More stories

  • in

    Consorzio di Tutela Vini DOC Cirò e Melissa avanti tutta

    Il Consorzio di Tutela Vini DOC Cirò e Melissa chiude un anno intenso, che lo ha visto protagonista di svariate iniziative locali e nazionali volte a promuovere le proprie aziende e il proprio territorio.

    Dai seminari tenuti dall’Associazione Italiana Sommelier, al Cirò Wine Festival che ha avuto tra i relatori delle masterclass Luca Gardini, alle conferenze tenute durante Vinitaly, l’anno 2023 è stato costellato di momenti che hanno messo in luce l’importanza di questa denominazione che sta compiendo grandi passi in avanti.

    È arrivato da poco anche il Pubblico Accertamento e la Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del riconoscimento a Docg per il Cirò Rosso Riserva, astro nascente della Denominazione, che rappresenta un passaggio chiave per la Denominazione rendendola ancor più competitiva sul mercato.

    “Un anno ricco di soddisfazioni, ma anche di sfide per i nostri produttori, in particolare la gestione del vigneto e della vendemmia sono stati momenti delicati, che hanno richiesto l’impegno costante in campo per portare a casa un prodotto di qualità. Siamo molto contenti del lavoro svolto, che ci ha permesso di tutelare il raccolto e assestarci in linea con la situazione vitivicnicola nazionale. Noi come Consorzio, abbiamo cercato di alzare il percepito dei nostri vini e delle nostre aree vitivinicole, e su questo punteremo anche nei prossimi anni, organizzando eventi e conferenze volti a valorizzare il nostro patrimonio enologico.

    Con piacere abbiamo registrato, rispetto al 2022 un incremento del turismo enogastronomico, che sempre di più vuole scoprire la tradizione e il valore culinario ed enologico della nostra terra” – afferma Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio.

    Nonostante l’anno, dal punto di vista prettamente produttivo, sia stato particolarmente sfidante per il Consorzio, non ci sono stati scostamenti dalla media nazionale dal punto di vista di vendite e imbottigliamento , nel corso degli anni, ha intrapreso un cammino che ha portato i vini delle denominazioni a essere conosciuti e apprezzati a livello europeo e non solo. Molto lavoro è stato fatto per dare il giusto valore al territorio vitivinicolo e ai suoi prodotti, ed il Pubblico Accertamento che ha avuto luogo il 16 novembre della Docg Cirò Riserva è stato per il Consorzio una grande conferma che questo percorso virtuoso sta portando i suoi frutti.

    Raffaele Librandi

    Per il passaggio ufficiale a Docg ci vorrà ancora qualche tempo, dopo la Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale si aspetta l’approvazione da parte della Comunità Europa. Tuttavia, l’iter, iniziato nel 2019, simboleggia la volontà di elevare il territorio e riconoscere il valore vitivinicolo e il pregio che esso possiede e renderlo competitivo all’interno del mercato. “La scelta di far conferire il marchio Docg solo al Rosso Doc Cirò Riserva – spiega Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio – è motivata dalla volontà di valorizzare al meglio l’astro nascente della nostra Denominazione, un vino con la giusta struttura e carattere da poter essere competitivo sul mercato. Inoltre, esso viene prodotto con uno dei vitigni più identitari della nostra regione, il Gaglioppo.”

    Quando si parla di zona “classica”, da cui nasce il Rosso Doc Cirò Riserva, si intendono i comuni di Cirò e Cirò Marina. Il comprensorio si sviluppa all’estremo nord della Provincia di Crotone, sul litorale della costa Ionica e nel suo entroterra collinare sino alle prime pendici della Sila. Comprende un territorio esteso per circa 20.000 ettari che si estende lungo la fascia litorale ionica per circa 25 km e si spinge per oltre 10 km nell’entroterra.

    L’iter burocratico non è ancora terminato, e bisognerà aspettare ancora qualche settimana perché il riconoscimento sia ufficiale; tuttavia, i requisiti per accedere allo step finale sono presenti e l’auspicio è che il percorso giunga al più presto al suo compimento. LEGGI TUTTO

  • in

    Nuovo assetto societario per la famiglia Allegrini

    Grandi cambiamenti in casa Allegrini, una delle più importanti famiglie del vino italiano. Un comunicato stampa piuttosto scarno arrivato sotto l’albero ci racconta che la famiglia Allegrini, nell’ambito del progetto di riassetto proprietario e di governance, finalizzato alla costante espansione dell’attività imprenditoriale nel settore vitivinicolo, ha concluso un primo accordo il cui risultato finale è destinato a procurare la suddivisione dei principali assets.

    Matteo, Silvia, Giovanni e Francesco Allegrini

    In particolare, Francesco, Giovanni e Matteo Allegrini, eredi di Franco Allegrini, acquisiranno la maggioranza delle società veronesi Allegrini e Corte Giara, radicate in Valpolicella, e ne saranno alla guida unitamente a Silvia, erede di Walter Allegrini, mentre il Cav. Lav. Marilisa Allegrini e le figlie, Carlotta e Caterina, manterranno la proprietà delle aziende toscane, Poggio Al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino, oltre che di Villa Della Torre a Fumane in Valpolicella.

    Marilisa Allegrini con le figlie Carlotta e Caterina Mastella

    La storia del vino italiano si rinnova, buon nuovo inizio a tutti. LEGGI TUTTO

  • in

    Tempo di cambiamenti per il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano

    Tempo di cambiamenti per il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano: nel 2024 lo storico vino bianco di Toscana presenterà alla stampa le nuove annate in una degustazione tecnica ospitata all’interno della seconda edizione di “Regina Ribelle – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest”, evento la cui prima a giugno 2023 ha riscosso un notevole  successo di affluenza, con oltre tremila degustazioni vendute a wine lover e operatori di settore.

    “Regina Ribelle Wine Fest vuole rappresentare l’evento di riferimento per la Vernaccia di San Gimignano, con l’obiettivo di raccontare la denominazione stessa e tutto il suo territorio a 360 gradi. La scelta della primavera inoltrata ricade nella volontà di presentare le Vernacce di San Gimignano d’annata non più in febbraio in occasione delle Anteprime di Toscana, ma in un periodo in cui sono al meglio della loro espressione e potenziale. In aggiunta a ciò, la volontà è quella di far vivere anche il territorio nella maniera più completa possibile. Sarà un evento di respiro molto ampio, che vuole, oltretutto, ricordare la candidatura della stessa città di San Gimignano a città europea del vino, una città che parla di vino con la sua Vernaccia di San Gimignano fin dal 1276”, così la Presidente Irina Strozzi commenta la novità.

    Ed ecco le date ufficiali: giovedì 16 e venerdì 17 maggio 2024 la città di San Gimignano ospiterà i giornalisti italiani ed esteri di settore, impegnati negli assaggi delle nuove annate e in un press tour sul territorio, oltre che nella cena di gala, che si terrà nel suggestivo chiostro di Sant’Agostino, e in un convegno scientifico che coinvolgerà relatori di caratura nazionale su temi di attualità del mondo del vino. Nel weekend del 18 e 19 maggio, l’evento aprirà al grande pubblico, con i desk dei produttori dislocati nelle piazze cittadine e attività mirate all’assaggio e alla conoscenza della Vernaccia di San Gimignano – Regina Bianca in una terra di Re Rossi – e dei suoi produttori. Previsti spettacoli in piazza e una serata di intrattenimento alla Rocca di Montestaffoli.L’evento è promosso dal Consorzio della Vernaccia di San Gimignano e dal Comune di San Gimignano, in collaborazione con i Musei Civici. LEGGI TUTTO

  • in

    I vini dell’Etna in viaggio verso la DOCG

    L’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, riunitasi venerdì 10 novembre 2023, ha deciso all’unanimità di avviare l’iter per ottenere il riconoscimento della DOCG per l’intera denominazione etnea.

    “Siamo molto felici, si tratta di una decisione importante, direi storica, per tutto il territorio etneo” commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC. “La decisione è stata presa all’unanimità dai tanti soci presenti durante l’assemblea, all’interno di un clima di grande collaborazione e partecipazione – sottolinea il presidente – Il desiderio, da parte di tutti i produttori della nostra denominazione, è quello che venga definitivamente legittimato, anche attraverso il raggiungimento del gradino più alto della piramide del sistema delle certificazioni di denominazione, il grande lavoro sin qui svolto e il prestigio che ormai il mercato ha riconosciuto ai nostri vini”.

    Francesco Cambria

    L’iter per il riconoscimento della DOCG prevede diversi passaggi prima del raggiungimento dell’obiettivo finale. “Ci sono alcune prassi che devono essere seguite con grande attenzione da parte del Consorzio” spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio. “Presenteremo, prima di tutto, la richiesta alla Regione Siciliana che valuterà la documentazione e la rappresentatività della denominazione. In seguito, conclusasi questa fase, entrerà in gioco il Comitato nazionale vini DOP e IGP, organo del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Difficile fare previsioni certe, ma pensiamo che tutto l’iter potrebbe durare circa anche meno di due anni”.  

    Maurizio Lunetta

    Il passaggio dalla DOC, la prima della Sicilia e tra le prime nate in Italia nel 1968, alla DOCG comporterà anche alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione. Per quanto riguarda la tipologia Spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare la varietà Carricante, oltre a quella già presente, ovvero il Nerello Mascalese; sarà inoltre possibile produrre la versione Pas Dosé.

    La resa della tipologia Etna Rosso con Unità Geografica Aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle Contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate in contrade. Infine, nel futuro disciplinare DOCG, sarà possibile indicare come Unita Geografica aggiuntiva il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.

    “Le modifiche che verranno apportate al nuovo disciplinare ci consentiranno di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei nostri vini e di fornire ai consumatori elementi che rendono la nostra produzione ancor più distintiva” conclude il presidente Francesco Cambria. “Siamo una denominazione in salute, molto attenta a difendere la specificità della nostra viticoltura, caratterizzata da un meraviglioso patrimonio di vitigni autoctoni, allevati all’interno di un territorio unico come quello rappresentato dal vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna”.

    Non cambieranno, invece, i confini complessivi della denominazione etnea. Nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1290,82, suddivisi tra 442 viticoltori. La produzione, sempre nel 2022, è stata di 43.651,09 ettolitri rivendicati a DOC Etna, pari a 5.820.145 di bottiglie. LEGGI TUTTO

  • in

    C’è una nuova guida giù in città: Vini di Vignaioli Artigiani

    Debutta la prima edizione della guida dedicata esclusivamente ai vignaioli artigiani d’Italia. 365 aziende recensite, 27 delle quali con il simbolo della 5 Lune Piene, 61 vini Colpo di Fulmine, 23 focus dedicati ai territori d’elezione vocati all’eccellenza, un ampio e innovativo glossario, 7 premi speciali.

    La nuova guida raccontata dalle voci del direttore, del curatore e dei vice curatori:

    Sabatino Sorrentino direttore della guida: “Un progetto innovativo e peculiare, esclusivamente focalizzato sull’opera dei veri artigiani della terra, ovvero di quelle aziende che praticano una viticoltura etica e sostenibile, producendo vini dal carattere assolutamente singolare.  Le vere eccellenze del panorama enologico italiano.

    Pierluigi Gorgoni – curatore : “Abbiamo coinvolto le aziende che rivelano un fondamentale impegno per la salvaguardia della terra attraverso pratiche che restituiscano vitalità ai terreni e, conseguentemente, vivacità espressiva ai prodotti che se ne ricavano. 365 aziende in tutto. Non è un numero casuale, tutt’altro, perché – in ossequio ai ritmi della natura – i simboli della guida sono le lune piene, le lune crescenti e il fulmine, inteso come colpo di fulmine. Una guida di racconti e di emozioni, non di punteggi e di classifiche. Oltretutto, abbiamo assaggiato in maniera conviviale, restituendo al vino, ad ogni vino, la sua funzione primaria di strumento per la socializzazione”.

     Emanuele Gobbi – vice curatore:   “Abbiamo richiesto una campionatura minima alle aziende, tre etichette a loro scelta e una bottiglia per tipo, per far viaggiare colli meno pesanti”.

    Alessandro Franceschini – vice curatore:  “Abbiamo considerato esclusivamente le aziende che operano all’interno di regimi certificati e fanno parte di associazioni nell’ambito del biologico e del biodinamico, come VinNatur, Renaissance Italia e ViniVeri, e con estensioni che non devono superare i 30 ettari di vigneti”.

    Fosca Tortorelli vice curatrice: “Meritano attenzione l’ampia sezione dedicata ai Vermouth artigiani e il Glossario che analizza temi di fortissima attualità, chiarendo ambiti come l’agricoltura sinergica, gli insegnamenti di Masanobu Fukuoka, di Emilia Hazelip, che mai prima una guida di settore aveva considerato ma che sono al centro della ricerca dei nostri vignaioli, ed è molto divertente ed opportuno il Vademecum del visitatore delle manifestazioni sul vino, sul comportamento da tenere in quelle occasioni”.

    Il riconoscimento delle Cinque Lune Piene, quali fari della produzione vinicola nazionale è stato assegnato alle aziende: Giuseppe Rinaldi, Principiano, La Biancara, Montevertine, Nino Barraco, Oasi degli Angeli, Fattoria San Lorenzo, Emidio Pepe, Cinque Campi, Villa Papiano, Monte dall’Ora, Cantina dell’Angelo, Dettori e Radikon.

    Sono stati assegnati 7 premi speciali:

    Azienda dell’anno

    Montevertine

    Vignaiolo dell’anno

    Thomas Niedermayr

    Agronomo dell’anno

    Michele Lorenzetti

    Premio alla carriera

    Emidio Pepe

    Migliore carta dei vini e dei vermouth

    La Dispensa di San Felice del Benaco di Michele Bontempi

    Migliore selezionatore e distributore

    Les Caves de Pyrene

    Premio speciale -Luna Terra Vino- in memoria di Giuseppe Rinaldi

    Locanda Mariella di Fragnolo di Calestano, come presidio custode di tutti i valori che questa guida persegue.

    La Guida Vini di Vignaioli Artigiani 2024 è in vendita nelle principali librerie italiane e negli store online.

    Guida Vini di Vignaioli Artigiani 2024

    Collana: Food & Wine Lingua: Italiano Pagine: 240

    Formato: 16,8 x 24 cm rilegatura Filo refe Copertina: Cartonata

    isbn: 978-88-9397-087-7

    Prezzo: 34 Euro

    Credit Photo: Fosca Tortorelli LEGGI TUTTO

  • in

    Lo scenario italiano del consumo di vino fuori casa

    In occasione della Milano Wine Week, CGA by NielsenIQ (NIQ) – principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise – ha raccontato lo scenario italiano del consumo di vino fuori casa all’interno del nuovo spazio “Casa Masaf”, creato per l’occasione dall’omonimo Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

    Nonostante l’incremento del costo della vita stia colpendo gran parte degli italiani, i consumatori amanti del vino tendono ad essere più propensi a non rinunciare al piacere di mangiare e bere fuori casa. Per quanto riguarda le specifiche categorie di bevande, dalla recente indagine emerge che il 40% dei consumatori preferisce il vino come drink. Una tendenza tutta italiana che rende la categoria terza dopo birra e aperitivi.

    Le tipologie di vino preferite dagli italiani

    Nel Belpaese il vino fermo traina la categoria: lo scelgono infatti 3 consumatori su 4 (75%).  Vino frizzante (44%) e vino da dessert (28%) si posizionano al secondo e terzo posto. Inoltre, il vino fermo se paragonato al vino frizzante detiene una posizione dominante con il 53% dei consumatori che dichiara di berlo esclusivamente rispetto alle bollicine.

    L’identikit degli appassionati del vino

    Il 60% degli amanti del “nettare degli dei” afferma che uscire per mangiare e bere fuori casa rimane una priorità fondamentale. Inoltre, il 71% frequenta locali con una continuità uguale o maggiore rispetto a 3 mesi fa, spendendo la stessa cifra, o addirittura superiore.

    In Italia il consumatore di vino è alto-spendente – con un reddito medio familiare superiore ai 38mila euro -, paga mensilmente una cifra di circa 103€ per mangiare e bere fuori casa e si colloca prevalentemente nella fascia d’età degli over 55 (44%). Il 62% frequenta settimanalmente i locali e vive generalmente in grandi aree urbane (69%).

    Carta dei vini: quali sono i criteri di scelta di un buon bicchiere di vino

    CGA by NielsenIQ segnala che prima di scegliere un calice di vino, gli italiani controllano in primis la provenienza, elemento di garanzia per la qualità del prodotto selezionato; infatti la regione (37%) e il paese d’origine (32%) si collocano al primo e al secondo posto, seguiti subito dopo dalla reputazione (23%). Dall’analisi emerge anche che gli italiani (88%) sono i primi consumatori a livello mondiale a prediligere vini del proprio Paese, seguiti da Nuova Zelanda (85%) e Francia (78%).

    Inoltre, tra i cultori del vino, più di un terzo (37%) indica la qualità del prodotto come caratteristica imprescindibile per la scelta del proprio drink (+ 7 pp rispetto al consumatore medio). Fattore meno rilevante per definire un vino di qualità è il prezzo, che si posiziona solamente al sesto posto (19%) e non influisce in maniera consistente.

    About CGA by NielsenIQ

    CGA by NielsenIQ è la principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise che favorisce la crescita dei marchi di cibo e bevande di maggior successo al mondo. LEGGI TUTTO

  • in

    Nei ristoranti USA è Brunello mania

    Il Brunello di Montalcino è il rosso italiano più presente nelle wine list dei ristoranti Usa. Lo rileva Top 150 Italian wines in American Restaurants, la speciale classifica realizzata da wine2wine di Vinitaly in collaborazione con Somm.ai, il database americano più grande al mondo di liste di vini e liquori venduti on premise, che ha analizzato il posizionamento dei principali 150 vini tricolori nelle carte dei ristoranti a stelle e strisce. Secondo quanto osserva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, sono 17 le cantine nel ranking della ristorazione per un totale di 12.228 referenze in carta e prezzi quasi tutti in tripla cifra: si va infatti da un massimo di 1.213 dollari a un minimo di 90 $ a bottiglia.  

    Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato estero per la denominazione toscana con una quota di circa il 30% delle vendite oltreconfine e una crescita tendenziale a valore a fine 2022 del 29% (fonte: Osservatorio prezzi Consorzio del vino Brunello di Montalcino).  

    Le 17 aziende nella top 150 sono: Castello Banfi, Tenuta Greppo (Biondi Santi), Il Poggione (proprietà Franceschi), Tenuta Caparzo, Argiano, Altesino, Tenuta Col d’Orcia, Pian Delle Vigne (Antinori), Valdicava, Pieve Santa Restituta (Gaja), Casanova di Neri, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Castelgiocondo (Marchesi de’ Frescobaldi), Tenute Silvio Nardi, Castiglion del Bosco, Canalicchio di Sopra, Camigliano. LEGGI TUTTO

  • in

    Giacenze in cantina mai così alte dal 2000

    Record di stock in cantina a fine luglio ed export verso i Paesi extra-Ue in peggioramento – specie negli Stati Uniti – per le imprese italiane del vino. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato i dati di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e i numeri sulle vendite nei Paesi terzi relative al 1° semestre di quest’anno secondo le ultime rilevazioni delle dogane.

    Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l’equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri. Il dato riflette un’eccedenza dello 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull’ultima rilevazione pre-vendemmiale del 2022. L’altro indicatore di mercato – aggiunge l’Osservatorio – è anch’esso complicato, con la domanda extra-europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione. Tra i top 10 buyer – che assieme rappresentano circa l’85% del mercato extra comunitario – le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud. Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell’anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l’aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).

    Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “Sulla prossima vendemmia – la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare – pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità. Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi – come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro – rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito – ha concluso Frescobaldi – il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall’Italia contribuiscono all’erosione del valore aggiunto”.

    Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese: “L’Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l’economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l’estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l’International Wine Expo. Da settembre a dicembre abbiamo infatti in programma una nuova campagna di internazionalizzazione con 25 appuntamenti in 15 Paesi e 4 Continenti. Da una parte per rifinire ulteriormente l’incoming per la prossima edizione veronese, dall’altra per garantire b2b direttamente sulle piazze estere”.

    Il 12 settembre Assoenologi, Ismea e Uiv rilasceranno le proprie previsioni vendemmiali in conferenza stampa al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. LEGGI TUTTO