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    Oltrepò: Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze

    Lunedì 30 settembre all’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio (PV) torna l’appuntamento dedicato alle migliori espressioni del grande vitigno, che in Oltrepò ha trovato un terroir d’elezione.

    L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, è dedicato al grande vitigno che in questo territorio ha trovato casa e vedrà coinvolte numerose aziende che credono nella sua valorizzazione. In occasione dell’appuntamento, le cantine porteranno in degustazione alcune delle migliori espressioni di Pinot Nero, sia nella sua versione ferma sia in quella spumantizzata.

    “Siamo entusiasti di inaugurare questa quarta edizione,” dichiara Francesca Seralvo, Presidente del Consorzio, eletta all’unanimità lo scorso marzo. “L’evento è cresciuto costantemente e l’esperienza acquisita ci permette di migliorare ogni anno. L’edizione 2024 – la prima sotto la mia presidenza – rappresenterà il culmine del lavoro svolto finora, con l’obiettivo di promuovere sempre di più il nostro territorio e la sua eccellenza vinicola, il Pinot Nero. Vogliamo che il dialogo iniziato a settembre 2021 si ampli con nuovi interlocutori e adotti un linguaggio sempre più in linea con le nostre produzioni. È fondamentale valorizzare le nostre eccellenze in un mercato in continua evoluzione, promuovendoci con passione e determinazione.”

    Forte di queste considerazioni, Oltrepò – Terra di Pinot Nero accoglierà giornalisti e professionisti del settore, sia italiani sia stranieri, che avranno la possibilità di degustare i vini nel walk around tasting, sotto il porticato dell’Antica Tenuta Pegazzera. Una selezione di etichette sarà inoltre protagonista di due masterclass tematiche, dedicate al Pinot Nero nelle sue due diverse vinificazioni.

    Nelle precedenti edizioni, l’evento ha registrato la partecipazione di oltre 300 professionisti tra stampa e operatori di settore, diventando così un momento chiave per raccontare la vocazione di questo territorio per la produzione di un Pinot Nero di assoluta eccellenza.

    Per info e accrediti: terradipinotnero.it LEGGI TUTTO

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    Il  vino rosa secondo Matilde Poggi

    di Patrizia Vigolo

    Matilde Poggi sperimenta, studia e testa per dar voce al suo territorio. In ogni vino mette la sua filosofia, il suo amore e la sua visione di “fare vino”.

    Il suo studio si focalizza sui vini rosa, vini spesso sottovalutati ma che in realtà portano con sé una personalità esplosiva, soprattutto quelli della cantina Le Fraghe.

    Una degustazione verticale di Chiaretto di Bardolino è una grande gioia e quando la degustazione diventa una doppia verticale, allora le cose si fanno serie, ve lo assicuro.

    Il vino “rosa” spesso visto come vino estivo, molto “instagrammabile” in questi ultimi anni, ma mai considerato come vino alla pari di un bianco o di un rosso. Anche in questo aspetto Matilde Poggi è una pioniera: parlare da sempre di un vino così discusso, sottovalutato ma considerarlo così importante da crearci un’azienda e farne anche una doppia degustazione verticale. Chapeau Matilde Poggi!

    Due vini, Ròdon Chiaretto di Bardolino, il vino più fresco, con vinificazione in acciaio e Traccia di Rosa, con affinamento in cemento.

    Matilde Poggi con Federico Giotto

    Chi è Malde Poggi?

    Nata e cresciuta sentendo parlare di vino, vedendo il padre produrlo e poi lei stessa inizia lo stesso percorso. Il 1994 è l’anno di inizio della sua carriera di vignaiola che oggi segna la sua 40esima vendemmia.

    La cantina si trova nel cuore della DOC Bardolino, a Cavaion Veronese, un territorio abbracciato dal lago di Garda, dal Monte Baldo e dalla Valdadige.

    Il nome dell’azienda, “Le Fraghe”, ha una dubbia origine ma sembra derivi dal vigneto di fronte alla cantina. Proprio in quel vigneto crescono moltissime fragole selvagge e proprio da questo arriva probabilmente il nome.

    Le Fraghe

    Matilde fin da subito si sente libera di esplorare e di valorizzare il proprio territorio. Converte tutta l’azienda a biologico nel 2009, non segue le mode ma si concentra sull’esaltare al massimo le peculiarità dei vitigni della Bardolino DOC.

    Matilde e tutta l’azienda parlano di “vini rosa” e ne parla con il cuore in mano.

    Cosa ci è particolarmente piaciuto? La coerenza dell’azienda: dalla narrazione legata al territorio, alla sostenibilità, fino ad arrivare alla bottiglia (borgognotta leggera da 400 grammi) rigorosamente con tappo a vite. Matilde racconta poco di sé, non c’è nessuna autocelebrazione e tutta l’attenzione è sui suoi vini, essi parlano per lei.

    Ròdon Chiaretto di Bardolino Dop

    Ròdon è prodotto con Corvina (80%) e Rondinella (20%) vinificate separatamente. La macerazione del mosto viene effettuata a bassa temperatura ed ha una durata di circa 6-8 ore, affinché il colore estratto sia il più possibile vivace e giustamente intenso. Il mosto ottenuto viene fatto fermentare in bianco e a fine fermentazione il vino viene posto in serbatoi di acciaio da 50 HL mantenendolo sulle fecce fini fino a primavera, quando viene messo in bottiglia.

    Vigna Montalto

    La scelta dell’acciaio è dettata dalla volontà di far evolvere il vino e lasciarlo fare un percorso evolutivo che più si adatta.

    Per tipologia, la zona dove questo vino viene prodotto è di vini molto delicati, quindi il must di questo vino è quello di rispettare il vino nella sua essenza. Ecco perché si è preferito usare l’acciaio e successivamente la terracotta. La parola d’ordine in questo vino è “rispetto”

    Imbottigliato in bottiglia di vetro bianco.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2023 – Le Fraghe

    Vino estremamente espressivo. Sentori fruttati che spaziano dalla frutta tropicale, alla pesca e all’albicocca. Un tocco di floreale che richiama la ginestra, la rosa canina e il mughetto. In bocca è estremamente fresco e sapido con un’ottima persistenza. E’ un vino che darà grandi soddisfazioni e che, secondo me, saprà evolvere meravigliosamente. Nel suo essere giovane gli si addice la definizione di “croccante e brioso”.

    Vigna Fraghe

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2022 – Le Fraghe

    Annata molto calda, con temperature massime sopra la media sin dal mese di giugno. Nonostante tutto i sentori sono ancora freschi ma tendono maggiormente verso le spezie. Un vino che sta iniziando adesso la sua fase di terziarizzazione. Inizialmente, appena messo nel bicchiere, si è presentato un po’ chiuso, come ci aspetta in questa fase evolutiva. Grande freschezza e profondità.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2020 – Le Fraghe

    Questo vino è stato lo “spartiacque” della batteria. Qui inizia l’evoluzione del Chiaretto. Vino caratterizzato dalla freschezza e dalla salinità, tutto in equilibrio, un elegantissimo equilibrio. A differenza di altri vini in evoluzione, qui la nota di terziarizzazione non si sostituisce agli aromi della gioventù ma si aggiunge ad essi, donando maggior complessità e profondità.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2016 – Le Fraghe

    Si è abituati a riconoscere nel Chiaretto Bardolino il colore rosa. In questo calice invece il rosa tende all’aranciato, brillante e affascinante. Note di erbe aromatiche ma una freschezza ancora da giovincello. Un vino che sa stupire. Meraviglioso.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2016 – Le Fraghe

    Sapete quei vini dei quali si dice “tienilo in cantina che sarà un grande vino?”. Questo è il vino che merita di stare nelle migliori cantine. Fiori di campo secchi, buccia di arancia amara, albicocca secca. Al primo impatto un po’ timido, poi si è esteso al massimo. Questo è il potenziale del Chiaretto Bardolino: 9 anni di evoluzione e dimostrare ancora questo carattere fresco, brioso e profondo.

    Traccia di Rosa

    Il vino si ottiene con uve Corvina (90%) e Rondinella (10%), selezionate e raccolte a mano. All’arrivo in cantina l’uva viene raffreddata a 6°/7° e il giorno successivo diraspata e messa in pressa per circa 20 ore.

    Il mosto rosa fermenta in serbatoio di cemento. La scelta di Matilde a questo materiale è condivisa e pienamente sostenuta da Federico Giotto, della Giotto Consulting. A fermentazione ultimata il vino rimane in serbatoi di cemento sulle proprie fecce fini per dodici mesi e non viene filtrato.

    Imbottigliato in bottiglia di vetro verde scuro.

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2022 – Le Fraghe

    Non ancora in commercio, quindi dovrete credermi sulla parola. Ancora in affinamento e uscirà sul mercato la prossima primavera.

    La rosa è il sentore che descrive questo vino. Una bellissima rosa che si mescola a sentori fruttati di pesca che ritornano al palato con una coerenza pazzesca. Un vino da tenere d’occhio, prenderne qualche bottiglia e vederne l’evoluzione. Ci farà sognare..

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2021 – Le Fraghe

    Il fratello maggiore del 2022. Un’esplosione di eleganza e una complessità infinita: inutile parlare dei vari sentori quando ci si trova di fronte ad un vino così. La sua evoluzione è piena, armoniosa la sua freschezza che riesce a sorreggere una complessità e una profondità al palato da far invidia.

    E’ ancora un giovanotto, potrà evolversi ancora bene. Sarà sotto osservazione.

    Insignita con i “Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso” (prima volta che un Chiaretto di Bardolino si aggiudica questo premio).

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2020 – Le Fraghe

    Nel calice una grande evoluzione caratterizzata da sentori di arancia amara, albicocca candita con un tocco di vegetale che richiama la macchia mediterranea. Ottima beva.

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2019 – Le Fraghe

    Proprio nel 2019 Matilde Poggi iniziò il suo progetto di “Traccia di rosa”.

    Dopo pochi mesi dalla vendemmia sarebbe scoppiato il Covid e in quell’anno, come dice Matilde Poggi, “si imbottigliava con autocertificazione, senza gli enti di verifica. E’ venuto fuori così, e a noi piace, piace molto.” Il suo colore ricorda più un vino bianco che un vino rosa ma il carattere c’è tutto. Un vino minerale, di grande personalità, con una grande longevità.

    Matilde Poggi

    Riflessioni finali

    Al termine di questa degustazione mi sono domandata il motivo di questa mancanza di dignità dei vini rosa. Non mi so dare una risposta univoca, credo che molto sia da ricondurre alla mancanza di conoscenza di questo prodotto “rosa” che spesso viene identificato come un prodotto “mordi e fuggi”, facile, leggero e immediato.

    Questi vini hanno poco o nulla da spartire con questo immaginario: sono vini profondi, di grande carattere e parlano di aria, cielo e brezza del Garda Veronese. Un connubio che si sente in ogni vino, con sfumature diverse ma allo stesso tempo tutti legati da un fil rouge: la leggerezza, la briosità e la vivacità della profondità.

    “I vini rosa nel mondo stanno calando” dice Federico Giotto “rimangono i vini rosa di territorio”. E Matilde Poggi sa far parlare di territorio. LEGGI TUTTO

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