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    Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2022

    Oggi guardiamo un po’ I dati dei consumi di vino e bevande alcoliche in Germania, sfruttando I dati puntualmente pubblicati dal German Wine Institute. La considerazione che in Germania si bevono sempre meno bevande alcoliche è valida anche nel 2022, anche se il ritmo di decrescita sembra essere meno accentuato che in passato. L’Istituto calcola che il calo sia di circa 1 litro, da 121 a 120 litri, questa volta però interamente concentrato nel segmento del vino fermo, stimato in calo da 20.7 a 19.9 litri pro capite. Il calo (che moltiplicato gli 80 milioni e più di tedeschi non è poco i valore assoluto, circa 0.5 milioni di ettolitri) è equamente distribuito tra vini locali e vini importati, che contano rispettivamente 9 e 11 litri pro capite circa. È invece curiosa questa tendenza verso il consumo di vini locali bianchi, a cui però non corrisponde un andamento simile per il totale del mercato, che invece resta stabile nella quota di vini rossi, mentre i vini rosati sembrano prendere qualche punto percentuale ai vini bianchi. Come dire che i tedeschi bevono sempre meno vini bianchi esteri e sempre più vini bianchi locali, e viceversa per i vini rossi. Torna poi il grafico sui canali di distribuzione del vino, che allego alla fine senza particolari commenti da fare: il mercato è dominato dalla grande distribuzione e discount, 64% del totale, con una quota di vendite online dell’11% circa e il resto distribuito tra enoteche e vendita diretta. Per ulteriori dettagli, proseguite nella lettura.

    I consumi di vino in Germania sono calati da 20.7 a 19.9 litri pro capite secondo DWI, scendendo sotto la soglia dei 20 litri per la prima volta dal 2000. Sono invece stabili i consumi di vino spumante, 3.2 litri pro-capite.
    Ora se prendo i dati per come sono quest’anno e come erano l’anno scorso arrivo a un consumo di birra stabile, da 91.7 a 91.8 litri procapite. Però il documento di quest’anno mi propone una serie di dati passati sulla birra più bassi, talchè bisognerebbe dire che il 91.8 di quest’anno si confronta con 89.4… preferisco tenermi i dati che ho, sembrano più coerenti.
    Quindi in totale sono 23 litri di vino in totale a persona contro 24 dello scorso anno. Abbiamo la suddivisione per la quota dei vini fermi, che è 11.3 litri (da 11.8) per quello importato e 8.6 litri (da 8.9 per quello locale).
    Nel vino locale la le quote bianco/rose/rosso sono 59/11/30, con i bianchi al massimo storico e i rossi al minimo storico: chiaro trend. Per il mercato totale le quote sono 40/13/47, e qui la musica cambia: i bianchi addirittura calano leggermente, i rossi sono stabili e i vini rosati crescono.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Lo scenario italiano del consumo di vino fuori casa

    In occasione della Milano Wine Week, CGA by NielsenIQ (NIQ) – principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise – ha raccontato lo scenario italiano del consumo di vino fuori casa all’interno del nuovo spazio “Casa Masaf”, creato per l’occasione dall’omonimo Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

    Nonostante l’incremento del costo della vita stia colpendo gran parte degli italiani, i consumatori amanti del vino tendono ad essere più propensi a non rinunciare al piacere di mangiare e bere fuori casa. Per quanto riguarda le specifiche categorie di bevande, dalla recente indagine emerge che il 40% dei consumatori preferisce il vino come drink. Una tendenza tutta italiana che rende la categoria terza dopo birra e aperitivi.

    Le tipologie di vino preferite dagli italiani

    Nel Belpaese il vino fermo traina la categoria: lo scelgono infatti 3 consumatori su 4 (75%).  Vino frizzante (44%) e vino da dessert (28%) si posizionano al secondo e terzo posto. Inoltre, il vino fermo se paragonato al vino frizzante detiene una posizione dominante con il 53% dei consumatori che dichiara di berlo esclusivamente rispetto alle bollicine.

    L’identikit degli appassionati del vino

    Il 60% degli amanti del “nettare degli dei” afferma che uscire per mangiare e bere fuori casa rimane una priorità fondamentale. Inoltre, il 71% frequenta locali con una continuità uguale o maggiore rispetto a 3 mesi fa, spendendo la stessa cifra, o addirittura superiore.

    In Italia il consumatore di vino è alto-spendente – con un reddito medio familiare superiore ai 38mila euro -, paga mensilmente una cifra di circa 103€ per mangiare e bere fuori casa e si colloca prevalentemente nella fascia d’età degli over 55 (44%). Il 62% frequenta settimanalmente i locali e vive generalmente in grandi aree urbane (69%).

    Carta dei vini: quali sono i criteri di scelta di un buon bicchiere di vino

    CGA by NielsenIQ segnala che prima di scegliere un calice di vino, gli italiani controllano in primis la provenienza, elemento di garanzia per la qualità del prodotto selezionato; infatti la regione (37%) e il paese d’origine (32%) si collocano al primo e al secondo posto, seguiti subito dopo dalla reputazione (23%). Dall’analisi emerge anche che gli italiani (88%) sono i primi consumatori a livello mondiale a prediligere vini del proprio Paese, seguiti da Nuova Zelanda (85%) e Francia (78%).

    Inoltre, tra i cultori del vino, più di un terzo (37%) indica la qualità del prodotto come caratteristica imprescindibile per la scelta del proprio drink (+ 7 pp rispetto al consumatore medio). Fattore meno rilevante per definire un vino di qualità è il prezzo, che si posiziona solamente al sesto posto (19%) e non influisce in maniera consistente.

    About CGA by NielsenIQ

    CGA by NielsenIQ è la principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise che favorisce la crescita dei marchi di cibo e bevande di maggior successo al mondo. LEGGI TUTTO

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    ll consumo di vino in Italia – dati 2022 per regione e classi di età

    Eccoci al secondo post, forse il più letto della storia del blog, dove analizziamo l’andamento dei consumi di vino (penetrazione sulle fasce di popolazione in Italia). Le serie cominciano a essere piuttosto lunghe e si prestano ad analisi curiose. Per esempio: il 60% dei settantenni in Italia beve vino, quando ne avevano circa 62 di anni (quindi 7 anni fa) erano sostanzialmente gli stessi, mentre quando ne avevano 57 erano il 65%, indicando questo che il periodo “pericoloso” di quando ti dicono che non puoi più bere è quando giri la boa dei 60 anni. A parte le curiosità, i dati sono incoraggianti, visto che l’incremento della penetrazione di consumo osservato negli ultimi anni (circa 3 punti tra il 2012 e il 2022) è più marcato nelle generazioni giovani, +5 punti per la fascia 20-24 anni, +6 punti per quella 25-34 anni, +5.5 punti per quella 35-44. Possiamo dire che solo la fascia 55-59 anni (nella quale sto per entrare, sigh) vede una penetrazione in calo. Più penetrazione di consumo non significa più consumi in assoluto, attenzione: il dato del 55% è la media del pollo tra bevitori abituali in calo e bevitori saltuari in crescita, il che significa che in realtà più persone bevono ma meno spesso. ISTAT non fornisce dati sui quantitativi consumati. Il post contiene poi le tabelle sul consumo regionale e per categoria di centro abitato. Noterete come nei piccoli comuni, dove si concentra il consumo abituale, la penetrazione cala, mentre cresce nei grandi centri abitati, dove il “bere fuori casa” è più comune. Le regioni del nord sono sempre in testa nelle graduatorie di penetrazione, con una menzione speciale per il nord-est del paese, mentre al sud immagino per questioni climatiche ma anche di reddito pro-capite il consumo resta molto meno diffuso. Intanto, nuove pagine dedicate nella sezione Solonumeri con i dati completi e scaricabili. Passiamo a una breve analisi dei dati. LEGGI TUTTO

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    Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2022

    Chi cerca trova. ISTAT non ha ancora pubblicato il suo aggiornamento annuale sul consumo di bevande alcoliche, ma ha aggiornato i dati sul database online e… in una bella mattina di fine maggio, alle 6 in attesa di un volo a Milano Linate, ho scaricato i dati. Che cosa è successo nel 2022 in tre parole: primo, il consumo di vino continua a crescere in termini di penetrazione totale sulla popolazione mentre, dopo la parentesi Covid, è ripresa con forza la tendenza verso il consumo sporadico. Secondo, e forse più importante: il consumo di vino sta lentamente ma costantemente muovendo verso una “gender parity”, dove i nuovi consumatori sono soprattutto le donne. Nel 2022 second ISTAT la penetrazione del consumo di vino è scesa per i maschi al minimo storico del 65%, mentre per le donne è salita al massimo storico del 45%. Ci sono ancora 20 punti di differenza, soprattutto tra i consumatori abituali. Invece, i consumatori sporadici sono il 35% degli uomini e il 30% delle donne, quindi quasi uguale. Passiamo ai dati, con una avvertenza: la penetrazione totale delle bevande alcoliche non sembrerebbe essere presente nelle tavole, così come quella delle altre bevande alcoliche, dove si trovano soltanto dati di grande dettaglio. Se verranno pubblicati, aggiornerò il post. Intanto, nuove pagine dedicate nella sezione Solonumeri con i dati completi e scaricabili. LEGGI TUTTO

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    I consumi di vino nel mondo – aggiornamento 2022 OIV

    OIV ha aggiornato I dati sui consumi di vino, aggiungendo la colonna del 2022 alla sua tabella e, come al solito, facendo un po’ di modifiche ai dati del passato. Per chi decidesse di andare alla fonte, state attenti perché i dati pubblicati nel comunicato del 20 aprile non sono coerenti con quelli che OIV carica sul suo potente (ma forse non aggiornato) database.
    I consumi 2022 sono stimati sostanzialmente uguali al 2021, 232 contro 234 milioni di ettolitri, ma comunque stabilmente sotto il livello pre-Covid, che abbiamo calcolato essere circa 242 milioni di ettolitri (2015-19 media). La sorpresa, per certi versi, è che il calo di consumi di vino è ulteriormente calato in Cina, dove OIV stima 8.8 milioni di ettolitri, -16% sul 2021, certamente ancora causato dal problema Covid. Il problema ora è capire la giusta dimensione di questo mercato perché il calo era già evidente prima del Covid. È accelerato con il Covid perché il vino è una bevanda “fuori casa” per i cinesi, ma certamente il livello attuale è metà di quello “degli anni buoni”, mettendo in luce un problema strutturale. Altrimenti, Francia e USA tornano praticamente al livello pre-Covid come consumo, l’Italia cala ma resta sopra e si conferma il terzo mercato mondiale per consumi.
    All’interno del post (e su Solonumeri), tutti i dati.

    Il consumo mondiale di vino secondo OIV è diminuito da 237 milioni di ettolitri nel 2019 a 232 nel 2022, a sua volta in leggero calo rispetto a 234 m/hl nel 2021. Il paese con il consumo di vino più alto (e in crescita) Stati Uniti con 34 (+0.9 sul 2021, -0.2m/hl sul 2019), seguiti dalla Francia con 25.3 (circa mezzo milione di ettolitri in più sia sul 2019 che sul 2021) dall’Italia con 24.2, che invece è vista in calo di oltre 1 milione di ettolitri rispetto al 2021.
    Tra i dati curiosi del post, vale certamente la pena di notare l’incremento di consumo in Russia, +8% sul 2019 nel 2022 a 10.8 milioni di ettolitri e in progresso anche sul 2021, nonostante la guerra (e quindi la dimostrazione che questi embargo almeno per il vino non stanno funzionando molto).
    Trovate poi la tabella con i consumi pro-capite, prodotta da noi mischiando i consumi totali con la popolazione dei vari paesi. Il Portogallo ha il consumo di vino pro capite più alto con 58 litri (bisognerebbe capire l’impatto del turismo…), seguito dall’Italia con 39.1 litri e dalla Francia con 37.2 litri. Il paese con il consumo di vino pro capite più basso è la Cina con 0.6 litri per persona. La media mondiale è circa di 3 litri di vino pro-capite.

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    I consumi di vino totali e pro-capite nel 2020 – aggiornamento OIV

    Fonte: OIV
    Una settimana dopo aver commentato i dati sulla produzione di vino mondiale, pressochè stabili a 260 milioni di ettolitri, tocca oggi al capitolo dei consumi di vino, aggiornato al 2020 da OIV con un mix di dati rilevati e di dati stimati a 234 milioni di ettolitri, in calo di 7 milioni rispetto al dato del 2019. Sono in particolare stimati i dati relativi agli USA, alla Cina, al Regno Unito e alla Russia, al Canada e all’Olanda e a qualche altro paese minore. Quindi in totale la stima copre almeno 80-90 milioni di ettolitri di consumo mondiale. Gli USA si confermano il mercato più importante del mondo, perlomeno a volume, stabili a 33 milioni di ettolitri, mentre OIV rileva un consumo in crescita decisa in Italia, tanto da farlo arrivare vicinissimo a quello francese (e se questo dato è corretto significa che il nostro consumo pro-capite è superiore a quello francese, visto che loro sono più di noi). Il dato comunque più vistoso è però la stima del consumo cinese, in deciso calo (come anche la produzione) da 15 a 12.4 milioni di ettolitri. Ricordandovi che trovate questi numeri nella sezione Solonumeri del blog, vi invito a proseguire la lettura all’interno del post. LEGGI TUTTO

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    Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2019

    Il mercato e i consumi di vino e di alcolici in Germania segue l’andamento mondiale del “bere meno ma bere meglio” e lo spostamento del modello di consumo da un prodotto collegato all’alimentazione durante i pasti al “fuori casa”. Si osserva quindi un costante calo dei consumi, recensito anche nel 2019 dal Deutsches Weininstitut GmbH. Per quanto riguarda il vino, i tedeschi nel 2019 ne hanno consumato 23.5 litri, compresi 3.4 di spumante, ormai il 5-6% in meno del picco raggiunto qualche anno fa di 25 litri. Succede più o meno la stessa cosa in termini di valore che vedete replicato qui sopra in maniera dinamica grazie a Fluorish. La spesa dei tedeschi nel 2019 per il vino è calata dell’1% a 4.5 miliardi nell’ambito di un incremento molto leggero della spesa in generale per gli alcolici, 13.5 miliardi di euro, dove a guadagnare terreno sono gli aperitivi e i superalcolici. Entrando più nel dettaglio del consumo di vino, le statistiche forniscono alcuni dati discordanti con le tendenze del passato: nel 2019 i tedeschi sono tornati sui vini rossi, che erano in calo nel mix delle loro scelte da diversi anni, soprattutto per quanto riguarda il consumo di prodotti locali. Passiamo all’analisi dei dati.

    Il consumo di vino in Germania pro-capite scende nel 2019 a 20.1 litri (20.5 nel 2018), oltre a 3.4 litri di spumante (stabile). Questo andamento calante si colloca all’interno di un trend strutturale ben definito: i consumi totali di alcolici sono in calo netto negli ultimi anni e nel 2019 sono scesi a 128 litri pro capite, con la birra per la prima volta sotto 100 litri (!).
    In termini di spesa le cose vanno decisamente meglio. La spesa dei tedeschi in alcolici raggiunge quota 13.5 miliardi di euro. In realtà si tratta di un recupero nel senso che questo livello era già stato raggiunto qualche anno fa. Per il vino si registra un livello stabile, con un calo in termini relativi (dal 33.6% al 33.1% del totale per i vini fermi, mentre gli spumanti sono stabili al 7.2-7.3%): con un -1% per i vini fermi e un +2% per gli spumanti. Va meglio nel 2019 per la birra, che compensa in pieno il calo dei volumi e cresce dell’1%, come per gli altri alcolici, nel 2019 in crescita del 2%.
    Vi allego poi i dati sulle preferenze per tipologie di vino. Nel 2019 si registra un rimbalzo nelle preferenze verso i vini rossi tedeschi che non si vede va danni e che stoppa per quest’anno il calo del vino rosso nelle preferenze generali dei tedeschi. Nel 2019, il mix è 46% rossi, 44% bianchi e 10% rosè, senza sostanziali differenze con il 2018.
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    Canada – consumi e mercato del vino, dati 2018/19

    Il consumo di vino in Canada del 2019 ha subito un rallentamento in relazione all’andamento del consumo di alcolici in generale, anche se guardando i dati tale conclusione si lega soprattutto alla categoria degli “altri” prodotti come i vini fortificati, che potrebbero essere stati riclassificati dall’ufficio statistico di Statistics Canada. Comunque, i dati che presentiamo oggi mostrano un mercato stabile in valore per il 2019 (a dire la verità un 2018/19) e in calo del 2.5% a volume, all’interno di un trend quinquennale di crescita del 3% annuo a valore e del 2% annuo a volume. Come da diversi anni a questa parte la “classifica” in termini di velocità di crescita vede al primo posto i vini spumanti e rosati, poi i vini bianchi e alla fine i vini rossi, che comunque rappresentano la spina dorsale del consumo di vino canadese, con una quota superiore al 50% del totale sia a volume che a valore. Infine, noterete come stia crescendo la quota dei prodotti locali canadesi proprio nella categoria dei vini rossi, a differenza di quanto accade per le altre categorie. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Il mercato del vino canadese è stabile nel 2019 a 7.46 miliardi di dollari locali, con un calo del 2% del volume consumato a 5.06 milioni di ettolitri. Il ritmo di crescita sui 5 anni resta positivo, a +3.2% a valore e +1.8% a volume.
    La categoria principale è quella dei vini rossi, che rappresentano 4 miliardi di dollari di valore e 2.6 milioni di ettolitri di consumo. Di questi, la quota canadese è in costante aumento da qualche anno, al 26.5% nel 2019, comunque sotto il livello del 40% circa raggiunto nei vini bianchi. L’andamento del consumo di vino rosso è meno positivo che per le altre categorie, con volumi stabili (da ormai qualche anno) e una crescita ormai affidata soltanto al mix.
    I vini bianchi sono invece ancora in crescita anche a volume, poco più del 2% nel 2019 e intorno al 3% annuo sui 5 anni, il che porta la dinamica a valore attorno al 3.5% per il 2019 e al 4.5% per gli ultimi 5 anni.
    Le categorie più dinamiche sono comunque quelle degli spumanti e dei vini rosati, che sono peraltro relativamente marginali, rappresentando rispettivamente il 6% e il 3% del mercato del vino canadese. Per gli spumanti, la crescita 2019 è dell’8%, quindi quasi allineata al ritmo degli anni passati, mentre per i rosati si assiste a una decisa accelerazione, +17% nel 2019 contro il +6% annuo dal 2014 a questa parte.
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