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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento primo semestre 2020

    Dopo il tonfo di Maggio (-24%) le esportazioni di vino italiano riportano un ulteriore calo del 4% in giugno. Il quadro dei primi 5 mesi dunque non si aggrava ulteriormente, anche grazie a una base di confronto molto meno sfidante (giugno 2019 segno un calo dell’8%, contro il +6% di maggio). Il dato finale secondo ISTAT è di esportazioni in calo del 4.1% a 2892 milioni di euro. Due sono le aree di debolezza che si possono riscontrare in questi dati: primo, l’andamento in alcuni paesi dell’Europa continentale; secondo, i vini spumanti che dopo aver “guidato” la crescita del nostro export stanno calando più velocemente (-8%) a causa della loro maggiore esposizione al canale della ristorazione, al consumo nei bar e, geograficamente, all’area del Regno Unito. Dando un piccolo sguardo fuori dai confini, non ci dobbiamo però lamentare. Se è vero che gli spagnoli sono andati più o meno come noi, è vero anche che i francesi hanno fatto un vero e proprio buco, con un calo del 21% delle loro esportazioni, che sarà oggetto di commento in un post dei prossimi giorni. Passiamo a commentare i dati.

    Giugno chiude con un calo del 4.3% a 459 milioni di euro, che si compone di un -2.6% per il vino in bottiglia a 323 milioni, un calo del 12% dei vini spumanti a 102 milioni e un incremento dell’8% delle esportazioni di vini sfusi e altro a 35 milioni. I volumi nel mese sono stati stabili a 1.6 milioni di ettolitri, con un bilanciamento tra un incremento del 2% dei vini fermi e un calo del 7% dei vini spumanti.
    A livello semestrale come abbiamo detto il calo è quasi uguale, 4.1%, con gli spumanti in calo del 7.6% (631 milioni) e i vini fermi in bottiglia a -3.5%, 2039 milioni. Come vedete dalla tabella riassuntiva, a livello annuo il primo semestre 2020 si è “mangiato” l’incremento del secondo semestre 2019.
    Geograficamente la situazione è molto variegata, essendo guidata da differenti tempistiche di diffusione del virus ma anche diverso tipo di esposizione ai prodotti italiani. Sono dunque molto deboli mercati come il Regno Unito, la Svizzera e la Francia (-10/12%) dove i nostri spumanti sono importanti, vanno meglio paesi più esposti al “basso di gamma” come la Germania o gli USA (rispettivamente stabile e -2%), ci sono poi alcune eccezioni positive come l’Olanda (ipotizzo per nuovi canali di esportazione dall’Olanda stessa) o il Canada (+3%, il migliore tra i mercati di peso) o i paesi scandinavi, dove il virus ha attecchito con meno vigore.
    Degli spumanti parliamo in dettaglio martedì, ma è evidente a spiegare questo maggior calo sicuramente va sottolineato l’esposizione al Regno Unito (il 22% del totale contro l’8% per i vini fermi in bottiglia), il cui calo da solo spiega 4 dei quasi 8 punti di calo delle esportazioni semestrali.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Spagna – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2020

    La Spagna è il primo esportatore che analizziamo sui primi 6 mesi dell’anno. I dati, ovviamente negativi, sono di difficile lettura con una forte volatilità tra i diversi mercati. Nel caso della Spagna, intorno a questo -7% che non sembra così negativo ma che si confronta con un 2019 già negativo, ci sono alcune sorprese come il +10% registrato nel Regno Unito e il +35% dei Paesi Bassi che si mischiano con il crollo del 15% nel mercato americano e del 40% in quello cinese. Nei numeri generali questi 6 mesi hanno cancellato i progressi fatti nei 5 anni precedenti dal vino spagnolo e sembrano ben più gravi dell’andamento italiano, che fino a fine maggio registrava un calo contenuto al 4%. Non saremo molto distanti. L’analisi per categoria conferma invece come gli spumanti, più legati alle occasioni di consumo fuori casa sono stati più colpiti rispetto ai vini fermi. Passiamo all’analisi dei dati.

    Le esportazioni spagnole scendono del 6.7% nei primi 6 mesi 2020 a 1218 milioni di euro, dopo aver già subito un robusto calo (-9%) nei primi mesi del 2019. Con un volume sceso dell’111% a 9.8 milioni di ettolitri, il prezzo medio di vendita (che resta il più basso tra tutti i principali paesi esportatori) risale leggermente da 1.18 a 1.24 euro al litro (+5%).
    Come accennavamo sopra, i vini fermi in bottiglia sono scesi del 5% a 773 milioni, gli sfusi e le categorie speciali sono anche loro calati della stessa percentuale a 279 milioni di euro, mentre per gli spumanti c’è stato un tracollo del 15%, per 166 milioni di euro.
    Per quanto riguarda i principali mercati, la Germania è stabile a 166 milioni di euro (ma era scesa in modo molto marcato nel 2018) e il Regno Unito cresce del 10% a 141 milioni di euro e torna ad essere il secondo mercato del vino spagnolo (come sempre è stato).
    Gli USA diventano il terzo mercato nel 2020 (erano il secondo l’anno scorso) con un calo del 15% a 124m milioni, mentre la Francia scende del 10% a 120 milioni. Sotto la volatilità cresce ulteriormente: abbiamo detto del +35% dell’Olanda, ora quinto mercato, mentre la Cina passa da 63 a 37 milioni, dal quinto mercato all’undicesimo posto.
    Se guardiamo in particolare gli spumanti, gli USA restano il primo mercato ma calano del 24% a 23 milioni, mentre Germania e Belgio scendono del 6% e 19% ed entrambi totalizzano 20 milioni.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento maggio 2020

    Dopo due mesi di resistenza, le esportazioni di vino hanno ceduto di schianto nel mese di maggio, segnando un calo del 24%, il che porta il saldo dei primi 5 mesi dell’anno a -4%. La curva sembra essere spostata di un paio di mesi in avanti rispetto a quella delle esportazioni totali, che hanno toccato il loro minimo (in termini di variazione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) ad aprile (-42%), cui sono seguiti un maggio a -30% e un giugno a -12%. Non è facile dire se maggio sia stato il punto di minimo per il vino, ma sicuramente non è difficile ipotizzare che anche giugno e probabilmente luglio saranno dei mesi negativi. Agosto non conta, e con settembre arriviamo alla stagione critica per gli spumanti (che per ora vanno leggermente peggio dei vini fermi in bottiglia): a quel punto sarà critico quanto il virus circolerà ancora tra noi. Per quanto riguarda questi dati, ci sono poche differenze, chi più chi meno cala. Il saldo a fine maggio mette in luce la “resistenza” di alcuni mercati come il Canada e i paesi scandinavi. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni italiane calano del 24% a 435 milioni di euro in maggio, il che porta il saldo da inizio anno a -4% (2.4 miliardi). Vini in bottiglia e spumanti sono giù del 23% e 29% rispettivamente, mentre il resto (di fatto vini sfusi) cala un po’ meno, -17%. Ciò fa allargare un pochino di più la forbice che stiamo vedendo tra i vini in bottiglia, giù del 3.7% nei primi 5 mesi dell’anno e i vini spumanti, -6.6%.
    Come abbiamo già avuto modo di constatare nei mesi scorsi, si tratta di un calo legato ai volumi, che sono giù del 25% in maggio e del 3% da inizio anno, quindi con un andamento molto simile a quello dei valori.
    Se guardiamo ai principali mercati, in maggio a peggiorare sono Stati Uniti e Germania (-24% e -22% rispettivamente), mentre il Regno Unito che era andato molto peggio nei primi mesi paradossalmente continua la sua marcia negativa con un calo del 12%, quindi uguale ai mesi precedenti.
    Nel segmento degli spumanti, l’andamento del Regno Unito è molto peggiore, -28%, e compensato a livello di mercato dal +3% sui vini fermi. Restando tra gli spumanti, noterete nella tabella riassuntiva allegata che il Prosecco viaggia su numeri leggermente meno negativi del totale della categoria (-27% e -3% per maggio e inizio anno rispettivamente), mentre sono ancora positivi (per quanto marginali) i dati dell’Asti spumante.
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    Sud Africa – esportazioni di vino 2019

    Le esportazioni di vino del Sud Africa sono calate dell’11% in Euro (poco sotto 600 milioni) e dell’8% in valuta locale (9.5 miliardi di Rand) a fronte di un pesante calo dei volumi esportati. Secondo UN Comtrade il vino spedito dal Sud Africa nel mondo è sceso da oltre 5 milioni di ettolitri a 3.8 milioni, per un calo di oltre il 25%. Pur non essendo del tutto convinto di questo numero, devo ammettere che coincide con altre fonti (Corriere Vinicolo, per esempio). Regno Unito e Germania, i due mercati principali per i vini africani, sono calati pesantemente e non ci sono altri mercati significativi che aiutino a compensare. La Cina resta una piazza marginale (meno del 5% delle esportazioni), così come il mercato americano, dove il prodotto non ha mai sfondato. Si aggiunga che il Sud Africa non può contare su un bacino di paesi importatori nel suo continente: soltanto la Namibia appare nella nostra lista dei principali clienti. Passiamo brevemente a qualche numero.

    Secondo UN Comtrade, il Sud Africa ha esportato vino per 591 milioni di euro nel 2019, con un calo dell’11% rispetto al 2018. In realtà se vedete il grafico vi accorgete che da ormai qualche anno a questa parte le esportazioni oscillano in una fascia 580-660 milioni di euro, e siamo dunque in un anno abbastanza cattivo. Di questi, 411 milioni sono di vini in bottiglia (-5%), 161 milioni di vino sfuso (-21%) e 19 di altri prodotti (spumanti, mosti e via dicendo).
    Il dato sul volume è più difficile da leggere. Secondo UN Comtrade le esportazioni 2018 erano 5.3 milioni di ettolitri, secondo altre fonti 4.8 milioni, secondo altre ancora (SAWIS l’associazione vinicola locale) ancora di meno, 4.2 milioni. Vabbè. Qui prendiamo UN Comtrade e quindi diciamo che le esportazioni sono calate da 5.3 a 3.8 milioni di ettolitri, -27%. -22% per i vini in bottiglia a 1.6 milioni e -29% per i vini sfusi a 2.2 milioni di ettolitri.
    I due mercati chiave sono entrambi negativi: -15% per il Regno Unito a 106 milioni, -20% per la Germania a 69 milioni. Leggendo i dati, mancano “appigli” per trovare un vero trend di crescita in un mercato. Noterete che per trovare un mercato in crescita per così dire strutturale dovete arrivare al Giappone, +19% ma solo 17 milioni di euro. Tutti gli altri sono o in recupero o in declino. Attirerei per chiudere la vostra attenzione sulla linea della Svezia…
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2020

    Le esportazioni sono un osservato speciale di questi tempi. Oggi commentiamo i dati di aprile, il momento peggiore per l’Italia nel lock down, probabilmente spostato di un mese avanti per altri mercati. Il dato di aprile è -7% per il vino, -1% per l’alimentare (ISTAT ha rivisto pesantemente i dati anche dei mesi precedenti…) e -46% per il totale dell’export nazionale. Possiamo dunque dire che le cose non stanno andando così male. Va però considerato che i dati di maggio saranno molto peggio per l’alimentare (-12% il dato preliminare) contro un ammorbidimento del calo delle esportazioni totali (-30% circa) e quindi bisognerebbe aspettarsi un peggioramento anche per il dato relativo al vino in maggio. Ma per ora restiamo su questi dati: i primi 4 mesi dell’anno chiudono a 2 miliardi di euro, +1.8%, con volumi in crescita del 3.4% a 6.9 milioni di ettolitri. Il dato è supportato dalla crescita di quasi il 6% per i due mercati chiave, USA e Germania. Ci sarebbe da immaginarsi un peggioramento soprattutto del mercato americano di qui in avanti. I dati negativi vengono dal Regno Unito, dalla Svizzera e dalla Francia.  Peggiorano i dati del vino in bottiglia, che comunque tiene un +2%, peggiorano anche gli spumanti, che chiudono i 4 mesi con un dato stabile. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le esportazioni di aprile calano del 7% a 488 milioni di euro, composto da 344 milioni di vini in bottiglia (-8%), 39 milioni di vini sfusi (+5%) e 105 milioni di vini spumanti (-7%). Il dato sui 4 mesi è ancora in crescita dell’1.8% a 1997 milioni, mentre sull’anno mobile le esportazioni crescono del 2.4% a 6470 milioni di euro.
    I volumi sono un po’ meglio dei valori. Calano del 2% nel mese, ma crescono ancora del 3.4% nei 4 mesi e del 7.6% sull’anno mobile.
    I dati mensili per mercato restano molto volatili, con peggioramenti vistosi in USA e Germania, un rimbalzo del Regno Unito e del Canada. Se allarghiamo lo sguardo ai 4 mesi, le cose vanno male nel Regno Unito (-12%), in Svizzera (-15%) e in Francia (-7%). Restano positivi in USA e Germania (+5.8% e +5.7%) e sono molto positivi in Canada (+20%) e Svezia (+24%).
    Un occhio agli spumanti, che sono stabili nei primi 4 mesi a fronte di un ottimo andamento in USA, Germania e Francia (+10/11%, per ora) a compensare il crollo del 19% nel Regno Unito che resta un mercato particolarmente pesante.
    Un occhio alla Cina, infine. I dati sono molto negativi: nei primi 4 mesi dell’anno solo 24 milioni di esportazioni rispetto a 42 milioni dello scorso anno. Il calo supera il 40%. La Cina è però il primo mercato “uscito” dal COVID… potrebbero esserci sorprese nei prossimi mesi.
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    Australia – esportazioni di vino 2019

    L’export di vino australiano si sta sempre più legando alla Cina. Anche nel 2019, secondo i dati pubblicati da UN Comtrade, a fronte di un valore totale delle esportazioni in crescita del 2%, la Cina ha segnato una crescita del 12% e ha quindi incrementato il suo peso dal 35% al 39% del totale commercio estero del paese (che poi diventano il 43% se mettiamo dentro anche Hong Kong). Questo resta l’unico spunto veramente positivo del commercio estero vinicolo australiano, per il resto caratterizzato da una sfilza di segni meno negli altri mercati importanti come USA, Regno Unito e Canada. La crisi del COVID potrebbe addirittura salvare il vino australiano più di quanto non succederà ai nostri prodotti. Dopotutto la Cina è entrata prima ed uscita prima dalla crisi, apparentemente (ripeto apparentemente) con un prezzo in termini di vite ed economia inferiore al nostro. Resterà da vedere come cambieranno gli equilibri mondiali dopo questa crisi. Se cioè la Cina riuscirà a mantenere il passo del passato in termini di crescita economica. Per adesso concentriamoci su questi 3 miliardi di dollari australiani e 7.5 milioni di ettolitri che l’Australia ha esportato nel 2019.

    Le esportazioni australiane sono cresciute del 2% nel 2019 a 2.96 miliardi di dollari australiani, nonostante un calo dei volumi dell’8% a 7.5 milioni di ettolitri (proprio dovuto a un crollo di volumi presumibilmente a basso costo spediti in Cina), dopo due anni di “super export” a 8.1 milioni.
    Se tradotte in euro, le esportazioni sono invece stabili a 1.83 miliardi di euro, data la leggera svalutazione del dollaro australiano contro l’euro (e ancora di più contro il dollaro americano: se tradotte in dollari americani saremmo a -5% per 2054 milioni di dollari).
    La Cina è chiaramente il punto di forza degli australiani. Anche nel 2019 le esportazioni sono cresciute, +12% a 1.14 miliardi di dollari. Meno bene è andata a Hong Kong, dove però la situazione è stata radicalmente diversa nel 2019, visti i disordini. In questa “città stato” le esportazioni sono invece calate del 2% a 126 milioni. Messi insieme, questi due mercati sono ormai il 43% dell’export australiano. Un punto di forza o di debolezza? Un punto di forza, tutto sommato secondo me, viste le dinamiche di forte crescita strutturale della Cina. Se volessimo vedere i punti di debolezza dovremmo ovviamente considerare la concentrazione nel singolo mercato e le potenziali variazioni dello scenario regolamentare locali, da non trascurare.
    Negli altri mercati importanti come vedete le cose non vanno bene: in USA -2% a 435 milioni dopo una serie di anni in costante calo, nel Regno Unito le esportazioni ritracciano a 370 milioni, -9%, dopo un buon 2018, e anche in Canada succede la stessa cosa: buon 2018 e cattivo 2019 (-11% a 185 milioni).
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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2020

    Riprendiamo l’analisi delle esportazioni di vino con il post trimestrale dedicato agli spumanti. Come abbiamo avuto modo di commentare di recente, il segmento degli spumanti da qualche mese non è più il traino del nostro export, essenzialmente a causa della forte esposizione al mercato inglese. I dati di marzo sono stati comunque sorprendentemente positivi con […] LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento marzo 2020

    Beh, i numeri di oggi sono veramente sorprendenti. Dopo un febbraio traballante (+1% nonostante il 29 febbraio “in aiuto”), tutti aspettavano un marzo molto difficile per le esportazioni di vino visto che l’emergenza COVID ha cominciato a impattare il nostro export. Infatti, nel mese di marzo l’Italia el suo complesso ha esportato il 13.5% in […] LEGGI TUTTO