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    Torna Vinitaly and the City, la passione dei winelover fa battere il cuore di Verona

    Torna dal 4 al 6 aprile Vinitaly and the City, l’anima pop del Salone internazionale dei vini e distillati che, ogni anno, chiama a raccolta a Verona wine lover e appassionati di tutta Italia per una tre giorni all’insegna del buon vino. Il fuori salone di Vinitaly, che si estende nel suggestivo triangolo che comprende Piazza dei Signori (con la Loggia di Fra Giocondo e la Loggia Antica), Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale, luoghi simbolo della città patrimonio Unesco, conta già oltre 70 appuntamenti tra degustazioni, masterclass, conferenze, incontri e visite guidate.Un’Italia enogastronomica in miniatura
    Con un itinerario che collega simbolicamente l’Italia dalla capitale del vino scaligera alla punta dello Stivale, Vinitaly and the City vedrà protagonista il vino in tutte le sue sfaccettature. In Piazza dei Signori è il Consorzio Tutela Doc delle Venezie a presidiare la Loggia di Fra’ Giocondo, mentre l’Area Mixology nella Loggia Antica vedrà brand come Bartenders, Molinari, Marcati, Nespresso, Italian Wine Brands, San Pellegrino, 9 di Dante, Fiol, Martini e Campari presentare i nuovi trend della miscelazione. La Lounge Banca Passadore, al centro della piazza, fa invece da baricentro per l’esperienza di una degustazione immersa nell’arte e nella storia. Il viaggio prosegue nel Cortile Mercato Vecchio con le proposte della Regione Calabria e della Regione Sardegna, mentre al Cortile del Tribunale è possibile degustare, oltre alla selezione di etichette dalla Guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso (di cui molte premiate con i Tre Bicchieri), anche i vini della Regione Campania e dell’Enoteca Esselunga. Qui si trovano anche i piatti firmati dalla Fiera del Riso come i tradizionali Riso all’isolana e all’Amarone della Valpolicella DOCG, oltre a quelli alle Mele della Val di Non e Prosecco Doc e agli Arancini di riso. Completa il tour – non solo enogastronomico ma anche culturale – la Lounge Affreschi, che ospiterà l’Assessorato dei Beni Culturali e Identità Siciliane per la promozione di Agrigento Capitale della Cultura 2025 e dei parchi archeologici siciliani. Svetta infine sulla Torre dei Lamberti il Consorzio Tutela Lugana Doc.
    Una maratona di appuntamenti tra Wine Talks e degustazioni
    Si parte venerdì 4 aprile con il taglio del nastro nella Loggia di Fra Giocondo (Piazza dei Signori, ore 18). Nei calici l’offical wine dell’evento, il Teàtrico Castello di Meleto Classico 1256 – Metodo classico toscano, un Classico che sfida le convenzioni, frutto di un affinamento sui lieviti di almeno 4 anni, ottenuto esclusivamente da uve Sangiovese coltivate oltre 400 m s.l.m. nel cuore di Gaiole in Chianti.
    Sul fronte del programma, si tengono nella giornata di sabato le masterclass – su invito – della Regione Campania (5/4, ore 15, Sala Consiliare del Palazzo della Provincia) e della Regione Calabria (5/4, ore 17.30 e 20, mentre si articolano su tutti i tre giorni i Wine Talk di Sissi Baratella (Lounge Flover di Cortile Mercato Vecchio, in italiano e inglese), con verticali sui vini calabresi (4/4, ore 18.30; 5/4, ore 15); “Italian wine brands a tutto Veneto” (4/4, 19.30); “Wine Talk Garda Doc: nel nome del vitigno. Vini sinonimo di luce, vento e acqua del Lago di Garda” (4/4, 20.30); “All you need is Gavi: il bianco piemontese versatile e contemporaneo” (5/4, ore 16.45); “Conegliano Valdobbiadene, extra-ordinary young” (5/4, 18.15); “Prosecco Superiore Valdobbiadene Canevel: Masi, nel nome del Setàge” (5/4, ore 19.30); “Marisa Cuomo: vini che raccontano il sole, il vento e la roccia della Costiera Amalfitana” (5/4, ore 20.45); “Born in Sardinia” (6/4, ore 15 e 18.15); “Barbanera – tutte le sfumature del Sangiovese” (6/4, ore 16.45); “Valpolicella +100. A 100 anni dalla fondazione del consorzio la denominazione veronese di soli vini rossi si racconta più moderna che mai” (6/4, ore 19.30).
    Tra i tasting, torna anche “Hellas in wine”, la serie di degustazioni in programma all’Hellas Store che si terranno tutti giorni della rassegna (4/4 dalle ore 18; 5-6/4 dalle ore 16).
    Sabato 5 aprile (ore 15, Loggia di Fra’ Giocondo) si svelano in anteprima i vincitori del Premio Diapason 2025, con i riconoscimenti della Guida Bollizine 2026 di Tommaso Caporale. Tra i premiati, i vini spumanti “più intonati” d’Italia, campionati secondo il “metodo Caporale”.
    Arte, storia e contaminazioni
    Tornano poi ad animare il palco della Loggia di Fra’ Giocondo gli incontri letterari realizzati in collaborazione con Feltrinelli Librerie, ma anche gli appuntamenti curati da Fisar, con un focus su “FISAR winetelling – Enoturisti per caso” (5/4, ore 19.30), e dall’associazione Rivela, che quest’anno presenta “Intagli di Luce, Canti di Vite: Il Coro Silenzioso di Fra Giovanni da Verona” (6/4, ore 15). Si accendono i riflettori anche sulla nuova stagione di B.E.V.I. – L’Arte del Vinificare, la prima e unica serie TV sull’arte nel mondo del vino, in onda su Sky Arte e in streaming su Now (6/4, ore 19, Loggia di Fra’ Giocondo). Tra gli appuntamenti serali più attesi, gli spettacoli della Regione Sicilia (area foyer della Lounge Affreschi), la serata pizza della Regione Campania per il sabato sera (ore 19, Cortile del Tribunale), e il party “Valpolicella Vibes: la freschezza da scoprire” (6/4, ore 21, Cortile Mercato Vecchio, su invito) organizzato dal gruppo giovani del Consorzio Tutela Vini Valpolicella in occasione dei 100 anni del Consorzio. “The Soundtruck by The Riff” è la colonna sonora che accompagnerà le serate della manifestazione con una playlist appositamente selezionata dal cocktail restaurant di Benny Benassi e Fabio Volo, mentre sarà la dj Ema Stokholma la star dell’evento organizzato da Rai Radio2, Rai Com e Regione Calabria sabato sera (5/4 ore 21) in Piazza dei Signori.
    Le visite guidate alla scoperta della città – realizzate con l’associazione Archeonaute – interessano l’area archeologica di Corte Sgarzerie (4/4, ore 18 e 21; 5/4, ore 17 e 21), la Villa Romana di Valdonega (6/4, ore 11) e Verona Sotterranea (6/4, ore 15). Sarà inoltre possibile visitare il Salone delle Feste di Palazzo Balladoro (4/4, ore 18; 5/4, ore 16; 6/4, ore 16), il Museo archeologico nazionale (5/4, ore 15; 6/4, ore 11 e 15), “le piazze del potere tra Comune e Signoria Scaligera” (5/4, ore 16 e 18.30).
    In collaborazione con Coin Excelsior Verona, la bellezza si trasferisce dal calice al make-up: durante la manifestazione è infatti possibile prenotare una sessione con una truccatrice professionista (4/4 ore 18, 5-6/4 dalle 11 alle 19) per un look “Red Wine Make Up” interamente ispirato ai colori del vino rosso e ancora imparare a fare l’impasto perfetto per la pizza con Gemma Pizzeria (5/4 dalle 17,30 alle 20). Sempre Coin Excelsior Verona propone “Wine in Art” (5/4, dalle 17.30 alle 20), la presentazione in esclusiva della collezione di opere dipinte con il vino dell’artista Paola Blàzquez, un omaggio al vino come materia viva, che evolve e respira proprio come l’arte.
    Durante i tre giorni della rassegna, l’anima fusion di Amo Bistrot propone ai wine lover di Vinitaly and the city la degustazione “Amo l’Oriente”, un abbinamento insolito tra i sapori dell’oriente e tapas (4/4, ore 18; 5-6/4 ore 17).
    Vinitaly and the City è aperto con il seguente orario: venerdì 4 aprile dalle 18 alle 23, sabato 5 e domenica 6 dalle 15 alle 23. I carnet degustazioni sono acquistabili online fino al 3 aprile al costo di 16,50 euro, durante i giorni dell’evento si potranno acquistare online e presso le casse di Piazza dei Signori a 20 euro.
    Vinitaly and the City è organizzato da Veronafiere in collaborazione con Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona.
    Official Partner: Generali | Cattolica, Banca Passadore, Vip Energy, Ploom, Volkswagen.
    Official wine 2025: Teàtrico Castello di Meleto Classico 1256 – Metodo classico toscano. LEGGI TUTTO

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    Barolo DOCG Riserva Tortoniano 2019: annata superclassica in edizione limitata

    Michele Chiarlo presenta sul mercato il Barolo Docg Riserva Tortoniano 2019, prodotto esclusivamente nelle annate eccezionali, sarà disponibile con una tiratura limitata di 4.000 bottiglie. Presentato in anteprima a WineParis, Barolo Tortoniano Riserva 2019 ha già raccolto note positive dalla critica per la complessità e la finezza, e vedrà il suo lancio ufficiale al pubblico italiano in occasione di Vinitaly 2025.Barolo Tortoniano è una delle etichette più rappresentative di Michele Chiarlo, prodotta da quasi trent’anni e divenuta un grande classico presente nelle migliori carte dei vini di più di 70 paesi nel mondo.
    Solo in rare annate, una selezione delle migliori uve viene destinata alla produzione della Riserva, come nel caso dell’eccezionale vendemmia 2019. “Il nostro Barolo Docg Riserva Tortoniano nasce da un’attenta selezione delle uve migliori, provenienti principalmente dal cru Cerequio, per circa un ettaro, e per la parte restante da vigneti circostanti. Prodotto esclusivamente nelle annate più classiche, questo vino segue un lungo affinamento di due anni e mezzo in botte grande di rovere francese, seguito da altri due anni e mezzo in bottiglia. L’obiettivo è esprimere al meglio la complessità e l’eleganza, e al contempo preservare le caratteristiche del terroir di provenienza in annate così speciali.” spiega Stefano Chiarlo, enologo e titolare insieme al fratello Alberto.
    Barolo Riserva Tortoniano affonda le proprie radici in terreni caratterizzati da marne calcaree tufacee dell’era Tortoniana, da cui prende il nome, risalenti a circa 9 milioni di anni fa. Questa particolare composizione sedimentaria marina, con calcare attivo e pH basico, conferisce al vino una struttura solida, accompagnata da mineralità e freschezza, in grado di regalare nelle annate con il clima particolarmente ideale per il vitigno nebbiolo vini dalla grande longevità e con la potenzialità di diventare Riserva. La notevole presenza di microelementi quali magnesio e manganese arricchisce ulteriormente il profilo aromatico e la finezza tannica del vino.
    Barolo DODG Riserva Tortoniano 2019
    L’annata 2019 si distingue per il carattere elegante e austero, tipicamente piemontese, regalando vini che si presentano da subito con un bouquet complesso, corredato di aromi terziari, già al massimo splendore.
    “La stagione autunno-invernale è iniziata con abbondanti piogge a novembre e moderate nevicate a dicembre seguite da un gennaio asciutto fino ai primi di febbraio, dove si sono verificate un paio di episodi nevosi, che hanno permesso la formazione di un’ottima riserva idrica, rivelatasi molto preziosa durante l’estate. Il seguito di febbraio e marzo è stato contraddistinto da un clima mite e asciutto, situazione mutata poi ad aprile e maggio, con piogge abbondanti che hanno riequilibrato la vegetazione delle viti, prima denotata da difformi germogliamenti tra le parti alte e basse delle colline. Maggio e giugno hanno visto un clima caldo e asciutto, con temperature per un breve periodo anche al di sopra della media. L’inusuale e importante pioggia di inizio luglio, seguita da un periodo estivo mite e asciutto, ha decisamente favorito una graduale maturazione. Il periodo cruciale tra settembre e inizio ottobre, grazie ad un clima ideale con una notevole escursione termica tra giorno e notto, ha contraddistinto questa annata, rendendola eccezionale” racconta Stefano Chiarlo.
    La vendemmia si è svolta rigorosamente a mano, tra l’11 e il 17 ottobre, rispettando i tempi di un’annata definita superclassica, con rese limitate ma con un’eccelsa qualità delle uve. La vinificazione è svolta in acciaio, con una macerazione di 15-18 giorni a contatto con le bucce e bagnatura soffice del cappello con il sistema “a doccia”, ad una temperatura compresa tra i 27° e i 31° C. L’affinamento per 30 mesi in botti di medie e grandi dimensioni, seguito da un lungo riposo in bottiglia di altri 30 mesi, esalta la classicità di questa annata, permettendo la migliore espressione della trama fitta di tannini dolci.
    Il Barolo Riserva Tortoniano 2019 si apre al naso con un bouquet ricco e stratificato, con eleganti note speziate di tabacco, liquirizia e una delicata mineralità, mentre i richiami floreali di violetta restituiscono freschezza e armonia. Al palato, il vino rivela una struttura piena e avvolgente, con tannini raffinati e ben integrati. Questo Barolo Riserva è un vino pronto per essere apprezzato fin da subito, pur mantenendo un significativo potenziale di evoluzione, ideale per accompagnare piatti anche di grande struttura, come un piccione arrosto con salsa di foie gras e cavolo nero. LEGGI TUTTO

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    Riparte la stagione enoturistica di Fonzone con nuove esperienze da vivere

    Fonzone presenta il suo nuovo progetto di enoturismo, pensato per offrire esperienze autentiche a chi desidera esplorare la magica Irpinia. Dopo il debutto dello scorso anno, quando l’azienda vitivinicola di Paternopoli, situata nel cuore della DOCG Taurasi, ha spalancato per la prima volta le sue porte, Fonzone ha scelto di ampliare l’offerta enoturistica per venire incontro alle diverse esigenze dei visitatori.E così è nata l’esperienza dalla Vigna al Calice, per conoscere Fonzone attraverso le parole della famiglia che ha scelto di produrre vino per passione, fino all’Exclusive, un tour approfondito accompagnati dall’enologo residente dedicato agli appassionati. Per chi invece, non ha molto tempo a disposizione, c’è lo Smart Tasting, un’introduzione essenziale al mondo Fonzone senza rinunciare alla qualità. Un’offerta più variegata, dunque, pensata per permettere agli ospiti di conoscere la storia, i vini e la filosofia aziendale, attraverso esperienze su misura capaci di trasmettere il valore della produzione artigianale di questa boutique winery.
    Durante i tour, gli ospiti potranno passeggiare tra le vigne, scoprire il processo produttivo e le diverse tecniche di vinificazione e affinamento, dall’anfora alle botti, dal cemento all’acciaio, e concludere il percorso nella sala degustazioni con vista a perdita d’occhio sui vigenti, dove sarà possibile assaggiare i vini sartoriali di questa azienda di famiglia il cui obiettivo è da sempre quello di valorizzare vitigni autoctoni come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, la Falanghina e l’Aglianico. A seconda dell’esperienza scelta, ad accompagnare la degustazione saranno snack, taglieri di salumi e formaggi, e persino il miele prodotto dalla api presenti nella tenuta, il tutto curato con grande attenzione per far sentire gli ospiti come a casa. Infine, i visitatori potranno soffermarsi nel zona lounge con un calice in mano per fare due chiacchiere, ascoltare musica e rilassarsi, immersi in un’atmosfera calda e accogliente.
    «L’enoturismo è un’opportunità unica per creare un legame diretto con i visitatori, condividere la nostra passione e far assaggiare i nostri vini. È il nostro modo di raccontare chi siamo, attraverso esperienze autentiche e coinvolgenti» sottolinea Ria Stammelluti Fonzone, Responsabile dell’accoglienza.
    Infine, grazie ad un nuovo sistema di prenotazioni semplice e intuitivo gli ospiti potranno selezionate l’esperienza preferita attraverso il sito www.fonzone.it.
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    Fonzone Caccese: una storia di famiglia
    Fondata nel 2005, l’azienda agricola Fonzone Caccese si trova nelle campagne di Paternopoli, uno dei diciassette comuni della DOCG Taurasi, in provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia. Su un colle situato nella sottozona “Campi Taurasini”, sorge una cantina moderna di 2000 mq circondata da vigneti la cui altitudine varia dai 360 ai 430 m/slm. Fonzone produce in tutto 10 etichette con un approccio sostenibile, valorizzando al massimo le varietà autoctone Aglianico, Falanghina, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo e puntando su vini sartoriali, piuttosto che sui grandi numeri. A supportare questa grande famiglia che ha fatto del vino la sua passione, l’enologo consulente di riconosciuta fama Luca D’Attoma. LEGGI TUTTO

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    Ammura: La Nuova Avventura della Famiglia Tommasi sull’Etna

    La famiglia Tommasi, storico nome dell’enologia italiana, approda in Sicilia con Ammura, la nuova tenuta situata sulle pendici dell’Etna. Acquisita nel 2022, la tenuta si trova in contrada Alboretto – Chiuse del Signore, nel comune di Linguaglossa, e si estende su 15 ettari tra proprietà diretta e terreni in affitto dalla Tenuta Chiuse del Signore di Bambara – De Luca, eredi della storica famiglia Castrogiovanni. A 570 metri di altitudine, nel cuore del Parco Naturale dell’Etna, Ammura si inserisce in un territorio di straordinario fascino, dove la forza della montagna incontra il respiro del mare.

    Ammura: Un Nome Carico di Significato

    Il nome Ammura, di origine araba, significa “bella, amata, affascinante” e rappresenta un ponte simbolico tra la Sicilia e il Veneto, due terre accomunate da un intreccio storico e culturale. Per i Siciliani, l’Etna è più di un vulcano: è una figura materna potente e imprevedibile, chiamata affettuosamente “A’ Muntagna”, simbolo di rispetto e appartenenza.

    Ispirandosi a questa identità forte e indomabile, Ammura incarna l’anima femminile del vulcano, espressa nel suo marchio evocativo che richiama l’archetipo dell’Incantatrice: una figura magnetica, custode di segreti millenari, pronta a rivelarli attraverso il vino.

    I Vini di Ammura: Espressione della Terra Vulcanica

    L’essenza di Ammura prende vita nei suoi vini, prodotti in edizione limitata:

    Ammura Etna Bianco DOC (100% Carricante – 12.500 bottiglie)

    Ammura Etna Rosso DOC (100% Nerello Mascalese – 10.300 bottiglie)

    «L’Etna è un luogo dal fascino assoluto, un equilibrio perfetto tra natura e tempo – afferma Giancarlo Tommasi, direttore tecnico di Tommasi Family Estates – Con Ammura, abbiamo scelto di abbracciare questa energia, rispettandone l’identità e trasformandola in un nuovo capitolo della nostra storia. Questa acquisizione è un tributo alla bellezza e alla complessità di uno dei territori più affascinanti d’Italia».

    Un Territorio Unico per Vini d’Eccellenza

    I vigneti di Ammura si sviluppano in un paesaggio spettacolare, dove l’Etna si staglia con imponenza e il mare all’orizzonte ne amplifica il fascino. Il suolo vulcanico, ricco di minerali, e il microclima peculiare offrono condizioni ideali per la coltivazione del Nerello Mascalese e del Carricante, protagonisti dell’Etna Rosso DOC e dell’Etna Bianco DOC.

    La tenuta ospita una cantina di 1.500 metri quadrati dedicata alla vinificazione e all’affinamento, dove rigore tecnico e passione artigianale si uniscono per dar vita a vini che esprimono in modo autentico l’essenza dell’Etna.

    Un Nuovo Capitolo nella Storia della Famiglia Tommasi

    Ammura non è solo una nuova tenuta, ma una voce che racconta la Sicilia con la sua forza e il suo mistero. L’Etna, con la sua energia inafferrabile, nutre le viti e trasmette la sua intensità in ogni sorso.

    Questo progetto nasce dalla volontà della famiglia Tommasi di esplorare nuove sfumature dell’eccellenza vitivinicola italiana, mantenendo intatta la filosofia che l’ha resa un punto di riferimento nel settore. Con Ammura, Tommasi amplia il proprio orizzonte, raggiungendo 799 ettari vitati in alcuni dei territori più prestigiosi d’Italia: dalla Valpolicella Classica a Montalcino, dal Vulture alla Lugana, e ora sull’Etna.

    Un viaggio che continua con la stessa passione, dedizione e rispetto per il territorio che da sempre contraddistinguono la famiglia Tommasi nel racconto dell’Italia attraverso il vino. LEGGI TUTTO

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    Tonnino presenta il nuovo Ceuso Bianco 2023 DOC Alcamo

    La famiglia Tonnino attende la primavera con il Ceuso Bianco 2023, un vino nato nelle campagne della Sicilia Occidentale e che vuole offrire un tributo alla DOC Alcamo, rilanciando la storia di Ceuso, iconico vino frutto dell’ingegno di Giacomo Tachis negli anni ’90. Un’etichetta nata per rappresentare al meglio l’identità e l’eccellenza del territorio e che aspira a diventare il punto di riferimento per la sua produzione enologica per offrire ai consumatori un’esperienza autentica e raffinata: “con il Ceuso Bianco Alcamo DOC, abbiamo voluto creare un vino che rappresentasse al meglio la nostra terra e la nostra filosofia produttiva, basata sul rispetto della biodiversità e sull’innovazione sostenibile – racconta Antonio Tonnino – siamo orgogliosi di condividere questo nuovo traguardo della nostra produzione”. Ceuso Bianco è il frutto di un’attenta selezione di uve da soli vitigni autoctoni che da secoli raccontano la storia della viticoltura siciliana. Grazie al clima mediterraneo, ai terreni sabbiosi e calcarei e all’influenza delle brezze marine, il vino si distingue per freschezza, mineralità ed eleganza: la produzione di Ceuso bianco segue rigorosi standard qualitativi, rispettando il disciplinare della DOC Alcamo e adottando pratiche sostenibili per preservare l’integrità del territorio: “Abbiamo iniziato la nostra avventura vent’anni fa e ultimamente ci siamo concentrati per sviluppare un nuovo racconto nel territorio dove mio nonno ha dato vita a tutto questo – precisa Antonio – la viticoltura qui esiste da secoli ed i bagli come Ceuso ci ricordano la responsabilità di prendersi non solo cura di questi luoghi ma di farli conoscere”.
    Il nuovo vino che prosegue il progetto iniziato con l’acquisto di Baglio Ceuso ed il rilancio di Ceuso Rosso, etichetta leggendaria ideata dal celebre enologo Giacomo Tachis nel 1995, riprende in pieno il disciplinare di produzione dell’Alcamo DOC dove viene messo al centro il Catarratto affiancato da Grillo e Grecanico. Solo 1.200 bottiglie per questo vino che vuole diventare ambassador della quarta DOC dell’isola per ettolitri imbottigliati (dopo DOC Sicilia, DOC Marsala e DOC Etna).
    Ottenuto da una rigorosissima selezione in vigna delle uve, i mosti sono vinificati in vasche di cemento e la fermentazione viene ultimata in grandi botti di rovere francese. L’affinamento “sur lie” in botti di legno a bassissima tostatura lo rende un vino per le grandi occasioni, caratterizzato da eccezionale ampiezza e lunghezza aromatica.
    L’azienda Tonnino sarà al Vinitaly dal 6-9 aprile (Padiglione C, Vinitaly BIO, stand numero 18)
    Note sull’azienda
    L’azienda vinicola Tonnino si trova nelle campagne di Alcamo e qui sin dagli anni ’50, la famiglia Tonnino è dedita alla viticoltura sostenibile sulle colline di Alcamo e del Belìce, due zone conosciute da millenni per la generosità dei terreni e la vocazione alla vite. L’azienda per come la conosciamo oggi è stata fondata nel 2004, poi nel 2006 la prima etichetta ed infine, nel 2020, è stato acquisito e ristrutturato Baglio Ceuso: la cantina situata nelle campagne alcamesi è oggi un simbolo dell’architettura enologica siciliana. I vigneti si trovano su due aree diverse, una nella valle del Belice tra Poggioreale e Contessa Entellina e l’altra nelle campagne alcamesi. 120 ettari condotti in biologico danno vita a 150mila bottiglie. La cantina Tonnino è aderente a SOStain, un programma che ha lo scopo di certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale.
    Note storiche sull’Alcamo DOC
    Istituita nel 1972, la denominazione prende il nome dalla città di Alcamo, un centro storico nella parte occidentale dell’isola. L’origine del “Bianco di Alcamo” ha una tradizione di pregio: nella Rassegna Agricoltura Siciliana, anno IV, II edizione 1856, si legge che figura nell’elenco dei vini pregiati da pasto ed ancora nel 1887 ottenne il diploma d’onore alla Fiera Vini di Venezia. La viticoltura ha occupato sempre un posto di rilevante importanza nell’agricoltura alcamese ed il commercio ha dimostrato notevole interesse per questo vino tanto che è nata l’esigenza di estendere alle contrade dei comuni limitrofi, aventi le stesse caratteristiche pedoclimatiche la zona di produzione. Tale espansione è stata anche accompagnata da una innovazione della compagine varietale mediante l’introduzione di varietà cosmopolite e altre tipologie di vino. L’origine di questo vino ha, infine, una tradizione di pregio acquistata, in qualche secolo di vita, come dimostrano attestati di benemerenza concessi da organismi esperti e qualificati. La combinazione tra ambiente pedoclimatico la tradizione storica, le tecniche produttive e la capacità imprenditoriale permettono di ottenere le specifiche qualità delle tipologie dei vini DOC in questione, la cui rinomanza e reputazione sono consolidate.
    Il Ceuso Bianco Alcamo DOC è prodotto con uve Catarratto, Grillo e Grecanico coltivate biologicamente nelle colline di Alcamo, a un’altitudine compresa tra 200 e 450 metri sul livello del mare. Questa posizione privilegiata, caratterizzata da un microclima ideale e da una significativa escursione termica tra il giorno e la notte, permette alle uve di sviluppare aromi intensi e una spiccata freschezza. LEGGI TUTTO

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    Segnali positivi per la Doc Colli Berici: internazionali e Tai Rosso trainano la crescita

    Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza, nonostante le difficoltà che sta affrontando il mercato vitivinicolo, annuncia per la Doc Colli Berici un aumento dell’imbottigliato pari al 10,3% nel 2024 rispetto al 2023. Una crescita simile non si registrava dal 2014, nello specifico si sono imposti soprattutto i vini nati da varietà a bacca rossa: tra gli internazionali il Cabernet Sauvignon ha raggiunto un +21%, mentre tra gli autoctoni si distingue il Tai Rosso. Anche i bianchi seguono un trend positivo, in particolar modo il Pinot Bianco con un +12%.“La Doc Colli Berici – dichiara Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio – sta registrando una crescita in controtendenza rispetto alle attuali dinamiche di mercato, riuscendo a comunicare e rafforzare il proprio valore. I nostri vini rossi continuano a distinguersi con incrementi significativi, superando l’andamento generale, mentre la crescita dei bianchi conferma la nostra capacità di intercettare e interpretare le preferenze del consumatore contemporaneo”.
    “L’andamento positivo della Doc Colli Berici rappresenta un ulteriore incentivo a rafforzarne l’identità e il legame con il territorio, anche attraverso l’iter di modifica del disciplinare, attualmente in fase di completamento. Tra le principali proposte, la possibilità di utilizzo della forma di allevamento a pergola su tutte le varietà in risposta agli effetti del cambiamento climatico – continua Silvio Dani, presidente del Consorzio –. Parallelamente stiamo investendo nello sviluppo di un percorso enoturistico che preveda degustazioni guidate abbinate ai prodotti Dop locali, con la possibilità di acquistare le bottiglie dei nostri soci in conto vendita presso l’enoteca”.
    In merito ai dati vendemmiali, per la Doc Colli Berici l’annata 2024 conferma il predominio delle uve a bacca rossa, che rappresentano il 73,5% del totale raccolto. Tra queste, la varietà più diffusa è il Merlot, che da sola costituisce il 37% della produzione e vede un aumento del 72% rispetto al 2023, seguito dal Cabernet Sauvignon con il 12%. Complessivamente, la vendemmia della Doc Colli Berici ha interessato 567 ettari, generando una produzione di 53.940 quintali di uva.
    Uno stato dell’arte positivo che si concretizza anche per la Doc Vicenza, caratterizzata da una stabilità produttiva e da una netta prevalenza delle uve a bacca bianca. Il numero totale di bottiglie si mantiene costante negli ultimi anni, con il Pinot Grigio che si conferma il vino più certificato e imbottigliato della denominazione, rappresentando il 51% della produzione del 2024, seguito dallo Chardonnay. In totale, la vendemmia 2024 della Doc Vicenza ha coinvolto 269 ettari, con una produzione complessiva di 33.700 quintali di uva.
    Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza ad oggi conta 28 aziende associate, di cui due cooperative, che rappresentano la quasi totalità delle denominazioni. Gli ettari rivendicati sono 584 per la Doc Colli Berici e 307 per la Doc Vicenza: dalla produzione berica si segnala che il 63% del vino imbottigliato proviene da varietà a bacca rossa, al contrario in quella vicentina le varietà bianche si impongono con un 62%. LEGGI TUTTO

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    L’arte di Robert Pan incontra l’eccellenza enologica della Cantina San Michele Appiano

    La secolare arte del vino della Cantina San Michele Appiano incontra l’arte sperimentale e astratta di Robert Pan nel progetto APPIUS. Arte. Amore. Alto Adige. Nella giornata di ieri, all’interno della nuovissima cantina dedicata ad APPIUS – Cuvèe creata con la selezione delle migliori uve di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon prodotte dai vigneti storici del Comune di Appiano – è stata svelata l’opera d’arte dell’artista bolzanino, primo passo di un progetto artistico più ampio che vuole celebrare la bellezza a tutto tondo. La presentazione ufficiale arriva al termine di un progetto studiato con cura per oltre un anno nei minimi dettagli da tutto il team di Cantina San Michele Appiano.«Per una cuvée capace di stupire l’olfatto ed il palato, volevamo creare un legame con un concetto di arte visiva altrettanto potente e affascinante. Quest’opera artistica di Robert Pan ci è sembrata fin da subito il corrispettivo perfetto dell’eleganza e del carattere di APPIUS» dichiara Klaus Pardatscher, presidente della “cantina eccellenza” dell’Alto Adige nata nel 1907, con attualmente 320 soci viticoltori che operano su 390 ettari di vigneti.
    L’OPERA DI ROBERT PAN
    L’opera di Pan, dalle dimensioni di 1,5 metri x 1,2 metri, è stata scomposta in 10 elementi unici riprodotti in etichette in vetroresina applicate su altrettanti Mathusalem (bottiglie formato 6 litri) di APPIUS 2019, firmate dall’artista e da Hans Terzer, pioniere dei grandi vini bianchi altoatesini. L’opera è stata scelta per i colori, in sintonia con l’immagine di APPIUS, e per le quattro forme astratte, che ricordano i quattro vitigni protagonisti della Cuvèe. Queste 10 esclusive bottiglie non saranno destinate alla vendita, ma verranno custodite gelosamente in Cantina e stappate solo in occasioni davvero speciali o dedicate a opere di beneficenza selezionate. A queste si aggiunge un’edizione limitata di 150 repliche formato Magnum, che saranno disponibili per l’acquisto a partire da metà aprile 2025.
    LA CANTINA DEDICATA AD APPIUS
    In un’atmosfera immersiva, con spazi e geometrie appositamente concepiti per sottolineare ed evidenziare la grandezza di questo vino e la sua evoluzione nel tempo, la nuova cantina APPIUS concretizza la tensione all’eccellenza di una realtà da oltre 110 anni dedita ad una viticoltura di qualità, i cui vini sono riconosciuti e premiati in tutto il mondo. Lungo il perimetro interno della cantina sono disposti speciali tini di acciaio color bronzo satinato dalla forma tronco-conica, appositamente individuati per garantire la più alta qualità di affinamento di APPIUS, mentre al centro trova posto una sala degustazioni illuminata da finestre zenitali, che lasciano entrare la luce naturale.
    «Fin dalle prime fasi di progettazione, nella nostra visione la cantina di APPIUS doveva essere un luogo ideale di ispirazione e contemplazione, un luogo in cui immergersi in un’esperienza sensoriale completa dedicata unicamente ad APPIUS» spiega l’enologo Jakob Gasser. «Una volta conclusa la realizzazione dell’opera, è nata l’idea di adornarla con opere d’arte che potessero tradurre la visione artistica del nostro vino più importante ma anche l’amore per il nostro lavoro e per la nostra terra, l’Alto Adige. Il linguaggio artistico astratto e sperimentale di Robert Pan, che si caratterizza per un’esplorazione del colore, della luce e della materia, ci è sembrato l’abbinamento perfetto per avviare questo progetto di unione tra arte e vino, dedicato al nostro APPIUS».
    *Robert Pan è un artista italiano noto per le sue opere astratte e sperimentali che esplorano la materia, il colore e la luce. Nato nel 1969 a Bolzano, Pan ha sviluppato un linguaggio artistico unico, caratterizzato da stratificazioni di resina, pigmenti ed altri materiali, creando superfici vibranti e profonde. LEGGI TUTTO

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    Vinòforum: presentata la programmazione 2025/2026

    Grandi novità quelle emerse durante la Conferenza stampa di presentazione di Vinòforum 2025, tenutasi presso la Protomoteca dei Musei Capitolini in Campidoglio. Prima fra tutte quella che vede Vinòforum dare vita ad una Premium Edition in scena dall’8 al 14 settembre, a Piazza di Siena, nel cuore di Villa Borghese. Oltre a questo, il lancio di un programma biennale di eventi e attività che rafforzano l’identità di Roma come Capitale del Vino e del Cibo.“Novità che accrescono la forma, senza cambiare l’essenza. – dichiara Emiliano De Venuti, CEO di Vinòforum – La scelta di posizionarci a Settembre è stata fatta prendendo in considerazione il valore aggiunto che questo mese potrà portare alle strategie di ampliamento commerciale delle aziende partecipanti, proprio nel momento della vendemmia, quando il vino esprime la sua massima identità. Momento clou di questa nuova stagione non poteva che essere una location unica come quella di Piazza di Siena che ospiterà una Premium Edition senza eguali. La programmazione 2025/2026 inoltre, ci permetterà di rafforzare le sinergie già create con le istituzioni, gli enti e tutti gli importanti player del territorio, supportare le aziende vitivinicole e gastronomiche italiane e, al tempo stesso, predisporre contenuti su misura in grado di soddisfare le esigenze di operatori, stampa di settore e degli appassionati. Oltre al business, non dimentichiamo che Vinòforum ha sempre lavorato per promuovere un consumo responsabile del vino, argomento di grande attualità oggi che l’Unione Europea ha avviato un importante percorso normativo volto a ridurre il consumo dannoso dell’alcol.”
    Sulla crescita del Lazio sotto i diversi aspetti si è pronunciato anche Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario Arsial – Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio: ”Il Lazio, che vanta grandi etichette e un patrimonio enologico di assoluto valore, è una regione dove la cultura del vino è radicata, dinamica e proiettata verso il futuro. Eventi di prestigio come Vinòforum rappresentano un’opportunità strategica per le imprese del nostro territorio, consentendo loro di affermarsi su mercati sempre più competitivi e di valorizzare l’identità produttiva regionale. Roma, oltretutto, con la sua risonanza internazionale, è il palcoscenico ideale per promuovere il nostro settore vitivinicolo, intercettando buyer, operatori e un pubblico qualificato, che spesso non dedica la giusta attenzione ai vini ‘di casa’. Come Arsial, siamo impegnati a trasformare questa opportunità in un volano di crescita concreta per le nostre imprese, rafforzando la presenza del Lazio nei grandi circuiti del vino. Perché dietro ogni bottiglia c’è la storia di un territorio e il nostro merita di essere conosciuto, apprezzato e scelto.”
    Testimoni della mattinata anche Michelangelo Bruno Bossio Responsabile Attività di Valorizzazione Agricola ed Agroalimentare ARSAC – Regione Calabria, che ha raccontato come Vinòforum sia un immancabile palcoscenico di promozione per tutte quelle Regioni che hanno un’importante vocazione alla produzione vitivinicola, seguito da Francesco Guercilena, Presidente AIS Lazio partner di Vinòforum e promotore dei contenuti di formazione all’interno della manifestazione. E ancora, Elia Del Pizzo, Responsabile Progetti UNAPROL, Consorzio Olivicolo Italiano e Alessandro Scorsone, uno dei più importanti sommelier italiani e amico storico di Vinòforum. Un parterre di grande rilievo che ha visto Istituzioni e professionisti del settore insieme in un dialogo moderato da Stefano Carboni, comunicatore enogastronomico e docente all’Università di Roma Tor Vergata che ha coinvolto anche alcuni ospiti dell’incontro come Antonio Spazzafumo, Sindaco di San Benedetto del Tronto e Rossella Macchia, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Roma DOC.
    Le conclusioni sono state affidate a Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo Rifiuti di Roma Capitale, in questo caso anche delegata d’eccezione del Sindaco Gualtieri.“Vinòforum, come sempre, sarà occasione per la nostra amministrazione per promuovere incontri e approfondimenti sul percorso delle Politiche del Cibo e del Vino. Roma tra qualche giorno verrà nominata Città del Formaggio 2025 e continueremo a dare rilevanza al progetto sui vigneti urbani, che trasmettono un messaggio culturale forte, che riconnette Roma alla sua storia e alle relazioni che ha avuto con il resto del mondo. Lo scorso ottobre siamo stati premiati come miglior progetto pubblico europeo per la promozione culturale del vino e della vite e a maggio inaugureremo il primo vigneto nel parco di San Sisto. Vinòforum per noi sarà un momento per ampliare la promozione di tutte queste iniziative”
    La stagione Vinòforum 2025 si inaugura con Vinòforum Class, l’evento esclusivamente dedicato al trade che si terrà lunedì 9 giugno presso la splendida Terrazza Caffarelli. Un’occasione unica in termini di business e networking che vedrà il coinvolgimento di 300 buyer selezionati tra i più importanti della regione. Dopo la pausa estiva, si aprirà la ventiduesima edizione di Vinòforum dall’8 al 14 settembre a Piazza di Siena, nella splendida cornice di Villa Borghese.
    Si passa poi a febbraio 2026 con una nuova edizione di Vinòforum Class che condurrà dritti a settembre 2026 con la nuova edizione di Vinòforum al Circo Massimo. Una location fortunata per la manifestazione che nel 2024 ha coinvolto 80.000 visitatori, 19.650 operatori del settore coinvolti, 800 aziende e 75 chef e maestri pizzaioli e non poteva di certo mancare in questo progetto biennale. Un’ulteriore conferma per sottolineare l’importanza strategica della manifestazione in termini di valorizzazione delle migliori eccellenze tricolore, ma anche in ottica di promozione dell’offerta turistica della Capitale. LEGGI TUTTO