la visione economica e il desiderio di far conoscere la giovane agricoltura sarda anche fuori dall’isola.Sara, con studi in enologia e esperienze internazionali, è la ricerca e la sperimentazione: a lei si deve la linea Senza Solfiti, dove il Vermentino Majga e il Cannonau Liju raccontano un ritorno alla purezza naturale.Simona, moglie di Antonio, è lo sguardo estetico: cura le etichette e l’immagine, traducendo in forma visiva l’anima del vino.E Luisella, la madre, accoglie gli ospiti e trasforma ogni degustazione in un momento di incontro, tra pane carasau, formaggi e racconti di famiglia.

    I vini degustati

    Ogni vino di Iolei è una sfumatura diversa dello stesso paesaggio. È come se la famiglia Puddu avesse deciso di raccontare la propria terra in quattro voci, ognuna con un ritmo e una sensibilità diversa, ma unite dalla stessa visione, rendere contemporaneo il Nepente di Oliena, senza mai snaturarlo.

     Cannonau di Sardegna Doc Iolei 2023

    È il vino delle origini, quello con cui tutto ha avuto inizio.Nel 2015 ne nacquero solo duecento bottiglie — le stesse che a Cortes Apertas sparirono in poche ore — ma da allora questo rosso ha mantenuto intatta la sua identità: sincero, diretto, legato alla quotidianità.Un Cannonau limpido e trasparente, dove si ritrovano la freschezza dei frutti rossi, un soffio di macchia mediterranea e quella beva lieve che invita al sorso successivo.È il vino dell’amicizia, da condividere senza pensieri, capace persino di accompagnare — servito un po’ più fresco — un piatto di pesce.Il suo segreto? Essere un vino di terra, ma con l’anima leggera.

     Cannonau di Sardegna Doc Nepente di Oliena Vostè 2024

    “Vostè” in sardo significa “Voi”.È il modo in cui Iolei rende omaggio al Nepente, con rispetto ma senza soggezione.In etichetta compare il ritratto ironico di Gabriele D’Annunzio, quasi a ricordare che anche la leggenda può essere rivisitata con leggerezza.Nel calice è un Cannonau elegante, luminoso, che unisce intensità e freschezza: frutti di rovo, ciliegie, erbe spontanee.Rispetto al primo Iolei, è più profondo, più strutturato, ma resta fedele all’idea di un vino “gentile”, pensato per il piacere e non per la dimostrazione.Un sorso che si muove tra memoria e modernità, come la Sardegna che cambia senza dimenticare se stessa.

     Cannonau di Sardegna Doc Nepente di Oliena Liju senza solfiti aggiunti 2024

    “Liju” in sardo significa “liscio”, e il nome racconta già tutto.È il vino più sperimentale di Iolei, quello che guarda avanti senza timore: niente solfiti aggiunti, vinificazione pulita e naturale, rispetto assoluto della materia prima.Nel bicchiere è intenso, scuro, profondo.Ha un profumo che sa di frutti neri, spezie e radici, e un gusto pieno ma sorprendentemente armonioso, dove la forza del Cannonau si fa velluto.È il vino che più rappresenta la nuova generazione di Iolei, quella di Sara Puddu: curiosa, sensibile, capace di parlare un linguaggio naturale ma rigoroso.Un esperimento riuscito, che racconta il futuro del Nepente con voce autentica e libera.

     Cannonau di Sardegna Doc Riserva Nepente di Oliena Hospes 2022

    Dal latino ospite, Hospes è un tributo all’accoglienza di Oliena e al viaggio di D’Annunzio, che in queste terre trovò ispirazione e calore umano.

    L’etichetta è una rivisitazione del ritratto del Vate da ragazzo, creata per Iolei da Paco Corrias.Prodotto solo nelle annate migliori, nasce da una selezione attenta delle uve e da un tempo di affinamento più lungo, che lo rende complesso ma mai pesante.È il volto più profondo e maturo di Iolei: un vino di equilibrio, in cui note balsamiche, erbe aromatiche e accenni di liquirizia si intrecciano con la trama delicata dei tannini.Nel bicchiere si percepisce la calma del tempo, il silenzio della vigna, la saggezza di un lavoro paziente.È il vino della riflessione, quello che accompagna le parole e le serate lunghe, che invita a restare — come accade spesso, davanti alle cose belle.

    Iolei Wines: The Contemporary Face of Nepente

    For Iolei, everything began one autumn, among the courtyards of Cortes Apertas, the annual festival where the villages of Barbagia open their ancient homes like treasure chests of memory. It was in this setting that the Puddu family presented their wine for the first time—just two hundred bottles in total. They disappeared in an instant. Some even asked to keep the empty bottles, fascinated by the labels designed by Sara Bachmann and by the story that already seemed etched in the glass. It was a sign—or perhaps a natural beginning—for a project destined to grow in a genuine way.

    Everything starts in Oliena, a land of stone and wind, where vines cling to the mountains and the wine takes the name Nepente: a word rooted in myth, the drink Helen of Troy offered to banish sorrow. D’Annunzio chose it to describe the Cannonau of these lands, enchanted by a sip “capable of erasing all sadness.”

    In this landscape suspended between myth and reality, Iolei was born: a family story and at the same time a collective one, tied to the land and to the desire to let the wine speak. An “I” and a “She,” as Antonio and Simona Puddu like to say: the “I” is the working hand, the “She” is the vine, the wine, Sardinia.

    In the heart of Barbagia, Iolei is today one of the most authentic voices of the new Sardinian wine scene. Antonio Puddu, an oenologist from Oliena, transformed a domestic legacy into a professional project, combining the experience gained between San Michele all’Adige and Turin with respect for his homeland.

    When the first Cannonau di Sardegna DOC Iolei was born in 2015, it was not just a debut: it was a way to restore to Nepente di Oliena its truest identity, that of a wine belonging to the territory before the market.

    Alongside him, each family member gives voice to a different aspect of the project.

    Salvatore, the father, is the rural memory, guardian of the vineyard and of ancient gestures.

    Chiara brings the economic vision and the desire to promote Sardinian youth agriculture beyond the island.

    Sara, with studies in oenology and international experience, represents research and experimentation: she is behind the Senza Solfiti line, where Vermentino Majga and Cannonau Liju tell of a return to natural purity.

    Simona, Antonio’s wife, is the aesthetic eye: she curates the labels and the image, translating the soul of the wine into visual form.

    Luisella, the mother, welcomes guests and turns every tasting into a moment of encounter, with pane carasau, cheeses, and family stories.

    The Wines Tasted

    Each Iolei wine is a different shade of the same landscape. It is as if the Puddu family had decided to narrate their land in four voices, each with its own rhythm and sensitivity, yet united by the same vision: to make Nepente di Oliena contemporary, without ever distorting it.

    Cannonau di Sardegna DOC Iolei 2023 The wine of origins, the one with which it all began. In 2015 only two hundred bottles were produced—the same ones that vanished in a few hours at Cortes Apertas—but since then this red has preserved its identity: sincere, direct, tied to everyday life. A clear and transparent Cannonau, with the freshness of red fruits, a breath of Mediterranean scrub, and that light drinkability that invites the next sip. It is the wine of friendship, to be shared without worries, even capable—served slightly cooler—of accompanying a fish dish. Its secret? A wine of the land, with a light soul.

    Cannonau di Sardegna DOC Nepente di Oliena Vostè 2024 “Vostè” in Sardinian means “You.” It is Iolei’s way of paying homage to Nepente, with respect but without subservience. The label features an ironic portrait of Gabriele D’Annunzio, as if to remind us that even legends can be revisited with lightness. In the glass, it is an elegant, luminous Cannonau, combining intensity and freshness: bramble fruits, cherries, wild herbs. Compared to the first Iolei, it is deeper, more structured, yet faithful to the idea of a “gentle” wine, designed for pleasure rather than demonstration. A sip that moves between memory and modernity, like Sardinia itself, changing without forgetting.

    Cannonau di Sardegna DOC Nepente di Oliena Liju (No Added Sulphites) 2024 “Liju” in Sardinian means “smooth,” and the name says it all. It is Iolei’s most experimental wine, looking forward without fear: no added sulphites, clean and natural vinification, absolute respect for the raw material. In the glass it is intense, dark, profound. Its aroma recalls black fruits, spices, and roots, while the taste is full yet surprisingly harmonious, where Cannonau’s strength becomes velvet. It is the wine that best represents Iolei’s new generation, that of Sara Puddu: curious, sensitive, able to speak a natural yet rigorous language. A successful experiment, telling the future of Nepente with an authentic and free voice.

    Cannonau di Sardegna DOC Riserva Nepente di Oliena Hospes 2022 From the Latin “guest,” Hospes is a tribute to Oliena’s hospitality and to D’Annunzio’s journey, who found inspiration and human warmth in these lands. The label is a reinterpretation of the poet’s youthful portrait, created for Iolei by Paco Corrias. Produced only in the best vintages, it comes from a careful selection of grapes and a longer aging period, making it complex yet never heavy. It is Iolei’s most profound and mature expression: a wine of balance, where balsamic notes, aromatic herbs, and hints of licorice intertwine with the fine texture of tannins. In the glass, one perceives the calm of time, the silence of the vineyard, the wisdom of patient work. It is the wine of reflection, the one that accompanies words and long evenings, inviting us to linger—as often happens before beautiful things. LEGGI TUTTO

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    WineHunter Award Platinum: svelati ieri sera al Teatro Puccini di Merano i 77 vincitori dell’edizione 2025

    Nella giornata inaugurale del 34° Merano WineFestival, al Teatro Puccini di Merano sono andate in scena le cerimonie di premiazione dei The WineHunter Award Platinum, riconoscimento assegnato ai vini, ai prodotti gastronomici e ai distillati artigianali che hanno ottenuto oltre 95 punti su 100 nella selezione della Guida The WineHunter. Ad aprire la serata, gli speciali riconoscimenti Honour Award, conferiti da Köcher insieme al giornalista Andrea Radic, seguiti dalla designazione dei 10 Cult Oenologist e dai Dolcissimo Award ai migliori vini dolci dell’Alto Adige e d’Italia.Honour Award
    In apertura, il patron di Merano WineFestival Helmuth Köcher e il giornalista Andrea Radic hanno conferito 6 riconoscimenti speciali: Honour Award alla Conquista a Braida e alla famiglia Bologna “per aver saputo con passione e visione portare i vini e la terra del Monferrato e di Rocchetta Tanaro, alla conquista di un meritato successo nell’enologia mondiale”. Il premio Honour Award al Territorio è stato assegnato al Consorzio del Vulture “per aver saputo comporre una squadra di vignaioli che credono profondamente nella storia e nella tradizione del proprio territorio”. L’Honour Award alla Famiglia è stato conferito alla famiglia Ceraudo, “esempio di come la forza di una famiglia, basata sull’affetto e sul rispetto, si declini nel compito che ciascuno fa proprio e sviluppa insieme agli altri”. Per l’Innovazione, Honour Award ai Vivai Rauscedo “per aver saputo portare la scienza agronomica e la cultura della vite a livelli di eccellenza. Per aver compreso che i vitigni sono materia viva, capace di dare il meglio se curati e aiutati con i più attenti interventi che l’uomo sia in grado di portare”. L’Honour Award alla Genialità è stato consegnato a Hans Terzer: “Competenza, professionalità, personalità, creatività, perseveranza. Sono solo alcune delle qualità di Hans Terzer, figura iconica dell’enologia mondiale. Un percorso di vita che ha superato le cinquanta vendemmie e che continua a stupire per visione e modernità”. Infine, Honour Award alla Creatività alla cantina Antichi Poderi Jerzu per “il grande coraggio di aver intuito quanto il vino sia come un telaio sul quale tessere il profilo di un territorio e di una comunità”.
    I 10 Cult Oenologist e il Dolcissimo Award ai migliori vini dolci d’italia
    Venerdì 7 novembre, nella giornata dal titolo TasteTerroir – bio&dynamica, il Kurhaus ha ospitato il percorso di degustazione dedicato ai 10 migliori enologi selezionati da Helmuth Köcher che in serata sono saliti sul palco del teatro Puccini di Merano per ritirare il prestigioso riconoscimento Cult Oenologist: Franco Bernabei, Nicola Biasi, Giuseppe Caviola, Stefano Chioccioli, Riccardo Cotarella, Luca D’Attoma, Emiliano Falsini, Carlo Ferrini, Donato Lanati e Vincenzo Mercurio. A seguire, i Dolcissimo Award dedicati ai migliori vini dolci: per l’Alto Adige sono stati premiati Nals Margreid per il Baronesse Alto Adige/Südtirol Moscato Giallo DOC 2022 e Cantina Kurtatsch per USHAS Mitterberg Alto Adige/Südtirol IGT 2023; per l’Italia Cantina Colosi con Na JM Malvasia delle Lipari DOC 2023 e Avignonesi con il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 2011.
    The Winehunter Award Platinum
    Momento clou della cerimonia di premiazione, i The WineHunter Award Platinum, massimo riconoscimento della guida The WineHunter, curata da 14 commissioni di assaggio coordinate da Helmuth Köcher. Sono stati assegnati complessivamente 77 Award Platinum, di cui 50 ai migliori vini, 25 ai migliori prodotti gastronomici e 2 ai migliori distillati artigianali. Primato della Toscana con 10 Award Platinum, a seguire Alto Adige e Lombardia con 8 Award Platinum e il Piemonte con 7 Award Platinum.
    Di seguito l’elenco completo:
    WINE
    Alto Adige – Südtirol

    Cantina Andriano | 2022 Tor Di Lupo Alto Adige / Südtirol Riserva DOC
    Cantina Girlan | 2021 Curlan Alto Adige / Südtirol Riserva Pinot Noir DOC
    Cantina San Michele Appiano | 2010 Sanct Valentin Alto Adige / Südtirol Sauvignon DOC
    Cantina Terlano | 2012 Rarity Alto Adige / Südtirol Terlano DOC
    Cantina Tramin | 2023 Nussbaumer Alto Adige / Südtirol Gewürztraminer DOC
    Manincor | 2022 Mason Di Mason Alto Adige / Südtirol DOC
    Nals Margreid | 2021 Nama Alto Adige Chardonnay DOC
    Schreckbichl-Colterenzio | 2021 LR Alto Adige/Südtirol Bianco Riserva DOC

    Calabria
    Cantina Malena | 2017 Prestige Brut Metodo Classico VSQA
    Paternoster | 2020 Barone Rotondo Aglianico Del Vulture DOCG

    Campania
    Marisa Cuomo | 2021 Ravello Costa D’amalfi Classico Rosso Riserva DOC
    Terre Stregate | 2020 Cara Cara Benevento / Beneventano IGT

    Emilia-Romagna
    Tenuta Del Paguro | 2023 Ostrea In Fundo Ravenna Classico IGP

    Friuli-Venezia Giulia
    Monviert | 2022 Friuli Colli Orientali Riserva Friulano DOC

    Lazio
    Casale Del Giglio | 2020 Radix Lazio IGT

    Liguria
    La Baia Del Sole-Federici | 2021 Giulio F. 56 Extra brut Metodo Classico UnderWaterWine VSQ

    LombardiaBerlucchi Franciacorta | 2011 Franco Ziliani Franciacorta Brut Nature Riserva DOCG
    Cabochon | Annata Fuoriserie N. 025 Franciacorta Brut DOCG
    Ca’ Del Bosco | 2015 Franciacorta Brut Nature DOCG

    Marche
    Tenuta San Marcello | 2022 Indisciplinato Marche IGT
    Tenuta Villa Bucci | 2021 Villa Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva DOCG

    Piemonte
    Carlo Giacosa | 2022 Barbaresco Montefico DOCG
    Giacomo Borgogno & Figli | 2021 Barolo Cannubi DOCG
    Giovanni Rosso | 2024 Etna Pietra Marina Bianco DOP
    La Scolca | 2013 Soldati La Scolca D’Antan Brut Metodo Classico Millesimato VSQ
    Marchesi Di Barolo | 2021 Barolo Cannubi DOCG
    Pier Paolo Grasso | 1998 Piccola Emma Barbaresco Riserva DOCG

    Puglia
    Gianfranco Fino Viticoltore | 2022 Jo Salento Negroamaro IGT
    San Marzano Vini | 2020 Sessantanni Primitivo Di Manduria DOP

    Sardegna
    Antonella Corda | 2021 Ziru Isola dei Nuraghi IGT
    Argiolas | 2021 Turriga Isola dei Nuraghi Rosso IGT
    Silvio Carta | 2002 Vernaccia Di Oristano DOC

    SiciliaBaglio Curatolo Arini 1875 | 2010 Vergine 2010 Marsala Riserva Vergine DOC
    Tasca D’Almerita | 2021 Contrada Sciaranuova Etna DOC

    Toscana
    Il Borro | 2019 Alessandro Dal Borro Valdarno Di Sopra DOC
    I Balzini | 1999 White Label Colli Della Toscana Centrale IGT
    Isole E Olena | 2022 Cepparello Toscana IGT
    Podere La Regola | 2021 La Regola Costa Toscana IGT
    Ridolfi | 2019 Mercatale Brunello Di Montalcino Riserva DOCG
    Tenute Lunelli – Tenuta Podernovo | 2019 Auritea Costa Toscana IGT
    Vecchie Terre Di Montefili | 2020 Bruno Di Rocca Toscana IGT
    Vigna delle Sanzioni | 2023 Valdarno di Sopra DOC

    Trentino
    Cantina Toblino | 2020 Da Fora Trentino DOC
    Maso Martis | 2015 Madame Martis Trento Brut Riserva DOC

    Umbria
    Le Thadee | 2021 +128+ Prefillossera Spoleto DOC

    Veneto
    Carlo Ferragù | 2021 Valpolicella Superiore DOC
    De Buris | 2013 De Buris Amarone Della Valpolicella Riserva Classico DOCG
    Gerardo Cesari | 2016 Amarone Della Valpolicella Riserva DOCG
    Piccoli | 2015 La Parte Amarone Della Valpolicella Riserva DOCG
    Scriani | 2008 Twenty – 20° Anniversary Verona Rosso IGT

    FOOD

    Abruzzo
    Flagella Ciro | Salse, sughi e mostarde | Datterino Gold

    Calabria
    Azienda Agricola Francesca De Leo Alberti | Sale, spezie e erbe | Zafferano Purissimo In Pistilli
    Chesud | Marmellate e conserve | Marmellata Di Cedri
    Salumificio San Vincenzo | Carni e salumi | Nduja Di Spilinga Piccante

    Emilia-Romagna
    Acetificio Mengazzoli | Aceto e condimenti | Condimento Dell’Acetaia – Bollo Magenta
    F.lli Gardini | Dolci e cioccolato | Cremino Amarena
    Fratelli Pelizziari Prosciutti | Carni e salumi | Fiocco Di Prosciutto Con Cotenna
    La Vecchia Dispensa | Aceto e condimenti | Perla Nera Aceto Balsamico Di Modena Igp
    Up Stream Italiana | Prodotti ittici | Platinum Edition

    Lazio
    Salpa | Prodotti della panificazione | Pan De Vino

    Lombardia
    Alberto Riboldi Chef | Prodotti della panificazione | Panettone Amarena E Cannella

    Calvisius Caviar | Prodotti ittici | Calvisius Unico
    Gioporro – Sep Valtellina | Carni e salumi | Prosciutto Di Wagyu
    Luigi Guffanti 1876 | Prodotti lattiero caseari | Provolone Mandarone Stag. +36 Mesi
    Royal Food Caviar | Prodotti ittici | Caviale Siberiano

    Marche
    Si.gi. | Salse, sughi e mostarde | Delizia Di Fichi Bianchi In Agrodolce

    Molise
    Sunnn – Italian Superior Food | Olio | Venafro

    Piemonte
    Tenuta Castello | Pasta, riso, cereali e legumi | Carnaroli Classico Biologico

    Puglia
    Società Agricola Ciavatta | Olio | Olio Evo “Provenzale Antico”

    Sardegna
    Accademia Olearia | Olio | Gran Riserva Olio Extravergine Di Oliva Fruttato

    Toscana
    Macelleria Agricola Patrone | Carni e salumi | Lonza Lardellata Da Cinta Senese Dop
    Salumi Di Mare | Prodotti ittici | Lingotto Di Salmone Affumicato

    Trentino
    Fratelli Corrà | Carni e salumi | Prosciutto Di Capriolo

    Umbria
    Habitat 3650 Organic Farm | Olio | Olio Evo Tino

    Veneto
    Vertigo | Prodotti della panificazione | Panettone Fichi Noci E Zenzero

    SPIRITS

    Calabria
    3spirits | Liquore | Xa Pera In Grappa

    Friuli-Venezia Giulia
    Nonino Distillatori | Distillato | Nonino Gran Riserva Acquavite D’uva ùE® Monovitigno® Merlot Aged 12 Years LEGGI TUTTO

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    Enoturismo, Great Wine Capitals: Rambaldi Apartments di Guerrieri Rizzardi vince il Global Best Of Wine Tourism

    Rambaldi Apartments di Guerrieri Rizzardi (Bardolino, sponda veronese del Lago di Garda) è il vincitore italiano del Global Best Of Wine Tourism, il riconoscimento internazionale che premia i migliori progetti enoturistici del mondo promosso dalle Great Wine Capitals (GWC), il network che riunisce 11 città a forte trazione vinicola su scala globale. L’annuncio è stato dato ieri sera al Palazzo della Borsa di Bordeaux, in occasione dell’ultima giornata della conferenza annuale della rete. La residenza diffusa sul Lago di Garda era già stata premiata lo scorso ottobre al Best Of Wine Tourism alla Camera di Commercio di Verona nella categoria Ricettività, per “aver creato una residenza diffusa di charme che lega l’ospitalità sul Lago di Garda alla storia vinicola della famiglia Guerrieri Rizzardi, dando vita a un itinerario enoturistico completo fra il lago e le colline del vino veronese”.
    Nel corso del meeting in Francia, i delegati delle Great Wine Capitals hanno rinnovato i propri vertici al termine del naturale mandato biennale. L’Italia, che deteneva la presidenza con Paolo Arena – anche vicepresidente della Camera di Commercio di Verona –  ha passato il testimone all’Australia, ora alla guida con la nuova presidente Jo Collins. Per volontà del consiglio il nostro Paese mantiene la vicepresidenza, assegnata sempre ad Arena in considerazione dei risultati raggiunti nel corso del suo incarico, mentre la tesoreria è stata affidata alla Francia nella figura di Jacques Faurens. Tra le novità annunciate durante la plenaria, l’ingresso della Cina nel network come Paese osservatore con la provincia di Yantai, considerata la capitale del vino cinese nota anche per una attrattività enoturistica in continua evoluzione.
    “Dopo un biennio di intensa collaborazione e crescita condivisa, è un onore continuare a lavorare attivamente nella rete – commenta il neo vicepresidente Paolo Arena –. Il mio impegno resta quello di rafforzare il dialogo tra i Paesi membri, promuovendo l’enoturismo di qualità come leva di sviluppo sostenibile dei territori. Accolgo con grande soddisfazione l’ingresso di Yantai con lo status di osservatore nelle Great Wine Capitals: un’adesione che ho fortemente sostenuto, consapevole che la Cina rappresenta oggi una realtà vitivinicola di grande interesse, ancora tutta da scoprire. Tra gli obiettivi raggiunti anche quello di aver portato a Verona per la prima volta la conferenza annuale del network nel 2024”.
    L’associazione The Great Wine Capitals Global Network di cui Verona è la rappresentante italiana è un network che coinvolge un totale di 24,4 milioni di abitanti per un’affluenza turistica complessiva pari a 56 milioni di arrivi. La produzione di vino espressa dalla rete è pari a oltre 29 milioni di ettolitri annui per un vigneto che si estende su 516 mila ettari e oltre 2,2 mila imprese del vino aperte agli enoturisti (+45% dal 2022 al 2024). LEGGI TUTTO

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    Premio Bandiera Verde Agricoltura 2025 a Fontanafredda per il suo contributo al patrimonio agricolo e culturale italiano

    Si è svolta ieri, nella Sala della Regina a Montecitorio, la cerimonia di consegna della Bandiera Verde Agricoltura 2025, il prestigioso riconoscimento promosso da CIA – Agricoltori Italiani, una delle principali organizzazioni di categoria in Italia e in Europa per la salvaguardia e la crescita del settore primario. Tra le realtà premiate figura Fontanafredda, insignita del titolo per il suo contributo alla valorizzazione dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e del patrimonio enogastronomico, paesaggistico e ambientale.Per la sua XXIII edizione, il premio è stato assegnato a Fontanafredda, con la seguente motivazione: «Nata dalla storia d’amore tra il primo Re d’Italia e Rosa Vercellana, l’azienda Fontanafredda è stata pioniera nell’innovazione vinicola (prima spedizione di Barolo oltreoceano nel 1886, prime vasche in cemento in Europa nel 1887, primo Barolo con indicazione di vigna nel 1964). La filosofia alla base dell’offerta imprenditoriale è esaltare il carattere di ogni vino, rispettando vitigno, ambiente e interazione umana. Vengono utilizzate grandi botti di rovere francese e croato per l’affinamento dei vini rossi, mentre i vini bianchi e le bollicine sono prodotti in ambienti moderni. Fontanafredda si trova nel cuore del 50° sito italiano Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO e, sin dalla sua nascita, rappresenta una comunità unita intorno al rispetto della terra, oggi con circa 120 ettari di vigneti certificati a biologico che fanno da cornice al primo Villaggio Narrante d’Italia. Il tutto per offrire un’esperienza culturale e turistica con musei, una Fondazione culturale, hotel e ristoranti».
    E ancora: «In quest’ottica, il Premio Bandiera Verde Agricoltura 2025 vuole essere un riconoscimento speciale a testimonianza dello straordinario legame tra storia dell’Italia e attività agricola che trova, nell’azienda Fontanafredda, una delle più importanti testimonianze nel panorama agricolo nazionale. Oltre a ciò, il riconoscimento trae origine dallo straordinario senso di comunità intorno al rispetto della terra che caratterizza da sempre l’offerta imprenditoriale e che fa da cornice al primo Villaggio Narrante d’Italia».
    Con questo risultato, Fontanafredda conferma il proprio ruolo di riferimento nel panorama agricolo nazionale, proseguendo un percorso di responsabilità ambientale e sociale intrapreso da oltre venticinque anni e formalizzato con il primo Bilancio di Sostenibilità relativo al 2020. Da allora, la cantina continua a tradurre i propri valori in azioni concrete, promuovendo un modello di impresa che mette al centro la terra, le persone e la rigenerazione del paesaggio, nel segno di una viticoltura consapevole e duratura.
    «Nel 2020 siamo cambiati profondamente. Abbiamo capito che avevamo bisogno di un nuovo Rinascimento, un Rinascimento Verde capace di ridisegnare i paradigmi del passato, adattandoli al presente per anticipare il futuro. Abbiamo rimesso la terra al centro, al centro dell’uomo. Come valore, abbiamo scelto la fiducia: fiducia negli altri, per costruire una comunità unita intorno al rispetto. Questo è e resta il nostro obiettivo. Credo che sia proprio da qui che dobbiamo continuare a lavorare: dal rispetto per la terra e per le persone. Le sfide globali che abbiamo davanti sono complesse, e senza un’etica autentica verso ciò che ci circonda non andremo lontano. Per questo sono profondamente grato per il premio che ci è stato assegnato: un riconoscimento a un impegno che portiamo avanti da anni e che richiede ancora tanto lavoro, insieme, come comunità» commenta Andrea Farinetti. LEGGI TUTTO

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    Consorzio Tutela Roero continua il tour nella grandi città italiane con la tappa a Bologna

    Dopo il successo dei primi due appuntamenti di Roma e Napoli, il Consorzio Tutela Roero ha risalito lo Stivale in direzione di Bologna, per la terza tappa del “Roero in Tour”, il progetto itinerante che porta i vini della Docg nelle principali piazze italiane. Quello intrapreso dal Consorzio è un vero e proprio viaggio dedicato all’incontro tra i vini del Roero e le grandi città del nostro Paese attraverso il dialogo con la cucina tipica di ogni territorio. Questa è stata la volta di entrare nel cuore dell’Emilia: i vini del Roero hanno infatti conquistato la scena bolognese offrendo un’esperienza sensoriale di alto profilo. Un format inedito che ha riunito grandi esperti del settore, tra stampa, ristoratori, sommelier e i migliori interpreti del vino italiano in un’unica occasione di confronto, scoperta e connessione.L’incontro nel capoluogo emiliano ha rappresentato un’ulteriore occasione per mettere in luce le grandi potenzialità della denominazione che unisce le storie di passione di ben 258 soci e la biodiversità dei terroir di oltre 1300 ettari di vigneti. Un mosaico di colline, suoli sabbiosi e microclimi che danno vita a vini di grande eleganza, profondamente legati al territorio e capaci di raccontarne ogni sfumatura.
    La versatilità del Roero Docg si riflette nelle sue cinque tipologie. Il Roero Rosso, espressione elegante del Nebbiolo sulle sabbie roerine, e la sua versione Riserva, più complessa e longeva, incarnano la profondità e la finezza dei suoli collinari. Il Roero Arneis, bianco simbolo della denominazione, unisce freschezza e aromaticità, mentre il Roero Arneis Riserva – introdotto nel 2017 – rivela struttura e sorprendente capacità evolutiva. Completa il quadro il Roero Arneis Spumante, che con la sua vivacità interpreta in chiave moderna la personalità dinamica e contemporanea del Roero.
    “Roero in Tour è il nostro modo di valorizzare i vini della denominazione e di rafforzarne la conoscenza attraverso attività mirate – sottolinea Massimo Damonte, Presidente del Consorzio Tutela Roero –  Un percorso di crescita condivisa che mette in luce la personalità dei nostri vini, fedeli alla loro origine e al tempo stesso capaci di dialogare con il gusto e le esigenze del mercato attuale.
    Radici e ricerca, eleganza e autenticità questo il messaggio che continuiamo a portare avanti e che rende unica la nostra denominazione”.
    Con l’appuntamento di Bologna, il Consorzio Tutela Roero conferma il proprio impegno nella promozione dei vini della denominazione, portandoli a scoprire nuovi pubblici e contesti di eccellenza. Un percorso che valorizza il Roero come patrimonio dell’umanità UNESCO, uno dei territori vitivinicoli e paesaggistici più distintivi del Piemonte, e che proseguirà con la prossima tappa a Milano prima della fine dell’anno. LEGGI TUTTO

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    Nasce Herbarium, il vermouth naturale e territoriale de La Cricca: solo 435 bottiglie numerate

    Nasce Herbarium, il nuovo vermouth naturale e territoriale de La Cricca, prodotto in una tiratura limitata di sole 435 bottiglie numerate. La Cricca, giovane e vivace azienda friulana ormai apprezzata per il suo spirito innovativo, presenta così un vermouth che è il risultato di un percorso di ricerca, passione e autenticità. Herbarium prende vita da nobili uve autoctone di Verduzzo e Picolit, arricchite da sette botaniche friulane, e si distingue per la totale assenza di zuccheri e coloranti aggiunti: la dolcezza nasce esclusivamente dal vino, mentre il carattere deriva dalle essenze delle erbe spontanee.Questo progetto affonda le sue radici nell’incontro tra tradizione e innovazione, grazie alla collaborazione con il vignaiolo Marco Cecchini, la Liquoreria Friulana e la direttrice artistica Elisa Cabras, che ha dato vita a un concept grafico originale e ricercato. Per la produzione si utilizzano solo vini biologici da uve Verduzzo e Picolit, a cui vengono aggiunte le sette botaniche friulane – assenzio, santoreggia, origano, salvia sclarea, coriandolo, genziana e angelica – lasciate in macerazione in soluzione idroalcolica per quindici giorni. Dopo questa fase, il prodotto viene fatto maturare per almeno tre mesi senza alcun additivo, per mantenerne intatta la purezza prima della successiva evoluzione in bottiglia.
    Herbarium è pensato per chi desidera un vermouth esclusivo, equilibrato ed elegante, perfetto da gustare come aperitivo o a tutto pasto, come digestivo o come base per cocktail dal carattere audace e innovativo. Si presenta alla vista con un intenso colore giallo dorato e al palato offre freschezza e persistenza, chiudendo con un finale piacevolmente amaricante e speziato.
    Come spiega Luca Comello, socio e amministratore de La Cricca, “Herbarium rappresenta la nostra idea di autenticità e rispetto per il territorio. Volevamo creare un vermouth che raccontasse la storia delle nostre terre e delle persone che le vivono, senza compromessi e senza artifici.” Aggiunge Luca Latronico, socio de La Cricca: “Questo progetto è il risultato di un percorso condiviso, fatto di incontri, degustazioni e scoperte. Herbarium è un invito a riscoprire il piacere delle cose genuine, da gustare lentamente e con curiosità.”
    Per acquisti o maggiori informazioni è possibile visitare il sito vinilacricca.it oppure scrivere una mail a info@vinilacricca.it. LEGGI TUTTO

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    Federvini: apprezzamento per il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sul “Pacchetto Vino”

    Federvini esprime il proprio apprezzamento per l’esito del voto odierno della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (COMAGRI) del Parlamento europeo che ha esaminato e approvato gli emendamenti al cosiddetto “Pacchetto Vino”, passaggio significativo del percorso di revisione del quadro normativo europeo del settore.
    Federvini accoglie positivamente la conferma delle semplificazioni in materia di etichettatura, comprese le deroghe per i prodotti destinati all’esportazione, la previsione di aliquote di sostegno più elevate per gli interventi settoriali e il prolungamento della durata dei progetti di promozione, strumenti essenziali per il consolidamento dei mercati internazionali. Di rilievo anche la maggiore flessibilità finanziaria, che consentirà di riportare all’annualità successiva le economie di spesa, garantendo una gestione più efficiente e mirata delle risorse disponibili.
    “Il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo conferma la volontà di sostenere un comparto che rappresenta un’eccellenza del sistema agroalimentare europeo. Accogliamo con favore le semplificazioni introdotte e le misure volte a rafforzare la promozione, l’internazionalizzazione e la sostenibilità del settore” ha commentato Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini. “Non meno significativa la costante attenzione dei parlamentari italiani, che hanno contribuito in modo concreto al dibattito, con un impegno orientato a valorizzare la nostra filiera vitivinicola. Si tratta di un risultato che premia il dialogo costruttivo tra le istituzioni europee e il mondo produttivo, e che pone basi solide per il negoziato finale in vista dell’accordo definitivo.”
    La proposta di regolamento era stata avanzata la scorsa primavera dal Commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, e successivamente discussa dal Consiglio dell’Unione europea lo scorso giugno. L’approvazione degli emendamenti da parte della COMAGRI rappresenta un ulteriore passo avanti verso la definizione della posizione del Parlamento europeo. Il processo legislativo proseguirà con il voto in plenaria, atteso il prossimo 25 novembre, propedeutico all’avvio del negoziato finale a tre tra Parlamento, Consiglio e Commissione (il cosiddetto Trilogo), volto a definire il testo definitivo del regolamento. LEGGI TUTTO

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    Libri da leggere: Champagne. Passato, presente e futuro di un vino leggendario

    Un viaggio tra storia, cultura e gusto per raccontare il mito più effervescente del vino francese.Ci sono libri che non si limitano a raccontare, ma restituiscono un’emozione. Champagne, passato, presente e futuro di un vino leggendario, edito da Kellermann nella collana Grado Babo nel 2025, appartiene a questa rara categoria.
    Pagina dopo pagina, Francesco Piccat accompagna il lettore in un viaggio che profuma di gesso e di memoria, di feste regali e di vigneti silenziosi. È la storia di un vino che da secoli scintilla nei calici del mondo, ma che solo chi ha il coraggio di guardare indietro può comprendere davvero.
    Piccat, già conosciuto per aver pubblicato sempre con Kellermann “Borgogna, storie di grandi vini francesi”, unisce rigore e poesia. Con la precisione di un archeologo e la sensibilità di un narratore, ricostruisce duemila anni di civiltà e di gusto, mostrando come lo Champagne, il vino francese più celebre, non sia soltanto una bevanda di lusso, ma una metafora dell’Europa stessa: luogo di incontro tra popoli, culture, lingue e visioni.
    La sua prosa, limpida e intensa, restituisce alla Champagne una profondità che il mito delle bollicine francesi aveva forse offuscato. Dietro ogni bottiglia, ci ricorda l’autore, ci sono millenni di gesti umani, di errori trasformati in tradizione, di pazienza e di speranza.
    Il volume, pubblicato da Kellermann Editore e introdotto dalla prefazione dello storico Serge Wolikow, attraversa la storia dello Champagne come un grande affresco. Dai calderoni di Lavau e dai vitigni di Saint Rémi alle abbazie di Reims e Hautvillers, Piccat racconta la nascita di un sapere collettivo che trasforma la viticoltura in cultura.
    Poi, con l’eleganza del narratore esperto, ci porta nel Settecento, l’età della ragione, ma anche della frivolezza e del piacere. È allora che Londra incorona lo Champagne come vino della modernità, e da quella luce l’eco continua ancora oggi.
    C’è nel libro una tensione costante tra terra e cielo, fede e scienza, memoria e futuro. Piccat esplora il metodo champenois, la disciplina dell’AOC, i vitigni e i climi, ma lo fa sempre con un’attenzione umana: dietro ogni regola, una storia; dietro ogni bollicina di Champagne, una scelta.
    L’autore non idealizza, ma comprende. Guarda allo Champagne come a un organismo vivo, che cambia con il mondo: una creatura fragile e grandiosa che oggi affronta il riscaldamento globale, la sostenibilità e la concorrenza degli spumanti internazionali, senza smettere di cercare la propria verità.
    Francesco Piccat presso il museo Pressoria ad Aÿ-Champagne
    “Lo Champagne è davvero un vino francese? La risposta è sì, ma la sua identità è il risultato di secoli di contaminazioni culturali e intuizioni tecniche.”(Francesco Piccat, Champagne – passato, presente e futuro di un vino leggendario, Kellermann, 2025)
    È in questa frase che si condensa l’anima del libro. Champagne, passato, presente e futuro di un vino leggendario non è un semplice saggio enologico: è una dichiarazione d’amore al vino e alla storia, un invito a guardare con occhi nuovi ciò che credevamo di conoscere.
    Francesco Piccat riesce a parlare tanto agli esperti quanto ai curiosi, con una voce che sa di sincerità e di passione, e con la grazia di chi ha camminato davvero tra i filari della Champagne, ascoltando il silenzio che precede la vendemmia.
    Leggerlo significa capire che la grandezza dello Champagne non sta solo nelle sue bollicine, ma nella sua umanità: nella fatica, nella bellezza, e nella luce che da secoli continua a risalire verso il bordo del bicchiere, come un racconto che non smette mai di rinascere.
    Perché leggerlo
    Perché questo libro ci ricorda che la grandezza di un vino non nasce solo dalla sua fama, ma dal legame profondo tra terra, storia e cultura del gusto. Champagne è il ritratto di un vino e di un continente che hanno imparato a specchiarsi l’uno nell’altro.
    E’ possibile acquistare il libro su Amazon.it: https://www.amazon.it/Champagne-Passato-presente-futuro-leggendario/dp/8867671588 LEGGI TUTTO