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    Carpineto entra a far parte di The Grand Wine Tour

    The Grand Wine Tour – associazione che riunisce le migliori cantine italiane con l’obiettivo di valorizzare il potenziale del settore enoturistico d’eccellenza – amplia il proprio network di aziende socie. L’ingresso di Carpineto, protagonista della storia enologica del Chianti Classico e tra i principali interpreti della viticoltura toscana con le denominazioni più iconiche, arricchisce la compagine associativa, portando a 14 il numero complessivo delle cantine associate in Italia.Fondata nel 1967 dalla visione lungimirante delle famiglie Zaccheo e Sacchet, Carpineto nasce con l’obiettivo di produrre grandi vini rossi capaci di conquistare il palato internazionale. Oggi l’azienda è una delle realtà più rappresentative della Toscana enologica, con cinque tenute distribuite nei principali territori della regione – Chianti Classico, Montepulciano, Montalcino, Maremma e Alto Valdarno – per un’estensione complessiva di 500 ettari coltivati in modo sostenibile. Da diversi anni l’azienda investe nello sviluppo del suo potenziale enoturistico e oggi la tenuta di Montepulciano e quella di Montalcino sono meta di wine retreat con una ricca offerta di degustazioni, passeggiate in vigna, picnic e pranzi all’aperto. Nella tenuta di Montepulciano è stato recentemente aperto al pubblico anche il museo aziendale Le macchine del Vino, un piccolo spaccato di storia enologica con oltre 180 oggetti e documenti.
    L’ingresso di Carpineto consolida il progetto culturale di The Grand Wine Tour, la prima Associazione in Italia a unire cantine che condividono standard oggettivi di accoglienza e qualità del vino.
    «Siamo entusiasti di dare il benvenuto a una realtà che ha fatto la storia del vino italiano e che oggi rappresenta un modello di ospitalità attenta, competente e sostenibile» – afferma Giovanni Minetti, Presidente dell’Associazione. «Con Carpineto il nostro racconto del vino si arricchisce di un nuovo capitolo territoriale fondamentale: le colline toscane».
    Con questo ingresso, The Grand Wine Tour continua il suo percorso di crescita verso l’obiettivo strategico di 40 cantine associate entro il 2027, al fine di raggiungere una presenza sempre più capillare nei distretti vitivinicoli di riferimento.
    About The Grand Wine Tour
    L’associazione nasce nel 2017 da un’intuizione: reinventare l’enoturismo in Italia attraverso la filosofia del Grand Tour, che a cavallo tra Settecento e Ottocento accompagnò nobili e intellettuali europei alla scoperta del patrimonio artistico-culturale del Bel Paese. Oggi l’associazione comprende 14 prestigiose cantine localizzate in sette regioni italiane: Ceretto, Coppo, Michele Chiarlo, Tenuta Carretta e Villa Sparina in Piemonte; Torre Rosazza in Friuli-Venezia Giulia; Bortolomiol, Costa Arènte e Zenato in Veneto; Castello di Fonterutoli e Carpineto in Toscana, Umberto Cesari in Emilia-Romagna e Casale del Giglio in Lazio; Zisola in Sicilia. Una sinergia tra realtà d’eccellenza volte a promuoverne l’accoglienza tra i filari dedicata agli appassionati del mondo del vino e ad una clientela esigente sia in termini di prodotto sia di standard di servizio. Per perseguire tale obiettivo, il Marchio di Qualità di The Grand Wine Tour – unico in Italia nella sua categoria – certifica gli standard di accoglienza richiesti ai soci secondo precisi parametri di valutazione, vagliati da un Organo Tecnico esterno. The Grand Wine Tour è anche un Tour Operator di proprietà dell’Associazione stessa attivo in Italia e all’estero nella proposta di tour enogastronomici esclusivi e personalizzati presso i territori delle cantine associate. Corsi di formazione e aggiornamento sul tema dell’enoturismo sono inoltre proposti al personale delle cantine associate, per stare al passo con un mercato in continua ascesa ed evoluzione. LEGGI TUTTO

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    Vini d’Abbazia 2025: l’eredità del vino monastico si racconta a Fossanova

    Dal 6 all’8 giugno l’Abbazia di Fossanova, nel comune di Priverno, tornerà a essere teatro di un incontro raro tra spiritualità, cultura e vino. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione Vini d’Abbazia si conferma come un appuntamento unico nel panorama nazionale, capace di mettere in dialogo la tradizione enologica custodita nei monasteri con le nuove sensibilità del pubblico contemporaneo.

    L’iniziativa è nata da un’idea di Rocco Tolfa, giornalista, autore e appassionato divulgatore delle culture del vino, che ha saputo costruire attorno al concetto di “vino d’abbazia” un racconto corale e identitario. Tolfa è anche curatore del programma culturale, affiancato da un comitato scientifico e da un gruppo di lavoro che coinvolge giornalisti, sommelier, storici e professionisti del settore.

    Rocco Tolfa, Giancarlo Righini, Giovanni Acampora e Massimiliano Raffa

    Protagonisti d’eccezione da tutta Europa

    Trai partecipanti alla quarta edizione di Vini d’Abbazia figurano Abbazia di Novacella, Abbazia di Praglia, Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Abbazia di Busco – Liasora, Arnaldo Caprai – Viticoltore in Montefalco, Badia a Passignano – Marchesi Antinori, Cantina dei Monaci, Cascina del Monastero – Opera Pia Barolo, Castello di Magione, Abbazia del Goleto – Feudi di San Gregorio, Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano, Monastero di Bose Fraternità di Assisi San Masseo, Monastero dei Santi Gervasio e Protasio, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Cantina Convento Muri-Gries, Abbazia di Rosazzo – Livio Felluga, San Francesco della Vigna, Abbazia di Santa Maria della Matina, Convento dell’Annunciata di Rovato – Bellavista, Monastero di Santo Stefano Belbo – Beppe Marino, Tenuta Santa Cecilia Croara, Monastero delle Suore Trappiste di Vitorchiano e Monastero di Sabiona – Cantina Valle Isarco. A questi si aggiunge il Monastero di Alaverdi – Badagoni, cuore della cristianità ortodossa in Georgia, custode di una delle più antiche tradizioni vitivinicole del mondo.

    Abbazzia di Novacella

    A rappresentare la Rete delle Abbazie Francesi Les Vins d’Abbayes: Abbaye de Cîteaux – Borgogna, Abbaye de Fontfroide – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye de Lérins – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Morgeot – Borgogna, Abbaye de Valmagne – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye des Monges – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye du Barroux – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye Notre-Dame de Fidélité de Jouques – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Vallières – Valle della Loira, Abbaye de Villers – Vallonia, Belgio, Cellier aux Moines – Champagne-Ardenne, Château de la Tour – Clos de Vougeot – Borgogna, Château des Antonins – Bordeaux, Chartreuse de Valbonne – Rodano-Alpi, Domaine de l’Abbaye du Petit Quincy – Borgogna, Domaine de Bon Augure – Abbaye de Joncels – Linguadoca-Rossiglione e Domaine des Palais – Alvernia-Rodano-Alpi.

    Completano il quadro i consorzi e le realtà territoriali del Lazio:  la Strada del Vino della provincia di Latina, la Strada del Vino del Cesanese, il Consorzio Cori DOC, il Consorzio Cesanese del Piglio DOCG e il Consorzio del Cabernet di Atina DOC.

    Un viaggio tra fede, gusto e racconto del territorio

    Vini d’Abbazia si inserisce quest’anno nel progetto regionale “Le Vie del Giubileo”, promosso da Regione Lazio e ARSIAL in vista dell’Anno Santo 2025. L’iniziativa intende valorizzare i luoghi della spiritualità attraverso percorsi di accoglienza e promozione agroalimentare, con l’obiettivo di far emergere un Lazio autentico, ricco di storie e di sapori.

    In quest’ottica, l’Abbazia di Fossanova si fa nodo di una rete che unisce cultura, imprese e istituzioni, con il vino come simbolo di coesione e di appartenenza.

    Degustazioni, incontri e masterclass

    Il programma, già disponibile online, si sviluppa su tre giornate con un calendario ricco di appuntamenti aperti al pubblico. Le degustazioni, attive ogni giorno dalle 16.30 alle 22.00, saranno accompagnate dal Villaggio Food&Wine, con proposte gastronomiche del territorio.

    Tra gli appuntamenti più attesi, sei masterclass tematiche guidate da voci autorevoli del mondo del vino come Andrea Amadei, Chiara Giovoni, Cristina Mercuri, Chiara Giorleo, Manuela Zennaro e Helmuth Köcher. Nel Refettorio dell’Abbazia e nell’Infermeria del Borgo si alterneranno inoltre incontri e talk su identità, spiritualità, paesaggio e nuove forme di racconto enoturistico.

    Venerdì l’apertura sarà affidata al convegno “Custodi della vite: i monaci e la cultura del vino”, condotto da Marcello Masi, mentre sabato si discuterà di Giubileo e turismo rigenerativo. Domenica spazio al punto di vista femminile nel vino, con il talk “Radici antiche e idee innovative: il vino secondo le donne”, che vedrà protagoniste imprenditrici e professioniste del settore.

    Un modello di sinergia territoriale

    Vini d’Abbazia è frutto di un lavoro corale che coinvolge enti pubblici, associazioni di categoria, realtà imprenditoriali e operatori culturali. Tra i promotori figurano Regione Lazio, ARSIAL, Camera di Commercio Frosinone-Latina e Comune di Priverno, con l’organizzazione affidata alla Strada del Vino, dell’Olio e dei Sapori della provincia di Latina, Taste Roots, UpWell Development Consulting e Associazione Polygonal.

    “L’Abbazia di Fossanova – ha dichiarato l’Assessore regionale Giancarlo Righini – è il luogo ideale per testimoniare il valore di questi vini, frutto di un sapere antico, che oggi torna protagonista con qualità e passione”.

    Un’occasione da vivere con lentezza

    Più che un evento, Vini d’Abbazia si propone come un’esperienza. Tra antiche architetture, storie di spiritualità e vini che parlano di memoria e dedizione, la manifestazione invita a rallentare, a ritrovare il senso del tempo e del gusto, a lasciarsi guidare dalla curiosità.

    Nel cuore del basso Lazio, un’occasione per scoprire che il vino non è solo prodotto, ma racconto: di luoghi, di comunità e di un sapere che, ancora oggi, continua a fermentare.

    Ulteriori approfondimenti su https://vinidabbazia.com/ e https://www.smstudiopr.it/it/news/dettagli/dal-6-all8-giugno-torna-vini-dabbazia-la-4edizione-dellevento-che-celebra-la-tradizione-enologi.html LEGGI TUTTO

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    Nel segno del tempo: Aquileia e i vini che raccontano la storia

    Pochi vini al mondo possono vantare un legame tanto profondo con la storia quanto quelli della DOC Friuli Aquileia. In nessun altro luogo la viticoltura affonda le radici nel cuore di una civiltà millenaria come quella dell’antica Aquileia, snodo commerciale dell’Impero romano, crocevia di culture e custode di saperi. Qui, il vino non è solo prodotto agricolo, ma simbolo di continuità: testimone silenzioso di epoche lontane, oggi capace di raccontare con autenticità l’identità di un territorio che si rinnova senza perdere sé stesso.

    Nel 2025, l’appuntamento con Esplorâ — giunto alla quarta edizione — diventa l’occasione per svelare la vitalità contemporanea di questa denominazione. La Selezione dei vini, giunta alla 62ª edizione, premia le etichette più rappresentative e introduce il nuovo Sigillo d’Argento, riconoscendo la costante crescita qualitativa delle aziende. Ma Esplorâ è soprattutto un invito a guardare da vicino un mosaico fatto di vigne, paesaggi, storie e persone. Un’esperienza che, come la città da cui prende nome, coniuga passato e futuro in un racconto che non smette di sorprendere.

    Una storia millenaria tra viti e pietre

    Aquileia fu fondata nel 181 a.C. come colonia romana e divenne ben presto uno dei centri nevralgici dell’Impero. Crocevia di traffici tra Adriatico, Alpi e Danubio, la città vide nella vite una delle colture simbolo della sua prosperità. A testimoniarlo sono le numerose raffigurazioni musive e i reperti archeologici che collegano la viticoltura all’economia, alla religione e alla vita quotidiana di Aquileia romana.

    La Basilica di Aquileia

    È un’eredità tangibile, che non si è mai spezzata. La presenza continua della vite sul territorio — dalle bonifiche medievali alle sistemazioni ottocentesche — racconta una cultura agricola che ha saputo attraversare i secoli. E oggi, in un contesto di rinnovata attenzione al paesaggio e alla qualità, diventa valore fondante della DOC Friuli Aquileia.

    Roberto Marcolini (Presidente Consorzio Friuli Aquleia) con Giovanni Donda

    I vitigni: autoctoni e internazionali in dialogo

    Il patrimonio ampelografico della denominazione si fonda su un equilibrio tra vitigni storici e varietà introdotte nel Novecento. Accanto ai classici friulano, refosco dal peduncolo rosso, verduzzo friulano e malvasia istriana, si distinguono interpretazioni raffinate di merlot, cabernet franc, sauvignon blanc, chardonnay e pinot grigio. Una compresenza che non è contraddizione, ma cifra stilistica: la DOC Friuli Aquileia rivendica con naturalezza la propria vocazione internazionale, alimentata da secoli di scambi, ma sempre ancorata a un’identità chiara.

    Gli stili produttivi si muovono nel segno dell’equilibrio: vini freschi, nitidi, con una lettura moderna della maturità del frutto, capaci di raccontare la varietà dei suoli e la cura dei vignaioli.

    Terre antiche, clima gentile

    La DOC Aquileia si estende tra il corso dell’Isonzo e quello del Tagliamento, in una pianura disegnata dal tempo e dal lavoro dell’uomo, dove le bonifiche romane e moderne hanno restituito spazio alla vite. I terreni affondano le loro origini in millenni di depositi alluvionali, alternando strati sabbiosi, argillosi e marno-arenacei: una ricchezza geologica che si manifesta anche all’interno dello stesso appezzamento, dando vita a un mosaico di suoli dalle caratteristiche uniche.

    Il clima è mite, dolce per buona parte dell’anno, e sostenuto da una costante ventilazione. Le brezze che risalgono dalla Laguna di Grado portano umidità moderata e un benefico influsso marino, contribuendo a estati calde ma mai torride. Le primavere piovose e l’escursione termica tra giorno e notte favoriscono una maturazione lenta e completa delle uve, intensificando il profilo aromatico nei bianchi e l’equilibrio tra tannini e freschezza nei rossi.

    È questo connubio – tra luce, acqua, vento e terra – a rendere la DOC Friuli Aquileia un luogo naturalmente predisposto alla coltivazione della vite, come già intuivano i Romani. E come confermano oggi i vini che da qui continuano a nascere, espressioni sincere di una terra generosa.

    I riconoscimenti 2025 e il racconto corale di un territorio

    Nel cuore di Esplorâ 2025, la 62ª Selezione dei Vini DOC Friuli Aquileia diventa il momento in cui il territorio si fa voce, memoria e slancio. Otto etichette hanno ottenuto il Sigillo d’Oro, simbolo di un’espressione enologica che, tra coerenza e ricerca, racconta l’identità di una denominazione viva:

    Friulano DOC Friuli Aquileia 2024 – Ca’ Bolani

    Bianco Tamanis DOC Friuli Aquileia 2022 – Ca’ Bolani

    Malvasia DOC Friuli Aquileia 2023 – Mulino delle Tolle

    Traminer Aromatico DOC Friuli Aquileia 2024 – Valpanera

    Merlot DOC Friuli Aquileia 2023 – Cantine Rigonat

    Refosco dal Peduncolo Rosso DOC Friuli Aquileia 2022 – Mulino delle Tolle

    Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva “Campo della Stafula” DOC Friuli Aquileia 2021 – Vini Brojli

    Rosso Tamanis DOC Friuli Aquileia 2020 – Ca’ Bolani

    Tra le novità di quest’anno, il Sigillo d’Argento si affianca ai riconoscimenti principali per valorizzare quelle etichette che, con costanza e passione, hanno compiuto un salto qualitativo notevole. Un segno di attenzione verso chi costruisce ogni giorno il carattere contemporaneo della denominazione, vendemmia dopo vendemmia.

    A Ca’ Bolani va anche il Premio Marco Gottardo, riconoscimento speciale dedicato allo storico viticoltore della DOC, scomparso prematuramente. Un premio che va oltre i numeri, parlando di visione, coerenza e legame profondo con la terra.

    Ed è proprio da questo intreccio di storie, persone e vini che nasce lo spirito di Esplorâ 2025. Un invito rivolto alla stampa internazionale – quest’anno con focus su Austria e Germania – a lasciarsi condurre in un racconto fatto di paesaggi e saperi, di accoglienza e autenticità. Dalle vigne ai nuovi wine bar consorziati, dalla laguna di Grado alla Basilica di Aquileia, fino a Palmanova: un viaggio che apre il territorio al mondo, mostrando con orgoglio ogni sua tessera, nella bellezza di un mosaico che continua a prendere forma.

    Come amavano dire gli antichi romani,“Ubi vinum, ibi patria” — dove c’è il vino, lì c’è la patria.

    Un motto che risuona perfettamente nel cuore della DOC Friuli Aquileia, dove ogni bottiglia è un frammento di storia e un legame indissolubile con la propria terra.

    la foto di copertina è di Isabella Bernardin LEGGI TUTTO

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    Bollicine con vista: nei Colli Berici la bella stagione riparte dalla terrazza di Cà Rovere

    Fondata negli anni ’80 da Bruno Biasin tra le colline di Alonte, in provincia di Vicenza, Cà Rovere è stata la prima cantina a produrre spumanti Metodo Classico nei Colli Berici, diventando oggi una realtà di riferimento. Oggi alla guida c’è la terza generazione della famiglia, che racconta il territorio attraverso bollicine eleganti e piene di personalità, nate dalla Garganega autoctona e dallo Chardonnay.Con circa 35.000 bottiglie prodotte ogni anno e sette spumanti metodo classico in gamma – tra cui spiccano il Brut Blanc de Blanc, il Brut Nature e il Rosé – Cà Rovere continua a distinguersi per uno stile fresco, preciso e sempre più attento alla sostenibilità. Al centro del progetto, la volontà di coniugare avanguardia e radici, valorizzando il sapere familiare con una gestione consapevole delle viti, dei vini e del paesaggio che li circonda.
    Un luogo dove il lavoro in vigna si intreccia all’accoglienza, tra esperienze da vivere e il piacere di sentirsi a casa con un calice in mano. Esperienze che si svolgono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, palcoscenico naturale da maggio a settembre di una stagione ricca di appuntamenti enogastronomici, culturali e conviviali.
    EVENTI IN TERRAZZA: LA BELLEZZA DEL VINO, TRA CIELO E VIGNE
    Da maggio a settembre, le serate si accendono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, un luogo sospeso tra cielo e vigneti dove il vino incontra il piacere di stare insieme, in un’atmosfera rilassata e vibrante. Ogni appuntamento è un invito a vivere il gusto con leggerezza, tra tramonti spettacolari, musica, sapori autentici e buona compagnia. Tutti i mercoledì e venerdì, dal 16 maggio al 19 settembre, torna Il Classico in Terrazza, evento giunto alla quarta edizione dopo il successo degli anni precedenti. La terrazza si apre alle degustazioni libere: bollicine di casa, cicchetti, taglieri con formaggi e salumi locali.
    Non c’è un menu fisso né un prezzo prestabilito: si sceglie, si assaggia, si condivide. È l’occasione perfetta per lasciarsi guidare dal momento e godersi il vino nel suo habitat più naturale. Novità del 2025 è l’AperiYoga: da giugno a settembre, ogni primo giovedì del mese una lezione al tramonto con Roberta di Beyond Asana, seguita da un calice di spumante Brut, un calice di Sisto Bianco e una degustazione di prodotti del territorio sulla terrazza (€35). Un’esperienza di benessere a tutto tondo, dove corpo, mente e gusto trovano il loro equilibrio perfetto.

    Il calendario si arricchisce poi di eventi speciali, pensati per chi ama unire esperienze diverse in un’unica serata. Il 28 maggio arriva Afro Sunset: un aperitivo al tramonto con il DJ set di Alberto Pinato, sonorità afro, vibrazioni estive con degustazioni libere di cicchetti e spumanti, senza menu fisso né prezzo prestabilito. Un modo frizzante per dare il benvenuto alla bella stagione. Il 18 giugno, spazio ai sapori emiliani con l’Aperitivo Gnocco, in collaborazione con il food truck “Gnock & Roll”: gnocchi fritti gourmet e tortellini modenesi abbinati a due calici a scelta (€35). Il 23 luglio la terrazza diventa un palcoscenico sotto le stelle con la Sparkling Voice Dinner: una cena completa accompagnata da DJ set, bollicine e microfoni aperti per chi ha voglia di mettersi in gioco e cantare con gli amici (€35). Ogni tavolo può diventare il centro della scena.
    Tutte le info e le prenotazioni sono disponibili su https://www.carovere.it/pages/eventi. In caso di maltempo, gli eventi si svolgono nella sala degustazione interna, ad eccezione dell’AperiYoga, che verrà posticipato.
    LA NUOVA GENERAZIONE BIASIN: INNOVAZIONE E IDENTITÀ
    Oggi Cà Rovere è guidata dalla terza generazione della famiglia Biasin: Matteo, Marco e Marcella, che hanno rilanciato l’identità della cantina puntando su sostenibilità, qualità e accoglienza. Matteo ha introdotto la viticoltura ragionata, riducendo l’impatto ambientale senza rinunciare all’eccellenza. Marco ha arricchito la produzione con metodi di affinamento innovativi, come l’utilizzo delle botti Clayver, che valorizzano i profumi del vino. Marcella ha dato nuova linfa all’immagine del brand, curando comunicazione, eventi e relazioni con il pubblico. Con 30 ettari coltivati e una visione condivisa, Cà Rovere rappresenta oggi un modello virtuoso di azienda agricola a conduzione familiare, radicata nel territorio ma proiettata verso il futuro. LEGGI TUTTO

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    Cantina Valtidone torna al Teatro La Fenice per ricevere una Medaglia d’Oro

    Alla 64° edizione del Concorso Enologico nazionale dei vini DOCG, DOC e IGT di Pramaggiore (Venezia), Cantina Valtidone conquista la Medaglia d’Oro. Il gutturnio, vino tipico piacentino, è stato premiato al Concorso di Pramaggiore, il più antico d’Italia a livello enologico. Questo Concorso è organizzato e svolto nell’ambito della Mostra Nazionale Vini Pramaggiore che quest’anno è giunta alla 79ma edizione.
    Il tre di giugno Cantina Valtidone riceverà la Medaglia d’Oro per Julius Gutturnio Superiore DOC alla cerimonia di premiazione che si terrà nella prestigiosissima sede del Teatro La Fenice di Venezia. Il Concorso di Pramaggiore si avvale di apposite commissioni, che utilizzano il sistema di valutazione “Union Internationale des Oenologues”, e che sono costituite ciascuna da cinque Enologi dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani.
    Le commissioni hanno premiato con Medaglia d’Oro “Julius” Gutturnio Superiore DOC, vino fermo ottenuto da uve selezionate di Barbera e Croatina (localmente detta Bonarda), innovativo nel rispetto della migliore tradizione, che, dopo un breve passaggio in legno di rovere per conferirgli armonia e complessità, affina in bottiglia. Dal colore rosso vivido, con un profumo di frutta matura, leggermente speziato offre un sapore pieno, caldo con un elegante finale di confettura.
    “Il Concorso di Pramaggiore riconosce da anni la qualità dei vini di Cantina Valtidone. Siamo felici che sia stato premiato il vino che rappresenta la nostra provincia: il gutturnio” dichiara il Presidente Gianpaolo Fornasari aggiungendo “Vogliamo condividere anche questo premio con tutti coloro che si prodigano per garantire a Cantina Valtidone questi ottimi risultati: i nostri soci conferitori e i nostri tecnici e cantinieri che, con grande passione e competenza, riescono a valorizzare sempre più il potenziale delle uve della vallata.” LEGGI TUTTO

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    Fonzone partecipa a VinoVip al Forte 2025

    Quest’anno la manifestazione si terrà domenica 8 e lunedì 9 giugno a Forte dei Marmi, all’interno di Villa Bertelli e del suo giardino, cuore del ricco programma che alterna momenti divulgativi, tasting tematici e occasioni di incontro tra operatori, giornalisti e winelover.
    Fra gli appuntamenti principali, Fonzone prenderà parte alla degustazione “Fine Wines Bianchi Italiani”, condotta da Aldo Fiordelli, Senior Editor di James Suckling, in programma domenica 8 giugno dalle 16.30 alle 19.30. Durante questa sessione, Fonzone  presenterà le referenze Elle Effe Ci Greco di Tufo DOCG Riserva 2020 e Sequoia Fiano Riserva 2020.
    “Elle Effe Ci e Sequoia rappresentano due interpretazioni diverse ma complementari del nostro territorio. Metterli in degustazione insieme è un invito a scoprire le mille sfumature che la nostra terra può offrire” – dichiara Silvia Campagnuolo Fonzone, Responsabile Comunicazione e volto della nuova generazione dell’azienda di famiglia – “VinoVip è un’occasione unica di incontro e di confronto con chi, come noi, crede nell’eccellenza e nella sostenibilità. Siamo quindi molto felici di poter raccontare la nostra storia e quella della nostra Irpinia all’interno di questa splendida cornice.”
    L’evento prosegue lunedì 9 Giugno con il Grand Tasting di VinoVip, dove Fonzone sarà presente con un’ ulteriore selezione dei suoi vini più rappresentativi:
    Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva 2022
    Oikos Greco di Tufo DOCG Riserva 2022
    Le Mattina Irpinia Falanghina DOC 2022
    Legare Taurasi DOCG Riserva 2019
    Per maggiori informazioni sulla manifestazione: www.civiltadelbere.com/vinovip LEGGI TUTTO

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    Cantina Kurtatsch: l’identità di un territorio, la forza di una comunità

    Nel 2025 Cantina Kurtatsch celebra i 125 anni dalla sua fondazione. Un traguardo importante, che testimonia la continuità di un progetto cooperativo nato nel 1900 e diventato oggi un punto di riferimento per la viticoltura di montagna in Alto Adige. Forte di una storia condivisa, di una visione concreta e del motto Viribus Unitis – con le forze unite – la cantina continua a evolversi, con uno sguardo saldo sul territorio e un impegno collettivo che coinvolge 190 famiglie socie.

    Penon-Kofl

    Un secolo e un quarto di sfide e scelte condivise

    La storia di Cantina Kurtatsch è fatta di passaggi difficili, cambi di paradigma e tappe fondamentali. “I primi decenni furono segnati da difficoltà enormi – racconta Andreas Kofler, presidente della cantina – tra guerra, fillossera e crisi economiche. Ma la svolta arrivò nel secondo dopoguerra, quando si decise di abbandonare l’approccio produttivista per costruire un’identità fondata sulla qualità e sulla conoscenza del territorio.”

    Simbolo concreto di questo cambio di rotta fu il Cabernet Sauvignon Riserva Freienfeld, presentato con il millesimo 1988: un vino che ancora oggi rappresenta l’ambizione della cantina. A quel momento seguirono investimenti importanti, una riconversione dei vigneti e una crescente attenzione al rapporto tra varietà, suolo, altitudine e microclima. Oggi come allora, è la forza della cooperazione a rendere possibile tutto questo.

    Glen

    Negli ultimi vent’anni Cantina Kurtatsch ha rinnovato la propria immagine, ampliato la sede con un’architettura ispirata ai materiali locali, e consolidato il suo modello di sviluppo fondato sulla partecipazione, sulla responsabilità condivisa e su un forte senso di appartenenza.

    Graun

    Altitudini, parcelle, comunità: il valore del dettaglio

    Con una superficie frammentata in piccoli appezzamenti – in media un ettaro per socio – distribuiti tra i 220 e i 900 metri di altitudine, la cantina può contare su una straordinaria varietà di condizioni pedoclimatiche. “Ogni vigneto ha le sue caratteristiche, ogni vino è il risultato di un equilibrio unico – spiega Kofler – e questa ricchezza richiede un impegno costante da parte dei soci, che conoscono il proprio terreno palmo a palmo.”

    È proprio questa relazione profonda con le vigne a rendere possibile una viticoltura di precisione, in grado di valorizzare al meglio le zone più vocate. Non a caso, Cantina Kurtatsch è oggi la realtà altoatesina con il maggior numero di etichette riconosciute come Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), tra cui spiccano nomi come Graun, Penon, Glen, Mazon e Brenntal. Una leadership che conferma la centralità del legame tra vitigno, territorio e identità.

    Penon-Hofstatt

    Coerenza, innovazione e rispetto

    Tra il 2014 e il 2020, la cantina ha condiviso con i propri soci una Carta della Sostenibilità che ha definito linee guida comuni su ambiente, lavoro e responsabilità. “Il nostro approccio è quello della coerenza – afferma Kofler –: agiamo con piccoli passi, tutti condivisi, ma sempre nella stessa direzione. Non cerchiamo slogan, ma risultati concreti.”

    Brenntal

    Oggi la cooperativa accoglie al suo interno viticoltura biologica, biodinamica e integrata (secondo il protocollo SQNPI), con l’obiettivo, dal 2026, di una certificazione integrata al 100%. Nel frattempo, sono state avviate numerose azioni: dall’installazione di impianti fotovoltaici alla riduzione degli imballaggi, fino alla scelta di bottiglie alleggerite per abbattere l’impronta di carbonio.

    Un esempio emblematico è la rinnovata linea Selection, che si presenta con una veste grafica essenziale e moderna, una bottiglia più leggera (395 g) e un packaging composto per il 75% da materiale riciclato. Un cambiamento estetico che riflette un’evoluzione sostanziale e che, nel linguaggio visivo, unisce simboli alpini e mediterranei per raccontare l’identità del territorio.

    Un modello cooperativo che guarda lontano

    Nel mondo del vino, la forma cooperativa richiede visione, ascolto e tempo. A Kurtatsch questo modello è diventato un motore di sviluppo culturale oltre che economico, capace di coinvolgere nuove generazioni e restituire valore al paesaggio, alla comunità e alla storia locale. Il 125° anniversario non è solo un traguardo, ma un’occasione per rinnovare l’impegno a costruire il futuro, rimanendo fedeli alla nostra identità collettiva, viribus unitis. LEGGI TUTTO

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    Vignamaggio presenta l’annata 2021 del Chianti Classico DOCG Terre di Prenzano

    Vignamaggio, storica tenuta situata tra Greve e Panzano in Chianti, presenta l’annata 2021 del Chianti Classico DOCG Terre di Prenzano, ottenuto da sole uve Sangiovese coltivate nelle microzone di Prenzano – Petriolo e Orto – Poggio Asciutto. Il vino nasce all’interno di una delle aziende agricole più antiche d’Italia, con oltre sei secoli di storia e un approccio policolturale che integra produzione vitivinicola, paesaggio e ospitalità. Terre di Prenzano è il Chianti Classico d’Annata secondo Vignamaggio: una lettura essenziale, nitida e profondamente territoriale del Chianti Classico.Annata 2021
    “L’estate 2021 è stata calda e siccitosa, ma le piogge delle settimane prima della vendemmia hanno letteralmente rinvigorito le piante, fermando i fenomeni di stress idrico,” racconta Francesco Naldi, Responsabile Agricoltura di Vignamaggio.
    “A primavera c’era stata una gelata che aveva ridotto le produzioni, migliorando però la qualità del prodotto finale. Le uve sono arrivate a perfetta maturazione. Nel complesso, un’ottima annata con punte di eccellenza.”
    I vigneti: Prenzano – Petriolo, Orto – Poggio Asciutto
    Il nome del vino, Terre di Prenzano, richiama proprio il territorio da cui provengono la maggior parte delle sue uve: la zona di Prenzano – Petriolo, collocata nella parte più alta dell’azienda, tra i 340 e i 400 metri di altitudine. Qui, su versanti esposti a sud-ovest e suoli tendenzialmente sciolti con buona presenza di scheletro, derivati dall’arenaria del Macigno, il Sangiovese assume un profilo equilibrato, con struttura media e un’espressività fruttata marcata.
    Le parcelle di Orto – Poggio Asciutto, esposte a est sono invece soggette a condizioni più fresche e ventilate, specie nelle annate siccitose. I suoli sono variegati, appartenenti al complesso caotico delle argille scagliose e completano il quadro con una componente di finezza, verticalità e tensione, contribuendo all’armonia complessiva del vino.
    Vinificazione e Affinamento
    La vinificazione avviene in acciaio, con fermentazione e macerazione sulle bucce per circa 10 giorni, durante i quali si effettuano rimontaggi e délestage per favorire un’estrazione equilibrata. Dopo la svinatura, il vino completa la fermentazione malolattica e affina in botti di rovere da 20 a 40 ettolitri, dove riposa per 12-14 mesi. Seguono almeno 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. La produzione è di circa 130.000 bottiglie.
    Note di degustazione
    Il vino si presenta di un colore rosso rubino intenso. Al naso spiccano i profumi varietali del Sangiovese – ciliegia e altri piccoli frutti rossi – accompagnati da una leggera nota boisé, discreta e integrata. In bocca è morbido, avvolgente, con tannini setosi e un finale armonico e persistente. Un Chianti Classico sincero, pensato per accompagnare con naturalezza la tavola quotidiana, ma capace anche di sorprendere per la sua autenticità.
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