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    Online la Guida ai migliori Pinot Nero d’Italia 2026 di Vinodabere.it

    Ritorna la Guida ai migliori Pinot Nero italiani targata Vinodabere.it – curatori i giornalisti Maurizio Valeriani e Antonio Paolini – con importanti novità. Da quest’anno, infatti, sono state aggiunte ulteriori categorie come gli spumanti, i vini bianchi e i rosé in cui il Pinot Nero sia presente dall’80% in su. Una scelta che cambia non solo i numeri e le tipologie della Guida ma anche, com’era prevedibile, la sua geografia e i rapporti di peso tra le varie aree produttive. I numeri sono assolutamente eloquenti: 250 i vini assaggiati, 145 quelli recensiti (a rimarcare che la via di interpretazione del Pinot Nero ad alti livelli resta comunque una prova non facile) ma con ben 54 Standing Ovation (il massimo riconoscimento previsto dalla redazione).Nel dettaglio, e partendo dalla “new entry” sicuramente più attesa, gli spumanti (31, con 11 premiati): va a bersaglio alla grande il Piemonte, confermando che la parabola dell’Alta Langa (6 spumanti in Guida di cui 3 Standing Ovation) dopo il decollo continua alla grande a puntare in su. E va bene, anzi benone, la Lombardia, che cala appunto il suo asso con l’Oltrepò e piazza – tutte da lì – in Guida 15 “bolle” da Pinot Nero con 4 Standing Ovation. Conferma la sua vocazione “classica” e l’amore ricambiato per li vitigno il Trentino (4 vini e due allori massimi).
    Meno “pesante” numericamente l’impatto di bianchi e rosé (3 e 6 rispettivamente) con una Standing Ovation solo tra i primi. Ma a proposito della quale vale la pena di aprire una (ammirata) parentesi: ad aggiudicarsela è la marchigiana Fattoria Mancini, a buon diritto ascrivibile tra i pionieri assoluti nella valorizzazione “italiana” del vitigno e che, a conferma, coglie altri due allori (un trionfo, insomma) con i suoi rossi.
    E nel panorama regionale l’Alto Adige ribadisce la sua indiscussa vocazione e il suo gioco d’anticipo, e si conferma alla guida con ben 37 vini di cui 21 Standing Ovation (più una tra le bolle), e tra esse ci sono anche gli unici quattro vini “perfetti”, valutati 100/100. Perde apparentemente qualche colpo nella graduatoria interregionale la Toscana, altra illustre enclave da Pinot Nero che stavolta vede limitata la sua presenza a 6 esemplari di cui una Standing Ovation. Ma, sostanzialmente, è il segno di una concorrenza che cresce, esigendo quindi performance sempre più alte per restare in quota. Ed è l’ultimo dato di questa edizione della Guida a ribadirlo: oltre a quelle meritatamente già citate, inseriscono vini in Guida anche Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta. A dimostrazione del fatto che quella del Pinot Nero è ormai una autentica realtà nazionale che non ha più alcun bisogno di chiamarsi “Noir” per sentirsi importante.
    Curatori: Maurizio Valeriani e Antonio Paolini.
    Revisione dei testi a cura di Pino Perrone.
    Attività di redazione web a cura di Daniele Moroni.
    I testi che leggerete in Guida sono di: Salvatore Del Vasto, Paolo Frugoni, Federico Gabriele, Maurizio Gabriele, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Pino Perrone, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Susanna Schivardi, Gianni Travaglini, Paolo Valentini, Maurizio Valeriani.
    Link della Guida: https://vinodabere.it/guida-ai-migliori-pinot-nero-ditalia-2026-la-guida-completa/
    I 4 Vini con 100/100:
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Lafóa 2021 – Cantina Colterenzio
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Luma 2022 – Tenuta Romen
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Matan Glen 2022 – Tenuta Pftscher
    Alto Adige Pinot Nero Buchholz 2023 – Azienda Vinicola Castelfeder LEGGI TUTTO

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    Attems svela la nuova vendemmia di Cicinis

    Attems annuncia la release sui mercati internazionali di Cicinis 2024, la nuova vendemmia del vino simbolo della Tenuta, 100% Sauvignon Blanc ed espressione autentica di uno dei terroir più vocati d’Italia.Nato sulle pendici dell’omonimo colle terrazzato ai piedi del Monte Calvario, Cicinis esprime la forza e la finezza del Collio Goriziano. Qui i terreni di Ponca – sabbie e limo derivati dalla disgregazione di antiche rocce arenarie di origine marina – si combinano con la vicinanza del mare e con un microclima ideale, regalando al Sauvignon Blanc una personalità inconfondibile.
    La tenuta si estende su 68 ettari di cui 44 vitati, immersi in un mosaico di boschi e biodiversità. Nei vigneti di Attems la cura della vigna è sartoriale: il sovescio con leguminose e graminacee arricchisce il suolo in modo naturale, il sistema di allevamento a Guyot e l’alta densità d’impianto garantiscono basse rese e uve di altissima qualità. Tutto concorre a un obiettivo preciso: dar vita a un Sauvignon Blanc dalle caratteristiche organolettiche distintive e dal carattere ben definito.
    LA VENDEMMIA 2024
    Il ciclo vegetativo è iniziato con un germogliamento regolare a inizio aprile, favorito da un inverno mite e piovoso. Una primavera equilibrata e un’estate scandita da alternanza di calore e piogge provvidenziali hanno permesso alle viti di maturare in modo omogeneo e senza stress idrico. La vendemmia, condotta manualmente e in più passaggi, ha permesso di valorizzare le diverse esposizioni delle terrazze di Sauvignon, cogliendo al meglio la ricchezza del vigneto.
    Cicinis 2024 si presenta al calice di colore giallo paglierino intenso e brillante e conquista subito per la sua eleganza olfattiva. Il bouquet è ampio e raffinato: si apre con vivaci sentori di bosso, bergamotto, pompelmo e salvia, che si fondono con sfumature più complesse di mandorla tostata e pietra focaia. Gli aromi dell’affinamento in legno contribuiscono ad armonizzare il profilo aromatico donandogli profondità.
    All’assaggio rivela un ingresso deciso. La struttura è verticale e avvolgente, sostenuta da una fresca acidità e da una sapidità ben integrata, che accompagnano il sorso verso un finale lungo, preciso e persistente.
    ATTEMS
    Con le radici ben salde nella storia e lo sguardo rivolto al futuro, Attems, nel comprensorio del Collio Goriziano, la parte più orientale del Friuli, interpreta il territorio con una visione autentica e contemporanea che si traduce in una gamma di vini pregiati, dalla personalità elegante e fortemente identificativa di un’area vitivinicola particolarmente vocata. Ad un’altitudine media di 130 metri s.l.m., 44 ettari di vigneti, proprietà dal 2000 della famiglia Frescobaldi, sono coltivati a Ribolla Gialla, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Chardonnay. I vini: Cicinis – Collio DOC, Sauvignon Blanc, elegante e inteso; Trebes – Collio DOC, Ribolla Gialla, vibrante acidità e solida struttura Pinot Grigio Ramato – Friuli DOC, morbido e agrumato, Pinot Grigio – Friuli Doc; Sauvignon Blanc – Venezia Giulia IGT, Chardonnay – Venezia Giulia IGT, Ribolla Gialla – Venezia Giulia IGT. LEGGI TUTTO

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    Annalisa Zorzettig: una vendemmia che richiama le grandi annate del passato

    Nei Colli Orientali del Friuli, tra i vigneti di Annalisa Zorzettig, l’aria profuma di mosto: è tempo della vendemmia, che quest’anno si presenta come il risultato di un’annata segnata da forti contrasti climatici, ma in grado di imprimere un carattere distintivo e promettente ai vini.
    Dopo un maggio piovoso e un giugno tra i più caldi e asciutti mai registrati, un luglio sorprendentemente fresco infatti ha rallentato i ritmi della natura, favorendo una maturazione lenta e regolare delle uve. Le rese sono leggermente inferiori alla media, ma i dati analitici e le prime degustazioni raccontano un quadro di grande interesse: pH più bassi, acidità elevate e profili aromatici ricchi delineano vini succosi, tesi e vibranti, con richiami alle migliori annate fresche di fine anni Ottanta, inizio anni Novanta.
    Le varietà precoci hanno già espresso caratteri notevoli: il Sauvignon Blanc e il Pinot Nero colpiscono per precisione e freschezza, mentre il Friulano sorprende per l’energia, insolita per un vitigno che tende a perdere acidità.
    Se settembre manterrà giornate asciutte e ventilate, il 2025 potrà entrare nella memoria come un’annata capace di regalare vini eleganti, longevi e autenticamente legati al territorio dei Colli Orientali del Friuli.
    Accanto all’analisi tecnica, la vendemmia 2025 custodisce una dimensione poetica per Annalisa, intrisa di ricordi d’infanzia: i rientri da scuola, tra mattinate fresche, pomeriggi di sole e piogge improvvise con le corse tra i filari.“Anche se l’autunno inizia solo a fine settembre – racconta la produttrice – queste giornate hanno lo stesso sapore delle stagioni di passaggio, composte da energia, attesa e vitalità. I vini che stanno nascendo sono profondamente legati a questo ritmo naturale, capaci di restituire l’essenza del territorio e la memoria delle grandi annate del passato.” LEGGI TUTTO

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    Manuela Centinaio entra nel Club del Buttafuoco Storico

    La cantina Bosco del Sasso di Canneto Pavese fa il suo ingresso ufficiale nel Club del Buttafuoco Storico, l’associazione che dal 1996 riunisce le aziende vitivinicole impegnate a custodire e valorizzare questo potente rosso, vino simbolo dell’Oltrepò Pavese.
    A guidare la cantina è Manuela Centinaio, sorella di Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato. Con lei il Club accoglie entusiasmo rinnovato e rafforza la presenza femminile tra i soci, come ricorda il presidente Massimo Piovani, che afferma: «Diamo il benvenuto nel Club del Buttafuoco Storico a Bosco del Sasso che porta energia e convinzione al nostro percorso. Nel 2026 festeggeremo i trent’anni di attività: tre decenni in cui qualità, rigore e determinazione hanno costruito un’identità forte, capace di fare del Buttafuoco Storico il vino simbolo dell’Oltrepò Pavese. Questo ingresso rafforza ancora di più il nostro impegno e conferma che la visione che ci accompagna dal 1996 continua a parlare al futuro.»
    Bosco del Sasso porta con sé la Vigna Storica del Sasso e un progetto che mette al centro la qualità – in linea con il disciplinare rigoroso del Club, che tutela zone precise e pratiche produttive legate alla tradizione – e l’identità del territorio.
    “Io e mio fratello Gian Marco abbiamo sempre creduto fortemente nel progetto Buttafuoco Storico. Siamo orgogliosi di entrare nel Club, impegnato come noi in una missione comune: valorizzare al meglio fuori dal perimetro locale questo vino, che è espressione più autentica del territorio, un mix di varietà che arriva direttamente dalla vigna, e non creato in cantina. Un vino che appassiona molto anche il nostro enologo, Michele Zanardo – commenta Manuela Centinaio, titolare di Bosco del Sasso – Siamo in costante fermento e tra poco più di un anno vedrà la luce un altro ambizioso progetto: il wine resort di Bosco del Sasso, incastonato tra i filari sulle colline di Canneto Pavese, che ospiterà una barricaia dedicata esclusivamente al Buttafuoco Storico.”
    Con questa adesione il Club del Buttafuoco Storico segna 18 soci e 20 Vigne Storiche, rafforzando la rappresentanza di chi crede nella riconoscibilità e nella sostanza come chiavi per dare all’Oltrepò Pavese il posizionamento alto che questo territorio si è sempre meritato. Non è solo un numero in più, ma un passo che conferma come il Buttafuoco Storico sia un progetto vivo, capace di rinnovarsi e guardare avanti senza mai tradire le radici. LEGGI TUTTO

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    La vendemmia 2025 di Cantina di Venosa promette grandi vini

    Uve perfettamente sane e già ottimi risultati sui bianchi. L’annata 2025 di Cantina di Venosa promette grandi vini. Vendemmiate le uve Moscato e il Merlot del Matematico, pluripremiato rosso della cooperativa lucana. Cominciata anche la raccolta della Malvasia di Basilicata, con un occhio al meteo in attesa dell’Aglianico del Vulture, a fine settembre, inizio ottobre.Il punto dell’enologo Donato Gentile: “Inverno mite, primavera asciutta, uve perfettamente sane. Ci aspettiamo grandi vini”.
    Il Presidente Francesco Perillo: “Soltanto un 10% di raccolto in meno rispetto ai conferimenti programmati dai soci, ma quest’anno rispetto al 2024 anche i numeri saranno importanti”.
    La vendemmia 2025 di Cantina di Venosa mostra un forte recupero delle quantità e una conferma sulla qualità. Il 2024 era stato caratterizzato da una raccolta anticipata di 20 giorni e, sulla media storica, da numeri quasi dimezzati: il microclima e l’altitudine dei vigneti avevano però assicurato uve perfettamente mature e valori importanti di acidità.
    Il 2025 si caratterizza, invece, per un’epoca di vendemmia che torna alla normalità, con appena 3-4 giorni d’anticipo sulla media storica e con l’aspettativa di un forte recupero delle quantità prodotte. Confermata anche l’alta qualità e la sanità delle uve. Il Moscato e il Merlot sono le varietà già raccolte dai soci della cooperativa lucana, che adesso cominciano la vendemmia della Malvasia di Basilicata e, a fine mese, dell’Aglianico del Vulture.
    Questo l’andamento dell’annata: un inverno mite, non molto freddo e con poche nevicate sulle alture, cosa che non capitava da anni. Inoltre, la primavera relativamente fresca e asciutta rispetto al passato ha consentito di avere una buona partenza vegetativa nei vigneti. Il risultato è che le piante hanno raggiunto la vendemmia in condizioni di ottima salute e con uve bianche che, dai primi riscontri, presentano una bella acidità, grazie anche a un mese di maggio che ha avuto temperature leggermente al di sotto della media.
    “Questo soprattutto per i bianchi e i rosati che andremo a produrre significa un andamento con accumulo di acidi maggiore, quindi più freschezza, verticalità e profumi – spiega Donato Gentile, l’enologo di Cantina di Venosa -. Le prime vendemmie ci lasciano capire che si presenta un’ottima annata. Abbiamo completato la raccolta del Moscato e riscontriamo un aumento del 10-15% della produzione, un leggero recupero in quantità rispetto alle ultime due annate, caratterizzate, invece, da un crollo delle rese. Abbiamo, inoltre già vinificato il primo rosso, il nostro merlot di punta, il pluripremiato Matematico, che si conferma molto fruttato e varietale”.
    “La qualità è elevata, le uve sono perfettamente integre, non hanno alcun problema di malattie e stanno maturando bene – sottolinea il Presidente di Cantina di Venosa, Francesco Perillo -. Oltre a questo prevediamo un bel recupero delle quantità rispetto al magro 2024. Attendiamo settembre e la vendemmia dell’Aglianico. Tempo permettendo – si augura Perillo – il 2025 sarà ricordato tra i migliori”. LEGGI TUTTO

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    Generosa E Di Ottima Qualità: Previsioni Di Vendemmia 2025

    In questi giorni sono state presentate le stime vendemmiali di Assoenologi, ISMEA e UIV, e le previsioni sono decisamente positive. Il 2025 promette di essere una bella annata, in quantità (47,4 mln di hl previsti) e qualità. Il giudizio in questo caso va da molto buono a eccellente. Dal lungo comunicato stampa congiunto arrivatoci estraiamo alcuni spunti: rispetto al 2024, l’Italia si ri-posiziona davanti alla Francia per produzione, con un +8%. Seguono Francia (37,4 mln di ettolitri) e Spagna (36,8 mln di ettolitri).in molte aree, la raccolta è iniziata in anticipo, a causa di una fase di incertezza legata alla variabilità climatica estiva. Tuttavia, le buone riserve idriche accumulate durante l’inverno, una primavera mite e un’estate anticipata (ma altalenante) hanno favorito una vendemmia anticipata in molte aree. La maturità fenolica raggiunta in gran parte delle aree, unita al potenziale aromatico favorito dalle escursioni termiche di fine agosto, lascia intravedere vini freschi e longevi al Nord, profili netti ed equilibrati al Centro e rossi di struttura e carattere al Sud.Alcune dichiarazioni: “ (…) la qualità delle uve si preannuncia molto buona, in alcune zone addirittura eccellente. È un aspetto fondamentale, perché in un momento complesso come quello che stiamo vivendo, la qualità dei vini diventa un elemento decisivo anche sui mercati e richiede un’attenzione ancora maggiore nella loro preparazione. In questo scenario contraddittorio e imprevedibile, ancora una volta il ruolo degli enologi si conferma centrale” (R.Cotarella, Presidente Assoenologi).“La vendemmia 2025 registra risultati ampiamente positivi sia in termini di quantità che di qualità, con un andamento confermato anche dalle stime regionali e da una crescita particolarmente significativa nel Mezzogiorno, dove si registrano aumenti a doppia cifra; questi traguardi sono il risultato di condizioni meteorologiche favorevoli, con una primavera mite e caratterizzata da un equilibrio ottimale di precipitazioni e un’estate complessivamente non eccessivamente calda, unite a un solido quadro di sostegno istituzionale.” (S.Marchi, direttore ISMEA).“Brindiamo a un’annata qualitativamente eccellente, ma non per le quantità (…) Ci troviamo a fare i conti con difficoltà che non riguardano solo l’Italia, ma tutti i Paesi produttori. La qualità del nostro vino è indiscussa, ma anche il buono, se è troppo, fa perdere valore al comparto. In questo momento storico proponiamo di rivedere gli schemi produttivi, a partire dall’impianto legislativo del Testo Unico, con l’obiettivo di attivare un sistema a fisarmonica del nostro potenziale, che sia in grado di aprirsi o comprimersi a seconda delle dinamiche di mercato.” (L.Frescobaldi, presidente UIV)“A livello UE, si prevede che la vendemmia 2025 sarà lievissimamente più abbondante rispetto al 2024 (…) Quest’anno, tuttavia, le preoccupazioni non sono state guidate solo dalle previsioni meteorologiche. La politica commerciale, e in particolare le recenti notizie sulle tariffe statunitensi, è diventata una questione centrale per la sostenibilità a lungo termine del settore.” (I.Sánchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins – CEEV). “Il vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma con mercato saturo e dazi USA penalizzanti, seppure alla tariffa base del 15%. Nonostante un calo del 4% nei volumi di export nei primi cinque mesi del 2025 il valore si mantiene stabile a 3,2 MLD sullo stesso periodo dello scorso anno.” (M. Zoppas, presidente di Anezia ICE)In conclusione, mentre sul fronte della materia prima (l’uva) i dati sono positivi, su tutto il resto le preoccupazioni che ci affliggono dall’inizio dell’anno persistono. Sapendo che nulla è per sempre, non posiamo far altro che confidare che anche questa negatività passi in fretta, magari dopo essersi tradotta in qualche piano d’azione, magari inaspettato e perfino efficace.A questo link, il report completo delle previsioni vendemmiali 2025. LEGGI TUTTO

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    Sicilia: Pachino brinda al futuro con tre giorni di vendemmia

    La città di Pachino si prepara ad accogliere una nuova edizione della Festa della Vendemmia, in programma dal 19 al 21 settembre, che anche quest’anno promette di richiamare appassionati di vino, gastronomia e turismo esperienziale da tutta la Sicilia e non solo. Le cantine, i ristoratori locali, i protagonisti della vendemmia sono già in fermento per esaltare i sapori e l’indole enologica del territorio.La tre giorni a Pachino si svolgerà, ancora una volta, alla Stazione del Vino, in Piazza Pietro Nenni, luogo identitario destinato a diventare capolinea della ferrovia d’Italia grazie ai lavori in corso che, secondo le previsioni, dal 2026 la rimetteranno in funzione sviluppando un progressivo flusso di viaggiatori che finalmente potranno raggiungere la location del gusto a bordo dei vagoni.
    La Festa della Vendemmia a Pachino è organizzata dall’associazione Vivi Vinum Pachino, anche grazie al progetto Vino Connect Sicilia, l’acceleratore della filiera vitivinicola siciliana, in sinergia con BCC Pachino e BCC di San Cataldo, Federcasse, Confcooperative Sicilia, supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa, svolto in collaborazione con la Cooperativa di Comunità Le Terre di Ebe, con il patrocinio del Comune di Pachino e della Fondazione Ferrovie dello Stato.
    L’edizione 2025 della Festa della Vendemmia, con conferenze e dibattiti, coinvolgerà importanti ospiti istituzionali mettendo al centro obiettivi cruciali per lo sviluppo a lungo termine, perché la ferrovia non è l’unica leva che accelererà il dinamismo enoturistico. Nell’ambito del progetto Vino Connect Sicilia, sono già in corso anche i lavori di riqualificazione nello storico Palmento – l’ottocentesco edificio in contrada Lettiera, alle porte di Marzamemi, in origine costruito in Sicilia dal Marchese Antonio Di Rudinì – che si trasformerà nel Museo del Vino. Inoltre continua la mappatura del Cammino del Vino con molteplici tappe di interesse che condurranno alla scoperta dei borghi del Nero d’Avola, delle vigne, delle cantine con percorsi esperienziali.
    Durante l’evento in programma – plasmato all’insegna del “Red Heritage Pachino”, il rosso che unisce vino, pomodoro e tonno – sarà possibile assaggiare al calice oltre 60 etichette di vini accompagnate da degustazioni create dai ristoratori locali con il supporto dei giovani studenti dell’Istituto Alberghiero Paolo Calleri per celebrare le produzioni d’eccellenza.
    Tra le competizioni e le iniziative di intrattenimento che coinvolgeranno la comunità ci saranno il Concorso dei Vini dello Scagno, la Vendemmia nel Piatto e l’attesissimo Palio delle Botti con la spettacolare corsa simultanea di decine di barrique; quest’anno si registra una crescita esponenziale di partecipazione alla gara da parte di cantine, associazioni, famiglie e gruppi che all’insegna dell’amicizia si lasceranno travolgere dal divertimento.
    Special Guest della Festa della Vendemmia – sabato 20 settembre – sarà la band che ha fatto la storia della beat generation italiana degli anni ’60, i Dik Dik che si esibiranno live sulle celebri e intramontabili note di Sognando la California, Senza luce, L’isola di Wight. LEGGI TUTTO

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    Vendemmia 2025 Monteverro: un viaggio meteorologico sulle montagne russe

    Non esiste una formula magica, una ricetta perfetta: ogni vendemmia è cosa a sé. Lo conferma anche l’annata 2025 dove spesso la meteorologia ha infranto gli schemi della statistica regalando stagioni con caratteristiche lontane dalla loro confort zone: un inverno molto piovoso, una primavera umida più del solito e un’estate bizzarra con picchi di calura e momenti decisamente più miti anche rispetto alle medie ponderate.
    «Nei mesi freddi, in appena sei settimane, si è registrato un livello di precipitazioni equivalente a quello annuale», spiega Matthieu Taunay, enologo di Monteverro, la cantina gioiello di Capalbio, dolcemente adagiata sulle colline con lo sguardo rivolto alla Costa d’Argento. «Anche la primavera è stata particolarmente bagnata fino a metà aprile: le piante hanno così potuto crescere con vigore e in perfetto equilibrio, pronte ad affrontare lo stress della stagione estiva».
    L’estate ha mantenuto la sua fama di periodo più complesso, con un andamento disomogeneo «come le montagne russe» l’ha definita Taunay: una prima fase molto calda, dal 20 giugno al 10 luglio, durante la quale le piante hanno reagito in maniera davvero sorprendente.  “Si sono dimostrate davvero resilienti di fronte a questo andamento climatico”, spiega ancora Matthieu.  “Poi dal 10 luglio le temperature sono diventate molto più mite regalando così un’invaiatura veloce e omogenea e un inizio di maturazione con delle condizioni ideali”.
    Dall’8 agosto, una nuova ondata di calore ha reso necessario intervenire tempestivamente: «Abbiamo raccolto una prima parcella di Chardonnay già il 7 agosto e completato le altre tra l’11 e il 12. Subito dopo siamo passati al Merlot e, per non farci mancare nulla, anche al Vermentino, che è entrato in cantina durante la stessa settimana».
    Ora l’attenzione è massima, con scelte accurate e mirate per portare a termine la vendemmia garantendo una maturità fenolica ottimale e mantenendo il perfetto equilibrio tra alcol e acidità, fondamentale per l’eleganza dei vini Monteverro.
    La vendemmia è un momento irripetibile, il culmine assoluto di un anno di lavoro in vigna, quando l’attesa, le sfide e la dedizione si trasformano nella magia del raccolto.
    www.monteverro.com LEGGI TUTTO