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    Australia – esportazioni di vino 2020

    Fonte: UN Comtrade
    Il post odierno è particolarmente interessante. L’Australia ha costruito negli ultimi anni una posizione di leadership nel mercato cinese del vino e, da dicembre 2020, ha subito l’applicazione di dazi doganali proibitivi che le autorità cinesi hanno deciso ipotizzando pratiche concorrenziali scorrette (ossia esportazioni di vino sottocosto). Come vedrete dal grafico all’interno del post preso da Wine Australia, da dicembre niente più importazioni di vino australiano in Cina. Non stiamo parlando di poca cosa: nel 2019 il vino australiano faceva il 39% delle esportazioni in Cina, e nel 2020 nonostante il calo siamo al 33%. É dunque a rischio una grossa fetta della torta del vino australiano all’estero. Nel 2020, che poi è la ragione del post di oggi, il vino australiano si è “salvato” con un forte incremento registrato nel Regno Unito, a Hong Kong e in Nuova Zelanda. Nel 2021 la storia sarà completamente diversa e anche il grafico animato qui sopra verrà rivoluzionato come è successo negli ultimi anni con una leadership passata dal mercato inglese, a quello americano e infine a quello cinese. Per quanto riguarda le esportazioni 2020, il valore è rimasto invariato in dollari australiani a 2.95 miliardi, mentre il volume esportato è cresciuto del 2% a 7.6 milioni di ettolitri. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le esportazioni di vino australiane sono state stabili in dollari australiani a 2.95 miliardi, mentre sono calate del 3% se espresse in Euro a circa 1.8 miliardi di euro. I volumi sono invece marginalmente cresciuti del 2%.
    Il tema chiave è la Cina, che nel corso del 2020 ha subito un calo del 13% ma resta pur sempre di gran lunga il principale mercato per l’Australia con 986 milioni di dollari locali di export, -13%. Se mettiamo insieme anche Hong Kong (che non subisce i dazi) il calo è dell’11% a 1.13 miliardi di dollari. Come vedete dal grafico sopra, da dicembre 2020 le esportazioni in Cina si sono semplicemente azzerate. Questo significa che quello che è successo nel 2020, con il calo cinese compensato dagli altri mercati sarà difficilmente replicabile.
    Il principale supporto al vino australiano viene dal mercato inglese, dove la Brexit ha invece creato un vantaggio per l’Australia, parte del Commonwealth. L’export torna a 500 milioni di sterline, +36%, pur sempre lontanissimo dai fasti del passato (oltre 900 milioni).
    Il Nord America è invece stabile sia in USA che in Canada a 441 e 192 milioni di dollari rispettivamente.
    Sale del 15% l’export verso Hong Kong e verso la Nuova Zelanda, anche se qui cominciamo ad andare su mercati che rappresentano il 3-4% delle esportazioni totali.
    Oltre all’Australia, come vedete dalla tabella allegata, sono negativi i dati di export verso Singapore, Olanda e Giappone.

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento gennaio 2021

    Fonte: ISTAT
    Il 2021 è partito con un passo falso per le nostre esportazioni di vino, come ha già avuto modo di notare qualcuno leggendo i dati pubblicati venerdì mattina da ISTAT. Il calo del 22%, che di fatto rappresenta poco più di 100 milioni di euro e il 2% circa delle esportazioni annue è però collegato a una base di confronto difficile (+13% gennaio 2020) e prodotti/geografie che in qualche maniera nel 2020 si erano rivelati sorprendentemente resilienti o aiutati “artificialmente”. Stiamo parlando dei vini in bottiglia (calati soltanto dell’1% l’anno scorso) e delle vendite negli USA che hanno certamente beneficiato del fatto che i nostri amici americani si sono dimenticati di inserire il nostro vino nella lista dei dazi, mentre ci hanno infilato dentro quello francese (e non solo). Ora questi dazi sono stati sospesi e siamo probabilmente alla resa dei conti. Ad ogni modo, il grafico qui sopra di aiuta a dare un po’ di prospettiva al dato di gennaio: USA in forte correzione, Germania più stabile (nonostante il calo di gennaio) e Regno Unito in forte correzione. Passiamo ai dati.

    Gennaio chiude con 389 milioni di euro di export per 1.3 milioni di ettolitri, -20%.
    Il dato è negativo per tutte le categorie, ma mentre nel 2020 a calare di più erano stati gli spumanti nell’apertura del 2021 sono i vini fermi in bottiglia a segnare un -24% che poi “guida” il totale visto il suo peso. Per contro, gli spumanti sono stati in calo del 16% a 88 milioni, in un mese veramente poco significativo per la categoria.
    Su base annua restiamo su circa 6.2 miliardi di euro di export con un calo anno su anno del 4.7% e come dicevamo prima il dato “sconta” un confronto difficile che diventerà facile a partire da marzo (febbraio 2020 era 29 giorni, “anno bisesto anno funesto”… proverbio che ha funzionato) e facilissima in Aprile e Maggio.
    Nei vini in bottiglia, le eccezioni positive di gennaio sono il Canada (+20%) e la Danimarca, mentre gli USA sono in calo del 44%, la Germania dell’11% e il Regno Unito del 45%. Questi tre mercati che sono circa il 50% delle esportazioni di gennaio, contano per quasi il 90% delle esportazioni perse di vino fermo. Segno che fuori questi tre, gennaio è calato dell’8% nei vini in bottiglia.
    Nei vini spumanti, dati poco significativi come dicevamo. Comunque, qui i danni sono più diffusi, per così dire, visto che tra i tre mercati principali la Germania comunque cresce (+6%). Se prendiamo solo USA e UK, che sono il 50% delle esportazioni, rappresentano 10 dei 17 milioni di calo. Oltre alla Germania, eccezione positiva è la Russia. Tabella di dettaglio anche per prodotto allegata qui sotto.

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento 2020

    Fonte: ISTAT
    Entriamo oggi nel dettaglio del commercio estero italiano di vino con i dati regionali (per origine delle aziende, grafico mobile qui sopra) e la suddivisione delle esportazioni di vini in bottiglia a seconda delle denominazioni e dell’origine. Diciamo che nell’anno di crisi due delle punte di diamante italiane che ISTAT rileva ne sono usciti bene: stiamo parlando dei vini rossi piemontesi DOC che crescono del 6% e dei vini bianchi del Trentino Alto Adige. Sono stati invece stabili i vini bianchi veneti, mentre è andata peggio per i rossi toscani, calati del 9% e per i rossi veneti, calati del 3%. Se invece guardiamo all’origine delle aziende e alle esportazioni per regioni, sono in crescita le esportazioni del Piemonte, dell’Emilia Romagna e del Trentino Alto Adige, mentre calano Toscana e Veneto, un po’ in sintonia con l’andamento dell’altro “taglio” che abbiamo visto prima. Bene, passiamo ai numeri ricordandovi che alcuni di questi dati sono scaricabili nella sezione Solonumeri (link).

    Partendo dall’analisi del totale esportato per regione, che totalizza 6.3 miliardi di euro, va sottolineato il calo del 3% del Veneto a 2.24 miliardi di euro, presumibilmente determinato anche dalla forte esposizione ai vini spumanti, visto che sui vini fermi DOC in bottiglia i dati sono quasi stabili. La seconda importante annotazione riguarda il Piemonte, passato da un -4% a fine primo semestre al dato finale di +3%, e confermandosi la seconda regione più importante per l’export di vino, con 1083 milioni di euro. Sono negativi i dati della Toscana, -3% sul fine anno (era -4% a fine semestre, quindi nessun cambio di direzione), mentre il Trentino Alto Adige si conferma quarta regione per l’export con 578 milioni e un incremento del 4%.
    Il secondo dettaglio riguarda la spaccatura DOC/IGT/comuni e ulteriori dettagli “interni”. Siamo solo sui vini in bottiglia, il che significa una base di 4.4 miliardi di euro, in calo dell’1%. All’interno di questo dato i vini DOC calano dell’1% a 2.4 miliardi di euro, gli IGP sono stabili a 1.2 miliardi e i vini comuni calano del 2% a 768 milioni.
    Nell’ambito dei DOC, sono molto buoni i dati dei vini rossi piemontesi che crescono del 6% a 291 milioni, seguendo una linea di quasi costante crescita, mentre la principale categoria dei DOC, i rossi toscani, perdono ben il 9% e sono sul minimo degli ultimi anni a causa della crisi. Il calo è del 4% anche per i vini rossi veneti con 277 milioni, quindi superati dai piemontesi. Nei vini bianchi i dati sono nel complesso migliori (DOC bianche +3%, DOC rosse -3%) e vedono le due principali categorie, Veneto e Trentino Alto Adige a -0.5% e +6.2% rispettivamente.
    Curiosamente nell’ambito degli IGT si invertono le performance dei bianchi (peggiori, -9%) rispetto ai vini rossi (+4%), seguendo una linea di trend molto chiara che dura da diversi anni.
    Vi lascio alle numerose tabelle e ai grafici.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco

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    USA – esportazioni di vino – aggiornamento 2020

    Fonte: UN Comtrade
    Le esportazioni di vino americano sono in declino da ormai qualche anno, fonte la forza del dollaro americano nei confronti delle altre valute ma anche, bisogna dirlo, del fatto che per gli americani le esportazioni sono una parte tutto sommato marginale tra gli sbocchi del loro prodotto. Con oltre 20 milioni di produzione annua, stiamo infatti commentando un export 2020 nell’ordine di 3.6 milioni di ettolitri, per un valore relativamente basso (1.3 miliardi di dollari), vista anche la componente non secondaria di esportazione di vino sfusi (0.3 miliardi di dollari). Comunque, nell’ambito del nostro quadro globale 2020 che andiamo a compilare man mano che vengono disponibili i dati,  gli USA restano per il rotto della cuffia il sesto esportatore mondiale di vino, ormai raggiunti dalla Nuova Zelanda. Bene, passiamo ai dati. LEGGI TUTTO

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    Spagna – esportazioni di vino, aggiornamento 2020

    Fonte: Cámara Oficial de Comercio, Industria, Servicios y Navegación de España
    Le esportazioni di vino spagnole sono calate soltanto del 2% nel 2020, chiudendo a 2.7 miliardi di euro. Dico soltanto perchè il primo semestre con un -7% era stato abbastanza scioccante e non era semplice immaginare un cambio di segno nella seconda parte dell’anno, seppur pallido (+2%) e seppur si tratti di un periodo più propizio e pesante. A girare in senso positivo per la Spagna sono stati i vini sfusi, che come sapete sono il pezzo forte dell’export iberico, che sono rimbalzati del 7% nel secondo semestre, compensando la debolezza persistente dei vini spumanti (-7%). Se le categorie forniscono un quadro chiaro, le geografie sono più difficili da leggere e i dati più volatili. Ad ogni modo, la performance negativa della Spagna viene dal mercato americano, francese e da alcuni mercati secondari, come la Cina, mentre sia la Germania che il Regno Unito hanno chiuso il 2020 in positivo. Bene, passiamo ai dati, che tra breve saranno anche disponibili nella sezione Solonumeri del blog  (link). LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento 2020

    Fonte: ISTAT
    Il segmento degli spumanti è stato quello più impattato dalla pandemia. Non lo dicono soltanto i dati italiani che presentiamo qui oggi, che segnano un calo del 6.4% a 1482 milioni delle esportazioni (su dati di volume stabili peraltro), ma anche quelli spagnoli che leggerete a fine mese (-10% con volumi a -1.5%) e quelli francesi che ho pubblicato a inizio mese, dove la denominazione dello Champagne ha fatto segnare un calo del 20% nel 2020, per la maggior parte derivato dai volumi (-17%). Nel caso dell’Italia ci troviamo davanti a un prodotto diverso da quello francese e spagnolo, con un prezzo medio più basso e con un “drive” non secondario derivante dall’utilizzo del prodotto nel segmento degli aperitivi insieme a Aperol. Se considerate che Aperol vende circa 0.52 milioni di ettolitri all’anno nel mondo e considerate che l’altra metà dello Spritz è spumante normalmente italiano, arrivate a circa 0.5 milioni di ettolitri di vendite, di cui il 60-70% all’estero (quota dell’Aperol fuori dall’Italia). Ma torniamo ai nostri dati. Nell’ambito di questo “ottimo” -6% il Prosecco continua a rappresentare un fattore mitigante, essendo calato soltanto del 3%, grazie alla crescita del 5% registrata in tutti quei mercati che non sono gli USA e il Regno Unito. Anche l’Asti nel 2020 è andato piuttosto bene, registrando un dato quasi stabile, supportato dal mercato tedesco e sopratttutto americano. Passiamo ai dati, ricordandovi di andare consultare la sezione Solonumeri (link) per trovare una lista esaustiva dei dati 2020. LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento 2020

    Fonte: ISTAT
    Con una chiusura d’anno in controtendenza (Novembre +2.4%, Dicembre +3.3%), le esportazioni di vino nel 2020 hanno chiuso con un più che dignitoso calo del 2.2%, per un valore totale di 6298 milioni di euro. Una rapida carrellata di quello che succede agli altri paesi mette la performance 2020 dell’Italia sullo stesso livello della Spagna (-2.3%). La verità è che gli unici sconfitti del 2020 sono stati i francesi e, per quanto meno rilevanti, i tedeschi, che hanno subito un calo dell’11% e 15% delle loro esportazioni. La Francia è stata penalizzata dal posizionamento più elevato dei suoi prodotti (quindi più da ristorante che da casa), dalla  forza dei suoi spumanti (che anche per l’Italia sono stati il tallone d’Achille del 2020), dalle difficoltà del mercato cinese e infine dai dazi introdotto dagli USA, che però potrebbero essere presto rimossi dalla nuova amministrazione. A guardare i numeri preliminari, meglio di Italia e Spagna hanno fatto solo i neozelandesi (+4%) e i portoghesi (+3%). Tornando ai dati, trovate allegato in fondo un tabellone con i principali 25 mercati per volume e per valore, che sono anche replicati nella sezione Solonumeri del blog (link). Ma andiamo nel dettaglio.

    Il dato preliminare finale delle esportazioni 2020 è di 6298 milioni di euro, -2.2%, per un volume apparente di 21.06 milioni di ettolitri. La perdita in valore assoluto rispetto al 2019 è di 142 milioni, di questi 40 milioni sono stati persi nei vini fermi, 100 nei vini spumanti.
    Dal punto di vista dei mercati, gli USA chiudono a 1454 milioni e un calo del 5.6% passando dunque dal 24% al 23% delle nostre esportazioni, mentre è in controtendenza la Germania, che passa dal 16% al 17% del totale, con un incremento del 2.4%. Oltre al dato negativo degli USA e del Regno Unito (-6%), sono stati in calo la Francia (-12%), il Giappone (-15%) e soprattutto la Cina, passata da 134 a 98 milioni di euro di esportazioni nel 2020. Sono stati invece in forte progresso le esportazioni in Olanda (+16%), Belgio (+12%) e Norvegia (+23%).
    Passando brevemente alle categorie (parleremo più specificatamente degli spumanti questo giovedì), nei vini in bottiglia sono meno negativi dei dati generali le evidenze sul mercato inglese (stabile) dove invece spicca il calo dei vini spumanti (-15%), mentre per il mercato americano il -6% dei vini in bottiglia e il -4% degli spumanti sono molto simili. Per quanto riguarda la Germania, gli spumanti sono stabili, i vini in bottiglia crescono del 2% e quindi sono andati leggermente meglio i vini sfusi.
    Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici non prima di fare qualche considerazione sul 2021. Due cose mi sembrano chiare: primo, fino a quando il COVID regna supremo, in termini relativi il vino italiano fa meglio di quello francese e probabilmente anche della media mondiale. Appena tutto riparte i vini francesi faranno faville e si riprenderanno le quote di mercato perse. Secondo, il dollaro è debole (per ora) e il confronto per tutto il primo semestre sarà punitivo, nell’ordine del 6-7% sulle nostre esportazioni americane. 6% moltiplicato per 23% fa un vento contrario di 1-1.5 punti percentuali sulle esportazioni. Primo test del nuovo anno: gennaio, che vede una base di comparazione molto difficile.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO