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    Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2021

    Nel corso del 2021, stimiamo sulla base dei dati di UN Comtrade che il commercio mondiale di vini sfusi (codici 220422 e 220429) abbia toccato un valore di 3.4 miliardi di euro, in crescita del 2% circa rispetto al 2021 e del 3% annuo rispetto al 2016. Se guardiamo ai volumi, stimiamo un commercio mondiale 2021 di circa 41 milioni di ettolitri, +7% a determinare dunque un deterioramento del prezzo medio di esportazione.La novità dei dati 2021 è senza dubbio riferita alla Nuova Zelanda, che secondo i dati di UN Comtrade ha incrementato le esportazioni in questa categoria di circa il 60% (per 500 milioni di euro circa) praticamente quasi allo stesso livello della Spagna che da sempre è il principale operatore di questa branca del mercato del vino e superando l’Italia. C’è una sottolissima differenza, però, tra la Spagna e la Nuova Zelanda: gli spagnoli fatturano 544 milioni di euro con oltre 13 milioni di ettolitri spediti, i neozelandesi invece ne fatturano 500 con 2 milioni di ettolitri esportati. Di conseguenza un prodotto classificato nello stesso modo ma con un valore “unitario” 5 volte più pregiato. Passiamo all’analisi dei dati.La leadership nel mercato dei vini sfusi resta chiaramente nelle mani della Spagna se si guardano ai volumi, 13.5 milioni di ettolitri su un totale di 41, quindi il 33% e  544 milioni dei 3.4 miliardi totali, dunque il 16%.L’Italia perde la seconda posizione in questa branca del mercato a favore della Nuova Zelanda. Bisogna ovviamente sottolineare come le esportazioni di vino sfuso della Nuova Zelanda sono un’altra cosa, essendo prezzate a 250 euro per ettolitri contro i 90 dell’Italia e i 40 della Spagna, ma tant’è: la Nuova Zelanda è a 504 milioni di euro (+61%), l’Italia è a 373 milioni di euro (-3%). L’Italia resta seconda per volumi esportati a 4.2 milioni di ettolitri.Al quarto posto viene la Francia con 355 milioni di euro di esportazioni di sfusi, stabile sul 2021. Anche in questo caso va sottolineata la differenza nel mix exportativo, dato che la Francia esporta a 216 euro per ettolitri, contro i nostri 90, quindi un prodotto più vicino a quello della Nuova Zelanda.Vi lascio alle tabelle e ai grafici. Buona consultazione.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento primo semestre 2022

    Grazie ai dati mensili di UN Comtrade possiamo delineare il quadro delle esportazioni di vino mondiali (o meglio dei principali paesi esportatori) per il periodo gennaio-giugno 2022. I dati dei paesi che trovate nella tabella mostrano un incremento del 11% delle esportazioni a 15.4 miliardi di euro, cui corrisponde però un calo dei volumi del 4% a circa 45 milioni di ettolitri. Sono due dati in controtendenza, che mostrano un possente impatto del prezzo medio (15%) e che sono chiaramente influenzati dalle dinamiche del Covid. L’Italia mantiene le quote, si può dire, intorno al 23-24% a valore e a volume, con un andamento più positivo del volume che del valore. Passiamo a un’analisi più dettagliata.Tra i principali paesi, in questi 6 mesi soltanto il Portogallo (per via della base di confronto molto sfidante) ha un dato in calo, mentre sono “sotto media” in termini di crescita la Spagna, l’Australia e la Nuova Zelanda. Se ci confrontiamo il semestre 2022 con il semestre 2019 (forse la cosa più sensata da fare), Italia e Francia viaggiano esattamente alla stessa velocità +25.5 e +25.4% rispettivamente, contro un dato generale di +17%, con esportazioni sui sei mesi di 5.9 miliardi di euro per i francesi e 3.8 miliardi di euro per l’Italia.Quindi un guadagno di “quota di mercato”, insieme al vino americano che ha beneficiato del dollaro forte e ha superato l’Australia mettendosi subito dietro Spagna e Cile. I “perdenti” nella visione 2022 contro 2019 sono gli stessi di sopra: Spagna +12%, Cile +6%, Australia addirittura -19% (con i dazi cinesi…), ma anche Nuova Zelanda -3%, Germania (stabile) e Argentina (+6%).Buona consultazione!Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Francia – esportazioni di vino – dati primi 9 mesi 2022

    Buongiorno a tutti e benvenuti nel mese di dicembre. Oggi approfitto dell’aggiornamento dei dati Agreste sulle esportazioni di vino francese per fare il punto su questo argomento con numeri freschi a settembre (non avevano aggiornato i dati semestrali). Dunque, le esportazioni di vino francese nel mondo hanno avuto un primo trimestre eccezionalmente positivo, seguito da un secondo così così e un miglioramento di nuovo nel terzo trimestre. A sommare tutti i dati, nell’anno chiuso a settembre stiamo parlando di 8.97 miliardi di euro, +12% e 10.4 milioni di ettolitri, -3% sul corrispondente anno scorso. Per confronto l’Italia sta poco sotto i 6 miliardi sul medesimo periodo.Se guardiamo all’anno di 12 mesi finito a settembre la Francia ha sfondato quota 12 miliardi di euro, mentre l’Italia viaggia intorno a 7.7 miliardi di euro. Da questi confronti emerge il grafico di apertura che mostra come sono andate Francia e Italia negli ultimi 3 anni, quindi da prima della crisi ad ora. Come vedete, la Francia ha fatto molto peggio durante il perido del Covid, ma ha recuperato di più: se confrontiamo il pre crisi con il post crisi, le esportazioni francesi sono circa il 2% meglio di quelle italiane. Un numero piccolo ma che ancora una volta mostra che l’Italia non sta chiudendo il gap rispetto alla Francia mentre sta ancora succedendo il contrario. L’Italia ha il Prosecco, la Francia ha lo Champagne e proprio lo Champagne sta in questo momento facendo la differenza, mentre l’incremento dei prezzi sta “salvando” le esportazioni di Borgogna. Passiamo a una breve analisi dei dati.Le esportazioni di primi 9 mesi toccano quota 8975 milioni, +12% sul 2021 e +26% sul periodo pre crisi.L’andamento più positivo è quello dello Champagne, che esplode letteralmente con una crescita del 27% a 3 miliardi di euro, supportata da un incremento dei volumi del 16% a 0.98 milioni di ettolitri. Rispetto al pre-crisi, in valore cresce del 42%, in volume del 29%. Già si parla di mancanza di Champagne. Non è difficile calcolare che lo Champagne tocca oggi il 33% delle esportazioni francesi di vino.Non vanno bene le cose invece a Bordeaux, dove nei 9 mesi l’export cala del 2% a 1.7 miliardi di euro e il volume è in discesa dell’8% a 1.3 milioni di ettolitri. La crescita rispetto al periodo precovid è del 9% circa.Anche in Borgogna, per quanto i dati restino positivi, l’andamento rallenta a +10% e 1 miliardo di euro, con volumi in calo del 14% a 0.47 milioni di ettolitri. Il che determina un eccezionale incremento del prezzo medio del 27%, il più elevato tra i segmenti che analizziamo.Il “resto della Francia” cresce del 9% a 3.2 miliardi e come sempre ha un andamento più assimilabile a quello italiano (anzi un po’ peggio), avendo anche un prezzo medio (416 euro per hl) più simile a quello italiano.Vi lascio all’analisi dei dati. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Lombardia – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    La produzione di vino in Lombardia è stata di 1.4 milioni di ettolitri nel 2021, in calo del 9% sul 2021 ma allineati alla media degli ultimi 10 anni (1.39 milioni di ettolitri). I dati ISTAT che qui pubblichiamo nel dettaglio sono coerenti con quelli rilasciati dal MIPAAF (ministero), che accredita alla Lombardia una produzione di 1.31 milioni di ettolitri di vino nel 2021, quindi con una differenza di soli 50mila ettolitri, anche se la “visione” dell’andamento rispetto al 2020 è leggerment diversa, visto che il gap rispetto al 2020 è del 14% rispetto al 9% riportato da ISTAT.Fatta questa premessa, la produzione di vino regionale nel 2021 è coerente con quanto visto negli anni scorsi: produzione ben bilanciata tra bianchi e rossi, dopo il forte incremento dei primi negli ultimi anni, spostamento dai vini comuni ai vini di qualità che conferma i dati degli anni scorsi: in Lombardia il grande cambiamento è stato il passaggio dai vini comuni ai vini IGT.Passiamo all’analisi in dettaglio.La produzione regionale del 2021 è per il 57% concentrata nei vini DOC, mentre i vini IGT sono il 34%, in coerenza con quanto visto nel 2020.Osservando la produzione per tipologia e colore nel 2021 si nota l’incremento strutturale dei vini bianchi di qualità (DOC) rispetto alle medie storiche (+2% sul 2016-2020 per i vini bianchi DOC, 411mila ettolitri nel 2021, presumibilmente da mettere in relazione con i vini spumanti).  Le altre categorie sono abbastanza allineate per quanto riguarda il confronto con il recente passato (abbiamo la media 2016-20 perchè dati tanto dettagliati nono sono stati rilasciati prima del 2015). I vini rossi DOC (365mila di ettolitri nel 2021) sono il 5% sotto la media 2016-20, mentre i vini IGT bianchi e rossi (249mila e 217mila ettolitri) sono il 10% e 7% rispettivamente sopra la media.Trovate in allegato anche i dati sulle superfici vitate. Secondo ISTAT il vigneto regionale è calato nel 2021 dell’1.5% a circa 21670 ettari. Con una produzione di vino totale di 1.4 milioni di ettolitri cui corrispondono 2.0 milioni di quintali di uva, la resa per ettaro regionale è di 92 quintali per ettaro (97 nel 2020), rispetto a circa 110 nella media italiana. Secondo i dati provinciali, il vigneto è in calo praticamente in tutte le provincie rilevanti nel 2021, con i dati “meno negativi” che si registrano a Brescia (-1%) e Pavia (-1.3%). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Zonin – risultati 2021

    Il bilancio 2021 di Zonin evidenzia il ritorno al fatturato pre-pandemia di quasi 200 milioni di euro, mentre i margini restano ancora piuttosto distanti dal livello (peraltro record) generato dall’azienda nel 2019. Con un margine EBITDA dell’8% per un valore assoluto di circa 15 milioni, quasi 10 milioni di euro di ammortamenti e l’impatto di una serie di poste contabili legate alla ristrutturazione aziendale di qualche anno fa (5.2 milioni), Zonin non va molto oltre il pareggio operativo (5.7 milioni di utile operativo senza le poste straordinarie). Pareggio che diventa poi perdita quando si considerano gli oneri finanziari. Con questo quadro e nonostante un forte miglioramento del magazzino e del capitale circolante, l’indebitamento finanziario netto resta sopra i 90 milioni di euro, soltanto in leggero miglioramento. Ovviamente il Covid 19 ha ancora un impatto sui numeri, ma certamente il fatto che le esportazioni di Zonin non siano ancora tornate al livello del 2019 (161 milioni nel 2021 contro 163 nel 2019) è indice che il rilancio del gruppo non sia ancora completamente nei numeri. Purtroppo il 2022 non promette niente di buono, soprattutto sui costi, proprio l’area in cui l’azienda sta facendo i maggiori sforzi per migliorare i propri risultati. Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.Le vendite salgono dell’11% a 198 milioni e tornano sul livello del 2019, che poi è un po’ il livello raggiunto dal gruppo dal 2017 a questa parte, con l’eccezione del 2020. Sebbene le esportazioni crescono del 5%, sono le vendite in Italia che con un +49% determinano il recupero e raggiungono un livello del 12% sopra il 2019.L’EBITDA rettificato sale da 13 a 15 milioni di euro, per un margine praticamente invariato poco sotto l’8%. All’interno delle voci di costo, salgono leggermente i costi del personale, calano gli investimenti promozionali (che però nel 2020 erano stati su livelli inusualmente elevati) mentre i costi per gli acquisti e i servizi sono in crescita di 30 milioni, contro 20 milioni di maggiori ricavi.Come dicevamo sopra l’utile operativo sarebbe stato 5.7 milioni senza le componenti ritenute straordinarie dal management (io ho un dubbio sugli accantonamenti che secondo me sono quelli ordinari), mentre il dato di bilancio “tutto compreso” diventa 0.5 milioni.Gli oneri finanziari di 6.7 milioni di euro portano poi a chiudere con 5 milioni di perdita nonostante 1 milione di euro di crediti fiscali (erano 42 milioni nel 2020).Il debito di 93 milioni (compresi 7 milioni di prestito soci) cala di 4 milioni a fronte di una riduzione di ben 10 milioni del magazzino, parzialmente compensata 4 milioni di investimenti e da un piccolo contributo positivo dalla gestione.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2021

    Siamo al secondo post che analizza i dati di Area Studi Mediobanca sulle principali aziende italiane e ci occupiamo oggi più specificamente di utili, margini e ritorno sul capitale. Questi discorsi escludono naturalmente le cooperative, che hanno obiettivi di mutualità e non di profitto, talchè le trovate in alcune tabelle ma ciò è più frutto della pigrizia di chi scrive (e del poco tempo a disposizione!) che non di altro. Il 2021 è stato ovviamente un anno di recupero per le aziende: le medesime 34 che avevano fatturato 5.2 miliardi nel post precedente hanno realizzato un utile operativo di poco superiore a 400 milioni di euro, per un margine (comprese cooperative) del 7.8%, praticamente recuperando il livello del 2019. Passiamo a un’analisi di dettaglio.I dati che presentiamo oggi devono anche tenere un considerazione un altro paio di aspetti importanti: molte aziende vinicole hanno sfrutturato l’opportunità di rivalutare i cespiti a fronte di futuri vantaggi fiscali, riallineandone il valore di bilancio a quello delle perizie. Questa manovra, oltre a gonfiare il capitale investito, determina anche un impatto negativo sugli utili a causa dei maggiori ammortamenti. In secondo luogo, un paio di aziende (Botter e IWB) hanno fatto importanti acquisizioni e il loro capitale investito si è gonfiato per il valore di tali operazioni che rappresentano il valore di mercato delle aziende acquistate. Per farvi capire: è un po’ confondere le mele con le pere, ossia una parte del bilancio (quella di chi compra) dove le attività sono valutate al costo di acquisito ammortizzato, e la parte nuova valutata a pezzi ma a un valore che tiene conto della capacità dell’insieme di produrre reddito, ossia un prezzo di mercato. Tra i casi più evidenti della prima circostanza (rivalutazioni) senz’altro Antinori, mentre i secondi ve li ho detti.A livello di margine operativo ci sono tre aziende che restano sopra tutti gli altri senza discussioni: Antinori, Frescobaldi e Santa Margherita, tutte e tre intorno al 27%, con Antinori che sarebbe stata sopra il 30% se non fosse per i motivi di cui sopra. Se passiamo ai livelli assoluti, dobbiamo aggiungere un nome: Botter. Invece IWB resta decisamente meno profittevole (7% contro 13% di Botter) e dunque nonostante la superiore dimensione resta su un livello più contenuto. Nei livelli assoluti Antinori continua a dominare con 71 milioni di utile operativo, Santa Margherita a 60 e Botter a 36.Dal punto di vista di capitale investito e ritorno sul capitale, i valori stanno crescendo soltanto per rivalutazioni e acquisizioni, in quanto il ciclo di investimenti sembra essere rallentato (tutte le altre aziende hanno capitali investiti stabili o calanti, come potete apprezzare dal grafico animato). Sotto questo aspetto, i campioni di ritorno sul capitale sono chiaramente Santa Margherita e Martini (15%), oltre a Botter (11%), uniche tra le grandi aziende vinicole a superare il 10%, a cui ci si avvicinano molto anche Frescobaldi e MDV (che però è inglobata in Botter). Scorrendo la classifica verso fatturati più bassi si trovano anche Schenk, Villa Sandi, Pasqua, Bottega e Valdo.Vi lascio ai grafici.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Sicilia – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    La produzione di vino in Sicilia è stata di 6.2 milioni di ettolitri nel 2021, in crescita dell’6% sul 2021 e di oltre il 20% sopra la media degli ultimi 10 anni. I dati ISTAT che qui pubblichiamo nel dettaglio sono diversi da quelli rilasciati dal MIPAAF (ministero), che invece accredita alla Sicilia soltanto 4.6 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2021, quindi con una differenza di 1.6 milioni di ettolitri, con un andamento rispetto al 2020 (+25%) coerente nel segno ma non nell’entità rispetto a quanto risulta dai dati ISTAT. Fatta questa premessa, la direzione della produzione di vino regionale è molto ben descritta dai due primi grafici: produzione in costante ripresa dopo i forti cali del recente passato, spostamento dai vini comuni ai vini di qualità (fino al 2020 vini DOC, ora sembrerebbe in crescita più marcata il vino IGT) e graduale spostamento dai vini rossi ai vini bianchi.Passiamo all’analisi in dettaglio.La produzione regionale è in costante evoluzione sia per quanto riguarda sia le tipologie qualitative (il vino DOC/DOCG dopo un picco al 40% del totale nel 2020 è sceso al 37% nel 2021, mentre il vino IGT risale al 45% dopo essere calato negli anni scorsi) che per colore (con il ritorno del vino bianco rispetto a quello rosso, nel 2021 in una proporzione 66%/34%).Osservando la produzione per tipologia e colore nel 2021 si nota il forte incremento dei vini bianchi di qualità rispetto alle medie storiche, mentre si osserva una sostanziale stabilità per i vini rossi di tutte le categorie. I vini bianchi DOC (1.6 milioni di ettolitri nel 2021) sono 55% sopra la media 2016-20, mentre i vini bianchi IGT (1.8 milioni di ettolitri) sono il 18% sopra la media. Resta poco sopra alla media storica la produzione di vino da tavola bianco (0.7 milioni di ettolitri, +8%). Nel segmento dei vini rossi i dati sono invece più coerenti con quanto visto negli ultimi 5 anni. Nel contesto di una vendemmia in crescita, i vini rossi DOC a 0.7 milioni di ettolitri sono in linea con la media, mentre sono in calo del 3% gli IGT e stabili i vini comuni rossi (1.0 e 0.4 milioni di ettolitri rispettivamente).Trovate in allegato anche i dati sulle superfici vitate. Secondo ISTAT il vigneto regionale è cresciuto nel 2021 del 5% a circa 119mila ettari. Con una produzione di vino totale di 6.2 milioni di ettolitri cui corrispondono 7.7 milioni di quintali di uva, la resa per ettaro regionale è di 65 quintali per ettaro, rispetto a circa 110 nella media italiana. Secondo i dati provinciali, da nessuna parte il vigneto è in calo, mentre i dati più positivi riguardano le province di Trapani, Palermo e Catania. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2022

    Le esportazioni italiane di vino nel periodo gennaio-agosto 2022 sono cresciute del 13% a 5.1 miliardi di euro, raggiungendo così un livello del 26% circa sopra il livello pre-Covid. La crescita del 2021 è interamente imputabile al miglioramento dei prezzi e del mix, dato che l’andamento dei volumi è stabile a 14.2 milioni di ettolitri, -0.4% sul 2021. Tra qualche giorno vedrete i numeri delle esportazioni francesi a settembre, che vi anticipo qui per sommi capi: sul periodo chiuso a settembre, la Francia fa 9 miliardi, +12% (quindi un filo meno dell’Italia), ma viene da recupero eccezionalmente positivo nei mesi precedenti. Se trasponiamo i dati su base annua, arriviamo a 7.7 miliardi di euro, +11% e 22.2 milioni di ettolitri, +2%. Gli spumanti restano il principale fattore di crescita, mentre dal punto di vista dei mercati comincia a manifestarsi qualche segno di debolezza nel mercato americano e permangono dati piuttosto negativi rispetto alle esportazioni in Cina. I prossimi 4 mesi sono ovviamente critici per quanto riguarda le esportazioni degli spumanti e avranno una base di comparazione non facile. Ma per ora analizziamo questi dati.Come dicevamo, anche agosto è stato un buon mese, +10% a 560 milioni di euro, per quanto il suo contributo nel contesto annuo sia ovviamente piuttosto limitato dal periodo di vacanze.I dati sui vini spumanti restano molto solidi. La categoria cresce del 22% negli 8 mesi (1340 milioni), con un andamento leggermente più positivo per il Prosecco (+24%) ma dai chiaramente positive anche per Asti (+14%) e spumanti DOP (+23%). I dati di agosto sono coerenti e segnano un incremento del 19%.Nel segmento dei vini fermi in bottiglia agosto è stato un mese meno positivo (+6%), il che fa rallentare il ritmo di crescita al +10% nei primi 8 mesi, per un valore di 3.4 miliardi di euro.Guardando ai dati per mercato, agosto è stato negativo in USA (-8%), Regno Unito (-2%), Svizzera (-6%) e Danimarca (-30%), oltre che in Cina. Ora, si tratta di dati molto poco significativi. Sui primi 8 mesi dell’anno tutti i principali mercati sono positivi, a partire dal +5% della Svizzera, fino al +32% della Francia. Sono invece in forte calo le esportazioni in Cina, -11% sugli ultimi 12 mesi e -16% nei primi 8 mesi del 2022.Appuntamento a poco prima di Natale con i dati dei primi 9 mesi dell’anno. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO