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Argea (fu Botter) – risultati e analisi di bilancio 2022

Analizziamo oggi il primo bilancio di Argea, l’azienda nata dalla combinazione di Botter e Mondodelvino e che ha appena acquistato Zaccagnini (consolidata da marzo 2023). I numeri non sono semplici da leggere: il 2022 e il 2021 vedono un differente arco temporale di consolidamento (9 mesi per Botter, 7 per MondodelVino), ma non solo. Il 2021 esposto in questo bilancio è diverso dal 2021 esposto l’anno scorso dalla società corrispondente (“Venere”) e quest’anno non ci sono i dati pro-forma, che invece c’erano nel bilancio 2021. Penso che per avere un quadro coerente della situazione si debba fare riferimento a questo confronto “pro-forma” e penso sia anche corretto rimontare nel calcolo dell’utile operativo gli ammortamenti molto rilevanti dell’avviamento e dei marchi, poste emerse a valle dell’acquisizione (in totale 28 milioni). Ultimo punto: la relazione degli amministratori nel bilancio non offre spunti per comprendere l’andamento gestionale dell’azienda, anche se va notata una descrizione molto dettagliata dei costi nella nota integrativa del bilancio. Passiamo al commento dei numeri nel resto del posti, che evidenziano un leggero incremento del fatturato e una significativa riduzione dei margini di profitto, per quanto la posizione finanziaria dell’azienda resti solida (2.3x debito su EBITDA).

Argea chiude il 2022 con 425 milioni di fatturato consolidato, in crescita del 3% sul dato pro forma 2021 (413), con l’Italia a 45 milioni e l’estero indistinto a 380 milioni. Non ci sono dati relativi alla suddivisione 2021 in pro forma e nemmeno in riportato.

L’EBITDA chiude a 52 milioni di euro, contro i 64 milioni del pro-forma 2021, per un margine in diluizione dal 15% al 12%. Con ammortamenti di circa 40 milioni, l’utile operativo scende a 12 milioni, in calo del 60% rispetto ai 29 milioni dichiarati nel pro-forma. Se però consideriamo il pro-forma aggiustato per l’ammortamento dei marchi e dell’avviamento il confronto è meno “crudo”, visto che passiamo da 42 milioni nel 2021 a 40 milioni nel 2022, per un margine del 10% contro il 15% del 2021. Non sono certo che questo calcolo sia corretto dato che non ci sono spunti nella relazione. Ad ogni modo, l’utile netto di 12 milioni del pro-forma 2021 diventa una perdita netta di 5 milioni di euro.

L’indebitamento finanziario netto è di 122 milioni di euro, contro 116 del 2021 pro-forma, quindi quasi stabile. A ciò si aggiungono 33 milioni di prestito soci, che estistevano già lo scorso anno. Ciò corrisponde a un rapporto sull’EBITDA di 2.3 volte (incluso prestito soci +3.0), contro 1.9x nel 2021. Ci sono molte parti in movimento nel rendiconto finanziario. Gli investimenti di 16 milioni (nessun confronto con il passato, ma sembrerebbero in calo, visto che nel riportato con circa 8 mesi delle due aziende insieme erano stati 12), un assorbimento di capitale circolante di 34 milioni e una generazione di cassa di 40-41 milioni. È stato poi effettuato un aumento di capitale a pagamento che ha contribuito 2 milioni di euro.

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