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    Roberto Cipresso è l’Enologo dell’Anno FIS 2026: il futuro è nel dialogo diretto

    Roberto Cipresso è l’Enologo dell’Anno 2026. Con il secondo Oscar del Vino, annuncia la rivoluzione: il futuro è nel dialogo diretto con gli appassionati.

    A vent’anni esatti dal suo primo trionfo, la Fondazione Italiana Sommelier incorona nuovamente Roberto Cipresso “Enologo dell’Anno 2026”. Un riconoscimento storico che non solo celebra due decenni di ricerca pionieristica, ma coincide con una svolta strategica radicale: il rafforzamento del canale diretto, per privilegiare un rapporto autentico con il pubblico attraverso visite in cantina, masterclass esclusive e momenti di racconto.

    Inoltre, l’attività di consulenza enologica prosegue con immutato impegno, rimanendo un pilastro della filosofia di Cipresso.

    La scelta di potenziare il contatto diretto nasce dalla volontà di condividere senza filtri l’anima dei suoi progetti. Il cuore di questa rivoluzione è la cantina-laboratorio di Montalcino, un luogo di pensiero e creazione. Qui, i vini che Cipresso realizza in Argentina, California, Armenia, Spagna, Francia e Italia convivono con sperimentazioni audaci come “Pigreco” e “La Quadratura del Cerchio”.

    È per aprire le porte di questo universo creativo che nasce la necessità di un canale diretto, gestito attraverso il Club Eureka e un calendario di eventi esclusivi.

    “Questo Oscar, a vent’anni dal primo, non è un traguardo, ma un’iniezione di fiducia per la nostra prossima evoluzione,” dichiara Roberto Cipresso. “È un onore immenso che dedico alla mia famiglia e al mio team. Oggi, grazie a loro, siamo pronti a eliminare ogni distanza con chi ama il nostro vino, condividendo non solo un prodotto, ma l’intero processo creativo che c’è dietro. Il futuro è in questo dialogo diretto.”

    Nato a Bassano del Grappa nel 1963, Roberto Cipresso è tra i protagonisti più autorevoli del vino italiano, con oltre 35 anni di esperienza nella creazione di etichette d’eccellenza. La sua filosofia intreccia radici culturali profonde con una visione aperta al mondo, dando vita a vini capaci di raccontare territori unici in Italia, California, Argentina, Francia e altri paesi, sempre con l’obiettivo di trasformare la diversità in un linguaggio universale di emozioni.

    “Roberto Cipresso Named FIS Winemaker of the Year 2026: The Future Lies in Direct Dialogue”

    Roberto Cipresso has been named Winemaker of the Year 2026 by the Fondazione Italiana Sommelier (FIS). With his second “Oscar del Vino,” he announces a revolution: the future lies in direct dialogue with wine lovers.

    Exactly twenty years after his first triumph, FIS once again crowns Roberto Cipresso “Winemaker of the Year 2026.” This historic recognition not only celebrates two decades of pioneering research, but also coincides with a radical strategic shift: strengthening direct channels to foster an authentic relationship with the public through winery visits, exclusive masterclasses, and storytelling moments.

    Meanwhile, his consulting activity continues with unwavering commitment, remaining a cornerstone of Cipresso’s philosophy.

    The choice to enhance direct contact stems from the desire to share the soul of his projects without filters. At the heart of this revolution is the Montalcino winery-laboratory, a place of thought and creation. Here, the wines Cipresso produces in Argentina, California, Armenia, Spain, France, and Italy coexist with bold experiments such as Pigreco and La Quadratura del Cerchio.

    To open the doors of this creative universe, a direct channel has been established, managed through the Club Eureka and a calendar of exclusive events.

    “This Oscar, twenty years after the first, is not a finish line but a boost of confidence for our next evolution,” says Roberto Cipresso. “It is an immense honor that I dedicate to my family and my team. Today, thanks to them, we are ready to eliminate every distance with those who love our wine, sharing not only a product but the entire creative process behind it. The future lies in this direct dialogue.”

    Biographical Notes: Born in Bassano del Grappa in 1963, Roberto Cipresso is one of the most authoritative figures in Italian wine, with over 35 years of experience in crafting outstanding labels. His philosophy weaves deep cultural roots with an international outlook, creating wines that tell the stories of unique territories in Italy, California, Argentina, France, and other countries, turning diversity into a universal language of emotions. LEGGI TUTTO

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    Brunello di Montalcino: storia, caratteristiche, migliori annate e consigli di degustazione

    Il Brunello di Montalcino rappresenta una delle massime espressioni dell’enologia italiana, un vino che incarna la tradizione, la qualità e il prestigio internazionale. Nato in un territorio unico, il Brunello è oggi sinonimo di eccellenza e longevità, capace di conquistare appassionati e collezionisti in tutto il mondo. Questo articolo approfondisce la sua storia, le caratteristiche distintive, le regole di produzione, le peculiarità del terroir, le annate più memorabili, i Brunello più pregiati e i consigli per degustazione e conservazione.

    Storia del Brunello di Montalcino

    Le origini del Brunello di Montalcino risalgono alla metà del XIX secolo, quando Clemente Santi, farmacista e agronomo, iniziò a sperimentare la vinificazione del Sangiovese in purezza. La famiglia Biondi-Santi fu la prima a intuire il potenziale di questo vitigno coltivato sulle colline di Montalcino, dando vita nel 1865 alla prima bottiglia di Brunello. Da quel momento, il vino iniziò a distinguersi per la sua struttura e capacità di invecchiamento, caratteristiche che lo resero unico rispetto ad altri rossi toscani.

    Curiosità: prima della nascita del Brunello, il vino più famoso di Montalcino era il Moscadello, un bianco dolce apprezzato per accompagnare i dessert. La prima bottiglia di Brunello “moderno” risale al 1888, prodotta da Ferruccio Biondi-Santi, nipote di Clemente, che intuì il potenziale del Sangiovese Grosso vinificato in purezza.

    Il riconoscimento ufficiale arrivò nel 1966 con la denominazione di origine controllata (DOC), seguita nel 1980 dalla denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), la prima in Italia. Questo traguardo sancì definitivamente il prestigio del Brunello, che negli anni ’90 conobbe un vero e proprio boom grazie agli investimenti internazionali e alla crescente domanda di vini di alta gamma. Oggi il Brunello di Montalcino è considerato un simbolo della cultura enologica italiana, apprezzato per la sua autenticità e per il legame indissolubile con il territorio.

    Caratteristiche e Profilo Organolettico

    Il Brunello di Montalcino è prodotto esclusivamente con uve Sangiovese Grosso, un clone locale noto come “Brunello”. Il nome stesso è una curiosità: deriva dal termine “bruno”, che indica la tonalità scura delle uve. Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso che tende al granato con l’invecchiamento. Al naso offre un bouquet complesso e raffinato, con note di frutti rossi maturi, ciliegia, prugna, accompagnate da sentori di spezie, tabacco, cuoio e sfumature balsamiche. Con il tempo emergono aromi terziari che conferiscono profondità ed eleganza.

    Al palato il Brunello si distingue per la struttura robusta, i tannini fitti ma armoniosi e una freschezza che ne garantisce la longevità. La persistenza è lunga e avvolgente, con un finale che richiama le note fruttate e speziate. La capacità di invecchiamento è straordinaria: le migliori bottiglie possono evolvere per oltre trent’anni, mantenendo equilibrio e complessità.

    Disciplinare di Produzione

    Il disciplinare del Brunello di Montalcino è tra i più rigorosi in Italia. La zona di produzione è limitata al comune di Montalcino, in provincia di Siena, che si estende per circa 24.000 ettari, di cui solo il 15% è destinato alla viticoltura. Le uve devono essere esclusivamente Sangiovese, senza alcuna aggiunta di altri vitigni. La resa massima è fissata a otto tonnellate per ettaro, per garantire concentrazione e qualità.

    L’invecchiamento minimo è di cinque anni, sei per la versione Riserva. Di questo periodo, almeno due anni devono essere trascorsi in botti di rovere e quattro mesi in bottiglia. La gradazione alcolica non può essere inferiore a 12,5%. Il disciplinare prevede inoltre controlli severi e norme specifiche per le menzioni di vigna, a tutela dell’autenticità e della trasparenza verso il consumatore.

    Zone e Terroir

    Il territorio di Montalcino è caratterizzato da una straordinaria varietà di microclimi e suoli, che conferiscono al Brunello sfumature diverse a seconda della zona di provenienza. La collina di Montalcino si eleva tra i 120 e i 650 metri sul livello del mare, con un clima mediterraneo mitigato da influssi continentali. Il Monte Amiata, situato a sud, agisce come barriera naturale contro le perturbazioni, creando condizioni ideali per la maturazione delle uve.

    Le differenze tra le aree settentrionali e meridionali sono significative: il nord, più fresco e ventilato, produce vini eleganti e raffinati, mentre il sud, più caldo e soleggiato, dà origine a Brunelli potenti e strutturati. I suoli variano dal galestro e alberese alle argille e sabbie, contribuendo alla complessità aromatica e alla longevità del vino. Questa diversità ha spinto il Consorzio a studiare una zonazione dettagliata, utile per valorizzare le peculiarità di ogni area.

    Migliori Annate del Brunello di Montalcino

    Il Consorzio del Brunello utilizza un sistema di valutazione a stelle per classificare le annate. Tra le più celebri figurano quelle a cinque stelle, considerate eccezionali per qualità e potenziale di invecchiamento. Storicamente, annate come 1945, 1955, 1961, 1964, 1970 e 1975 hanno segnato la storia del Brunello. Nel periodo più recente, spiccano 1985, 1990, 1997, 2004, 2006, 2007, 2010, 2012, 2015, 2016, 2019 e 2020.

    Curiosità: l’annata 2016 è considerata una delle migliori di sempre, mentre la prima bottiglia storica di Brunello risale al 1888. Inoltre, il Brunello è stato il primo vino italiano a ottenere la DOCG nel 1980, un primato che ne conferma il prestigio.

    Valutazione delle Annate del Brunello di Montalcino

    Il Consorzio assegna ogni anno una valutazione in stelle alle annate, da una a cinque, in base alla qualità complessiva. Ecco la panoramica storica delle annate dal 1945 a oggi:

    AnnataValutazione2020★ ★ ★ ★ ★2019★ ★ ★ ★ ★2018★ ★ ★ ★2017★ ★ ★ ★2016★ ★ ★ ★ ★2015★ ★ ★ ★ ★2014★ ★ ★2013★ ★ ★ ★2012★ ★ ★ ★ ★2011★ ★ ★ ★2010★ ★ ★ ★ ★2009★ ★ ★ ★2008★ ★ ★ ★2007★ ★ ★ ★ ★2006★ ★ ★ ★ ★2005★ ★ ★ ★2004★ ★ ★ ★ ★2003★ ★ ★ ★2002★ ★2001★ ★ ★ ★2000★ ★ ★1999★ ★ ★ ★1998★ ★ ★ ★1997★ ★ ★ ★ ★1996★ ★ ★1995★ ★ ★ ★ ★1994★ ★ ★ ★1993★ ★ ★ ★1992★ ★1991★ ★ ★ ★1990★ ★ ★ ★ ★1989★ ★1988★ ★ ★ ★ ★1987★ ★ ★1986★ ★ ★1985★ ★ ★ ★ ★1984★1983★ ★ ★ ★1982★ ★ ★ ★1981★ ★ ★1980★ ★ ★ ★1979★ ★ ★ ★1978★ ★ ★ ★1977★ ★ ★ ★1976★1975★ ★ ★ ★ ★1974★ ★1973★ ★ ★1972★1971★ ★ ★1970★ ★ ★ ★ ★1969★ ★1968★ ★ ★1967★ ★ ★ ★1966★ ★ ★ ★1965★ ★ ★ ★1964★ ★ ★ ★ ★1963★ ★ ★1962★ ★ ★ ★1961★ ★ ★ ★ ★1960★ ★ ★1959★ ★ ★1958★ ★ ★ ★1957★ ★ ★ ★1956★ ★1955★ ★ ★ ★ ★1954★ ★1953★ ★ ★1952★ ★ ★1951★ ★ ★ ★1950★ ★ ★ ★1949★ ★ ★1948★ ★1947★ ★ ★ ★1946★ ★ ★ ★1945★ ★ ★ ★ ★

    I Brunello di Montalcino più pregiati e costosi

    Tra le etichette di Brunello di Montalcino esistono veri e propri capolavori enologici, ricercati dai collezionisti e dagli appassionati di tutto il mondo. Questi vini si distinguono per la storia, la rarità, la qualità delle annate e i punteggi elevatissimi assegnati dai critici internazionali. Il primato spetta senza dubbio a Biondi-Santi Tenuta Greppo Riserva, considerato il padre del Brunello e simbolo di eleganza e longevità. Le sue bottiglie storiche, come quelle del 1955 o del 1964, hanno raggiunto cifre record alle aste internazionali, superando i diecimila euro per esemplari rarissimi.

    Accanto a Biondi-Santi, spiccano nomi come Casanova di Neri Cerretalto, celebre per la sua potenza e complessità, e Il Marroneto Madonna delle Grazie, un cru che incarna la finezza del terroir di Montalcino. Altre etichette di culto sono Fattoria Poggio di Sotto Riserva, nota per la sua eleganza, e Castello Romitorio Filo di Seta Riserva, che unisce struttura e raffinatezza. Non meno prestigiosi sono Valdicava Vigna Montosoli, Stella di Campalto Riserva e altre produzioni limitate che rappresentano l’eccellenza assoluta.

    Questi vini non sono soltanto bottiglie da degustare, ma veri investimenti: la loro rarità, la lunga capacità di invecchiamento e il prestigio del produttore li rendono oggetti da collezione. Le annate eccezionali, come 2016, 2010 e 1997, contribuiscono ad accrescere il valore di queste etichette, che spesso ottengono punteggi superiori a 95/100 nelle principali guide internazionali.

    Tabella riepilogativa dei Brunello più pregiati

    ProduttoreEtichettaPrezzo medio (€)Biondi-SantiTenuta Greppo Riserva680 – 950 (oltre 10.000 € per annate storiche)Casanova di NeriCerretalto400 – 550Il MarronetoMadonna delle Grazie380 – 400Fattoria Poggio di SottoRiserva410 – 420Castello RomitorioFilo di Seta Riserva560 – 570ValdicavaVigna Montosoli350Stella di CampaltoRiserva470 – 490

    Abbinamenti Gastronomici

    Il Brunello di Montalcino è un vino versatile, ideale per accompagnare piatti ricchi e saporiti. Le carni rosse, come la celebre bistecca alla fiorentina, gli arrosti di manzo e maiale, si sposano perfettamente con la struttura del Brunello. La selvaggina, in particolare il cinghiale, il fagiano e l’anatra, esalta le note speziate e terziarie del vino. Tra i primi piatti, le pappardelle al ragù di cinghiale e i pici con sugo di salsiccia sono abbinamenti tradizionali che valorizzano la tipicità toscana.

    I formaggi stagionati, come il pecorino toscano e il Parmigiano Reggiano, completano l’esperienza gustativa, mentre piatti gourmet arricchiti con tartufo creano un connubio di aromi che esalta la complessità del Brunello.

    Consigli di Conservazione e Servizio

    La conservazione del Brunello richiede attenzione e cura. Le bottiglie devono essere riposte in posizione orizzontale, in ambienti bui, con temperatura costante tra 12 e 16 gradi e umidità compresa tra il 60 e il 70%. Queste condizioni garantiscono la corretta evoluzione del vino nel tempo. La longevità del Brunello è straordinaria: le bottiglie possono essere conservate per decenni, sviluppando aromi complessi e raffinati.

    Per il servizio, la temperatura ideale è compresa tra 18 e 20 gradi. È consigliabile decantare il vino per almeno trenta minuti, un’ora per le annate più vecchie, in modo da favorire l’ossigenazione e liberare i profumi. Il bicchiere deve essere ampio, preferibilmente a ballon, per consentire la massima espressione aromatica.

    Bevi sempre con moderazione

    Il Brunello di Montalcino non è soltanto un vino, ma un simbolo di cultura e tradizione, un prodotto che racconta la storia di un territorio e la passione di generazioni di viticoltori. Degustare un Brunello significa compiere un viaggio sensoriale che unisce passato e presente, natura e arte. E allora bevi bene, ma sempre con moderazione! LEGGI TUTTO

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    Vino (Consorzio Brunello): con 233 mila presenze, a Montalcino enoturismo da record nel 2024. stabile il provvisorio 2025

    Per ogni volta che a Montalcino viene aperta una bottiglia di Brunello si genera un impatto positivo sul territorio di 117 euro, il quadruplo rispetto al valore di una bottiglia di vino. “Un moltiplicatore di ricchezza, quello dell’enoturismo – commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Giacomo Bartolommei –, che influisce positivamente sulle imprese vitivinicole, alle prese con un’agenda difficile tra dazi Usa e calo dei consumi, ma anche sull’intera economia del territorio di Montalcino, per un beneficio diretto e indiretto da oltre 150 milioni di euro”.

    Un’eno-industria turistica cresciuta di riflesso alla notorietà internazionale del proprio vino di punta che, secondo l’analisi del Consorzio del vino Brunello di Montalcino su base Ufficio di Statistica della Regione Toscana/Istat, conta su 12 esercizi alberghieri (sono tre quelli a 5 stelle), a cui si sommano 180 strutture extra-alberghiere – a partire dagli agriturismi -, oltre a decine di ristoranti (due gli stellati), enoteche e wine bar.

    Secondo le elaborazioni del Consorzio, che in occasione di Benvenuto Brunello propone – domani sabato 22 novembre – un focus sull’enoturismo in Italia, le presenze nelle strutture ricettive nel 2024 hanno sfiorato la quota record di 233 mila, il 6,3% in più rispetto all’anno precedente e quasi il 30% sul pre-Covid (2019).

    Dati che si consolidano nelle stime provvisorie del 2025: nei primi 2 quadrimestri, il trend presenze segna infatti un ulteriore +0,6%, con circa 130 mila presenze solo nel periodo maggio-agosto, con una forte crescita della domanda proveniente da Francia, Est Europa, Cina e Regno Unito.

    A Montalcino, nel corso della terza giornata della 34^ edizione di Benvenuto Brunello (20-24 novembre), il talk “Dalla vigna al mondo: enoturismo ed esperienze per il vino del futuro” condotto da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, in programma domani dalle ore 10.30 nella Chiesa di Sant’Agostino vedrà la partecipazione di:Giacomo Bartolommei, Violante Gardini Cinelli Colombini, Roberta Ceretto, Antonio Capaldo, Danilo Guerrini, Alojz Felix Jermann.

    All’evento saranno presenti inoltre il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e la presidente del consiglio regionale Stefania Saccardi. Tra i partecipanti anche la presidente della Provincia di Siena Agnese Carletti, il prefetto di Siena Valerio Massimo Romeo e il questore di Siena Ugo Angeloni.

    Secondo l’analisi, l’enoturista-tipo soggiorna in media per 2,4 giorni soprattutto in esercizi extralberghieri (74% delle presenze), è straniero nel 71% dei casi e per quasi 2/3 di essi proviene da aree extraeuropee.

    Negli ultimi 5 anni la crescita è stata trainata non solo dagli Stati Uniti (+47%, a 50 mila presenze nel 2024), di gran lunga primo incoming turistico straniero, ma anche da Paesi dell’Est Ue (+87%), di Far East e Oceania con Australia, Sud-Corea e Cina con crescite lievitate dal 61% al 115% dal 2019 a oggi.

    Ben superiori alla media (+27,4%) anche i trend di ospiti meno esotici, come Spagna (+108%), Polonia (+89%) e Francia (+43%).

    La speciale classifica per presenze dai 5 continenti vede comunque in testa i turisti italiani (29% la quota sul totale pernottamenti), seguita da statunitensi (21%), tedeschi (9%), brasiliani (5,3%), inglesi e canadesi.

    *fonte dati: Osservatorio Uiv-Vinitaly.

    Sponsor Benvenuto Brunello 2025: Amorim; Intesa Sanpaolo; Banca Monte dei Paschi di Siena; Bernino; Carlo Sodi-Pausha; Fimer; Frantoio Montalcino; Grafiche Polimar; Illy Caffè; Isvea; Italesse; Mulino Val D’orcia; Nico Velo Spa; Pandolfini Srl; Pianigiani Bags; Pulltex; Repower; Rubeca; San Felice; Scat; Terrecablate; Trecieffe; Unicredit; Vason Group; Vetruria e Wino.Srl. LEGGI TUTTO

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    Durello&Friends: presentata l’indagine Nomisma Wine Monitor sulle percezione delle bollicine alternative

    In una fase di generale riflessione, che riguarda anche il mondo del vino, la tipologia degli sparkling tiene e regala una boccata d’ossigeno al comparto. È necessario, tuttavia, capire dove stanno andando i mercati in un momento caratterizzato da una congiuntura economica e politica internazionale piuttosto complessa.

    A tale riguardo, è stato presentato oggi a Verona, nell’ambito di Durello&Friends, l’evento curato dal Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, l’indagine condotta da Nomisma Wine Monitor “Percezione e prospettive delle bollicine alternative presso i consumatori italiani”.

    I risultati dell’indagine sono stati resi noti nell’ambito della tavola rotonda, moderata da Fabio Piccoli, Direttore di Wine Meridian, e dal titolo “Bollicine da Metodo Classico: lo stato dell’arte”, che ha visto l’intervento di Evita Gandini, Head of market insights di Nomisma Wine Monitor; Bruno Berni, Responsabile Business Development di CFI Group, “Le dinamiche attuali dei consumi nel canale Horeca Italia: gli spazi possibili per le bollicine italiane”; Lucio Roncoroni, Direttore CDA (Consorzi Distributori Alimenti), “Come sviluppare il mercato del Monti Lessini attraverso una nuova alleanza tra distributori e la filiera Horeca”; Gianni Tessari, Presidente del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, a cui sono state affidate le conclusioni.

    L’indagine commissionata a Nomisma Wine Monitor ha coinvolto 1000 consumatori evoluti [1] di vini sparkling in Italia. La survey ha permesso di raccogliere informazioni utili a mappare opinioni e comportamenti di consumo e acquisto di vino spumante, con un focus specifico sul ruolo del metodo classico, evidenziando l’attitudine alla sperimentazione di nuovi vini sparkling italiani prodotti con metodo classico e l’interesse potenziale per il nuovo «Monte Lessini DOC»

    Abitudini di consumo e posizionamento del Metodo Classico

    Nell’ultimo anno oltre 8 consumatori su 10 hanno bevuto vino spumante almeno una volta. In media si tratta di un consumo non abituale (solo il 15% è un frequent user: più di una occasione a settimana) e legato ad occasioni di convivialità: pranzi e cene con gli amici (27%), aperitivi (23%) e occasioni speciali (22%). Il canale away from home rappresenta una fetta importante dei consumi: il 60% dei consumatori beve spumante in ristoranti/bar e altri locali più di una volta al mese.

    Tra i criteri di scelta del vino spumante, spiccano stile (20%) e brand (18%) su tutti, ma rilevanti anche la presenza di una denominazione di origine (per il 14% questo è il principale fattore che influenza l’acquisto del vino sparkling) e l’origine territoriale (il 12% guarda la provenienza, prevalentemente da Veneto e Lombardia). Il metodo produttivo non rappresenta un criterio decisionale prevalente, ma nel complesso 1 su 4 (1 su 3 se si considera solo il target degli expert[1]) tiene conto della differenza qualitativa tra charmat e metodo classico.

    I consumatori hanno una netta preferenza per vini spumanti provenienti da vitigni italiani (79% vs il 4% che predilige vitigni internazionali), ma nello stesso tempo 1 su 2 preferisce il metodo classico a quello charmat. Le due informazioni sembrano andare in direzioni parzialmente divergenti, considerando il raro impiego di vitigni autoctoni italiani nel metodo classico. Questo potrebbe indicare una conoscenza non sempre approfondita delle tecniche di produzione e delle caratteristiche dei vitigni impiegati nei due metodi, così come una limitata capacità di identificare l’internazionalità degli stessi vitigni.

    Perception Metodo Classico

    I consumatori più evoluti percepiscono una maggiore qualità (18% indica questo come primo attributo distintivo del Metodo Classico rispetto allo Charmat) e un maggior prestigio e tradizione (16%), così come una complessità aromatica (22%), finezza e persistenza delle bollicine (18%) più evidente rispetto al metodo charmat.

    Focalizzandosi esclusivamente sul metodo classico, il consumatore riconosce nel legame con il territorio il vero valore aggiunto di uno spumante di elevata qualità: l’essere identitario di uno specifico territorio, la presenza di una denominazione di origine e la zona altimetrica (collina o montagna), rappresentano le caratteristiche distintive di un buon metodo classico rispettivamente per il 18%, 12% e 11% dei consumatori. Rilevante in questa mappa valoriale anche la provenienza del vitigno: il fatto che sia autoctono è un plus fondamentale per il 17% dei consumatori. Meno rilevante (4%) appare invece la prerogativa di un lungo affinamento sui lieviti, segno che un metodo classico di qualità può esprimersi anche in versioni leggere e fresche, prive di grande struttura.

    Interesse potenziale per il nuovo Monte Lessini DOC

    I dati evidenziano un mercato aperto all’innovazione di qualità, ma ancora legato ai valori di autenticità e italianità. Il consumatore cerca esperienze nuove, ma coerenti con un immaginario di raffinatezza, territorio e metodo artigianale. Tra le caratteristiche desiderateper un nuovo spumante da sperimentare spiccano in maniera netta molti elementi che contraddistinguono il nuovo Monti Lessini: il 51% vorrebbe un nuovo Metodo Classico, fatto in Italia (78%), preferibilmente in territori collinari (54%) e con una fascia di prezzo ideale che si colloca tra i 10 e i 20 euro a bottiglia (36%) o, al più, tra 20 e 30 euro (31%).

    In tale contesto, l’analisi dell’interesse potenziale nei confronti di un nuovo spumante ideale (prodotto con metodo classico, da vitigni esclusivamente italiani, con Denominazione d’Origine Controllata), mostra un interesse all’acquisto quasi totale da parte dei consumatori: il 52% lo proverebbe se questo avesse un costo mediamente inferire alla media e un restante 47% sarebbe addirittura disposto a spendere di più rispetto al prezzo medio dei metodi classici italiani. I dati, già di per sé molto incoraggianti per il Monti Lessini doc, mostrano poi come il nome del nuovo prodotto “Monti Lessini DOC”, attraverso il richiamo altimetrico, al territorio e ad una denominazione di origine, rappresenti una leva forte per incrementare la curiosità dei consumatori.

    Affinché la curiosità si traduca in valore percepito e reale disponibilità a pagare, risulta però fondamentale la narrazione educativa – del metodo, del territorio e della varietà: vitigni autoctoni (per un terzo dei consumatori l’origine rappresenta proprio il primo elemento da valorizzare), suoli vulcanici (18%), versatilità (17%) e altitudine (10%) costituiscono gli elementi chiave da veicolare al consumatore. In che modo? Attraverso degustazioni, storytelling digitale e presenza nei contesti formativi/enologici.

    ***

    [1] Consumatori di vino sparkling consapevoli dell’esistenza dei due diversi metodi produttivi, Classico e Charmat

    [2] Consumatori «evoluti» di sparkling da almeno 5 anni, che bevono spumante almeno 1 volta al mese e preferiscono il metodo classico

    Consorzio Tutela Vini Lessini Durello: www.montilessini.com LEGGI TUTTO

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    Dalla Sicilia ai mercati esteri, Colomba Bianca +30% di produzioni imbottigliate

    Colomba Bianca nel 2025 registra +30% di crescita delle produzioni imbottigliate. Un risultato ottenuto grazie allo sviluppo della filiera di produzione con remunerazioni tra le più alte del settore in Sicilia e ad una logica manageriale che incide sull’evoluzione delle vigne e sul posizionamento dei vini sui mercati. Unendo le forze, nel 2025 i 2.000 soci conferitori delle Cantine Colomba Bianca – distribuiti in circa 5 mila ettari di vigne – hanno complessivamente raccolto circa 330mila quintali di uve, contro i 280 mila dell’anno scorso. Diventeranno vini che viaggeranno per stare al centro delle tavole dei consumatori italiani ed europei.

    «Abbiamo ottimi segnali dai mercati – spiega Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale della cooperativa vitivinicola siciliana – stiamo lavorando con impegno a nuovi sviluppi all’estero, siamo orgogliosi di far parte della “rosa” ristretta di cantine italiane selezionate dalla grande distribuzione, che basa la scelta dei partner su parametri severi vigilando su tutte le fasi di produzione. Continuiamo ad affermare il nostro posizionamento sui mercati più rigidi d’Europa, superiamo i confini nazionali con milioni di bottiglie».

    «Stiamo centrando gli obiettivi – spiega il presidente Dino Taschetta – abbiamo registrato +30% di crescita delle produzioni imbottigliate. Guardiamo al futuro con più serenità, la nostra compagine di soci è solida, la remunerazione è puntuale ed è ai massimi livelli della categoria in Sicilia, comunque rimane al limite della sostenibilità economica. Investire sulle pregiate uve siciliane, e in particolare sulle produzioni biologiche, con innovazione e con lungimiranza ripaga: i risultati ce lo dimostrano. Il mondo delle cooperative è fatto di sinergie, purtroppo quella collaborativa è una logica meno comune nel nostro distretto regionale, che dovrebbe essere più coeso sull’alto posizionamento dei vini siciliani. Noi puntiamo sulla valorizzazione delle produzioni, sulla continuità della filiera e sul ricambio generazionale per portare avanti progetti di lungo termine che possano garantire un prospero sviluppo per le produzioni d’eccellenza».

    «Ci stiamo ispirando a Cantine cooperative di altre regioni – spiega l’enologo Mattia Filippi – come quelle dell’Alto Adige e Champagne, dove si riconosce il valore delle differenze, per farle diventare un plus territoriale ed economico. I Sicilia siamo un laboratorio diffuso di osservazione e adattamento: raccogliamo dati, monitoriamo le risposte dei diversi vitigni ai cambiamenti climatici e restituiamo conoscenze ai soci, creando un circolo virtuoso di apprendimento collettivo che valorizza le eccellenze produttive. Svolgiamo una funzione economica e sociale: distribuiamo reddito, manteniamo il presidio sociale in campagna, preserviamo il paesaggio. Il figlio del viticoltore che resta a lavorare la vigna, perché ricava un reddito e si sente interprete di un progetto di sviluppo territoriale, incide sul futuro del territorio. In un Paese con la più grande biodiversità viticola del mondo, questo è essenziale».

    In Sicilia il conferimento dei soci – che operano in un territorio di bassa resa dove sussistono difficoltà logistiche e scadenti infrastrutture dell’acqua – si basa sulla qualità e non sulla quantità. Quello di Colomba Bianca è un circolo virtuoso che si esprime lungo tutta la filiera: la cooperativa sta avanzando con il vino sfuso e imbottigliato su nuove fette di mercati, ottimizzando i processi di produzione per consolidare affidabilità e performance su ogni standard ricercato dai maggiori retails di successo nei circuiti più qualificati. LEGGI TUTTO

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    Vino, Consorzio Brunello: imbottigliato in rimonta nell’ultimo bimestre e in linea con 2024

    Balzo nell’ultimo bimestre dell’imbottigliato di Brunello di Montalcino, che si riallinea così su volumi prossimi al pari periodo dell’anno precedente (-0,9%). Fondamentale – rileva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino in occasione della giornata di apertura di Benvenuto Brunello – la performance registrata in particolare nell’ultimo mese con i volumi sopra quota 1,9 milioni di bottiglie equivalenti, il 39% in più rispetto a ottobre 2024.

    Il saldo nei primi 10 mesi – secondo l’analisi realizzata su base Valoritalia sulla base dei contrassegni di Stato consegnati – sale quindi a 7,63 milioni di pezzi imbottigliati, a fronte dei 7,69 milioni dello scorso anno. Rilevante l’effetto traino della nuova annata, la 2021 protagonista dell’anteprima di Montalcino, che entrerà in commercio solo a partire da gennaio ma il cui interesse ha già determinato un picco negli ultimi mesi (oltre 2,1 milioni di bottiglie equivalenti).

    “Non c’è necessariamente una correlazione automatica tra imbottigliamenti e prodotto venduto – ha detto il presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei – ma il dato è comunque un indicatore interessante in chiave di mercato che ci riporta in linea di galleggiamento dopo mesi più complicati. A prescindere da ciò, il Consorzio è convinto della necessità di attivare un programma di promozione della denominazione, con partecipazioni collettive presso il principale e storico mercato di sbocco – gli Stati Uniti – ma anche su altre piazze, con l’obiettivo di diversificare il più possibile le occasioni di business dei nostri vini. Il programma, previsto già a partire dal 2026, sarà definito nelle prossime settimane”.

    In forte crescita il Rosso di Montalcino: dopo l’incremento del vigneto, l’imbottigliato nei primi 10 mesi sale a quasi 4 milioni di contrassegni consegnati e a +29% tendenziale. A Benvenuto Brunello, il Rosso presenta l’annata 2024.

    Info e ticket: www.benvenutobrunello.com

    Sponsor Benvenuto Brunello 2025: Amorim; Intesa Sanpaolo; Bernino; Carlo Sodi-Pausha; Fimer; Frantoio Montalcino; Grafiche Polimar; Illy Caffè; Isvea; Italesse; Banca Monte dei Paschi di Siena; Mulino Val D’orcia; Nico Velo Spa; Pandolfini Srl; Pianigiani Bags; Pulltex; Repower; Rubeca; San Felice; Scat; Terrecablate; Trecieffe; Unicredit; Vason Group; Vetruria e Wino.Sr. LEGGI TUTTO

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    SOMA XXV 2020: l’esclusiva edizione limitata, presentata durante l’evento The Red Masters

    In occasione del 25° anniversario di SOMA e dei 125 anni della cooperativa, Cantina Kurtatsch ha presentato durante l’evento The Red Masters un’edizione limitata da collezione: SOMA XXV, Alto Adige Merlot Cabernet DOC Riserva 2020, tributo a uno dei vini più iconici e apprezzati della cantina altoatesina.

    Una cuvée nata da un giubileo, diventata punto di riferimento

    Il SOMA Merlot-Cabernet vide la luce nel 2000, in occasione del centenario della Cantina Kurtatsch. Frutto dei vigneti più caldi di Cortaccia, doveva inizialmente essere un’edizione limitata celebrativa ma è divenuto con il tempo una delle etichette più emblematiche della cantina e tra i rossi più riconosciuti dell’Alto Adige.

    “SOMA è parte della nostra identità: nato come vino celebrativo, è diventato negli anni uno dei riferimenti di Cantina Kurtatsch. SOMA XXV celebra questo percorso di 25 anni, unendo esperienza, selezione e il carattere unico dei vigneti di Cortaccia.” afferma Andreas Kofler, presidente di Cantina Kurtatsch.

    SOMA XXV: selezione estrema e affinamento prolungato

    In vista del doppio anniversario del 2025 – i 25 anni di Soma e il 125° anniversario della cooperativa – la cantina ha scelto di rendere omaggio alla propria storia con una creazione speciale: SOMA XXV Riserva, un’edizione limitata di 2.936 bottiglie e 182 Magnum, ottenute dalle migliori parcelle dei vigneti più caldi dell’unità geografica aggiuntiva Brenntal (220–300 m s.l.m.).

    La cuvée è composta da 80% Merlot e 20% Cabernet Sauvignon, provenienti da terreni rossi argillosi con minerali e ossidi per il Merlot, e terreni ghiaiosi calcarei di dolomia per il Cabernet Sauvignon. Il calore del giorno, unito al fresco notturno proveniente dal massiccio della Mendola, creano uno stile unico e inconfondibile: aromi di frutta pienamente matura con una caratteristica freschezza alpina. Una selezione ancora più rigorosa in vigneto – con rese ridotte a 35 hl/ha – e un affinamento prolungato conferiscono al vino profondità, complessità e longevità straordinarie: 15 mesi in barrique di rovere francese, 9 mesi in botte grande e 2,5 anni di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.

    SOMA XXV si presenta come un vero e proprio oggetto da collezione. Dodici etichette diverse – ognuna raffigurante un dettaglio del motivo completo di SOMA con numerazione romana “XXV” – sono disposte all’interno di eleganti box di legno da tre bottiglie. Insieme, le dodici varianti compongono l’intero artwork originale dell’artista altoatesina Sigrid Trojer, creato appositamente per la prima annata di SOMA nel 2000 e raffigurante Madre Natura nella forma della Vitis Vinifera. L’edizione sarà disponibile in cantina e presso una selezione di enoteche, ristoranti e clienti top, scelti tra i principali partner di Cantina Kurtatsch.

    The Red Masters

    SOMA XXV è stato presentato ufficialmente l’11 novembre 2025 durante The Red Masters, la prima edizione di un nuovo format ideato da Cantina Kurtatsch e rivolto al mondo b2b, ristorazione, distributori e rivenditori. L’evento ha riunito sei prestigiose cantine internazionali accomunate dalla passione per le varietà bordolesi – Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

    Insieme a Cantina Kurtatsch hanno presentato i propri vini di punta: Le Macchiole, Petrolo, Tua Rita e Tenuta Guado al Tasso – Marchesi Antinori da Bolgheri, mentre Bastian Winkler ha curato una selezione di Bordeaux d’eccellenza. Nel corso del pomeriggio si sono tenuti walk-around tasting e masterclass dedicate all’approfondimento delle diverse interpretazioni territoriali delle varietà bordolesi.

    “Abbiamo organizzato questo evento in occasione del nostro 125° anniversario: un momento speciale per celebrare la nostra storia e la nostra competenza nella produzione di queste varietà, che coltiviamo e vinifichiamo con passione da oltre 100 anni”, racconta Andreas Kofler. “Questa passione volevamo trasmetterla ai nostri partner B2B in un contesto adeguato, insieme ad altre aziende internazionali di prestigio. Inoltre, l’evento ha rappresentato l’occasione ideale per presentare SOMA XXV.”

    Cantina Kurtatsch e le varietà bordolesi: un impegno di lungo periodo

    La passione di Cantina Kurtatsch per le varietà bordolesi ha radici profonde che, alla fine degli anni ’80, hanno trovato una nuova espressione con la prima annata del FREIENFELD Cabernet Sauvgnon Riserva (1988). Negli anni successivi, grazie a nuove creazioni enologiche e a un intenso lavoro di approfondimento sulle varietà bordolesi e sul loro rapporto con il territorio, la cantina è diventata un punto di riferimento in Alto Adige per Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

    “Siamo convinti che queste varietà trovino qui a Cortaccia le condizioni ideali per vinificare vini di livello internazionale e con una particolare tipicità alpina. Dal primo FREIENFELD Cabernet Sauvignon Riserva nel 1988, al primo vino da unità geografica aggiuntiva con il BRENNTAL Merlot Riserva nel 1995, fino a SOMA Merlot Cabernet nel 2000 e all’icona TRES nel 2015: ogni nuova creazione è espressione del terroir unico e del potenziale della nostra zona viticola per queste varietà,” afferma Andreas Kofler. L’enorme potenziale e la grande passione si riflettono anche nella manifestazione biennale Cortaccia Rossa, che pone al centro i vini della zona da Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon e dimostra, edizione dopo edizione, che questi possono competere a pieno titolo con le migliori referenze internazionali. LEGGI TUTTO

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    Life of Wine vi aspetta a Roma con le vecchie annate di prestigiose cantine italiane

    Tra poco più di una settimana tornerà in scena a Roma Life of Wine, evento unico interamente dedicato ai vini dal lungo cammino. Domenica 30 novembre, nelle sale dell’Hotel Villa Pamphili, prenderà vita la XIV edizione di una manifestazione entrata ormai nella geografia fissa degli appuntamenti più attesi da sommelier, operatori e appassionati.

    Ideato da Studio Umami e Roberta Perna Comunicazione Enogastronomica, con la collaborazione del giornalista Maurizio Valeriani (Vinodabere), Life of Wine riunirà 40 aziende italiane, selezionate per raccontare attraverso lo scorrere del tempo in bottiglia il percorso dei propri vini.

    Ogni produttore, al proprio banco di assaggio, presenterà di almeno un’etichetta almeno tre annate: l’annata attualmente in commercio e due vendemmie precedenti, così da consentire ai visitatori un confronto immediato e concreto sull’evoluzione del vino.

    Accanto a queste micro-verticali, molte aziende proporranno anche altre referenze, offrendo un quadro più completo della produzione e dello stile di ciascuna realtà.

    L’atmosfera, come da tradizione, sarà quella che distingue Life of Wine sin dalla prima edizione: un contesto professionale, attento e concentrato, dove l’assaggio diventerà lo strumento principale per comprendere il potenziale di longevità e la profondità di ogni etichetta.

    Le aziende presenti saranno:

    Antonelli San Marco – Badia di Morrona – Baron di Pauli – Bel Colle – Boscarelli – Caiarossa – Cantina Kaltern – Cantine Dei – Cantine Marisa Cuomo – Carpineto – Casale del Giglio – Cerulli Spinozzi – Colognole – Corte dei Venti – Erste+Neue – Faraone – Fattoria Selvapiana – Fattoria Varramista – Fattoria Zerbina – Fontana Candida – Gagiablu – Gini – Il Borro – La Stradina – Lamole di Lamole – Le Colture – Letrari – Lisini – Morisfarms – Plonerhof – Poggio al Tesoro – Poggio Bonelli – Querce Bettina – Salvatore Molettieri – Santa Barbara – Secondo Marco – Tenuta di Fiorano – Tenuta Friggiali – Venissa – Villa Saletta

    Orari e modalità di accesso

    – Dalle 10.00 alle 13.30: accesso riservato a sommelier tesserati (ingresso 25 €), operatori del settore vinicolo, stampa e comunicatori (accredito obbligatorio da richiedere online dal 1° luglio).

    – Dalle 13.30 alle 19.00: apertura al pubblico degli appassionati (ingresso 35 €, degustazioni libere incluse).

    Info accrediti e biglietti: www.lifeofwine.it/accrediti/

    L’edizione 2024 ha nuovamente confermato il grande interesse per questo format, registrando oltre 600 presenze e il coinvolgimento di più di 60 aziende vitivinicole, con una forte presenza di operatori e stampa specializzata. Un successo che conferma Life of Wine come punto di riferimento nazionale per chi vuole comprendere e approfondire il tema della longevità del vino. LEGGI TUTTO