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    Concorsi enologici e mercati globali: il caso Grands Vins du Monde

    di Patrizia Vigolo

    Nel panorama enologico internazionale, i concorsi rappresentano da decenni una delle modalità più riconosciute – e discusse – per misurare l’eccellenza. Dalle piccole cantine emergenti ai grandi nomi del vino, sono molte le realtà che vedono in queste competizioni un’opportunità concreta: visibilità sui mercati, riconoscimento qualitativo, contatti internazionali. Partecipare – e soprattutto vincere – può tradursi in un sigillo di garanzia per i consumatori, oltre che in un’arma strategica in termini di comunicazione e posizionamento commerciale.

    Ma cosa accade quando un concorso decide di superare i propri confini nazionali per aprirsi davvero al mondo? È il caso del Concours des Grands Vins de France, storicamente legato alla produzione transalpina, che oggi evolve in Grands Vins du Monde. Un cambiamento di prospettiva e di scala, che apre nuovi scenari per produttori e osservatori del settore.

    Storia

    Il Concours des Grands Vins de France nasce nel 1994 nella città di Mâcon, in Borgogna, su iniziativa dell’Union des Producteurs de Vins de France, con l’obiettivo di valorizzare le migliori espressioni del patrimonio vitivinicolo francese. In pochi anni, l’evento si afferma come uno dei principali concorsi enologici a livello nazionale, capace di attrarre ogni anno migliaia di campioni da tutte le regioni vinicole della Francia: dalla Champagne alla Provenza, dall’Alsazia al Sud-Ovest.

    La sua forza risiede nella capillarità e nella rappresentatività: piccoli vigneron e grandi maison partecipano fianco a fianco, giudicati da una giuria composta da professionisti del settore, enologi, sommelier, buyer e giornalisti. La medaglia assegnata a Mâcon – soprattutto quella d’oro – è da tempo riconosciuta come un simbolo di qualità sia sul mercato interno sia su quello export, in particolare nei paesi in cui la notorietà dei terroir francesi costituisce già un vantaggio competitivo.

    Oltre alla visibilità, il concorso ha saputo costruire nel tempo una reputazione di rigore e affidabilità, elementi sempre più richiesti in un panorama dove i premi si moltiplicano ma non sempre sono percepiti come credibili. Proprio da questa solida base nasce l’idea di ampliare i confini: non più solo un concorso per i vini di Francia, ma un osservatorio sul vino del mondo.

    La novità “Grands Vins du Monde

    La logica di apertura era già stata anticipata nelle recenti edizioni di “Concours des Grands Vins de France”, ma oggi diventa una vera svolta. Nel nuovo format “Grands Vins du Monde”, il concorso si estende per la prima volta all’intero panorama vinicolo globale: ogni vino del mondo dotato di indicazione geografica può partecipare, a patto che soddisfi i requisiti stabiliti dal B.O. francese

    La composizione della giuria rappresenta un elemento cruciale per garantire imparzialità e rigore nella valutazione. Nel nuovo format “Grands Vins du Monde”, l’intento è coinvolgere un panel ampio e variegato, con una significativa presenza di esperti provenienti da diversi paesi. Questa internazionalità assicura un confronto multidimensionale sulle diverse espressioni del vino, riflettendo gusti e criteri globali. Una giuria estera ben rappresentata non solo accresce la credibilità delle premiazioni, ma rende il concorso uno specchio più fedele delle dinamiche del mercato mondiale.

    I vantaggi per i produttori e l’impatto sul mercato globale

    Partecipare a un concorso internazionale come il Grands Vins du Monde offre numerosi benefici concreti, che vanno ben oltre la semplice medaglia da esporre in etichetta. Per le cantine, soprattutto quelle di dimensioni medie e piccole, rappresenta un’opportunità strategica per:

    Ampliare la visibilità internazionale: un riconoscimento prestigioso apre porte in mercati esteri spesso difficili da penetrare, in particolare in paesi asiatici e nordamericani, dove la medaglia assume valore di “sigillo di qualità” per consumatori e buyer.

    Consolidare la reputazione qualitativa: vincere o essere premiati in un concorso riconosciuto è una forma di validazione tecnica che rassicura distributori, importatori e professionisti, agevolando le trattative commerciali.

    Accesso a una rete globale di contatti: i concorsi come questo sono anche occasioni di networking tra produttori, operatori e media internazionali, con ricadute dirette in termini di marketing e comunicazione.

    L’ampliamento del concorso a vini da tutto il mondo rispecchia una tendenza ormai consolidata nel settore enologico: la globalizzazione dei gusti e dei mercati. Non si tratta più solo di confrontarsi con i grandi terroir francesi, ma di inserirsi in una competizione che premia eccellenze da ogni angolo del pianeta, da Bordeaux a Mendoza, dal Douro al Napa Valley.

    Questa nuova dimensione rende il concorso uno specchio più autentico delle dinamiche commerciali attuali e un laboratorio dove si incontrano stili, culture e innovazioni diverse.

    Guardando avanti, il “Grands Vins du Monde” si propone come un’occasione concreta di scambio e crescita per produttori di ogni provenienza, favorendo un dialogo e soprattutto offrendo una preziosa possibilità di emergere in Francia, uno dei mercati del vino più maturi e stimolanti al mondo. LEGGI TUTTO

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    Custodi del Lambrusco: una voce collettiva per raccontare un vino autentico

    Dall’Emilia arriva un segnale forte: nel mondo del vino c’è chi ha deciso di fare squadra, non per inseguire una tendenza, ma per affermare un’identità. Ventisette produttori – dalle piccole realtà artigiane alle cantine più strutturate – si sono uniti sotto un nome che è già tutto un programma: Custodi del Lambrusco. Un progetto che nasce con l’obiettivo di restituire a questo vino la dignità e la complessità che merita, superando gli stereotipi e aprendo nuovi scenari.

    Alla base c’è un Manifesto, una dichiarazione d’intenti condivisa che non guarda al passato con nostalgia, ma al presente con consapevolezza e al futuro con ambizione. Il gruppo parla con una voce corale, determinata e inclusiva, mettendo al centro valori comuni e una visione chiara: raccontare il Lambrusco nella sua forma più autentica e contemporanea.

    “Siamo custodi dell’essenza più pura del Lambrusco”: è il cuore del Manifesto, ma anche il ritmo che accompagna ogni passo di questo percorso. In quel “siamo” si ritrova la forza di una comunità che non difende un simbolo, ma ne rinnova il significato. Perché il Lambrusco non è – e non è mai stato – un vino banale. Può essere leggero e conviviale, certo, ma sa anche essere complesso, sfaccettato, capace di esprimere con profondità il carattere della sua terra.

    Oggi più che mai i consumatori chiedono verità, responsabilità, passione. I Custodi rispondono con una proposta concreta, radicata nel lavoro quotidiano in vigna, in cantina, in una filiera che parte dalla terra e si conclude in bottiglia. Un approccio che fa della qualità un punto fermo, senza rinunciare alla sperimentazione, al dialogo, alla voglia di crescere insieme.

    “Siamo nati da un sogno – scrivono – raccontare la migliore manifestazione del Lambrusco. Essere avanguardia e professionalità, qualità estrema e pura artigianalità”. Due anime che convivono e si rafforzano a vicenda. Perché i Custodi non appartengono solo a un vino, ma a un territorio: anzi due, Modena e Reggio Emilia, culle storiche di una viticoltura profondamente identitaria.

    La ricchezza del Lambrusco sta proprio nella sua pluralità di espressioni. Non una voce sola, ma un coro di stili, interpretazioni, storie personali. I Custodi lo sanno bene e lo rivendicano: ogni produttore porta la propria visione, ma è nella condivisione che trovano forza e coerenza. “Siamo un gruppo che si nutre delle differenze del singolo e siamo singoli produttori che diventano forti in un gruppo.”

    L’associazione è nata da pochi mesi, ma si è già messa in movimento. Dopo il debutto ufficiale lo scorso 31 marzo, i Custodi stanno costruendo una rete viva fatta di incontri, confronti e nuove narrazioni. L’obiettivo? Portare il Lambrusco oltre i suoi confini abituali, raccontarlo con nuovi strumenti, a un pubblico più ampio, anche a chi finora lo ha guardato con sufficienza.

    “Siamo Custodi di un cambiamento culturale – dichiarano –. Questa è la nostra piccola rivoluzione gentile.” Un modo per affermare, con pacatezza ma senza esitazioni, che il Lambrusco ha tutte le carte in regola per essere protagonista. Basta saperlo ascoltare. Basta raccontarlo per quello che è: autentico, sorprendente, profondamente attuale.

    ELENCO SOCI CUSTODI DEL LAMBRUSCO

    AZIENDA AGRICOLA BUONARIVA

    AZIENDA AGRICOLA MANICARDI

    AZIENDA AGRICOLA MESSORI

    AZIENDA AGRICOLA PEZZUOLI

    AZIENDA AGRICOLA SAN PAOLO

    CA’ DE’ MEDICI

    CANTINA DELLA VOLTA

    CANTINA DIVINJA

    CANTINA VENTIVENTI

    CANTINA VEZZELLI FRANCESCO

    CANTINA ZUCCHI

    CAVALIERA

    CLETO CHIARLI TENUTE AGRICOLE

    FATTORIA MORETTO

    GARUTI VINI

    LA BATTAGLIOLA

    LA PIANA WINERY

    LE CASETTE

    LINI 910

    MARCHESI DI RAVARINO

    OPERA02

    PODERE IL SALICETO

    RINALDINI AZ. AGR. MORO

    TERRAQUILIA

    VENTURINI BALDINI

    VILLA DI CORLO

    ZANASI SOCIETA’ AGRICOLA LEGGI TUTTO

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    Brunello di Montalcino: Giacomo Bartolommei è il nuovo presidente del Consorzio

    Cambio generazionale alla guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino: Giacomo Bartolommei, classe 1991, è stato nominato nuovo presidente dall’assemblea dei soci, riunita per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Con i suoi 33 anni, Bartolommei è il più giovane presidente nella storia del Consorzio e uno dei più giovani in Italia in questo ruolo. Subentra a Fabrizio Bindocci, che ha guidato l’ente per due mandati consecutivi.

    Accanto a Bartolommei, sono stati eletti anche i vicepresidenti che coordineranno le principali commissioni del Consorzio: Andrea Cortonesi (Uccelliera) per la Commissione tecnica, Fabio Ratto (Antinori) per quella istituzionale e Bernardino Sani (Argiano) per la promozione.

    “Ringrazio i soci per la fiducia accordata a me e alla nuova squadra – ha commentato Bartolommei –. L’ampia partecipazione alle elezioni è un segnale importante di attaccamento al Consorzio. L’obiettivo è rafforzare la coesione interna e lavorare insieme per far crescere il nostro territorio. In un contesto economico complesso come quello attuale, è fondamentale investire con decisione su promozione e comunicazione, per valorizzare al meglio l’identità e il posizionamento dei nostri vini sui mercati internazionali”.

    Nel passaggio di testimone, Bindocci ha sottolineato i buoni risultati raggiunti: “Lascio un Consorzio in salute, con un bilancio 2024 che ha sfiorato i 4,5 milioni di euro, in crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente, e un utile di quasi 627 mila euro destinato a riserva. Sono certo che la nuova governance saprà affrontare con visione le sfide future, puntando ancora sulla promozione e sulla valorizzazione dell’intera piramide qualitativa dei vini di Montalcino”.

    Bartolommei è enologo e responsabile export dell’azienda di famiglia, Caprili, fondata nel 1965 nella zona sud-occidentale di Montalcino. Dopo gli studi in Enologia e un percorso universitario in Economia e commercio, è entrato ufficialmente in azienda nel 2016, anno della sua prima vendemmia. Già vicepresidente del Consorzio nel triennio precedente, rappresenta una nuova generazione pronta a raccogliere il testimone della tradizione con uno sguardo proiettato al futuro.

    Nel nuovo consiglio è entrata anche Violante Gardini Cinelli Colombini (Casato Prime Donne), che ha preso il posto di Andrea Costanti, dimessosi per motivi personali dopo le recenti elezioni del 14 maggio.

    Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino rappresenta oggi 214 soci e tutela un patrimonio viticolo di oltre 4.300 ettari nel territorio comunale di Montalcino, di cui circa 2.100 destinati alla produzione del Brunello, a denominazione contingentata dal 1997. Le denominazioni tutelate sono quattro: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello e Sant’Antimo. LEGGI TUTTO

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    Wine Business Program 2025: aperte le candidature per il corso dedicato ai futuri manager del vino

    Un’opportunità concreta per entrare da protagonisti nel mondo del vino. Il Consorzio Italia del Vino, in collaborazione con la Luiss Business School, ha aperto le candidature per il Wine Business Program 2025, un percorso formativo di alto livello rivolto a giovani talenti interessati a costruire una carriera nel settore vitivinicolo.

    C’è tempo fino all’11 giugno per inviare la propria candidatura, esclusivamente online, tramite il link ufficiale:👉 https://businessschool.luiss.it/news/wine-business-program-luiss-business-school-e-consorzio-italia-del-vino-insieme-per-i-futuri-manager-del-vino-pubblicato-il-bando-di-selezione

    Villino centrale – Luiss

    Un percorso intensivo e interamente finanziato

    Il programma, erogato in lingua inglese, è aperto a un massimo di 20 partecipanti tra laureati e laureandi (triennali o magistrali), selezionati in base al curriculum, alla motivazione e, se necessario, a un colloquio individuale. Tutte le spese – incluse formazione, alloggio e tirocinio – sono totalmente coperte dal Consorzio Italia del Vino, a testimonianza dell’impegno concreto delle aziende aderenti nel formare le nuove professionalità del settore.

    “Vogliamo contribuire a far crescere competenze strategiche e visione internazionale, indispensabili per affrontare le sfide dell’industria del vino di oggi e di domani”, spiega Roberta Corrà, presidente del Consorzio.

    Roberta Corrà – Presidente Consorzio Italia del vino

    Formazione, tirocinio, project work

    Il programma si articola in tre fasi distribuite su circa nove mesi:

    Formazione in aula (settembre–dicembre 2025), presso la sede Luiss Business School di Villa Blanc, con 37 giornate full immersion dedicate a economia del vino, marketing, export, sostenibilità, digitalizzazione e leadership.

    Tirocinio curriculare (gennaio–marzo 2026) in una delle aziende del Consorzio, per mettere subito in pratica quanto appreso.

    Project work finale, da presentare alla Commissione in occasione del Graduation Day ad aprile 2026.

    Villa Blanc – Luiss

    A chi completerà con successo il percorso verrà rilasciato un attestato ufficiale della Luiss Business School. I profili più promettenti potranno ricevere un’offerta di lavoro a tempo determinato da una delle aziende partner.

    Consorzio Italia del Vino​Il Consorzio raggruppa 23 prestigiose realtà leader del vino italiano, con un fatturato complessivo che supera il miliardo e mezzo di euro e una quota export pari a circa il 15% dell’export nazionale di settore. Dal 2009 lavora sui mercati internazionali con lo scopo di incrementare la conoscenza e la cultura del vino italiano, di aumentarne la diffusione nel mondo e di sviluppare la conoscenza complessiva dell’Italian lifestyle. ​​Le 23 realtà consorziate operano in 17 regioni vinicole italiane, coprendo una proprietà complessiva di 15mila ettari vitati e muovendo una forza lavoro totale di oltre 3.500 unità dirette. Sono: Angelini Estates, Banfi, Bisol, Cà Maiol, Collis Heritage, Di Majo Norante, Diesel Farm, Drei Donà, Duca di Salaparuta, Ferrari F.lli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Gruppo Mezzacorona, Le Monde, Librandi Antonio e Nicodemo, Lunae Bosoni, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Mesa, Herita Marzotto Wine Estates, Tenimenti Leone, Terre de La Custodia, Torrevento e Zonin1821.

    Luiss Business School​Fondata nel 1987 come Scuola di management dell’Università Luiss, prende il naming di Luiss Business School nel 2006 e dal 2017 ha sede nella prestigiosa cornice di Villa Blanc a Roma. ​ Nel panorama nazionale ha acquisito una posizione di indiscussa leadership nell’higher education, con focus sullo sviluppo delle competenze manageriali. Grazie agli accreditamenti internazionali ottenuti – AACSB, EQUIS e AMBA – si posiziona nell’élite mondiale delle business school e, attraverso il modello multi-hub, persegue una strategia che consente di arricchire l’esperienza formativa con programmi erogati in diverse sedi, sia in Italia (Roma, Milano, Belluno), sia all’estero (Amsterdam, Dubai).​La Faculty rappresenta uno dei fattori distintivi della Luiss Business School grazie alla sua capacità di implementare il modello educativo, rafforzare i legami con il mondo aziendale e aumentare il livello di internazionalizzazione della Scuola.​L’offerta formativa comprende: MBA, Master, Executive Programmes, Programmi Custom e Consulenza, Digital Programmes. LEGGI TUTTO

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    Vini d’Abbazia 2025: l’eredità del vino monastico si racconta a Fossanova

    Dal 6 all’8 giugno l’Abbazia di Fossanova, nel comune di Priverno, tornerà a essere teatro di un incontro raro tra spiritualità, cultura e vino. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione Vini d’Abbazia si conferma come un appuntamento unico nel panorama nazionale, capace di mettere in dialogo la tradizione enologica custodita nei monasteri con le nuove sensibilità del pubblico contemporaneo.

    L’iniziativa è nata da un’idea di Rocco Tolfa, giornalista, autore e appassionato divulgatore delle culture del vino, che ha saputo costruire attorno al concetto di “vino d’abbazia” un racconto corale e identitario. Tolfa è anche curatore del programma culturale, affiancato da un comitato scientifico e da un gruppo di lavoro che coinvolge giornalisti, sommelier, storici e professionisti del settore.

    Rocco Tolfa, Giancarlo Righini, Giovanni Acampora e Massimiliano Raffa

    Protagonisti d’eccezione da tutta Europa

    Trai partecipanti alla quarta edizione di Vini d’Abbazia figurano Abbazia di Novacella, Abbazia di Praglia, Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Abbazia di Busco – Liasora, Arnaldo Caprai – Viticoltore in Montefalco, Badia a Passignano – Marchesi Antinori, Cantina dei Monaci, Cascina del Monastero – Opera Pia Barolo, Castello di Magione, Abbazia del Goleto – Feudi di San Gregorio, Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano, Monastero di Bose Fraternità di Assisi San Masseo, Monastero dei Santi Gervasio e Protasio, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Cantina Convento Muri-Gries, Abbazia di Rosazzo – Livio Felluga, San Francesco della Vigna, Abbazia di Santa Maria della Matina, Convento dell’Annunciata di Rovato – Bellavista, Monastero di Santo Stefano Belbo – Beppe Marino, Tenuta Santa Cecilia Croara, Monastero delle Suore Trappiste di Vitorchiano e Monastero di Sabiona – Cantina Valle Isarco. A questi si aggiunge il Monastero di Alaverdi – Badagoni, cuore della cristianità ortodossa in Georgia, custode di una delle più antiche tradizioni vitivinicole del mondo.

    Abbazzia di Novacella

    A rappresentare la Rete delle Abbazie Francesi Les Vins d’Abbayes: Abbaye de Cîteaux – Borgogna, Abbaye de Fontfroide – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye de Lérins – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Morgeot – Borgogna, Abbaye de Valmagne – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye des Monges – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye du Barroux – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye Notre-Dame de Fidélité de Jouques – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Vallières – Valle della Loira, Abbaye de Villers – Vallonia, Belgio, Cellier aux Moines – Champagne-Ardenne, Château de la Tour – Clos de Vougeot – Borgogna, Château des Antonins – Bordeaux, Chartreuse de Valbonne – Rodano-Alpi, Domaine de l’Abbaye du Petit Quincy – Borgogna, Domaine de Bon Augure – Abbaye de Joncels – Linguadoca-Rossiglione e Domaine des Palais – Alvernia-Rodano-Alpi.

    Completano il quadro i consorzi e le realtà territoriali del Lazio:  la Strada del Vino della provincia di Latina, la Strada del Vino del Cesanese, il Consorzio Cori DOC, il Consorzio Cesanese del Piglio DOCG e il Consorzio del Cabernet di Atina DOC.

    Un viaggio tra fede, gusto e racconto del territorio

    Vini d’Abbazia si inserisce quest’anno nel progetto regionale “Le Vie del Giubileo”, promosso da Regione Lazio e ARSIAL in vista dell’Anno Santo 2025. L’iniziativa intende valorizzare i luoghi della spiritualità attraverso percorsi di accoglienza e promozione agroalimentare, con l’obiettivo di far emergere un Lazio autentico, ricco di storie e di sapori.

    In quest’ottica, l’Abbazia di Fossanova si fa nodo di una rete che unisce cultura, imprese e istituzioni, con il vino come simbolo di coesione e di appartenenza.

    Degustazioni, incontri e masterclass

    Il programma, già disponibile online, si sviluppa su tre giornate con un calendario ricco di appuntamenti aperti al pubblico. Le degustazioni, attive ogni giorno dalle 16.30 alle 22.00, saranno accompagnate dal Villaggio Food&Wine, con proposte gastronomiche del territorio.

    Tra gli appuntamenti più attesi, sei masterclass tematiche guidate da voci autorevoli del mondo del vino come Andrea Amadei, Chiara Giovoni, Cristina Mercuri, Chiara Giorleo, Manuela Zennaro e Helmuth Köcher. Nel Refettorio dell’Abbazia e nell’Infermeria del Borgo si alterneranno inoltre incontri e talk su identità, spiritualità, paesaggio e nuove forme di racconto enoturistico.

    Venerdì l’apertura sarà affidata al convegno “Custodi della vite: i monaci e la cultura del vino”, condotto da Marcello Masi, mentre sabato si discuterà di Giubileo e turismo rigenerativo. Domenica spazio al punto di vista femminile nel vino, con il talk “Radici antiche e idee innovative: il vino secondo le donne”, che vedrà protagoniste imprenditrici e professioniste del settore.

    Un modello di sinergia territoriale

    Vini d’Abbazia è frutto di un lavoro corale che coinvolge enti pubblici, associazioni di categoria, realtà imprenditoriali e operatori culturali. Tra i promotori figurano Regione Lazio, ARSIAL, Camera di Commercio Frosinone-Latina e Comune di Priverno, con l’organizzazione affidata alla Strada del Vino, dell’Olio e dei Sapori della provincia di Latina, Taste Roots, UpWell Development Consulting e Associazione Polygonal.

    “L’Abbazia di Fossanova – ha dichiarato l’Assessore regionale Giancarlo Righini – è il luogo ideale per testimoniare il valore di questi vini, frutto di un sapere antico, che oggi torna protagonista con qualità e passione”.

    Un’occasione da vivere con lentezza

    Più che un evento, Vini d’Abbazia si propone come un’esperienza. Tra antiche architetture, storie di spiritualità e vini che parlano di memoria e dedizione, la manifestazione invita a rallentare, a ritrovare il senso del tempo e del gusto, a lasciarsi guidare dalla curiosità.

    Nel cuore del basso Lazio, un’occasione per scoprire che il vino non è solo prodotto, ma racconto: di luoghi, di comunità e di un sapere che, ancora oggi, continua a fermentare.

    Ulteriori approfondimenti su https://vinidabbazia.com/ e https://www.smstudiopr.it/it/news/dettagli/dal-6-all8-giugno-torna-vini-dabbazia-la-4edizione-dellevento-che-celebra-la-tradizione-enologi.html LEGGI TUTTO

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    VinoVip sbarca a Forte dei Marmi: due giorni tra grandi vini e nuove visioni dell’enologia italiana

    L’8 e 9 giugno 2025, Forte dei Marmi si trasforma in una raffinata vetrina del vino italiano con la nuova edizione di VinoVip al Forte, l’evento firmato Civiltà del bere che porta sulla costa versiliese i nomi più autorevoli del panorama enologico nazionale. Un’occasione per incontrare produttori, assaggiare etichette d’eccellenza e riflettere sul futuro del settore, il tutto in uno dei contesti balneari più esclusivi del Paese.

    Dopo il successo delle edizioni 2018 e 2023, VinoVip torna nella versione “marittima” della celebre manifestazione biennale di Cortina d’Ampezzo, mantenendo intatta la formula che l’ha resa un punto di riferimento: alta qualità, confronto aperto e un parterre d’eccezione. La sede sarà ancora una volta Villa Bertelli, nel cuore di Forte dei Marmi, con il patrocinio del Comune.

    Il programma si apre domenica 8 giugno alle ore 15 con una conferenza di Aldo Fiordelli, giornalista e senior editor di James Suckling, che guiderà una riflessione sui fine wines bianchi a livello internazionale. Segue alle 16.30 una degustazione dedicata ai migliori bianchi italiani, protagonisti di una delle sfide più interessanti dell’enologia contemporanea.

    Lunedì 9 giugno, alle 10, spazio al consueto talk-show VinoVip, intitolato quest’anno “Il mondo del vino raccontato da chi lo farà”: una tavola rotonda con giovani voci del settore chiamate a immaginare l’evoluzione del comparto. Al termine, verrà assegnato il Premio Pino Khail per la valorizzazione del vino italiano, riconoscimento già attribuito a figure di primo piano come Piero Antinori, Chiara Lungarotti e Marina Cvetic.

    A chiudere l’evento, dalle 17 alle 21, il Grand Tasting con i Protagonisti di VinoVip al Forte 2025: un banco d’assaggio con le aziende che hanno segnato la storia dell’enologia italiana. Una vera e propria full immersion tra eccellenze consolidate e nuove sfide da scoprire calice alla mano.

    Il direttore di Civiltà del bere, Alessandro Torcoli, sottolinea come Forte dei Marmi rappresenti “l’alternativa perfetta a Cortina”, per affinità di stile, eleganza e respiro internazionale. «VinoVip è da sempre anche un laboratorio di idee per il vino italiano: quest’anno il focus sarà sui bianchi di prestigio e sulla visione dei giovani», ha dichiarato.

    VinoVip al Forte nasce da un’idea di Civiltà del bere ed è coordinato dall’editore e direttore della rivista Alessandro Torcoli, affiancato dal comunicatore Gianni Mercatali e dal giornalista e critico enogastronomico Aldo Fiordelli. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Forte dei Marmi, il cui sindaco Bruno Murzi ha accolto con entusiasmo la proposta, evidenziando come la città, con ben quattro ristoranti stellati in soli nove chilometri quadrati, rappresenti un’eccellenza gastronomica perfettamente in linea con lo spirito della manifestazione.

    A VinoVip al Forte, saranno presenti alcune tra le aziende più blasonate d’Italia, di seguito la lista, l’elenco aggiornato in tempo reale su vinovipalforte.it.

    Andreola, Marchesi Antinori, Argiolas, Berlucchi Franciacorta, Nicola Biasi (b), Bortolomiol, Broglia (b), Le Caniette, Casadei, Cavazza, Colle Bereto, Il Colombaio di Santachiara, Livio Felluga (b), Félsina, Tenute Folonari, Fontanafredda, Fonzone, Gabe, Herita Marzotto Wine Estates, Cantine Lunae, Le Manzane, Masciarelli, Masi Agricola, Mezzacorona, Nino Franco, Pasqua Vini, Pio Cesare, Poggio al Tesoro, Quintodecimo, San Michele Appiano (b), Sartori di Verona, Surrau (b), St. Roch (b), Torre Rosazza (b), Vite Colte, Umani Ronchi, Velenosi, Venica&Venica (b), Vigneti La Selvanella, Zorzettig.

    (b): l’azienda partecipa solo alla degustazione “I fine wines bianchi italiani”.

    L’evento è aperto ai professionisti e al pubblico. Biglietti disponibili su vinovipalforte.it

    Per ulteriori informazioni e accrediti stampa:

    Anna Rainoldi eventi@civiltadelbere.com – 02 76110303

    photo Marco Cremonesi LEGGI TUTTO

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    Barbera d’Asti, un marchio collettivo per rafforzare l’identità europea e internazionale

    Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha ottenuto dall’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) la registrazione ufficiale del marchio collettivo “Barbera d’Asti” (n. 018956876), un traguardo significativo che rafforza la tutela e la valorizzazione della denominazione nell’Unione Europea. La data di registrazione è il 18 aprile 2025.

    «Siamo particolarmente soddisfatti di questo risultato», afferma Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio. «Il marchio collettivo rappresenta un passo avanti nella difesa dell’identità del nostro vino e nella promozione del territorio. È uno strumento che tutela i produttori, accresce la riconoscibilità della Barbera d’Asti e contribuisce a consolidarne il posizionamento sui mercati internazionali». È già in corso il lavoro per estendere la protezione del marchio anche oltre i confini europei.

    Vitaliano Maccarino

    Il nuovo marchio si affianca alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), offrendo una protezione aggiuntiva e uno strumento di promozione trasversale, pensato non solo per il mondo del vino ma anche per settori correlati come la ristorazione, l’ospitalità, l’organizzazione di eventi e la formazione.

    Il marchio è di proprietà del Consorzio, che ne garantirà l’impiego secondo un apposito regolamento. Questo documento stabilisce criteri rigorosi per l’utilizzo da parte delle aziende associate: dalla riproduzione del logo su etichette e materiali di comunicazione, al rispetto degli standard qualitativi, in linea con il Disciplinare di produzione. Il logo identificativo, concepito per essere riconoscibile in ambito europeo e internazionale, reca l’impronta digitale a simboleggiare autenticità e senso di appartenenza.

    «La Barbera è il cuore della nostra viticoltura – sottolinea ancora Maccario – ed è anche il punto di contatto tra individualità produttive e visione condivisa. Il logo sintetizza questa idea: un segno distintivo che racconta la qualità del vino e la forza della nostra comunità».

    La registrazione del marchio collettivo, seguita dallo Studio Legale Merlo di Asti in qualità di mandatario presso l’EUIPO, segna un passaggio strategico per tutte le realtà che fanno capo al Consorzio. Un riconoscimento che punta a generare valore lungo tutta la filiera, dal vignaiolo al consumatore finale.

    Il 2025 si conferma così un anno di grande dinamismo per il Consorzio, che prosegue il suo impegno nella valorizzazione delle denominazioni tutelate e nella costruzione di un’identità contemporanea del vino piemontese, capace di coniugare eccellenza produttiva e visione collettiva.

    Il Consorzio Barbera D’Asti e Vini Monferrato

    Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, fondato nel 1946, ha il compito di tutelare e promuovere le sue denominazioni per garantire la loro diffusione e la loro immagine sui mercati nazionali e internazionali, anche attraverso appositi marchi distintivi. Attualmente il Consorzio conta più di 421 aziende associate e 13 denominazione tutelate  LEGGI TUTTO

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    Vernaccia di San Gimignano Regina Ribelle: torna il Wine Fest

    Dopo il successo delle edizioni precedenti – l’ultima, nel 2024, ha superato i 1.000 visitatori – il festival torna ad animare il centro storico della città con degustazioni, masterclass, laboratori e intrattenimento.

    Organizzato dal Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano insieme al Comune, il Wine Fest rappresenta un’occasione unica per scoprire e assaporare il grande bianco di Toscana nei luoghi in cui è nato e ha saputo crescere, attraversando i secoli.

    Il programma si articola su due giornate: protagonisti saranno i produttori della Denominazione, presenti agli stand per raccontare la propria Vernaccia, ma anche masterclass, wine tasting, laboratori di abbinamento con eccellenze toscane come Prosciutto Toscano DOP, Finocchiona IGP e Pecorino Toscano DOP. La festa proseguirà con appuntamenti di musica e dj-set nella splendida cornice della Rocca di Montestaffoli, senza dimenticare attività dedicate anche ai più piccoli.

    Domenica 18 maggio si terrà inoltre la finale del concorso “Miglior Sommelier AIS Toscana 2025”, frutto della rinnovata collaborazione tra il Wine Fest e AIS Toscana.

    “L’idea di creare un evento aperto al pubblico per promuovere la nostra Regina Bianca è nata come una scommessa,” spiega Irina Strozzi, Presidente del Consorzio. “Oggi siamo orgogliosi di vedere come questa manifestazione stia contribuendo a consolidare e rinnovare l’immagine della Vernaccia di San Gimignano.”

    Come da tradizione, il Wine Fest sarà preceduto da due giornate – il 15 e 16 maggio – dedicate alla stampa di settore italiana e internazionale. I giornalisti potranno degustare in anteprima le nuove annate di Vernaccia al Museo De Grada e visitare alcune aziende del territorio attraverso un press tour dedicato.

    PROGRAMMA:Sabato 17 Maggio11:00-19:00 Banchi di assaggio nel Centro Storico di San GimignanoIncontri con i produttori della Vernaccia di San Gimignano DOCGPiazza della Cisterna e Piazza del Duomo11:00-17:30 Accesso libero al percorso museale de “La Vernaccia di San Gimignano Wine Experience”Rocca di Montestaffoli12:00 Masterclass: La Vernaccia di San Gimignano incontra le altre eccellenze toscaneCon il Prosciutto Toscano DOP, la Finocchiona IGP e il Pecorino Toscano DOPPiazza delle Erbe14:00 Masterclass: La Vernaccia di San Gimignano incontra il Bistrot MagninoPiazza delle Erbe16:00 Masterclass: La Vernaccia di San Gimignano incontra l’Osteria San GiovanniPiazza delle Erbe18:00 Masterclass: La Vernaccia di San Gimignano incontra il ristorante FuoriluogoPiazza delle Erbe20:00-24:00 Dj-setMusica, Food, degustazione di Vernaccia di San Gimignano DOCG e special drinks firmati “Il Gingegnere”Cassero della Rocca di Montestaffoli Domenica 18 Maggio11:00-18:00 Banchi di assaggio nel Centro Storico di San GimignanoIncontri con i produttori della Vernaccia di San Gimignano DOCGPiazza della Cisterna e Piazza del Duomo10:00-11:30 Prove di esame AIS per “Miglior Sommelier della Toscana 2025”Accesso riservato ai partecipanti iscritti all’esame presso La Vernaccia di San Gimignano Wine ExperienceRocca di Montestaffoli11:00 Masterclass: Ilaria Lorini presenta le nuove annate della Vernaccia di San GimignanoPresentazione di 6 etichette di Vernaccia di San Gimignano. A cura di Ilaria Lorini – Miglior Sommelier Toscana AIS 2024Piazza delle Erbe 13:00-17:30 Accesso libero al percorso museale de “La Vernaccia di San Gimignano Wine Experience”Rocca di Montestaffoli14:30 Masterclass: Vernaccia di San Gimignano Ritorno al FuturoTalk Show con degustazione – Presentazione di 6 etichette premiate nelle ultime 6 edizioni della Guida Vitae AIS.Interverranno: Cristiano Cini – Presidente AIS Toscana, Roberto Bellini, Valentino Tesi – brand ambassador Vernaccia di San GimignanoPiazza delle Erbe16:00 Finale “Miglior Sommelier della Toscana 2025”Conclusione dell’esame AIS di DegustazioneLoggia del Comune17:30 Premiazione AIS  “Miglior Sommelier della Toscana 2025” e chiusura eventoCerimonia di consegna premi e saluti istituzionaliLoggia del Comune LEGGI TUTTO