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    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2022

    È il momento di rinnovare l’analisi sul valore del prodotto vino per paese, lavoro che portiamo avanti da anni combinando il volume prodotto con i prezzi medi di esportazione. L’approccio è tanto originale quanto imperfetto, nella misura in cui non è detto che il prezzo medio del vino esportato sia uguale al prezzo medio del vino prodotto. È decisamente più vero per i grandi paesi esportatori, lo è di meno per quelli che si bevono la maggior parte di quello che producono (per intenderci, gli americani). Comunque, per smussare i picchi, moltiplichiamo i dati di produzione per la media degli ultimi 3 anni del prezzo di esportazione. Il 2022 è stato un grande anno da un punto di vista dell’incremento dei prezzi e un anno medio per quanto riguarda i volumi prodotti. La colonna del 2022 dice 88 miliardi di euro, un valore comparabile con il precedente picco toccato nel 2018. Chi vince? Beh decisamente la Francia, capace di un balzo del 16% del prezzo delle sue esportazioni di vino a 882 euro per ettolitro, 2.5 volte il prezzo italiano e con un livello di produzione 2022 tornato sopra la media decennale (dopo il disastro del 2021). Passiamo a un commento più specifico.

    Incrociando prezzi medi di esportazione (UN Comtrade principalmente) e volumi prodotti (OIV) arriviamo a stimare un valore del mercato del vino mondiale a 88 miliardi di euro, +11% sul 2021 e +15% sulla media decennale.
    L’accelerazione maggiore viene “dalla cima” e dalla Francia in particolare, che beneficia del forte incremento del prezzo medio dell’export e della ottima vendemmia, toccando una valore stimato di quasi 35 miliardi di euro, il 28% sopra la media storica.
    Il dato italiano è buono ma non sul medesimo livello, visto che la dinamica dei prezzi è più moderata (+11%). Secondo il nostro calcolo il valore (usando la media dei prezzi di export del triennio) è intorno a 16 miliardi di euro.
    La forbice di maggiori prezzi ma meno produzione ha determinato un incremento più moderato del mercato americano, stimato a 9 miliardi di euro e di quello spagnolo, poco sopra i 5 miliardi di euro.
    Sebbene si parta da numeri molto limitati in volume produttivo, è la Nuova Zelanda a mostrare i maggiori progressi tra gli altri paesi. In una ideale classifica, il valore del suo prodotto è stato leggermente superiore a quello del Sud Africa (che produce più del doppio in volume).
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Veneto – produzione di vino e superfici vitate 2022 – dati ISTAT

    Cominciamo il commento dei dati di produzione di vino 2022 con la regione Veneto. Nonostante abbia provato a far generare questi commenti al GPT, purtroppo ho dovuto concludere che devo scriverli io: escono frasi fatte tutte uguali, errori grossolani (il nostro amico confonde il “diviso 1000” con “per ogni 1000 abitanti…”) commenti poco focalizzati sull’attualità. Dunque, si parte con il Veneto, principale regione vinicola italiana con e una produzione che sfiora 12 milioni di ettolitri nel 2022, +9% sul 2021 e +21% sulla media decennale, in entrambi i casi sopra il dato nazionale di +6% e +14%. Il Veneto è ovviamente la patria dei vini bianchi (spumanti in particolare), che rappresentano l’81% della produzione degli ultimi anni e quasi il 90% della produzione dei vini DOC (87% per essere precisi). Il Veneto è anche una delle regioni in cui si evince uno strutturale incremento delle superfici vitate, che hanno raggiunto quota 94710 secondo ISTAT. Bene, passiamo a un commento più dettagliato nel resto del post.

    La produzione di vino in Veneto nel 2022 è stimata in 11.87 milioni di ettolitri, in crescita del 9% rispetto al 2021. Andando nel dettaglio, i bianchi sono a 9.6 milioni di ettolitri con un +8% sul 2021 e un +27% sulla media storica, mentre per i rossi a 2.3 milioni di ettolitri siamo a +13% (quindi una dinamica leggermente più spinta) ma di fatto abbastanza allineati ai dati storici (+2%).
    Per quanto riguarda le tipologie qualitative, la spinta del Prosecco si fa sentire sui dati dei vini DOC, ormai al 77% della produzione totale veneta, 9.2 milioni di ettolitri nel 2022 e il 47% superiori alla media decennale, con un +10% sul 2021. I vini IGT sono stati prodotti per 2.3 milioni di ettolitri, +7% sul 2021 ma -16% rispetto alla media storica, mentre i vini comuni sono ormai residuali con 350mila ettolitri, quasi il minimo storico, il 56% sotto la media storica.
    Incrociando colori e tipologie, i vini bianchi sono 82% DOC, 14% IGT e 4% comuni, i vini rossi sono 51% DOC, 45% IGT e 4% comuni.
    La superficie vitata in Veneto è di 94.710 ettari, in aumento dello 0.8% rispetto al 2021. Tra le province venete, Treviso (41.510 ettari e 5.6 milioni di ettolitri) è la più importante, seguita da Verona con una superficie vitata di 28.490 ettari e una produzione di vino di 3.1 milioni di ettolitri. La resa per ettaro in Veneto è di 159 quintali di uva, superiore del 40% rispetto alla media nazionale di 114 quintali. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento febbraio 2023

    La partenza 2022 per il vino italiano comincia a mostrare qualche crepa. Lo si vede chiaramente dai dati appena commentati sulle vendite al dettaglio (dove il calo dei volumi e la “piramide” rovesciata DOC/IGT/comuni, a favore di questi ultimi sono inequivocabili segni di debolezza) ma anche le esportazioni. Sebbene le esportazioni siano cresciute del 7% nel mese, portando il saldo da inizio anno al +3.6%, la spinta di alcuni mercati sta venendo a mancare. Stiamo parlando del mercato inglese, -17%, o canadese, -22%, per ora compensati dalla forza del mercato americano e tedesco, +12% circa per entrambi nel bimestre, che sembrerebbe insostenibile andando avanti. Sono ovviamente mesi in cui gli spumanti non fanno la differenza (potrebbero aiutare in marzo grazie alla Pasqua anticipata di una settimana rispetto allo scorso anno), ma anche in questo segmento la forza del Prosecco nei primi due mesi dell’anno non si vede. Bene, passiamo a un breve commento nel resto del post, come sempre completo di diversi grafici e tabelle.

    Le esportazioni sono aumentate del 6.7% nel mese di febbraio, raggiungendo 575 milioni di euro. Nei 12 mesi precedenti, le esportazioni sono quindi a +8% (7.9 miliardi di euro), mentre nei primi due mesi dell’anno, siamo a +3.6% o poco più di un miliardo di euro.
    I volumi sono cresciuti del 2% in febbraio ma restano in calo dell’1% in a 3 milioni di ettolitri sul bimestre.
    Dal punto di vista delle categorie, i vini fermi in bottiglia nel bimestre sono cresciuti del 2%, i vini sfusi del 7% e i vini spumanti del 6%. Curiosamente ma ovviamente si tratta di un periodo poco rilevante, il Prosecco non ha tirato la categoria, essendosi fermato a +4% nei primi due mesi.
    Nei primi due mesi dell’anno, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate dell’11.6%, raggiungendo 263 milioni di euro, mentre in Germania la crescita è stata dell’11.8%, per 170 milioni di euro. Proseguono i dati negativi nel Regno Unito (-16% nel mese, -17% nel bimestre, portando a 0% il saldo sui 12 mesi) e in Canada (-17% in febbraio, -22% nel bimestre ma ancora in crescita sul saldo a 12 mesi).
    Vi allego anche l’andamento in due mercati emergenti importanti: la Cina dove “spiegabilmente” le cose non vanno bene anche dopo la fine dell’anno e la Russia dove a mio modo di vedere inspiegabilmente l’export di vino non da segni di indebolimento.
    Buona consultazione. LEGGI TUTTO

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primo trimestre 2022

    Circana ci ha gentilmente fornito i dati dettagliati delle vendite di vino nella GDO per il primo trimestre, che commentiamo quindi con il vezzo di inserire il nuovo logo della “ex-IRI”. Le tendenze evidenziate nella seconda parte del 2022 si sono ulteriormente acuite nel primo trimestre 2023, generalmente un trimestre poco rilevante se non che nel 2023 la Pasqua è caduta una settimana prima (9 aprile contro 17 aprile) e questo potrebbe avere avuto un qualche impatto (favorevole) sulle vendite di spumante. Ad ogni modo, il mercato è stabile in valore per i vini fermi e in crescita del 9% per i vini spumanti, il che porta a un +1.5% annuo nel primo trimestre. La forbice tra volumi e prezzi si allarga ulteriormente. A fronte di questo +1.5% a 668 milioni di euro, il volume venduto cala del 6% a 1786mila ettolitri, mentre il prezzo medio cresce dell’8% a 3.74 euro al litro. I dati mostrano in modo molto evidente i segni del peggioramento delle condizioni economiche: le bottiglie non crescono più rispetto agli altri formati, la scala DOC/IGT/comuni si è invertita con gli ultimi che crescono più dei primi, viene anche il dubbio che il fatto che i vini rossi crescano di meno sia dovuto al fatto che costano di più… Per i vini spumanti stiamo invece notando (lo vedete bene dal grafico) un cambio di tendenza, dalla crescita dei volumi alla crescita dei prezzi. Una nota finale: se ragioniamo in termini di “anno terminante”, il mercato è ancora in positivo sia come volume (+0.7%) che come valore (+2.3%). Bene, tabelle e grafici completi sono all’interno del post.

    Le vendite al dettaglio di vino e spumante hanno registrato una lieve crescita dell’1.5% nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 658 a 668 milioni di euro. L’incremento è dovuto all’aumento delle vendite di spumante (+9.4%), mentre le vendite di vino fermo sono rimaste stabili (+0.1%). Il confronto con il primo trimestre del 2021 (che però era fortemente spinto dalle dinamiche del Covid) mostra una situazione più negativa, con una diminuzione complessiva del 12%.
    Tra le tipologie di vino fermo, sono allineate le vendite delle bottiglie e degli altri formati, segno che il percorso verso l’alta qualità si è parzialmente fermato. I vini bianchi (+0.7%) e rosati (+3.9%) continuano ad andare meglio rispetto ai vini rossi (-0.6%), come evidenziato negli ultimi tempi (noterei che i prezzi dei rossi sono superiori in media a quelli dei bianchi e dei rosati, 3.6 euro al litro contro 3.1 e 2.8 rispettivamente).
    Se guardiamo ai volumi, le vendite hanno subito una contrazione del 6% nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 1900 a 1786mila ettolitri. Questo calo è dovuto principalmente alla diminuzione delle vendite di vino fermo (-6.8%) e di vino frizzante (-11.6%), mentre le vendite di spumante hanno registrato un lieve aumento (+1.6%).
    Tra le tipologie di vino fermo, si evidenzia la maggiore sofferenza dei vini in bottiglia (-8.7%) rispetto agli altri formati (-4.8%), dei vini rossi (-8.3%) rispetto ai vini bianchi (-5.5%) e ai vini rosati (-2.4%), e dei vini DOC/DOCG (-8.5%) rispetto ai vini IGT (-7.1%) e agli altri vini (-5%). Un chiaro segnale di “trading down” derivante dagli aumenti rilevanti di prezzo di tutte le categorie. Tra le tipologie di spumante, la migliore performance resta quella dei vini Charmat secchi (+1.8%) rispetto ai dolci (-1.6%). I forti incrementi di prezzo e le peggiori condizioni economiche credo giustifichino pienamente il forte calo delle vendite di Champagne (-15.1%).

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    I consumi di vino nel mondo – aggiornamento 2022 OIV

    OIV ha aggiornato I dati sui consumi di vino, aggiungendo la colonna del 2022 alla sua tabella e, come al solito, facendo un po’ di modifiche ai dati del passato. Per chi decidesse di andare alla fonte, state attenti perché i dati pubblicati nel comunicato del 20 aprile non sono coerenti con quelli che OIV carica sul suo potente (ma forse non aggiornato) database.
    I consumi 2022 sono stimati sostanzialmente uguali al 2021, 232 contro 234 milioni di ettolitri, ma comunque stabilmente sotto il livello pre-Covid, che abbiamo calcolato essere circa 242 milioni di ettolitri (2015-19 media). La sorpresa, per certi versi, è che il calo di consumi di vino è ulteriormente calato in Cina, dove OIV stima 8.8 milioni di ettolitri, -16% sul 2021, certamente ancora causato dal problema Covid. Il problema ora è capire la giusta dimensione di questo mercato perché il calo era già evidente prima del Covid. È accelerato con il Covid perché il vino è una bevanda “fuori casa” per i cinesi, ma certamente il livello attuale è metà di quello “degli anni buoni”, mettendo in luce un problema strutturale. Altrimenti, Francia e USA tornano praticamente al livello pre-Covid come consumo, l’Italia cala ma resta sopra e si conferma il terzo mercato mondiale per consumi.
    All’interno del post (e su Solonumeri), tutti i dati.

    Il consumo mondiale di vino secondo OIV è diminuito da 237 milioni di ettolitri nel 2019 a 232 nel 2022, a sua volta in leggero calo rispetto a 234 m/hl nel 2021. Il paese con il consumo di vino più alto (e in crescita) Stati Uniti con 34 (+0.9 sul 2021, -0.2m/hl sul 2019), seguiti dalla Francia con 25.3 (circa mezzo milione di ettolitri in più sia sul 2019 che sul 2021) dall’Italia con 24.2, che invece è vista in calo di oltre 1 milione di ettolitri rispetto al 2021.
    Tra i dati curiosi del post, vale certamente la pena di notare l’incremento di consumo in Russia, +8% sul 2019 nel 2022 a 10.8 milioni di ettolitri e in progresso anche sul 2021, nonostante la guerra (e quindi la dimostrazione che questi embargo almeno per il vino non stanno funzionando molto).
    Trovate poi la tabella con i consumi pro-capite, prodotta da noi mischiando i consumi totali con la popolazione dei vari paesi. Il Portogallo ha il consumo di vino pro capite più alto con 58 litri (bisognerebbe capire l’impatto del turismo…), seguito dall’Italia con 39.1 litri e dalla Francia con 37.2 litri. Il paese con il consumo di vino pro capite più basso è la Cina con 0.6 litri per persona. La media mondiale è circa di 3 litri di vino pro-capite.

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento 2022

    Approfondimento annuale sulle esportazioni italiane di vino per tipologia e in base all’origine delle aziende esportatrici. Beh, dietro un 2022 apparentemente molto positivo si nascondono alcune tendenze interessanti, tra cui forse la principale è che nel segmento dei vini in bottiglia è stato un anno di forte crescita per i vini da tavola (+34%) e IGT (+8%), mentre i vini DOP sono rimasti stabili, pur rappresentando oltre la metà del totale. Nel poco dettaglio fornito dalle tabelle esportative si può comunque rintracciare l’ottimo anno per i vini piemontesi rossi e un calo importante dei vini DOP bianchi (-10%) un po’ difficile da spiegare date le ultime tendenze. Ad ogni modo, se invece ci spostiamo sulla seconda statistica che affrontiamo nel post, ossia le esportazioni per origine regionale delle aziende (stavolta applicata al totale esportato), troviamo Veneto e Friuli-Venezia-Giulia di nuovo in cima alla classifica, grazie al Prosecco, insieme alla Sicilia che negli ultimi anni sta crescendo ben oltre la media. Passiamo all’analisi dei dati, che trovate anche caricati nella sezione Solonumeri.

    Nell’analisi dell’export regionale (per origine aziendale) che si applica al totale esportato di 7.9 miliardi di euro e limitandoci alle grandi regioni italiane, troviamo il Friuli-Venezia-Giulia in crescita del 40% a 200 milioni di euro, la Sicilia a +21% 170 milioni di euro il Veneto a +13% per la bellezza di 2.8 miliardi di euro. In “uscita” dal Covid, quindi contro il 2019, oltre alle regioni di cui abbiamo detto emerge anche l’Emilia Romagna (+39% contro il +22% generale) e probabilmente si potrebbe parlare della Toscana (+25%). Se confrontato con il totale, il Veneto rappresenta il 36% dell’export italiano, seguito dal Piemonte e dalla Toscana con il 16% ciascuno.
    L’altra statistica va invece nel dettaglio dei 5.25 miliardi di euro di export di vino fermo in bottiglia, concentrandosi sull’origine del vino di alcune regioni e tipologie. Dunque le DOC sono 2.7 miliardi di euro e sono stabili, i vini IGT sono 1.4 miliardi di euro e +8%, i varietali come sempre non contano niente mentre i vini comuni sono saliti da 759 milioni a 1 miliardo di euro, quindi +34%.
    Scavando nei dati emerge l’ottima prestazione dei vini rossi piemontesi (+13% a 384 milioni) e dei bianchi del Trentino (+16% a 272 milioni). Si nota uno spostamento nei vini bianchi dalla categoria DOP alla categoria IGT (-10% contro +19%), mentre l’andamento dei vini rossi, meno marcato è più coerente tra le categorie.
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    Importazioni di vino in Italia – aggiornamento 2022

    Le importazioni di vino in Italia sono cresciute quasi del 20% nel 2022 al livello record di 513 milioni di euro. Tale incremento va però contestualizzato correttamente: primo, a fronte di tale incremento i dati di UN Comtrade registrano un calo di quasi il 30% dei volumi (2.2 milioni di ettolitri) rispetto a un anomalo dato del 2021. Si tratta quindi di un incremento determinato unicamente dalla dinamica dei prezzi. Secondo, il commercio mondiale di vino ha comunque avuto un “super-anno” nel 2022 in termini di crescita, tanto che le nostre esportazioni sono cresciute del 10% circa. Mettendo import e export insieme si determina la bilancia commerciale, che migliora ulteriormente passando da 6.7 a quasi 7.4 miliardi di euro, dato che questi 83 milioni di euro di importazioni aggiuntive sono stati spazzati via dagli oltre 700 milioni di euro di maggiori esportazioni. La geografia delle nostre importazioni di vino è molto chiara da diversi anni ormai: si importa Champagne (con una crescita incredibile negli ultimi 2 anni, manco avessimo tutte ‘ste cose da festeggiare) e vino in bottiglia dalla Francia, e questo da più del 70% del totale, poi vino sfuso dalla Spagna altro 15-20% circa del totale, e poco più. Bene, passiamo a un commento dei dati.

    Le importazioni di vino in Italia nel 2022 sono state 513 milioni di euro, di cui 313 milioni di euro di vini spumanti (+36%), 101 milioni di vino fermo in bottiglia (+9%) e 86 milioni di euro di vino sfuso (il totale non torna essendoci alcuni altri prodotti marginali come mosti e via dicendo).
    In termini di volumi dopo il forte incremento del 2021 (oltre 3 milioni di ettolitri) la situazioni torna “quasi normale” con 2.2 milioni di ettolitri, di cui 1.73 milioni di vini sfusi, 187 mila ettolitri di vini in bottiglia e 120mila ettolitri di vini spumanti.
    Ovviamente è la Francia a guidare la classifica in valore, date le importazioni di 303 milioni di vini spumanti (+50%, incredibile, ossia +80% rispetto al 2019) e 54 milioni di euro di vini in bottiglia. Dopo i 368 milioni di euro francesi (+44%, da arrotondare con sfusi e altro) ci sono gli 88 milioni della Spagna, -8%, poi il Portogallo, con 12 milioni di euro e +46% e la Germania con 10 milioni, -57% ma dopo un fortissimo 2021.
    Come vedete tutti numeri molto volatili… vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    La produzione di vino in Italia nel 2022 – dati definitivi ISTAT

    ISTAT ha prodotti i dati definitivi sulla produzione di vino italiana nel 2022, che differiscono in modo piuttosto significativo (5 m/hl) dal primo lancio. Come vedete dal grafico sopra la differenza rispetto al post pubblicato con i dati preliminari si concentra nel segmento dei vini bianchi, che con 31m/hl prodotti restano stabili rispetto alla produzione totale, e alla produzione di vini DOC, per cui vale la medesima conclusione.
    Vale la pena di sottolineare che ho chiesto conto a ISTAT di questa revisione e del fatto che i nuovi dati siano molto differenti dalle previsioni Assoenologi (non ho ancora vista niente pubblicato da MIPAAF): la risposta dell’ente è stata la seguente: “I dati diffusi a marzo, definitivi 2022, vengono raccolti attraverso la rilevazione “Stima delle superfici e produzioni delle coltivazioni agrarie, floricole e delle piante intere da vaso” che viene eseguita dall’Istat attraverso la collaborazione delle Regioni e delle Province autonome (Assessorati Agricoltura e Uffici di statistica) che trasmettono mensilmente, in forma di previsione di semina, previsione, dato provvisorio e definitivo secondo la coltura di riferimento, e a livello provinciale, le informazioni. Considerata la peculiarità della rilevazione (che viene svolta in ottemperanza al Regolamento n. 543/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009, relativo alle statistiche sui prodotti vegetali e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 837/90 e (CEE) n. 959/93), per l’esecuzione delle rilevazioni in oggetto, gli Uffici di statistica delle regioni si avvalgono della collaborazione di esperti di settore al fine di garantire una migliore qualità delle informazioni raccolte. Non conosco le fonti e modalità di rilevazione degli altri enti ma credo che come l’ISTAT possiamo vantare dell’ufficialità delle nostre informazioni. Nel caso specifico le posso motivare l’aumento del dato di produzione del vino, rispetto al nostro stesso dato provvisorio, con la dichiarazione di alcune regione che, pur tenendosi prudenti nel dichiarare il dato, hanno poi con il definitivo indicato un aumento della produzione.”
    Passiamo a un commento dei dati ricordandovi che maggiori dettagli sono disponibili nella sezione Solonumeri del blog.

    Con 54m/hl di produzione di vino in Italia, la vendemmia 2022 è di ben il 14% sopra la media decennale di 47m/hl. Con 31.2m/hl, sono i vini bianchi ad avere una produzione più significativa, toccando il 58% del totale, 20% sopra la media storica (influenzata dai vini spumanti), mentre per i vini rossi si tratta di una vendemmia del 7% sopra il livello storico.
    Dal punto di vista delle tipologie, la maggiore revisione ha riguardato i vini DOC, che hanno chiuso a 24.5m/hl, quindi il 25% sopra la media storica.
    Se guardiamo alle aree geografiche, il gap importante sulla produzione media si registra al sud, con 22.9 milioni di ettolitri al 21% sopra la media storica, mentre al Nord 25.3 m/hl e al centro (5.9) siamo rispettivamente il 10% e il 6% sopra la media decennale.
    Dal punto di vista delle regioni, sono stati rivisti in modo importante i dati di Sicilia (da 4.9 a 5.9m/hl) e Veneto (da 9.6 a 11.9m/hl) in particolare. Le conclusioni si quali regioni restano molto sopra la media non cambiano di molto: alla Puglia (+40%), Marche (+53%), Friuli (+35%) tra quelle con i dati rilevanti si aggiunge il Veneto (+20%), che tra l’altro resta la regione con la maggior produzione (secondo i dati preliminari nel 2022 sarebbe stata la Puglia).
    Sono invece inferiori alle medie storiche i dati di produzione in Umbria, Basilicata e Calabria.
    Buona consultazione. LEGGI TUTTO