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    Sud Africa – produzione di vino e superfici vitate, aggiornamento 2019

    Fonte: SAWIS
    Il settore del vino sudafricano ha vissuto un anno decisamente strano nel 2019. I consumi interni sono calati vistosamente e così hanno fatto le esportazioni, mentre la produzione è rimasta su livelli piuttosto sostenuti, o comunque non ha seguito un andamento coerente. Si dovrebbe creare quindi una situazione di eccesso di offerta e, la crisi del 2020 potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Ad ogni modo i dati che presentiamo oggi ci indicano una produzione di circa 8.4 milioni di ettolitri per il 2019, con 3.9 milioni di consumo interno e 3.2 milioni di esportazione. Il vigneto è in calo leggero, con una crescente tendenza verso i vini bianchi. Come sapete se leggere queste pagine, il vitigno principale del paese è lo Chenin Blanc che rappresenta poco meno del 20% del totale, ma guardando i numeri è evidente che i sudafricani stanno puntando sempre più sul Sauvignon Blanc, in crescita in molte giurisdizioni. Bene, passiamo a commentare qualche numero in particolare.

    La produzione di vino 2019 del Sud Africa è stata di 8.4 milioni di ettolitri, +2% sul 2018 ma -8% rispetto alla media storica. Di questi, 5.7 milioni sono di vino bianco, +10% sul 2018 e del 3% sotto media, mentre il vino rosso ha subito un calo deciso a 2.7 milioni di ettolitri, -13% sul 2018 e 17% sotto media.
    I consumi interni sono calati anche loro del 7% nel 2019 sono stati l’8% sotto la media storica. Secondo Sawis, il calo più marcato è nei vini fortificati (-30%) mentre i vini fermi naturali sono giù del 6% circa.
    Le esportazioni sono crollate del 24% in volume nel 2019 a 3.2 milioni di ettolitri. Se sommiamo consumi e export arriviamo a 7.1 milioni di ettolitri, che lascerebbe un eccesso produttivo di oltre 1 milione di ettolitri. Come vedete dalla tabella sotto, il calo è stato molto importante per i vini rosati (-50%), mentre per bianchi e rossi siamo nell’ordine del -20%.
    I dati forse più interessanti sono quelli della base ampelografica, in costante e leggera discesa negli anni. Gli ettari vitati sono scesi da 93mila a 92mila ettari nel 2019, quindi -1% abbastanza equamente distribuito tra bianchi e rossi. Sono quasi stabili lo Chenin Blanc e lo Chardonnay, mentre cresce marginalmente il Sauvignon Blanc. Tra i rossi i cali più marcati sono relativi allo Shiraz e al Ruby Cabernet, mentre si mantiene poco sopra i 10mila ettari il Cabernet Sauvignon.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Giappone – importazioni di vino – aggiornamento 2020

    Fonte: Dogana giapponese, UN Comtrade
    L’anno del COVID ha impattato pesantemente anche i consumi giapponesi di vino, soprattutto considerando la forte esposizione del paese ai vini spumanti (non i nostri purtroppo). I dati rilasciati dalla dogana giapponese indicano un calo del 15% del valore delle importazioni (nel 2020 non impattato dal cambio) e una riduzione del 9% del volume importato. Dopo il balzo registrato nel 2019, per l’Italia i dati non sono incoraggianti, visto che si perde leggermente in quota di mercato e si torna dietro ai cileni. La distanza con la Francia resta siderale, essendo il loro export quasi 5 volte il nostro forti di una fortissima leadership nel segmento degli spumanti che nonostante il calo del 25% del 2020 rappresenta pur sempre il 35% delle importazioni giapponesi di vino. E negli spumanti bisogna aggiungere che l’Italia è sopravanzata anche dalla Spagna, di solito dietro a noi da più o meno tutte le parti. Bene passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Il Giappone ha importato nel 2020 2.6 milioni di ettolitri di vino, in calo del 9% rispetto al 2019. In valore ciò si è tradotto in una riduzione del 15%, da 1618 a 1372 milioni di euro, quindi con una riduzione del prezzo medio all’import del 6% da 5.7 a 5.3 euro al litro (pur sempre uno dei livelli più elevati nel mondo).
    La Francia ha perso un po’ più della media del mercato (-18% contro -15% del totale) a causa della forte esposizione ai vini spumanti, che rappresentano oltre il 50% del totale. Con 749 milioni di euro di valore importato il vino francese resta di gran lunga il più importante. In particolare le importazioni di vini in bottiglia francesi sono scese del 7% a 361 milioni e quelle di vini spumanti del 25% a 383 milioni di euro.
    L’Italia ha numeri sostanzialmente allineati come tendenza, -17% a 160 milioni di euro. L’andamento è allineato ma non è influenzato dagli spumanti come per i francesi. In particolare, il nostro export di vini in bottiglia cala del 16% a 124 milioni, quindi più del doppio di quello francese, mentre i nostri spumanti cedono il 21% e scendono a 30 milioni di euro.
    Siamo dunque tornati al terzo posto in Giappone dopo che nel 2019 avevamo superato i cileni con un balzo deciso. Il Cile cala soltanto dell’8%, 161 milioni di euro, quindi solo leggermente più dell’Italia, con un export di 123 milioni di vini in bottiglia (soltanto -1%) e una forte esposizione allo sfuso, che in Giappone è una categoria marginale.
    Dopo questi tre paesi si salta ai 109 milioni degli americani, -12% e ai 96 milioni della Spagna, -9%, quindi con un andamento anno su anno ma anche prospettico a 5 anni leggermente migliore di quello italiano.
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    Prosecco DOC – dati di produzione e vendita 2019/20

    Fonte: CONSORZIO DI TUTELA DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA PROSECCO
    Siamo al secondo appuntamento con I dati del Prosecco DOC che sono stati gentilmente forniti dal consorzio. Devo confessarvi che a fronte della dimensione del fenomeno (500 milioni di bottiglie prodotte nel 2020) il supporto informativo è molto scarno e alcuni dati sono difficili da far quadrare. Denominazioni nazionali (Conegliano per esempio) e internazionali (Cava, Champagne) producono dei rapporti annuali molto dettagliati . Ma torniamo ai nostri numeri . Secondo il consorzio l’imbottigliamento nel 2020 è cresciuto del 2.8%, dopo il 4.7% del 2019, quindi in graduale stabilizzazione. I dati consolidati del 2019 parlano di 486 milioni di bottiglie prodotte per un valore di 2.4 miliardi di euro di fatturato al consumo.
    Se prendiamo i dati pubblicati da ISTAT sulle esportazioni di prosecco totali nel 2019, quindi 1061 milioni di euro contro 921 del 2019, e gli togliamo le esportazioni 2019 di Conegliano Valdobbiadene (202 milioni contro 175 del 2018) arriviamo a 859 milioni nel 2019 contro 746 milioni nel 2019, +15%, con dentro ancora le esportazioni di Asolo Prosecco che però non dovrebbero cambiare il quadro di molto.
    Resta comunque un punto importante: il Prosecco DOC è lo spumante “internazionale” italiano insieme all’Asti, dato che il 78% delle bottiglie va all’estero (90% per l’Asti), contro il 44% del Conegliano Valdobbiadene e soltanto l’11% del Franciacorta (non ho dati sul Trento DOC purtroppo).
    Bene, passiamo a una breve analisi dei dati, coadiuvandola con qualche numero delle altre denominazioni chiave.

    Le vendite di Prosecco nel 2020 sono stimate a circa 500 milioni di bottiglie, contro 486 del 2019 (a cui poi si riferiscono tutte le statistiche prodotte dal Consorzio).
    Il consorzio stima che il 78% delle vendite 2019 è andato all’estero, quindi il 378 milioni di bottiglie per un valore al consumo di 1.9miliardi di euro (noi stimiamo circa 850 milioni di euro di esportazioni come riportate da ISTAT), contro 108 milioni di bottiglie e 530 milioni di euro per il mercato italiano. A tale proposito il consorzio ha precisato che il calcolo delle esportazioni contenuto nel rapporto include TUTTO il Prosecco (22041015 nei codici ISTAT, oltre ai vini frizzanti il frizzante da 22042106, moltiplicato per un coefficiente d’incidenza, in quanto vengono considerati tutti i frizzanti DOP).
    I dati relativi agli ettari (24450) sono gli stessi del rapporto 2018 e anche le percentuali di produzione sono simili con l’83.6% spumante, il 16.4% frizzante e lo 0.03% (?) tranquillo.
    Sul mercato italiano, si stima che il 58% sia distribuito tramite la grande distribuzione, il 32% sia distribuito nel canale Ho.Re.Ca. e solo l’1% sia in distribuzione diretta. Trovate un interessante grafico che mette in relazione la diversa distribuzione rispetto al Conegliano Valdobbiadene, decisamente più spostato su Horeca, ingrosso e vendita diretta.
    Secondo il Consorzio, le vendite estere sono per il 70% in Europa, il 24% in Nord America e per il 6% nel resto del mondo.

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    Cina – importazioni di vino 2020

    Fonte: UN Comtrade, China Customs Statistics Abbiamo finito l’anno scorso di commentare gli importatori con la Cina e ricominciamo quest’anno con la Cina. Con un po’ di pazienza nel collegamento con il sito doganale cinese (http://43.248.49.97/indexEn per chi volesse cimentarsi) e fondendo i dati 2019 di UN Comtrade con questi preliminari ho ricostruito il quadro […] LEGGI TUTTO

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    Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento 2020

    Fonte: IRI
    Il 2020 si chiude con una decisa accelerazione delle vendite al dettaglio di vino nella grande distribuzione italiana, con una replica parziale di quanto era successo nel secondo trimestre causa lockdown. Le vendite totali di vino sono cresciute dell’8% nel quarto trimestre, con un incremento dell’11% per i vini fermi, il che porta il 2020 a chiudere a +7.3% . E’ chiaro che questi numeri vanno letti nel contest della pandemia, che ha fortemente ridotto l’accesso ai ristoranti, dirottando quindi il consumo di vino verso il canale “offtrade” e quindi verso la GDO, soprattutto nel secondo e quarto trimestre e in parte del primo. Quanto è stato lo spostamento? Se dovessi fare una stima direi circa 80 milioni di euro, che corrispondono a 3 punti percentuali di crescita… Dopo diversi anni ci troviamo comunque di fronte a un quadro inusuale, con il vino fermo cresce al pari dei vini spumanti, il vino rosso tanto quanto quello bianco e, da ultimo, con I volume in forte crescita: come dire tutto il contrario di quello che è capitato fino ad oggi. Bene, passiamo a commentare qualche dato.

    Secondo IRI nel 2020 la GDO ha venduto 7.9 milioni di ettolitri di vino, di cui 7 milioni di vino fermo e 0.8 milioni di ettolitri di vini spumanti, con una crescita del 6% sul 2019, l’incremento delle vendite in euro a 2.74 miliardi, +7.3% è dunque principalmente imputabile a un effetto volume, con i prezzi medi (incluso il mix) in crescita dell’1.5% circa.
    Come dicevamo sopra l’anno è stato caratterizzato da almeno due trimestri e mezzo di forte anormalità. Il secondo trimestre e il quarto trimestre hanno segnato un +10% e +8% rispettivamente, a fronte di un +4% per il terzo trimestre (+7% per il primo). Se usassimo il 4% del terzo trimestre come la crescita normale, troveremmo un “eccesso” di circa 78 milioni negli altri trimestri, che corrispondono a 3 punti percentuali di crescita.
    Andando nei numeri del quarto trimestre, sono stati particolarmente positivi i dati del vino fermo, +10.6%, guidati dai vini bianchi e rosati intorno a +12% e dal +10% del vino rosso (che resta preponderante tra i vini fermi in valore assoluto). Le categorie DOC/DOCG continuano a guadagnare quota, +12% contro il +5% dei vini comuni.
    Nel segmento degli spumanti per il quarto trimestre abbiamo una crescita del 3% dei prodotti italiani e un calo del 12% dello Champagne. Tra i prodotti italiani si allarga la forbice tra lo Charmat Secco (Prosecco principalmente) che cresce del 9%, contro un dato stabile per i metodo classico e un calo di ben il 18% per i vini Charmat Dolci.
    I dati dell’anno sono più omogenei, con un +7.4% per i vini fermi e un +8.1% per gli spumanti. Nell’ambito dei vini fermi sono molto simili le crescite per tipologia, mentre le categorie di alta qualità mantengono una velocità superiore rispetto ai prodotti di basso livello (+8% contro +3%). Anche negli spumanti il quadro allargato vede un andamento positivo anche per i metodo classico, +5%.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento ottobre 2020

    Fonte: inumeridelvino.it su dati ISTAT (www.coeweb.istat.it)
    Le esportazioni di vino in ottobre sono calate del 3%, in linea con il dato dei primi 10 mesi dell’anno (-3.3%). Il valore aggiunto del post di oggi però è nel grafico qui sopra (e in quello dentro il blog) dove potete confrontare come è andato il vino contro il segmento alimentari/bevande e contro il totale dell’export italiano. Nei primi 10 mesi dell’anno, il totale export italiano è calato del 12% contro il 2019, mentre la parte alimentari/bevande è stata in crescita dell’1%: il vino con questo -3.3% è in mezzo ai due. La seconda considerazione che viene dal grafico subito dentro il post è che i dati generali di novembre sono in recupero nonostante i lockdown, il che potrebbe essere un buon segnale anche per il vino (di cui non si conoscono ancora i numeri). Venendo ai dati che presentiamo oggi in dettaglio, beh, come avevamo detto il mese scorso sono i mesi degli spumanti. E gli spumanti per la loro caratteristica di consumo sono prodotti più colpiti degli altri dalla situazione che stiamo vivendo. Infatti, in ottobre le nostre esportazioni della categoria sono in calo del 10%, rispetto a un dato stabile della categoria dei vini fermi in bottiglia. Da qui il -2.8% di cui dicevamo sopra. Ma entriamo nel post per qualche dettaglio in più.

    Le esportazioni di ottobre sono calate del 2.8% a 673 milioni di euro, con un -10% degli spumanti a 172 milioni, un -8% dei vini sfusi a 37 milioni e un dato stabile (+0.6%) per i vini fermi in bottiglia a 464 milioni di euro. In ragion d’anno, quindi ultimi 12 mesi, siamo in calo del 2.5%, mentre sui primi 10 mesi del 3.3%, con degli andamenti che sono in fase di “aggravamento” per gli spumanti e di “miglioramento” per i vini fermi.
    In termini di volume i dati sono leggermente più brutti, con volumi mensili a -6%, ma allineati sui periodi più lunghi. Nei primi 10 mesi esportiamo 17.4 milioni di ettolitri, -3.1%.
    I dati per geografia sono ovviamente volatili, ma vale la pena di sottolineare il forte calo del mercato americano (-11%), che porta il saldo dei 10 mesi a -6% avvicinandolo a quello che continua a essere il mercato più debole, il Regno Unito (-10% sia a ottobre che sui primi 10 mesi dell’anno).
    In entrambe queste geografie sono i vini spumanti ad aggravare il bilancio, con un calo del 12-13% in ottobre e del 9% da inizio anno per gli USA e del 19% per il Regno Unito.
    Infine un occhio alla tabella sotto sugli spumanti vi fornisce il solito quadro: spumanti DOP “categoria in abbandono”, Prosecco in calo un po’ meno del totale della categoria.
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    Il valore dei vigneti in Italia per denominazione – dati CREA, aggiornamento 2019

    Fonte: Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – sezione valori fondiari Il CREA ha aggiornato per il 2019 il suo rapporto chiamato “Esempi di valori fondiari e di canoni d’affitto” da cui è tratta questa analisi con i valori minimi e massimi riportati per una serie appunto esemplificativa di vigneti […] LEGGI TUTTO