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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2020

    Due cose succedono nel nostro post annuale sulla valutazione delle aziende vinicole. Primo, non abbiamo più i multipli di Baron de Ley perchè ormai il proprietario si è comprato tutte le azioni sul mercato e quindi non ci sono più analisti che hanno interesse a elaborare delle stime. Al suo posto inseriamo Andrew Peller, il produttore di vino canadese quotato. Il post resta comunque difficile da scrivere e da interpretare per il momento particolarmente incerto. Secondo, il mitico “EV/EBITDA”, parametro di riferimento delle valutazioni aziendali in quanto un buon indicatore della generazione di cassa aziendale è defunto, causa introduzione dello scellerato principio contabile IFRS16. Resta il multiplo del valore d’impresa sull’utile operativo.
    I valori borsistici delle aziende vinicole sono calati mediamente del 7%, con cali più pronunciati per le aziende della Champagne e di quelle legate alla Cina, Treasury Wine Estates in particolare. In Italia ha perso terreno Masi, mentre è cresciuto di oltre il 60% il valore di IWB, che dalla crisi COVID ha tratto forti benefici grazie alla sua esposizione alla grande distribuzione e alla vendita diretta. Bene, nel post trovate la tabella aggiornata con i multipli degli utili (Prezzo/Utili) e (Valore d’impresa su utile operativo), oltre al multiplo sulle vendite (valore d’impresa sulle vendite). Passiamo a commentare qualche numero.

    Le tre grandi aziende vinicole storiche hanno attualmente un multiplo degli utili di 18.5 volte sul 2021, più basso del 21x del 2020 a causa della forte svalutazione di Concha y Toro, che oggi vale 1 miliardo di euro contro 1.2 miliardi dell’anno scorso ma ha degli utili molto superiori. TWE ha subito un forte calo (da 7.9 a 4.6 miliardi di euro) che però è simile al calo degli utili attesi e quindi continua a trattare intorno a 24 volte gli utili. Constellation Brands ha guadagnato qualcosa, ma ormai ha poco a che fare con il mondo del vino.
    Le aziende della Champagne hanno subito un calo di valore del 20% in media, soprattutto le due meno “qualitative” (Vranken Pommery e Lanson BCC). I multipli sono “impazziti” (28 volte gli utili contro 16 dell’anno scorso, 45 volte l’utile operativo contro 25, 3 volte le vendite contro 2.9) per via del forte calo degli utili attesi 2021 rispetto a quello che ci attendevamo (pre-COVID) nel 2020.
    Tra le piccole aziende bisogna sottolineare il forte incremento di valore di Italian Wine Brands, che combina risultati (e attese) eccellenti con una espansione dei multipli. Il suo valore di mercato è cresciuto del 64% e ora vale 140 milioni di euro, con un multiplo degli utili di 13 volte (era 9.5x nel 2020), 1 volta le vendite (0.8 nel 2020) e 10 volte l’utile operativo (8x). Sono molto buoni anche i dati di Delegat, che ormai vale 870 milioni di euro (+20%) e viaggia a 21 volte gli utili, un po’ meno dei 23 dello scorso anno. Scende il valore di Masi, ma non tanto quanto i suoi utili, il che si traduce in una espansione dei multipli: il valore di questa impresa è anche ancorato al valore delle terre e dei vini in invecchiamento che altre aziende non possono vantare.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Treasury Wine Estates – risultati 2019/20

    TWE ha la fortuna di chiudere l’anno a giugno e quindi i numeri che presentiamo oggi non danno l’idea dell’impatto del virus sui conti, nonostante la forte esposizione dell’azienda alla Cina: le vendite sono calate “solo” del 6% e l’utile operativo del 23% con volumi a -8%. Se però restringiamo il confronto al solo secondo semestre dell’anno ci accorgiamo di una realtà ben diversa, fatta di un -16% di fatturato (che comunque non è così drammatico) ma un -59% in termini di utile operativo. Nelle due aree più importanti per il gruppo, Asia e America, TWE ha subito un calo degli utili di oltre il 50% nel semestre gennaio-giugno (il secondo per loro). In America ha però subito il “de-stocking” dei distributori, quindi ha venduto di meno di quanto hanno venduto a loro volta i loro clienti (per circa il 7%), mentre in Cina dopo cali del 50% e più in febbraio-marzo, l’attività è migliorata per chiudere con un +40% in giugno sull’anno scorso. Forte di una struttura finanziaria stabile e di un rapporto debito/EBITDA di poco superiore a 1x, TWE non cambia strategia, anzi rilancia: sta comperando vigneti in Europa (Francia, per ora) per arricchire la sua offerta di vini di “lusso” sotto il marchio Penfolds. Passiamo all’analisi dei dati.

    Le vendite 2019/20 sono scese del 6% a 2.65miliardi di dollari australiani, con un contributo positivo dei cambi del 3% circa. Il calo a cambi costanti sarebbe dunque stato del 9%, sostanzialmente dovuto al -9% dei volumi venduti, passati da 35 a 32 milioni di casse.
    Se restringiamo al secondo semestre, il calo delle vendite è del 16%.
    L’anticipo del COVID in Asia ha fatto sì che questa sia la regione più impattata del gruppo, con un calo del 29% dei volumi (-41% secondo semestre) e del 18% delle vendite (-41%). L’Americ è calata del 6% nell’anno e del 14% nel secondo semestre, causa calo dei volumi anche legati al processo di cui dicevamo sopra.
    L’utile operativo cambia un po’ dall’anno scorso causa l’implementazione del principio contabile IFRS16 che aumenta del 2-3% gli utili, distorcendo l’analisi del bilancio (suggerisco ai promotori di rimanere nell’ombra per evitare il linciaggio). Comunque, l’utile operativo cala del 23% a 492 milioni nell’anno e del 59% a 128 milioni nel solo secondo semestre. Asia e America sono le due divisioni più colpite, con un calo dell’utile operativo del 17% e 33% rispettivamente (51% e 54% nel solo secondo semestre), mentre hanno subito cali meno pesanti il mercato locale (-15% nell’anno) e l’Europa (addirittura stabile nell’anno, -21% nel secondo semestre, ma conta poco).
    Il debito finanziario (escluso quindi quello falso di IFRS16) rimane quasi stabile a 736 milioni di dollari, il che si confronta con circa 700 milioni di EBITDA, con una posizione finanziaria molto solida. Nell’anno TWE ha investito 190 milioni (160 nel 2018/19), ha venduto attività per 100 milioni (102 l’anno prima) e ha pagato dividendi per 276 milioni, contro 245 dell’anno precedente.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2019

    Le politiche monetarie espansive adottate sia dagli europei che dagli americani hanno continuato a dare fiato alle valutazioni borsistiche mondiali e di conseguenza anche alla valutazione delle aziende vinicole quotate. Dopo una leggera “svalutazione” osservata lo scorso anno, quasi tutte le aziende mostrano dei multipli di valutazione applicati all’anno corrente (2020) superiore a quelle osservate […] LEGGI TUTTO

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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2018

    Dopo un 2018 iniziato in maniera scoppiettante, la seconda parte dell’anno ha visto un deciso ribasso dei mercati azionari, legato da una parte alle attese di decelerazione di alcune economie chiave (Cina), al graduale rialzo dei tassi di interesse negli USA e, non ultimo, alla forte decelerazione delle principali economie europee, come si evince dai […] LEGGI TUTTO