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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2021

    Siamo al secondo post che analizza i dati di Area Studi Mediobanca sulle principali aziende italiane e ci occupiamo oggi più specificamente di utili, margini e ritorno sul capitale. Questi discorsi escludono naturalmente le cooperative, che hanno obiettivi di mutualità e non di profitto, talchè le trovate in alcune tabelle ma ciò è più frutto della pigrizia di chi scrive (e del poco tempo a disposizione!) che non di altro. Il 2021 è stato ovviamente un anno di recupero per le aziende: le medesime 34 che avevano fatturato 5.2 miliardi nel post precedente hanno realizzato un utile operativo di poco superiore a 400 milioni di euro, per un margine (comprese cooperative) del 7.8%, praticamente recuperando il livello del 2019. Passiamo a un’analisi di dettaglio.I dati che presentiamo oggi devono anche tenere un considerazione un altro paio di aspetti importanti: molte aziende vinicole hanno sfrutturato l’opportunità di rivalutare i cespiti a fronte di futuri vantaggi fiscali, riallineandone il valore di bilancio a quello delle perizie. Questa manovra, oltre a gonfiare il capitale investito, determina anche un impatto negativo sugli utili a causa dei maggiori ammortamenti. In secondo luogo, un paio di aziende (Botter e IWB) hanno fatto importanti acquisizioni e il loro capitale investito si è gonfiato per il valore di tali operazioni che rappresentano il valore di mercato delle aziende acquistate. Per farvi capire: è un po’ confondere le mele con le pere, ossia una parte del bilancio (quella di chi compra) dove le attività sono valutate al costo di acquisito ammortizzato, e la parte nuova valutata a pezzi ma a un valore che tiene conto della capacità dell’insieme di produrre reddito, ossia un prezzo di mercato. Tra i casi più evidenti della prima circostanza (rivalutazioni) senz’altro Antinori, mentre i secondi ve li ho detti.A livello di margine operativo ci sono tre aziende che restano sopra tutti gli altri senza discussioni: Antinori, Frescobaldi e Santa Margherita, tutte e tre intorno al 27%, con Antinori che sarebbe stata sopra il 30% se non fosse per i motivi di cui sopra. Se passiamo ai livelli assoluti, dobbiamo aggiungere un nome: Botter. Invece IWB resta decisamente meno profittevole (7% contro 13% di Botter) e dunque nonostante la superiore dimensione resta su un livello più contenuto. Nei livelli assoluti Antinori continua a dominare con 71 milioni di utile operativo, Santa Margherita a 60 e Botter a 36.Dal punto di vista di capitale investito e ritorno sul capitale, i valori stanno crescendo soltanto per rivalutazioni e acquisizioni, in quanto il ciclo di investimenti sembra essere rallentato (tutte le altre aziende hanno capitali investiti stabili o calanti, come potete apprezzare dal grafico animato). Sotto questo aspetto, i campioni di ritorno sul capitale sono chiaramente Santa Margherita e Martini (15%), oltre a Botter (11%), uniche tra le grandi aziende vinicole a superare il 10%, a cui ci si avvicinano molto anche Frescobaldi e MDV (che però è inglobata in Botter). Scorrendo la classifica verso fatturati più bassi si trovano anche Schenk, Villa Sandi, Pasqua, Bottega e Valdo.Vi lascio ai grafici.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Sicilia – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    La produzione di vino in Sicilia è stata di 6.2 milioni di ettolitri nel 2021, in crescita dell’6% sul 2021 e di oltre il 20% sopra la media degli ultimi 10 anni. I dati ISTAT che qui pubblichiamo nel dettaglio sono diversi da quelli rilasciati dal MIPAAF (ministero), che invece accredita alla Sicilia soltanto 4.6 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2021, quindi con una differenza di 1.6 milioni di ettolitri, con un andamento rispetto al 2020 (+25%) coerente nel segno ma non nell’entità rispetto a quanto risulta dai dati ISTAT. Fatta questa premessa, la direzione della produzione di vino regionale è molto ben descritta dai due primi grafici: produzione in costante ripresa dopo i forti cali del recente passato, spostamento dai vini comuni ai vini di qualità (fino al 2020 vini DOC, ora sembrerebbe in crescita più marcata il vino IGT) e graduale spostamento dai vini rossi ai vini bianchi.Passiamo all’analisi in dettaglio.La produzione regionale è in costante evoluzione sia per quanto riguarda sia le tipologie qualitative (il vino DOC/DOCG dopo un picco al 40% del totale nel 2020 è sceso al 37% nel 2021, mentre il vino IGT risale al 45% dopo essere calato negli anni scorsi) che per colore (con il ritorno del vino bianco rispetto a quello rosso, nel 2021 in una proporzione 66%/34%).Osservando la produzione per tipologia e colore nel 2021 si nota il forte incremento dei vini bianchi di qualità rispetto alle medie storiche, mentre si osserva una sostanziale stabilità per i vini rossi di tutte le categorie. I vini bianchi DOC (1.6 milioni di ettolitri nel 2021) sono 55% sopra la media 2016-20, mentre i vini bianchi IGT (1.8 milioni di ettolitri) sono il 18% sopra la media. Resta poco sopra alla media storica la produzione di vino da tavola bianco (0.7 milioni di ettolitri, +8%). Nel segmento dei vini rossi i dati sono invece più coerenti con quanto visto negli ultimi 5 anni. Nel contesto di una vendemmia in crescita, i vini rossi DOC a 0.7 milioni di ettolitri sono in linea con la media, mentre sono in calo del 3% gli IGT e stabili i vini comuni rossi (1.0 e 0.4 milioni di ettolitri rispettivamente).Trovate in allegato anche i dati sulle superfici vitate. Secondo ISTAT il vigneto regionale è cresciuto nel 2021 del 5% a circa 119mila ettari. Con una produzione di vino totale di 6.2 milioni di ettolitri cui corrispondono 7.7 milioni di quintali di uva, la resa per ettaro regionale è di 65 quintali per ettaro, rispetto a circa 110 nella media italiana. Secondo i dati provinciali, da nessuna parte il vigneto è in calo, mentre i dati più positivi riguardano le province di Trapani, Palermo e Catania. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2022

    Le esportazioni italiane di vino nel periodo gennaio-agosto 2022 sono cresciute del 13% a 5.1 miliardi di euro, raggiungendo così un livello del 26% circa sopra il livello pre-Covid. La crescita del 2021 è interamente imputabile al miglioramento dei prezzi e del mix, dato che l’andamento dei volumi è stabile a 14.2 milioni di ettolitri, -0.4% sul 2021. Tra qualche giorno vedrete i numeri delle esportazioni francesi a settembre, che vi anticipo qui per sommi capi: sul periodo chiuso a settembre, la Francia fa 9 miliardi, +12% (quindi un filo meno dell’Italia), ma viene da recupero eccezionalmente positivo nei mesi precedenti. Se trasponiamo i dati su base annua, arriviamo a 7.7 miliardi di euro, +11% e 22.2 milioni di ettolitri, +2%. Gli spumanti restano il principale fattore di crescita, mentre dal punto di vista dei mercati comincia a manifestarsi qualche segno di debolezza nel mercato americano e permangono dati piuttosto negativi rispetto alle esportazioni in Cina. I prossimi 4 mesi sono ovviamente critici per quanto riguarda le esportazioni degli spumanti e avranno una base di comparazione non facile. Ma per ora analizziamo questi dati.Come dicevamo, anche agosto è stato un buon mese, +10% a 560 milioni di euro, per quanto il suo contributo nel contesto annuo sia ovviamente piuttosto limitato dal periodo di vacanze.I dati sui vini spumanti restano molto solidi. La categoria cresce del 22% negli 8 mesi (1340 milioni), con un andamento leggermente più positivo per il Prosecco (+24%) ma dai chiaramente positive anche per Asti (+14%) e spumanti DOP (+23%). I dati di agosto sono coerenti e segnano un incremento del 19%.Nel segmento dei vini fermi in bottiglia agosto è stato un mese meno positivo (+6%), il che fa rallentare il ritmo di crescita al +10% nei primi 8 mesi, per un valore di 3.4 miliardi di euro.Guardando ai dati per mercato, agosto è stato negativo in USA (-8%), Regno Unito (-2%), Svizzera (-6%) e Danimarca (-30%), oltre che in Cina. Ora, si tratta di dati molto poco significativi. Sui primi 8 mesi dell’anno tutti i principali mercati sono positivi, a partire dal +5% della Svizzera, fino al +32% della Francia. Sono invece in forte calo le esportazioni in Cina, -11% sugli ultimi 12 mesi e -16% nei primi 8 mesi del 2022.Appuntamento a poco prima di Natale con i dati dei primi 9 mesi dell’anno. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Advini – risultati primo semestre 2022

    La strategia di Advini prosegue a forza di acquisizioni, ma la crescita organica sembra essere piuttosto limitata (0.3%) per via del posizionamento premium ma non “di lusso” di molti dei suoi prodotti. Nel semestre terminato a giugno 2022, le vendite crescono del 4.5% a 141 milioni di euro (quasi interamente legato alle nuove cantine acquistate) ma i margini calano leggermente lasciando gli utili allo stesso livello dello scorso anno per quanto riguarda la parte operativa e ben sotto il 2021 se guardiamo all’utile netto, per via delle mancanza di proventi straordinari. L’incremento dei costi (non ultimo quello del personale) e il calo a doppia cifra del fatturato nella grande distribuzione in Francia (-11%) stanno erodendo i margini del gruppo, che comunque continua a spostarsi piano piano verso i prodotti a marchio proprio (dal 34% al 35% del fatturato) che ovviamente offrono dei margini più elevati (e dunque rappresentano il 47% del margine lordo.Gli azionisti non hanno molto da festeggiare: la capitalizzazione del gruppo resta sotto i 100 milioni di euro (70 nel momento in cui scrivo) e il debito resta piuttosto imponente (144 milioni), sebbene in leggero miglioramento rispetto all’anno scorso. Le acquisizioni continuano, con un focus sul Sud Africa, dove il gruppo ha chiuso l’acquisizione di Kleine Zalze Wines a Stellenbosch, che porterà altri 13-14 milioni di fatturato su un totale annuo del gruppo di 280 milioni, quindi un incremento di quasi il 5% delle vendite (a partire da settembre 2022).Per quanto riguarda i numeri, come vedete dalla tabella i margini del gruppo sono abbastanza stabili nel tempo, nonostante gli sforzi di cui dicevamo sopra e la generazione di cassa rimane abbastanza bassa. Nel semestre il debito sale di 4 milioni sul fine anno ma è sostanzialmente stabile sul semestre 2021. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Emilia Romagna – produzione di vino 2021 – dati ISTAT

    La produzione di vino in Emilia Romagna è stata di 5.9 milioni di ettolitri nel 2021, in calo dell’11% sul 2021 e del 7% sotto la media degli ultimi 10 anni. I dati ISTAT che qui pubblichiamo nel dettaglio sono diversi da quelli rilasciati dal MIPAAF (ministero), che invece accredita all’Emilia Romagna 7.1 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2021, quindi con una differenza di 1.2 milioni di ettolitri, per quanto l’andamento rispetto al 2020 (-10%) sia coerente con quanto risulta dai dati ISTAT. Passiamo all’analisi in dettaglio.La produzione regionale si è mantenuta costante nel complesso costante per quanto riguarda sia le tipologie qualitative (il vino DOC/DOCG è una percentuale del 26% della produzione, mentre circa il 40% è relativo al vino comune) che per colore (con una leggera prevalenza del vino bianco rispetto al vino rosso).Osservando la produzione per tipologia e colore nel 2021 si nota un forte calo dei vini bianchi di qualità rispetto alle medie storiche, mentre si osserva l’andamento opposto per i vini rossi di qualità (DOC) rispetto agli IGT e ai vini comuni. I vini bianchi DOC (317mila ettolitri nel 2021) sono il 24% sotto la media 2016-20, mentre i vini IGT (1.1 milioni di ettolitri) sono il 17% sotto la media. Resta allineata alla media storica la produzione di vino da tavola bianco (1.7 milioni di ettolitri). Nel segmento dei vini rossi i dati sono migliori. Nel contesto di una vendemmia in calo, i vini rossi DOC a 1.2 milioni di ettolitri sono solo il 5% sotto la media, mentre sono in calo tra il 16% e il 19% quelli comuni (574mila ettolitri) e quelli IGT (958mila ettolitri).Trovate in allegato anche i dati sulle superfici vitate. Secondo ISTAT il vigneto regionale è sceso leggermente nel 2021 a circa 49mila ettari. Con una produzione di vino totale di 5.9 milioni di ettolitri cui corrispondono 8.2 milioni di quintali di uva, la resa per ettaro regionale è di 168 quintali per ettaro, rispetto a circa 110 nella media italiana. Secondo i dati provinciali, Ravenna, Piacenza e Modena sono le province dove si registrano incrementi della superficie vitata. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2021 – fonte: Area Studi Mediobanca

    Il 2021 segna il ritorno alla normalità per le principali aziende vinicole italiane. Nella selezione che proponiamo oggi, tratta dalla pubblicazione di Area Studi Mediobanca, analizziamo 34 aziende di cui sono stati selezionati i bilanci. Nel combinato, si tratta di 5.2 miliardi di fatturato, +18% sul 2020, un valore aggiunto di 1.1 miliardi di euro (+19%) e un utile operativo di 400 milioni di euro (+29%). Ovviamente si tratta di un confronto tra un anno quasi normale, il 2021, e un anno molto anomalo, il 2020. Se facciamo un 2021 contro 2019 le crescite sono comunque nell’ordine del 20-25%. Dal punto di vista dei ranking, non molto di nuovo sotto il sole, nel senso che le operazioni che avevamo analizzato lo scorso anno si vedono ormai nei numeri: a livello di fatturato, Italian Wine Brands diventa la terza azienda, ma soltanto perchè ha consolidato Enoitalia per 6 mesi: il prossimo anno potrebbe diventare numero 2 e avvicinarsi a GIV, il vero leader per vendite tra le cantine private italiane. Ma come sempre predichiamo in questo post, il numero da guardare non è il fatturato, ma il valore aggiunto, dove potete apprezzare chi sia il leader italiano: Antinori, poi Santa Margherita e Cantine Riunite/GIV. Nonostante la fusione Italian Wine Brands è soltanto l’ottava cantina italiana a tal riguardo. Comunque, sperando apprezziate i grafici animati, passiamo all’analisi dei dati…Cantine Riunite/GIV guida la classifica del fatturato con 634 milioni, seguita da Caviro (390, che però includono anche le attività collegate alla viticoltura) e poi IWB che nel 2021 ha fatturato 330 milioni ma che con i 12 mesi di Enoitalia (consolidata da giugno 2021) dovrebbe raggiungere 390-400 milioni. Lo stesso discorso vale per Botter, che ha cambiato nome in… Argea dopo la fusione con Mondodelvino.La vera classifica è quella del valore aggiunto però, che misura in modo più corretto la dimensione industriale delle aziende, a discapito di quella commerciale. Sebbene con una crescita inferiore ad altre aziende del campione, Antinori resta di gran lunga il leader italiano con 166 milioni, seguito da Santa Margherita e poi da Cantine Riunite/GIV. Come menzionavo sopra IWB viene fortemente ridimensionata in questa graduatoria, visto il suo modello di business più focalizzato sulla parte commerciale.Sono proprio però Argea (Botter) e IWB che mostrano la crescita più importante nel settore sia a livello di fatturato (10-15% annuo sugli ultimi 5 anni) che a livello di valore aggiunto (18% per IWB annuo dal 2016 al 2021, 14% per Botter). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Concha y Toro – risultati primo semestre 2022

    Concha y Toro chiude un primo semestre 2022 in chiaro scuro: a fronte di vendite in crescita del 7% e nonostante un potente effetto prezzi (i volumi sono calati del 10%) l’azienda non è riuscita a compensare i pesanti incrementi del costo del personale (+15%) e della logistica (+34%), oltre che lo sforzo pubblicitario e promozionale necessario per sostenere i prodotti. Ovviamente stiamo parlando di un caso limite nell’industria del vino, essendo Concha y Toro un produttore cileno che vende per l’85% fuori dai confini nazionali, per di più non proprio dietro l’angolo essendo le principali destinazioni in USA e nel Regno Unito, quindi molto lontani. Sta di fatto che dopo la pubbliazione di questi dati le azioni del gruppo sono scese di un buon 20%, anche in coincidenza con la correzione dei mercati azionari. Per riassumere i numeri, il semestre chiude con 400 miliardi di peso di vendite, +7%, un gross margin in crescita del 9% a 157 miliardi, ma un utile operativo in calo del 14% da 57 a 49 miliardi. Grazie alla minore imposizione fiscale, l’utile netto passa da 38 a 41 miliardi.La strategia di Concha y Toro non cambia e si basa su elevati investimenti nella produzione e su un’attenzione particolare ai temi del clima, con gli obiettivi 2025 (non sappiamo quanto sfidanti) già raggiunti nel 2022.Nel resto del post trovate i principali dati finanziari e altri grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    La produzione di vino nel mondo 2022 – prima stima OIV

    Se questi sono I numeri io non ho capito bene per quale motivo l’OIV si debba lamentare dicendo: “Severe drought and extreme heat pose a new threat to wine production”. Il contesto è quello della siccità e del caldo che stanno minacciando la produzione di vino, da ormai 4 anni (secondo OIV) sotto la media storica. Il problema esiste ma se e quando caldo e siccità impatteranno veramente la produzione vedremo dei numeri diversi. L’Italia in questo rapporto è accreditata di oltre 50 milioni di ettolitri di produzione, 4% sopra la media dei 10 anni precedenti. La produzione mondiale di vino prevista per l’annata 2022 è di 260 milioni di ettolitri, il 2% sotto la media. Ora, il 2020 con 236 milioni è stato il vero anno “orribile”, il 2017 forse (248), ma il 2022 se questi dati sono veri, direi proprio di no. Tanto più che i consumi di vino non stanno più crescendo. Passiamo a qualche dato di dettaglio. La produzione italiana è il 19% del totale mondiale e come dicevamo sopra leggermente sopra la media storica.La previsione di OIV include una vendemmia in linea con la media per la Francia a 44 milioni di ettolitri, dopo il terribile 2021 (38) e invece una vendemmia molto difficile in Spagna (dove la siccità deve aver davvero picchiato secco) con 33 milioni di ettolitri, in calo del 6% su un anno già negativo e quindi oltre il 10% sotto media.Fuori dall’Europa, i 23.4 milioni di ettolitri degli USA sono un filo sotto media, per l’Australia stesso discorso (12.1 contro media 12.4 e dopo un anno eccezionale a quasi 15 milioni di ettolitri). Va meno bene in Argentina dove sono del 10% sotto media con 11.4 milioni di ettolitri mentre il Cile ha un buon livello produttivo, il 6% sopra la media storica (e dopo un anno molto sopra media) a 12.4 milioni di ettolitri.Il totale esce a 260 milioni, la media storica è 266. Europa un filo peggio del resto del mondo ma sono spiccioli.Appuntamento ad aprile con i dati finali. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO